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Autore: HoranIsMySunshine    07/06/2014    2 recensioni
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'idea che tra poco sarò a casa mi consola, e mi rassicura come fosse la perfetta garanzia che almeno lì dentro i ricordi non mi assaliranno, il sonno mi coglierà, e niente potrà ferirmi. Ma cosa sono queste lacrime,allora? Domani mi accorgerò forse che sono davvero così amare come sembrano? Perchè sai,sto guidando verso casa,nel buio della notte calda di Los Angeles, senza nulla in mente, se non il tuo profumo inebriante, e i tuoi gesti lenti ma profondi. Cosa sei stato capace di farmi, Nathan, dopo tutto questo tempo?
La tua auto è proprio dietro la mia: chissà, sarai contento di tornare finalmente a casa, e scommetto che non vedi l'ora di riabbracciare la tua famiglia, o chiunque sia lì ad aspettarti, anche a quest'ora della notte. Devo ammettere, che mi dispiace non poter essere io stessa parte di ciò che credo tu abbia da tempo ricostruito. La tua vita. 
Anche se, devo ammettere, se noi due stessimo insieme, non sarei contentissima di vederti guidare mentre parli al telefono,come stai facendo ora; ma è una cosa che hai sempre fatto, e del resto, io mi fidavo talmente tanto di te che non ho mai nemmeno pensato che sarebe potuto succedere qualcosa, s enon tenevi entrambe le mani sul volante.
Osservo la tua auto prendere una stradina secondaria, svoltando a sinistra. Chissà dove abiti,ora, chissà se è sempre lo stesso posto.
Sospiro,sollevata. Non so perchè, ma mi immaginavo- e forse da una parte lo speravo,inconsciamente- che il tuo percorso sarebbe stato lo stesso mio, e che ci saremmo ritrovati sul pianerottolo di casa. Non so quanto posso essere stata stupida a pensare a tutto questo, ma ci ho pensato e basta, e ora sapere che evidentemente le nostre strade si separano ancora, mi delude. Forse,sai, non era destino. Forse eravamo le persone giuste ma al momento sbagliato, e nel posto sbagliato, o forse, forse non eravamo proprio destinati ad incrociarci,e non lo siamo nemmeno adesso. Capita di sbagliarsi, a volte. Ma credo che a ferirmi,sia il fatto che mi sono sbagliata proprio con te.
Eppure sai, due anni fa tutto questo non sembrava affatto un errore, o qualcosa di cui poi ci saremmo anche potuti pentire, una volta scesi dal nostro piccolo paradiso e tornati sulla terra. Tu sapevi quanto bisognava aspettare per sentire davvero un profumo: riuscivi ad attendere per i pochi minuti necessari, sembravi saper controllare anche il tempo, i secondi, e ogni volta che lo prevedevi, il profumo che tanto aspettavamo mi penetrava le narici, le inebriava, e mi si infiltrava sotto la pelle. Potevo rimanere per ore, così, davanti alla pasticceria in cui andavamo sempre, ad assaporare odori, profumi, e persino ogni colore di quel posto, finchè tu mi offrivi qualcosa, e ti divertivi a vedermi mangiare come una bambina maldestra che tenta invano di non sporcarsi di cioccolata il vestito nuovo. Ti meravigliavi sempre davanti ad un arcobaleno comparso dopo il temporale, e a volte riuscivi persino ad indovinare se sarebbe apparso oppure no. Ogni volta- me lo ricordo ancora, e il solo pensiero riesce a farmi sorridere nonostante tutto- mi dicevi che quell'arcobaleno,qualunque fosse, in qualsiasi momento delle giornata illuminasse il cielo,non era completo, perchè tra tutti i colori, mancava quello dei miei occhi.
E poi facevi di tutto per farmi sbagliare mentre cercavo di prepararti la frittata, di mattina, tentavi di deconcentrarmi, e ci sei praticamente sempre riuscito, perchè poi, invece di mangiare la colazione che stavo tentando di cucinare, finivi per mangiare me, e la giornata iniziava col sole.
