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Autore: Lady Cheshire    08/06/2014    3 recensioni
Aoi Yamashita è una giovane Idol che sta facendo furore in Giappone, ha appena iniziato e i suoi concerti sono già Sold Out. A lei non interessano film e serie TV, lei vuole cantare, e ci sta riuscendo, il suo sogno sta diventando realtà. Ma Aoi ha anche un altro sogno: Frequentare la scuola. Non ha mai potuto farlo, ha sempre dovuto studiare da privatista, ma ora che potrebbe finalmente farlo, la sua fama glielo impedisce. E’ indipendente, forte, sicura della sua bellezza e del suo talento.
Yuki Ishikawa invece frequenta la scuola normalmente, è entrato a far parte del liceo Ouran con una borsa di studio. Non perché avesse problemi con la retta, semplicemente perché era abbastanza intelligente da poterlo fare. A causa della sua fragile salute non ha mai frequentato la scuola, e ora che può farlo, entra a far parte dell’Host Club. Per caso, per gioco, perché vuole divertirsi e sentirsi parte di un gruppo, anche se apparentemente non sembrerebbe.
Questi due ragazzi che non hanno niente in comune, che sono completamente diversi … sono esattamente la stessa persona.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8- Neve e Farfalle

Lo scorrere del tempo è una cosa estremamente soggettiva, può sembrare lento e eterno quando non si ha niente da fare o a cui pensare, o può parere un lampo che ti sfreccia davanti agli occhi quando si è allarmati o preoccupati. Erano passate ben due settimane dalla grande festa a casa Ishikawa, per fortuna Aoi non era più stata convocata dopo quella sera, e l’Accademia Ouran si era inoltrata verso il mese di Novembre e la prima neve dell’anno era programmata per quella sera. Inutile dire che, se le previsioni si fossero rivelate esatte, l’Host Club avrebbe approfittato del candido giardino per escogitare qualcosa di diverso per le clienti, ma personalmente Aoi pensava ad altro. Pensava che quel malefico essere con gli occhiali non aveva davvero mai più riparlato della sera della festa! Nemmeno un cenno, niente, cosa che faceva imbestialire letteralmente la ragazza che invece, continuava a ripensare a quel bacio mancato e a quante volte aveva, a sua stessa sorpresa, maledetto Miwa e i ragazzi per quell’interruzione… E pensare che avrebbe dovuto sentirsi sollevata? Invece pareva che il suo subconscio le dicesse che, in fondo in fondo, quel bacio forse non le avrebbe fatto poi così schifo.
  Era l’ora di pranzo ma lei non se l’era sentita di mangiare, quindi era andata direttamente nell’aula del Club per riposare un po’, il giorno prima le avevano dato i testi nuovi delle canzoni, tra cui uno scritto da Nanami appositamente per lei, ed era rimasta sveglia fino a tardi per memorizzarli. Per far passare il tempo si era messa le cuffie con la nuova base e si era messa a cantare.
Nanami era davvero un genio, le piacevano da morire i testi che componeva, non per nulla le sue canzoni avevano portato gli STARISH al successo.
   «Canzone nuova?» domandò una voce conosciuta alle sue spalle
«Si, farà parte del prossimo album» rispose lei levandosi le cuffie dalle orecchie e guardando l’amico accomodarsi sul divano
   «Molto bella»
«Ci credo, l’ha scritta Nanami…» disse lei come a sottolineare una cosa ovvia e sedendosi accanto al ragazzo
   «Anche la tua voce ha la sua parte, è talmente bella che non fa che esaltare le parole»
«Quanti complimenti, guarda che poi mi monto la testa» scherzò la ragazza «Comunque che ci fai qui così presto?» chiese poi all’amico dai capelli rossi
   «Sapevo di trovarti qui» rispose lui con un sorriso
«Hai bisogno di qualcosa?»
   «Si, domani non c’è scuola, ti va di uscire con me?» domandò tranquillo lui
«Aspetta, domani non c’è scuola? Davvero?!» chiese scioccata
   «S-Si… domani il corpo docenti ha deciso di chiudere, non si sa bene perché ma il preside a volte si fa queste uscite… Allora? Esci con me domani?» chiese ancora lui mentre la porta si apriva e gli altri ragazzi entravano e sentivano la domanda. Lo sguardo della ragazza volò subito al ragazzo con gli occhiali, già seduto alla sua scrivania intento a lavorare sul suo misterioso quaderno nero. Se non se ne preoccupava lui perché doveva farlo lei?
