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Autore: shanna_b    07/08/2008    2 recensioni
E Tomo? Una rock star come lui dite che sia esente da dubbi lavorativi e problemi di cuore? E se, improvvisamente, un giorno, il suo sound non funzionasse più, la sua ragazza l'avesse mollato, i Leto lo volessero sopprimere e lui dovesse addirittura andare a scuola di chitarra? Guai seri, mie care, guai seri!
E poi nessuno che dedichi una ff al timido, amabile, delicato chitarrista dei 30 Seconds to Mars? Meno male che ci pensa la Shanna_b!!
Dedicata quindi a tutte le fans di Tomo e a Tomo stesso, sapendo che, al solito, io non lo conosco, non ho idea di come sia, non prendo soldi, non mi appartiene etcetc... Leggete e commentate!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tomo Miličević
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DEL PERCHE’ TOMO MILICEVIC NON HA DORMITO LA NOTTE TRA IL 12 E IL 13 FEBBRAIO (E S. VALENTINO NON C’ENTRA…)

 

Tomo teneva la sua Gibson nera con l’amplificatore portatile bassissimo, in modo da sentirla solo lui. Per fortuna tutte le camere dell’albergo extra-lusso in cui soggiornavano i 30 Seconds To Mars erano  anche insonorizzate, altrimenti qualche ospite dello stesso albergo avrebbe potuto lamentarsi del rock che usciva dalla sua camera, anche se a basso volume.

Il chitarrista aveva appoggiato le partiture per chitarra sul tavolo e le leggeva mentre le provava.

E gli riusciva tutto benissimo.

Gli accordi e gli arpeggi erano perfetti, i pochi assoli meravigliosi, il ritmo corretto.

E ALLORA PERCHE’ SUL PALCO SBAGLIAVA??

Tomo si diede un piccolo pugno in testa, risentito, e poi si passò le mani sui capelli lisci e scuri, buttando il plettro sul tavolo.

Ma che diavolo gli succedeva sul palco? Era un professionista, lui, come poteva sbagliare quei due semplici accordi che costituivano l’accompagnamento delle canzoni dei 30STM? In passato aveva suonato cose anche più difficili di queste, come mai adesso non gli riuscivano?

L’uomo appoggiò la Gibson sul tavolo e abbattuto si diresse verso il letto e vi si sedette pesantemente, sbuffando e guardandosi attorno.

Era distrutto e il suo bel viso era decisamente triste, i suoi occhi scuri un po’ spenti, i lineamenti tirati. Spettinato e con la barba lunga, si sentiva decisamente a pezzi.

E le parole di Jared gli avevano fatto un gran male, sentiva uno strano dolore al petto, ma non sapeva davvero cosa fare. Non voleva deluderlo, ma la soluzione non la sapeva, al momento.

Si sentiva come un pittore che avesse perso l’ispirazione e i quadri gli riuscivano soltanto come guazzabugli assurdi di colori pasticciati; come uno scrittore che, in un racconto, si trovava ad un bivio della trama e non sapeva da che parte condurre i suoi personaggi; come uno chef di alta scuola a cui i nuovi piatti uscivano senza senso, con i sapori non amalgamati e le salse insipide.

Insomma, UN DISASTRO.

Si prese la testa tra le mani, disperato.

C’erano ancora poche date e poi la tournee era finita, per fortuna, ma la tortura era rimandata soltanto di qualche mese, il tempo di ritornare in studio per la registrazione del terzo album. Anzi, sarebbe stato anche peggio dover imparare le partiture delle canzoni nuove.

Ecco: non aveva entusiasmo nemmeno per il nuovo CD. Jared aveva già scritto dei nuovi pezzi, Shannon aveva già registrato delle parti, Tim aveva già preso accordi per suonare, il produttore era pronto, le echelon erano in fervida attesa, pure la critica stava affilando le armi per stroncarli, come al solito, e lui… non si era mai fatto vedere allo studio di registrazione e l’ultima volta che doveva andarci, si era dato pure malato.

Non è che non volesse più stare con i 30 Seconds to Mars, no, non era quello, anzi, adorava far parte di questo gruppo, andar per concerti, festival, interviste televisive, etc. con quei due pazzi dei Leto, il suo amicone Tim, e tutto l’entourage, ma… Boh… non sapeva cosa gli stesse succedendo.

Forse era solo stanco. Aveva bisogno di riposare, di stare lontano dai 30 Seconds to Mars per un po’, andare in vacanza e occuparsi degli affari suoi.

E un pensiero lo colpì subito.

La sua vita privata.

Praticamente inesistente, da quando era con i 30 Seconds.

E la sua ragazza.

Che l’aveva lasciato tre mesi prima con il solito ultimatum che di solito danno le donne dei musicisti in giro per il mondo ai musicisti stessi: “O me o i 30 Seconds.”

Un colpo al cuore, una delusione fortissima, per lui, che in fondo non era uno stronzo né un donnaiolo, ma proprio un bravo ragazzo. Per i due anni che erano stati insieme, ad ogni pausa di tournee e registrazioni, Tomo era corso da lei, in qualsiasi posto del mondo si trovasse, e ora era da solo, con nessuno da cui tornare.

Che fosse quello il motivo per cui era così giù di corda?

Mah… cosa c’entrava la sua vita sentimentale con la sua incapacità sul palco? Un cavolo di niente. Jared e Shannon avevano un andirivieni di fidanzate che non impediva loro di suonare bene.

E allora?

Basta.

Era stufo di pensare.

Erano le tre di notte, era stato a cena con Tim e ora era proprio stanco, aveva bisogno di andare a dormire.

Tomo si alzò dal letto sospirando e passandosi le mani tra i capelli, si tolse la maglia, la gettò sul letto e poi si diresse verso il bagno: una doccia e poi fine della serata, si disse.

‘Ffanculo al mondo intero.

Ai suoi problemi ci avrebbe pensato il giorno dopo, sperando in una ispirazione notturna per risolverli… cosa che non avvenne, visto che si limitò a rigirarsi nel letto tutta notte.
   
 
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