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Autore: Sunrise19    05/06/2014    0 recensioni
Traduzione dell'omonima storia che si trova sul sito fanfiction.net scritta da BettYCrokeRfrmdeHooD.
Sul mio profilo troverete il link necessario per trovare la storia originale in inglese ( e quindi anche l'autrice originale ahah). Ogni parola, virgola, punto, qualsiasi cosa, è sua. A me non appartiene nulla di ciò!
"Collocata subito dopo che Rocket torna dal Netherball! D'jok e Mei hanno bisogno di passare più tempo l'uno con l'altro tra tutte le cose strane che accadono nel Genesis Stadium! Giusto un po' di fluff, buon divertimento! "
D'JokxMei
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo della traduttrice:
Secondo capitoloo! ahahah pensavo di metterci meno ma la scuola mi ha tenuta impegnata. Però finalmente eccolo, la storia inizia a svilupparsi!
Ricordo che è solo una traduzione, ogni parola non appartiene a me ma all'autrice originale della storia, di cui potete trovare il link sul mio profilo.
Buona lettura! :D

 



D’Jok rimase lì, a fissare il soffitto. Non era sicuro di quanto tempo fosse passato, ma sapeva che non era rimasto lì a lungo, forse quaranta minuti, più o meno. Non aveva nemmeno qualcosa di particolare in mente; passava solamente a un soggetto differente ogni pochi secondi, tenendolo perso nei pensieri. Beh, quella non era l’intera verità, la sua mente andava ad un certo qualcuno, ma lui la forzava a pensare ad altre cose. Sentì il rumore della porta, ma non fece alcuno sforzo per alzarsi. Sapeva chi fosse senza guardare. Micro-Ice fischiettò una canzone stonata mentre si buttava pesantemente sul letto opposto a quello di D’jok. “ Quindi com’è andata la tua chiacchierata con Mei, sono sicuro che voi due avevate molto di cui parlare “ Rise a sé stesso, aspettando che D’Jok gli desse contro come fa sempre, ma non sentì una sbirciata. Si alzò dal letto e si diresse verso D’Jok e gli passò le mani davanti alla faccia. “ Terra chiama D’Jok, vieni D’Jok. Ehi D’Jok, cosa succede, stai bene? “ Micro-Ice gli prese la spalla e gliela scosse vigorosamente.

“ Cosa? “ Gli occhi di D’Jok sbatterono velocemente, come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno. Si mise seduto lentamente, massaggiandosi il retro della sua testa. Sembrava completamente sveglio ora.

“ Amico, ti eri completamente isolato per un- “

“ Che ore sono? “ Micro-Ice apparì confuso alla domanda, come se fosse stata chiesta in un’altra lingua.

“ Sono circa le otto e un quarto, perché che fretta c’è? “ D’Jok saltò giù dal letto prendendo il primo paio di jeans e maglietta che vide. Saltellò su una gamba mentre infilava l’altra nei jeans. Quasi cadde mentre cercò le sue scarpe. Ne aveva trovata una ma non riusciva a trovare l’altra. Si buttò a terra per cercare la scarpa sotto il letto, sospirò con sollievo quando la trovò. Micro-Ice era rimasto a guardarlo tutto il tempo. La sua bocca si spalancò e uno sguardo perplesso si diffuse sul suo viso. “ Dov’è il fuoco? Seriamente, perché tanta fretta? “

D’Jok si fermò brevemente per controllarsi allo specchio. Sapeva di non essere bellissimo, ma sapeva anche di non essere brutto. Se qualcuno come Mei lo guardava tutti i giorni allora non doveva essere così male. Raggiunse di fretta la porta, ma trovò Micro-Ice a bloccargli l’uscita. “ Micro-Ice spostati, sono abbastanza di fretta! “

“ Beh questo è ovvio! Lo chiederò per la terza volta dove stai andando così di fretta? “ D’Jok sospirò con irritazione e si strofinò la lunghezza del suo viso con una mano, trascinando il suo mento con un po’ di esagerazione.

“ Sto andando alla camera di Mei, mi ha chiesto di essere lì circa venti minuti fa. Ora se non ti dispiace “ Fu sul punto di sorpassarlo ma Micro-Ice non si sarebbe spostato.