«Certo, molto volentieri» rispose allegra Aoi, facendo sorridere il ragazzo
   «Bene, lasciami il tuo indirizzo, ti passo a prendere domani mattina» disse felice lui, mentre la porta si apriva nuovamente
  «Kaoru! Finalmente ti ho trovato, sei sparito all’improvviso!» esclamò Hikaru irritato andando verso il fratello
   «Scusami Hikaru, mi ero dimenticato di dover chiedere una cosa ad Aoi» si scusò il ragazzo
    «Aoi, puoi venire un momento?» la chiamò Harui dal fondo dell’aula
«Dimmi, hai bisogno di qualcosa?» domandò Aoi. In quel periodo aveva legato molto con la ragazza, dopotutto due ragazze bloccate in quel manicomio non potevano non cercare di fare forza comune, e trovava Harui una persona intelligente e perspicace.
    «Sicura che ti stia bene uscire con lui? Insomma, pensavo che con Kyouya-senpai…» alluse la castana riferendosi ai racconti della ragazza
«Se lui se ne frega alla grande non vedo perché io dovrei stare li a rimuginarci! Insomma, non posso farmi sangue marcio a vuoto no?»
    «Non posso darti torto»
«E poi vado molto d’accordo con Kaoru, sarà una giornata divertente, con il mio lavoro non ho spesso la possibilità di uscire e divertirmi, quindi si, mi sta bene… Ma grazie per esserti preoccupata per me Harui» la ringraziò Aoi, ricevendo in cambio uno dei dolci sorrisi di Harui, quelli caldi e gentili che riservava solo ai membri del Club.
 «Smettetela di cincischiare, stanno arrivando le clienti» esclamò severo Kyouya
   «Ohi-Ohi, senpai sembri più nervoso del solito oggi, alzato dal lato sbagliato del latto?» scherzò Kaoru vicino al ragazzo
 «No, sto benissimo… ma non mi sembra il caso di sprecare tempo inutilmente visto che a breve si terrà la festa di Natale» rispose il moro
   «Per me sei solo infastidito da quello che Aoi ha detto prima ad Harui» disse a bassa voce il rosso
«Tieni Kaoru… Avete fatto il mio nome?» domandò la ragazza che non aveva sentito la discussione dei due
   «Assolutamente no. Bene, perfetto passo alle nove»
«Se vedi un ragazzo con la carabina alla finestra non spaventarti, Masato lo fa solo per spaventare, ma non spara mai» disse calma la ragazza mentre sentiva l’amico deglutire rumorosamente
   «Me ne ricorderò… scusa, ora vado sono arrivate le clienti» disse dirigendosi verso un tavolo pronto a mettere in scena l’ennesimo teatrino con il fratello. Al suo fianco Aoi aveva sentito uno strano rumore come di qualcosa che si spezza. Difatti Kyouya aveva in mano una matita spezzata
«Ehm… Tutto a posto senpai?» domandò la ragazza riferendosi alla matita
 «Si… si era già rotta questa mattina» rispose lui per poi voltarle le spalle e andarsene. Per tutta la durata delle attività del Club un’aura nera come la pece aveva circondato il ragazzo con gli occhiali, preoccupando tutti, se era di cattivo umore era pericoloso per tutti ma, nonostante quello, tutti avevano svolto le loro prenotazioni, anche se quel giorno Aoi aveva dovuto fare servizio insieme a Tamaki ed era stato piuttosto irritante perché continuava a giocare coi suoi capelli mentre parlava con le ragazze e gli avrebbe volentieri staccato la mano a morsi. Le sei erano arrivate abbastanza in fretta e, dopo aver salutato tutti, si era diretta al cancello per tornare a casa, quando qualcuno l’aveva fermata.
  «YUKI! Aspettami!» l’aveva chiamata Hikaru correndole incontro
«Hikaru, cosa c’è?»