Tutto questo mi stregava di te, Nathan, i tuoi modi da dolce bambino nascosti da un corpo da finto duro,ma grande e forte quanto basta per proteggermi da qualunque cosa. Nei miei momenti di felicità con te, però, non immaginavo di certo che quel corpo non avrebbe saputo difendermi da me stessa, e dal male che avrei fatto ad entrambi solo poco tempo dopo. Mi dispiace. Mi dispiace poter parlare di tutto questo solo al passato,senza poter immaginare un bel futuro che lo rispecchi.
Spengo definitivamente la macchina, sistemandola nel parcheggio di fronte all'appartamento in cui abito, anche se solo da poco. Avevo un  piccolo appartamento più in periferia, prima, ma poi ho trovato questo, più centrale, e ho pensato che sarebbe sicuramente stato più conveniente, nel caso fossi riuscita trovare un  lavoro. E ora, eccomi qua, infatti. Mi sembra di vivere qui da sempre.
Infilo le chiavi nella serratura del mio portoncino rosso, pronta più che mai ad abbandonarmi al sonno, sperando che basti a dimenticare almeno un pò di tutte le emozioni che questa sera si sono accavallate e sovrapposte, prendendo il sopravvento su di me, e costringendomi ad alzarmi ed uscire nel bel mezzo di una cena.
Un rumore mi porta a voltarmi, però, verso la mia destra, e nel giro di appena un secondo, posso sentire il cuore esplodermi e il respiro fermarsi. Le mani mi tremano, le gambe sembrano cedere, e improvvisamente, ho la mente annebbiata, incapace di ricordare qualsiasi cosa che non ti riguardi.
'Nathan'. Un filo di voce è più che sufficiente per farmi sentire da te, che ti giri a guardarmi, cercando di trattenere un'emozione che, l'ho visto, ti attraversa gli occhi come un lampo di luce.
'Stana..' deglutisco lentamente, stringendo con forza le chiavi di casa per sentirle affondare nella pelle morbida, tanto per essere sicura che posso ancora sentire qualcosa.
'cosa..cosa fai qui?' Ti osservo sorridere, arrossendo un  pò, mentre sollevi le chiavi che anche tu tieni in mano, appena estratte dalla tasca dei tuoi pantaloni.
'beh..ci vivo. Che strana coincidenza, non pensavo che tu abitassi qui'
'in effetti,io..mi sono trasferita da poco. Proprio una coincidenza.'

Il rumore leggero del tuo sorriso invita a sorridere anche me,mentre le tua bocca rimane curvata dolcemente, e i tuoi occhi splendono. Sei ancora quel dolce Nathan che consocevo,lo so. E sono davvero contenta che tu non sia cambiato, nonostante il tempo, l'età, e tutto.
'beh, allora..buonanotte, Stana. Magari ci vediamo domani per la colazione'
Sorrido, ripensando per un istante alle nostre colazioni, quelle insieme, che di certo non erano uguali a un 'forse ci incontriamo per sbaglio domattina nella sal del'hotel'. Ma sono costretta a riprendermi presto dai miei pensieri, perchè tu rimani lì, come in attesa di una mia risposta, e io non posso certo deluderti, non ora che sembro avere quella forza minima che serve per riuscire a dire qualcosa che abbia un senso compiuto.
'già, magari. Buonanotte, Nate'
Era da tanto che non ti chiamavo così, e questa consapevolezza remota mi costringe a mordermi il labbro, come per rimangiarmi qualcosa che non volevo mi sfuggisse. E arrossisco.
Entro in camera, girando lentamente la chiave, e chiudo timidamente la porta, girandomi verso di essa, quasi timorosa di fare troppo rumore, ora che so che sei proprio lì accanto.
Non credo riuscirò a dormire, questa notte: troppi pensieri, che fanno decisamente troppo,troppo rumore.