“ Pensavo aveste parlato- “

“ Micro-Ice spostati, ora! “

“ Okey okey, non fare ritorcere le tue mutandine!* “ Micro-Ice finalmente si spostò. D’Jok era già a metà corridoio quando chiuse la porta. Stava pensando quale strada fosse la più veloce per arrivare giù, quando qualcosa gli spuntò per la mente. Fece un’inversione a U verso la stanza di Thran e Ahito. Il suo pugnò picchio contro il metallo della porta. Thran aprì la porta entro pochi secondi dalla bussata. “ Ehi Thran, ti dispiace se uso il vostro balcone per un secondo “ D’Jok entrò prima che rispondesse.

“ Eh, certo D’Jok…” Thran seguì D’Jok “ Non hai intenzione di buttarti, vero? “ D’Jok si girò quando lo chiese e rise senza controllo.

“ Certo che no! La vostra camera è direttamente sopra quella di Mei, giusto? “

“ Si, lo è, ma perché non usi semplicemente le scale? “ D’Jok aveva raggiunto la ringhiera del balcone. Si gettò su di essa e si affacciò all’esterno, verso Genesis Stadium. Non osò guardare giù ancora.

“ Perché questa via è più veloce “ Voltò la testa per dare a Thran un sorriso rassicurante. Scivolò dalle sbarre lentamente, portando il suo piede su una piccola sporgenza per tenersi in equilibrio. Girò lentamente il suo corpo, verso la stanza, e iniziò a calarsi attentamente sull’altro balcone sotto. I suoi  piedi penzolarono per un secondo prima di capire che poteva piazzarne uno attentamente sulla barra sotto di lui. D’Jok guardò verso l’alto tra le barre dei balconi e gli mostrò i pollici in alto. “ Va tutto bene Thran, grazie. Ci vediamo domani. “ Lasciò le mani dalle sbarre e cadde per il resto del percorso. Si ricompose velocemente; guardò velocemente verso la camera di Thran, ma era andato via. Non diede a ciò un secondo pensiero. Guardò cautamente dentro la camera di Tia e Mei ed eccola lì, a guardare dentro il suo guardaroba dandogli la schiena. Tia non si vedeva da nessuna parte, probabilmente era nella camera di Rocket, come di consueto. Lei era sempre lì la notte da quando era tornato.

La porta scorrevole del balcone era già parzialmente aperta, abbastanza perché lui potesse passarci. Questo gli diede un vantaggio; non aveva bisogno di preoccuparsi a cercare di non far rumore. Scivolò dentro piano attraverso la porta aperta. Mei stava ancora guardando dentro il suo guardaroba, fischiettando senza ritmo a sé stessa e parlando ad alta voce chiedendosi cosa mettere. Lui notò solo allora che lei era solo nei suoi indumenti intimi. Non era un così grande shock, l’aveva già vista in bikini, e così anche metà della Galassia nei suoi spot televisivi. Ma ancora lui non poteva far smettere i suoi occhi di vagare sul suo corpo perfetto, a soli due passi lontano. Lui quasi rise al pensiero che entrambi sembravano prendersi alla sprovvista ultimamente. Lui fece un altro passo verso di lei; era solo un passo lontano ora, abbastanza vicino per allungarsi e toccare la sua perfettamente morbida pelle. Ma non lo fece; lei si voltò nello stesso minuto in cui i suoi piedi si sistemarono. Lei saltò quando lo vide, e automaticamente si toccò il cuore che batteva velocissimo nel suo petto.

“ D’Jok! Cosa stai facendo qui, come sei entrato? “

“ Anche per me è un piacere vederti! “ D’Jok alzò la sua mano senza fretta e intrecciò le dita con quelle di Mei senza pensare a quel che stava facendo. Ora sapeva come lei si fosse sentita prima.

“ Scusa, è che mi sono spaventata, ecco tutto. Ma seriamente, come sei entrato qui? “ D’Jok rise leggermente a sé stesso prima di rispondere.