  «Mi chiedevo.. sei libera domani sera?» chiese a bassa voce facendo attenzione che gli altri studenti non li sentissero «Un mio amico da una festa a casa sua e mi ha invitato, ma è richiesta l’accompagnatrice, ti va di venire?»
«D-Dipende dall’ora… » disse lei che, non sapendo se Kaoru gli avesse detto o meno che di mattina sarebbe uscito con lei, preferì tacere, prima di creare problemi tra i due ragazzi
  «Per le sette, ceniamo insieme e poi andiamo… ci stai?» propose lui arrossendo un poco
«Le sette… si dovrei farcela» disse lei
  «E’ un problema l’ora?»
«No, assolutamente. Dove ci troviamo?»
  «Nella piazza con la fontana davanti alla stazione ti va bene?» chiese lui «Altrimenti vengo direttamente a prenderti a casa»
«La piazza andrà benissimo, ma ora devo scappare, devo andare al lavoro»
  «Bene… allora a domani sera» la salutò grattandosi la nuca imbarazzato
«A domani!» lo salutò energica correndo via. Una cosa che invidiava terribilmente a tutti quei rampolli erano le lunghe macchine nere che li aspettavano sempre fuori da scuola, lei detestava dover prendere il treno ogni giorno ma oramai ci aveva fatto l’abitudine.
Neanche da dire che quella sera a cena, quando aveva detto che il giorno dopo sarebbe uscita con i suoi amici, i ragazzi avevano iniziato a farle il terzo grado, dopo aver aiutato Masato che si stava strozzando con un pezzo di carne. Fortunatamente Natsuki aveva delle parrucche, che ogni tanto si divertiva a far indossare e lei e a Sho, e poté prenderne una prestito per il giorno dopo. Le fece strano, la mattina dopo, vedersi vestita come al suo solito, con un semplice vestito lilla, ballerine intonate, un piccolo poncho corto fino ai gomiti e una borsetta tracolla di eco-pelliccia bianca e i lunghi capelli biondo grano che le scendevano fino alla vita. Le facevano un effetto stranissimo e si trovava stranamente somigliante a Miwa e questa cosa le faceva salire i conati.
     «Aoi, c’è il tuo amico giù» la chiamò Nanami aprendo appena la porta
«Grazie Nanami… Allora, come sto?» chiese facendo una giravolta
     «Molto carina e molto bionda» scherzò l’amica mentre lei si avviava per le scale e usciva.
«Ciao Kaoru» salutò Aoi uscendo fuori dal vialetto della villa.
   «Ciao Aoi, bellissima come sempre anche se… Hai fatto qualcosa ai capelli vero? Hai spostato la frangia?» chiese ironico il rosso
«Si, giusto una spuntatina… Almeno così nessuno ci romperà le scatole mentre siamo fuori» disse Aoi mentre la faceva salire in macchina «Allora, dove mi porti di bello?»
   «E’ una sorpresa, ma ti piacerà, solo che è un po’ lontana per questo andiamo in macchina» rispose lui mentre, seduto accanto a lei, le bendava gli occhi
«Ehi, levami questo coso!»
   «Nemmeno per idea, se no ti rovini la sorpresa» rispose lui severo stringendo bene il nodo. Per tutto il viaggio si erano messi a parlare dei progetti per le vacanze invernali, lui le avrebbe passate in famiglia e molto probabilmente Tamaki la sera di Capodanno avrebbe trascinato tutta la brigata da qualche parte senza un’apparente motivazione logica. Lei invece la sera di Natale sperava di poterla passare a casa tranquilla senza che suo padre avesse la brillante idea di chiamarla alla residenza principale.
   «Beh, se succede veniamo a rapirti» disse lui con noncuranza
«Credi davvero che sarebbe così semplice? Ad ogni festa ci sono dei plotoni di sicurezza a casa di mio padre»
   «Ci credo, ma noi abbiamo Honey» disse serio «E l’esercito di Kyouya-senpai»
«Va bene, se mio padre mi chiama allora mi aspetto che i miei prodi cavalieri vengano in mio soccorso»
   «Sicuro!» rispose prendendogli il mignolo e stringendolo con il suo e alla ragazza venne una fitta di nostalgia, anche lei e Yuki erano soliti fare quel gesto, anche mentre era in ospedale.