E a proposito di rumore, un timido ma allo stesso tempo deciso picchiettio contro la prota mi distrae, costringendomi ad avvicinarmi ad essa per aprirla. Non sapevo di aspettare visite. Sovrappensiero, spalanco la porta, e ti ritrovo proprio qui davanti a me, fermo, con la giacca ancora addosso, e un'espressione seria che mi fa venire voglia di abbracciarti più che mai.
'Nathan, è..successo qualcosa?'
'Stana, io non ce la faccio più.'

Dopo queste poche parole come risposta, senza darmi tempo di elaborare una qualsiasi reazione, mi prendi il viso tra le mani, e ti impossessi delle mie labbra, sfiorandole dolcemente con le tue. Cosa dovrei fare, ora? Mandarti via, respingerti? Dirti di fermarti forse, staccarmi da te, senza lasciarmi minimamente prendere dalle tue carezze sulle guance, dai tuoi occhi sempre più scuri, e dai tuoi baci così profondi? Mi piacerebbe essere forte abbastanza.
Appoggi la fronte contro la mia, spingendomi delicatamente contro il muro, e posso notare i tuoi occhi scurirsi sempre di più, carichi di desiderio, mentre il tuo profumo unito a ricordi ormai indelebili mi inebria la mente. Riprendi a baciarmi, questa volta con più calma, lentamente, e profondamente, scendendo poi sotto l'orecchio,verso il collo. Sai che è il mio punto debole, lo sai benissimo,e francamente non so se è essere contenta perchè te lo ricordi ancora, o preoccupata, perchè se continui così non so qaunto a lungo potrò resistere ancora. Le gambe cedono, non sono più stabili.
'quanto mi sei mancata, Stana' la tua voce è rauca, il tuo profumo più forte che mai, e le tue mani corrono decise dietro la mia nuca, perdendosi in mezzo ai miei capelli. Mi sfugge un debole gemito, al suono del mio nome pronunciato così, con così tanta lussuria, passione, Nathan ma cosa mi fai? Sembra quasi un sogno, uno dei migliori che abbia mai fatto, e credimi, vorrei poter dormire molto, molto a lungo. Ma non posso permetterlo.
'Nathan..-fermarti è difficile, difficile quasi quanto è stato, due anni fa, decidere di tornare a casa.-Nathan fermati..devi fermarti, Nathan'
Mi baci leggermente il mento, le guance, passandomi con un dito il contorno delle labbra. Continua così, e non riuscirò più a controllarmi.
Ansimi, tenendo gli occhi chiusi come per trattenerti, e mi accarezzi il viso con i pollici, per poi fissare i tuoi occhi nei miei. Non ho mai visto nulla di tanto infinito.
'vuoi che me ne vada?'
Chiudo gli occhi, sospirando. No, tecnicamente no, non lo vorrei, ma credimi, devi farlo. Non può succedere ora, no. Anche se non sai quanto lo desidero. Appoggio le mani sul tuo petto, staccandoti leggermente da me, e improvvisamente non riesco nemmeno più a guardarti negli occhi. So benissimo che mentirei, e tu lo capiresti. Mi leggi dentro, l'hai sempre fatto. 
'va bene, vado, se è questo che vuoi.-spalanco gli occhi, guardandoti stupita e  beandomi ancora un pò delle tue dolci carezze sul viso.-farò di tutto Stana, di tutto, te lo giuro.'
Sto per rispondere, per chiederti cosa intendi per 'tutto', cosa vuoi esattamente, am tu riesci elegantemente ad azzittirmi, baciandomi ancora una volta, ora con il solo scopo di essere dolce, dolce più che mai, quasi volessi scusarti.
Ti stacchi da me, sorridendomi, e strofini il naso contro il mio, per poi lasciarmi un delicato bacio a stampo, e uscire dalla mia camera. Il rumore della porta che si chiude sembra rimbombare all'infinito, sembra diventare quasi assordante, tanta è la confusione nella mia mente. Ma sento di essere felice; è coem se qualcosa in me si fosse finalmente ricomposto.
Sì, mi sei mancato anche tu.
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