“ Sono venuto attraverso il balcone… “ Mei spostò la testa lentamente da una parte all’altra. “ Non apparire così scioccata! “

“ Non sono scioccata sono sorpresa “

“ Come se ci fosse così tanta differenza “ Il sorriso di D’Jok si ampliò, stavano parlando più facilmente di quando si sarebbe aspettato, e dopo quel che era accaduto prima pensava che le cose potessero essere un po’ goffe tra loro. La mano destra di Mei si alzò e atterrò delicatamente sul petto del ragazzo, mimando la mano contro il suo, ma lei lasciò un dito giocare liberamente con l’emblema della sua maglietta.

“ Certo che c’è, ora se non ti dispiace mi piacerebbe vestirmi “ Lei spinse leggermente contro il suo petto spingendolo all’indietro gradualmente. “ Puoi sederti sul mio letto, non impiegherò nemmeno un minuto “ D’Jok sospirò per enfatizzare e camminò a fatica verso il letto di Mei e sì sdraiò sulla schiena.  D’Jok sentì Mei ridere silenziosamente. Non ci volle molto prima che sentisse il letto abbassarsi lievemente. Si sedette; lei era di fronte a lui con una gamba incrociata sul materasso, si era messa un paio di jeans aderenti e una canotta stretta.

“ Dov’è Tia? “

“ Dove pensi che sia? “ D’Jok si strofinò il retro della testa timidamente.

“ Credo fosse una domanda stupida. Quindi, di cosa vuoi parlarmi? “ Le guance di Mei improvvisamente arrossirono alla sua domanda. Lui si chiede cosa fosse così scomodo che aveva chiesto da farla arrossire.

“ Beh prima di tutto… “ Lei non lo guardava mentre parlava; guardava le sue stesse mani, che stavano giocherellando con la coperta sul piumone. “ Voglio scusarmi per prima, ero fuori dall’ordine e non avrei dovuto portarti in quella situazione! “ D’Jok sentì la sua bocca aprirsi, era felice che lei non lo stesse guardando ora. Non sapeva cosa dire, quindi non disse niente. Fortunatamente lei continuò dopo una piccola pausa.

“ Quello non era tutto ciò di cui volevo parlarti, noi non abbiamo parlato opportunamente per secoli, con tutta la GFC che va avanti ci siamo a malapena detti “ ciao “ l’un l’altro. Ti guardo ogni tanto e sembri completamente perso, preoccupato anche. Volevo solamente parlarti da sola, senza interruzioni “ Lei lo stava guardando ora; l’espressione della ragazza era vuota, lo guardava solamente, aspettando.

“ Mi dispiace… “ Quello era tutto ciò a cui lui poteva pensare di dire, non sapeva cos’altro avrebbe potuto eguagliare ciò che lei aveva appena detto. Ora era lui quello che guardava la coperta del letto.

“ Per cosa sei dispiaciuto? “ La domanda lo fece guardare in alto. “ Non è colpa tua, non è colpa di nessuno, siamo stati entrambi impegnati, e questo è totalmente comprensibile. Voglio solamente parlarti “ Lei gli sorrise, un sorriso che saldava il cuore, di quel tipo che appare solo quando sei sul punto di ridere. D’Jok rispecchiò il suo sorriso. Poi entrambi risero, solo per un momento, ma parve più lungo. Allentò qualsiasi tensione rimasta, se ce ne fosse stata una.

“ Ho paura, Mei. Cosa succede se perdiamo? Voglio dire i Lightnings, Mei, e nelle semifinali? “ Mei trovò la mano di D’Jok e intrecciò le dita con le sue, con la stessa mano accarezzò la sua mascella, pur sempre collegata a D’Jok.

“ Ti preoccupi troppo, lo sai questo. Andremo bene, nessuno avrebbe mai pensato che saremmo arrivati così lontani; siamo una squadra piena di sorprese “

“ Sai che Maya ha avuto una visione riguardante la partita, lei pensa che accadrà qualcosa di brutto “

“ Cosa pensi? “ D’Jok allontanò lo sguardo per un momento, solo per pensare a quel che stava per dire.