-Ancora un altro giorno- - Promesso?- Promesso-
   «E a Capodanno che fai?» chiese ancora Kaoru
«Hanno organizzato un concerto per promuovere il nuovo album, mi esibisco vicino ad Osaka, quindi partirò almeno un paio di giorni prima… spero di farcela, a breve ho anche le riprese per il video della canzone che hai sentito ieri…»
   «Non dirlo a Tamaki se non ci vuoi tra i piedi» scherzò il rosso facendola ridere
«Figurati se non voglio i miei amici al mio concerto»
   «Che bello, è la prima volta che dici che siamo tuoi amici…» disse lui nuovamente serio
«Davvero? Che strano, è diventata una cosa così naturale considerarvi così… i miei amici»
   «E siamo tutti sullo stesso piano?» le domandò il ragazzo
«In che senso?»
   «Niente, fa come se non avessi detto nulla… Ecco ci siamo!» esclamò lui mentre la curiosità rimpiazzava in Aoi il dubbio alle parole del ragazzo. Che intendeva chiedendo se erano tutti sullo stesso piano? Una volta scesi la fece camminare per qualche metro, sentiva delle voci intorno a lei, stavano dicendo che erano una bella coppia e lei non poté fare a meno di arrossire un poco.
  Quando le tolse la benda Aoi si era ritrovata davanti ad uno spettacolo meraviglioso, centinaia e centinaia di farfalle colorate le volavano davanti agli occhi, facendo mostra delle loro ali colorate, e piccoli colibrì sfrecciavano da una parte all’altra dell’immensa serra.
«E’ bellissimo…»
   «Davvero ti piace? Me ne ha parlato Honey-senpai e pensato ti sarebbe piaciuto venirci» disse lui mentre lei lo abbracciava di slancio
«Grazie Kaoru, è un posto meraviglioso!» esclamò felice mentre lui ricambiava l’abbraccio
   «Per così poco… andiamo? Ci vuole un po’ per riuscire a vederle tutte visto che non stanno mai troppo nello stesso punto» disse prendendola per mano. Era strano camminare con Kaoru, era così diverso da Hikaru, così tranquillo e pacato, certo ogni tanto si divertiva a farle qualche dispetto, tipo a spaventare la farfalla alla quale cercava disperatamente di fare una foto, ma niente di eccessivo, era quasi difficile pensare che molta gente non riuscisse a vederli come due persone distinte. Pranzarono proprio al centro della serra, come se in quel luogo uomo e natura non potessero fare a meno di coesistere, riuscì persino a far si che un colibrì le si posasse sulla mano, cosa che la emozionò moltissimo.
   «E’ solo un uccellino» minimizzò lui osservando l’animale
«Lo so, ma è così piccolo e bello… guarda i suoi colori, un azzurro così non lo si potrà mai riprodurre. E poi è così piccino, viene voglia di stringerlo tra le mani e proteggerlo» disse piano lei mentre l’animale tornava a volare velocemente con i suoi compagni.
   «Sei molto materna…»
«Io? Ma dove?» chiese scioccata
   «Si vede da come parli… anche da come parli con noi, quando hai svegliato Honey senpai ad esempio. O quando consoli Tamaki o parli con mio fratello… Sarai un’ottima madre un giorno» disse serio, mentre si avviavano all’uscita. Erano già le cinque e mezzo, non si era aspettata di fare così tardi.
«Caspita Kaoru, sei davvero un buon osservatore»
   «Solo quando si tratta di cose che catturano la mia attenzione» rispose lui con un sorriso mentre risalivano in macchina «Allora, ti sei divertita?»
«Tantissimo, è stata una bellissima giornata, grazie»
   «Ne sono felice, immagino che tu non esca spesso per via della fama»
«Infatti, per via di quello e del fatto che prima non avevo amici con cui uscire, ne tantomeno ho mai avuto un ragazzo se escludiamo Ren»
   «Uno dei ragazzi con cui vivi?» chiese lui curioso
«Si, è durata qualcosa come… due giorni, poi mi sono stancata» disse lei ridendo al pensiero, si erano messi insieme perché avevano perso una scommessa con Sho e come penitenza dovevano passare almeno 48 come una vera coppia, scadute le ore si erano sparati di comune accordo ridendo come dei pazzi.
   «Una relazione duratura devo dire» disse ironico Kaoru
«Si, eravamo ad un passo dall’altare, meno male che non ho fatto cavolate» disse ridendo
   «Non dire così, prima o poi anche tu perderai la testa»
«Non sono mai stata fortunata nelle relazioni in generale, sono preparata a rimanere sola a lungo… oh, puoi lasciarmi qui»
   «Ma, non siamo ancora arrivati a casa tua» disse confuso
«Lo so, ma ne approfitto per fare una commissione prima di ritornare a casa, Nanami mi ha chiesto di prenderle dei nuovi quaderni al negozio di musica»
   «Ah, va bene… senti Aoi…»
«Dimmi…» disse anche se aveva già una mano sulla portiera, erano le sei e doveva sbrigarsi
   «Aoi… Io credo che tu mi piaccia» disse a sorpresa il ragazzo
«Anche tu mi piaci Kaoru»
   «Aoi, tu mi piaci… in quel senso…»
«Ah…» disse solamente la ragazza, non era preparata ad una cosa del genere «Non me l’aspettavo… non da te per lo meno…»
   «Nemmeno io francamente, ma oggi ti ho invitato fuori apposta per questo… volevo una conferma che è arrivata… ma non ti metto assolutamente pressione, credevo solo che fosse giusto dirtelo ecco» disse lui arrossendo appena «E poi c’è anche Hikaru, quindi mi sembrava corretto anche nei suoi confronti, detesta il fatto che mi tiri sempre indietro per lui»
«Come anche Hikaru?!» chiese scioccata Aoi. Possibile che non avesse mai visto nulla nei comportamenti dei suoi amici che lasciassero pensare quello? Si diede mentalmente della stupida
   «Credo di si, anche se penso che sia solo per la ferita aperta di Harui… E’ passato troppo poco tempo» disse piano Kaoru
«Capisco… Forse dovrei parlare con lui… Senti apprezzo la tua sincerità ma…»
   «Per favore, almeno pensaci…» chiese piano il ragazzo
«Va bene, lo farò… ora vado, ci vediamo domani a scuola» lo salutò lei facendo per scendere, ma la sensazione di qualcosa di caldo sul viso la fermò. Un bacio, sulla guancia ma pur sempre un gesto d’affetto inaspettato.
    «A domani… tra parentesi, il biondo non è proprio il tuo colore» tentò di scherzare lui, rosso in viso
«Tranquillo, domani li levo… ciao» biascicò velocemente e mentre la macchina lasciava la piazza centrale lei si domandava come avrebbe fatto, di li a poco tempo, a guardare in faccia Hikaru senza ripensare alle parole del gemello. Piaceva anche a lui? Ma da quando lei piaceva ai ragazzi se non quando la guardavano esibirsi? Si infilò in un bar e chiese di poter usare il bagno, la sua inventiva non la tradiva mai per fortuna, usò il poncho come nastro per legarsi i capelli in una coda alta realizzando un fiocco molto ad effetto, la tracolla di perline della borsa per stringere l’abito sotto al seno e la pelliccia della borsa come mantellina legata con un nastro di raso. Nella borsa aveva un paio di scarpe con il tacco che sostituì alle ballerine, era partita preparata al fatto che forse non sarebbe potuta tornare a casa per cambiarsele. Uscì e vide che Hikaru già la aspettava davanti alla stazione.