“ Non lo so, credo di avere un po’ di dubbi riguardo la partita, ma continuo ad aver l’intenzione di giocare, non ti preoccupare “ Mei accarezzò il retro della mano di D’Jok con il pollice. Lei sembrava stesse meditando su qualcosa. D’Jok non si sentiva più nell’umore di parlare, ora lei sapeva perché era stato distante ultimamente, e lui non aveva nient’altro da dire. Il ragazzo alzò la sua mano libera e l’avvolse attorno il retro del collo di Mei e la portò vicina cosicché le loro fronti si toccassero. Lei non fece resistenza, lui pensò che anche lei avesse finito di parlare. Entrambi chiusero gli occhi e sospirarono contemporaneamente, risero al loro perfetto tempismo. Mei sfregò il suo naso leggermente contro quello di D’Jok, lo sentì tremare al suo tocco. Che le ricordava…? I suoi occhi si spalancarono, ma fece troppo tardi, le labbra di D’Jok erano già sulle sue. Il bacio iniziò delicato, tenero anche, ma presto D’Jok ci diede dentro, il bacio divenne più appassionato. Lui si sedette inginocchiato, così Mei non ebbe altra scelta se non quella di sdraiarsi. Beh, lei avrebbe potuto probabilmente fermarlo, se avesse voluto. Le loro mani non erano più intrecciate; invece le mani di Mei erano perse nei capelli di D’Jok, avvicinandolo. D’Jok tenne le mani sui suoi lati, così poteva tenersi sopra di lei. D’Jok era abbastanza vicino ora; lei poteva sentire il ruvido tessuto dei suoi vestiti contro i suoi. Lui continuò a baciarla entusiasticamente. Non l’aveva mai baciata in questo modo prima d’ora; era così nuovo per lei, per entrambi.

D’Jok ora si stava tenendo appoggiato con una mano, come lasciò l’altra mano vagare lungo la spalla di Mei, giù per quel lato fino alla vita per finire alla sua coscia. Lui inaspettatamente alzò la sua gamba facendole formare un angolo. Lei ansimò leggermente alla sua azione, facendo ridere D’Jok durante il loro bacio. Lui continuò a massaggiare la sua coscia facendola premere contro il suo fianco. Mei non potè far altro che avvolgere la gamba attorno alla sua, portandolo ancora più vicino. D’Jok rise ancora, questa volta alla sua impazienza. Lei gli diede una stretta giocosa al braccio, avvertendolo. D’Jok continuò a baciarla, ma stava iniziando ad ammorbidire il suo tocco. Le morsicò lievemente il labbro inferiore, prima di staccarsi lentamente, rendendolo impossibile per Mei. Lei seguì le sue labbra provando a prolungare il bacio, ma le labbra del ragazzo non rimasero ferme troppo a lungo, lui trovò il suo collo abbastanza presto. Il collo di Mei sembrava inarcarsi automaticamente al suo percorso di baci mentre si avvicinavano alla clavicola. Poi entrambi si irrigidirono sul posto. Sentirono la porta della camera aprirsi. D’Jok non aspettò un altro secondo; scese da Mei e dal letto in pochi secondi. Iniziò a mettersi a posto i vestiti e i capelli di modo che non sembrasse così agitato. Mei fece lo stesso, si stava sedendo ora cercando di apparire normale. Tia apparì da dietro l’angolo e si fermò a guardare la scena davanti a lei. Mei sedeva a gambe incrociate sul suo letto, le sue guance un po’ rosse e D’Jok era in piedi di fianco al letto con le sue mani saldamente nelle sue tasche.

“ Mi dispiace ragazzi, sto interrompendo qualcosa? Volete che me ne vada? “

“ No! “ Entrambi dissero all’unisono il che li fece arrossire ancora di più, se questo fosse anche solo possibile.

“ Va tutto bene Tia, stavo proprio per andarmene in qualsiasi caso “ D’Jok camminò verso Tia e si avviò alla porta, ma si fermò dopo pochi passi e girò sui tacchi. Stava camminando indietro verso il letto di Mei. Posizionò una mano sotto il suo mento e lo alzò lievemente; portò la sua testa in basso e piazzò un morbido bacio che a malapena le toccò le labbra. Lui non disse un’altra parola andò solamente verso la porta ancora, ma questa volta se ne andò. La faccia di Mei era vuota ma rossa come le rose. Tia solamente guardò con assoluta curiosità.





* Traduzione letterale di un’espressione inglese che significa “ Non irritarti/ Non arrabbiarti “
  
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