«Ciao Hikaru, sono in ritardo?» domandò allarmata la ragazza raggiungendolo
  «No, affatto… perché sei bionda?» domandò perplesso guardando l’insolito colore
«Per non farmi riconoscere… Andiamo?» chiese mentre la fame si faceva sentire, aveva mangiato poco a pranzo e sentiva lo stomaco protestare vivacemente. Hikaru l’aveva portata in un posto davvero bello, seppur non eccessivamente elegante, e passarono la giornata a chiacchierare, è lei sperò che il ragazzo non si accorgesse del suo nervosismo mentre lui gli raccontava che Kaoru era stato fuori per tutto il giorno
  «E’ uscito stamattina e non mi ha detto niente… non è da lui, chissà dov’è andato»
«Non saprei, magari sapendo che tu stasera uscivi ha preso impegni con qualcuno… forse con Tamaki»
  «Forse, anche se, a dire il vero, lui non sa che sono uscito con te stasera»
«A no?» chiese lei con la voce di una nota più acuta
  «No, perché… beh, non importa, in fondo a quasi 17 anni non rendo di conto a mia madre, figurati a mio fratello» scherzo lui facendo ridere la ragazza. Dopo la cena la portò davanti ad una grande villa, posta in cima ad una specie di piccola collina, poco fuori Tokyo
«La festa si tiene la?» chiese la ragazza
  «Si, mi spiace doverti far fare quella strada sui tacchi»
«Non ti preoccupare, se riesco a ballare per quattro ore su un tacco dodici, posso certamente fare una passeggiata no?» domandò retorica la ragazza. Non era eccessivamente ripida come salita, il peggio arrivò in cima dove, dalla strada asfaltata si passava alla ghiaia dove il tacco destro decise di incastrarsi e rompersi. Probabilmente sarebbe caduta per terra ma fortunatamente Hikaru aveva i riflessi pronti.
  «Tutto a posto?» chiese preoccupato
«Si… però io non posso entrare alla festa così… mi dispiace»
  «Ehi, l’importante è che non ti sia fatta male, il resto non conta» disse lui con un sorriso aiutandola a rimettersi in piedi
«Posso farti una domanda stupida?»
  «Certo, sono le mie domande preferite» rise lui
«Io… per caso ti piaccio? In quel senso…» chiese a bruciapelo la ragazza
  «Ehm… no…» disse poco convinto
«Hikaru, detesto che mi vengano nascoste le cose»
  «Ma io non ti nascondo nulla… Ehi, si sente la musica» disse cambiando discorso il ragazzo
«Ah… è vero. Che stai facendo?» domandò confusa Aoi mentre vedeva l’amico sfilarsi le scarpe
  «Se tu devi stare scalza non vedo perché io debba portare le scarpe» rispose con noncuranza lui «Se non possiamo andare la festa ci arrangiamo noi» aggiunse poi iniziando a farla ballare, o meglio ondeggiare poiché il ballo era qualcosa di lontano anni luce a quello che stavano facendo loro, dentro ad una fontana spenta per via della ghiaia che, altrimenti, avrebbe ferito loro i piedi. Ad Aoi ricordò spaventosamente una sensazione già vissuta con un certo ragazzo dagli occhi neri…
  «Sembri preoccupata, qualcosa non va?» chiese Hikaru notando che stava prendendo leggermente le distanze
«No, niente, solo che l’ultima volta che ho ballato un lento è finita in modo piuttosto imbarazzante» ammise lei con un sorriso
«Com’è finita?»
«Che ho quasi baciato il mio accompagnatore…» sussurrò divertita la ragazza, ancora memore della serata trascorsa con Kyouya sul terrazzo di casa Ishikawa
«Ma com’è possibile?»
«Visto che sono incapace ti rimanere ferma dopo una giravolta gli sono quasi caduta addosso e ci sono andata molto vicina… che imbarazzo, credevo di morire» ridacchiò lei trovando finalmente il lato comico della cosa
«Interessante…» disse soltanto lui con un tono strano. Malizia?
«Non mi pare sia…» tentò di dire Aoi ma il ragazzo la fece girare velocemente per poi fermarla di colpo e sfiorarle le labbra, piano, come se avesse paura di romperla o di vederla svanire.
«Hikaru… perché?» disse a stento per poi sentirsi baciare ancora, con più decisione, mentre con una mano le reclinava la nuca all’indietro.
  «Io… scusami non avrei dovuto…» ansimò il ragazzo staccandosi
«Perché? Hai detto che non ti piaccio…»
  «Ho mentito!» la interruppe lui di getto «Ho mentito, tu mi piaci e anche tanto… io sono innamorato di te, ho bisogno di te!» confessò il ragazzo rosso in volto abbracciandola stretta, ma Aoi sorrise calma
«Non è vero…» disse lei posandogli una mano sulla spalla
«Si invece!»
«No, tu stai cercando di riempire un vuoto… una vecchia ferita magari…» disse Aoi vedendo la consapevolezza farsi largo negli occhi dell’amico
«Io… Io sono sicuro che…» provò lui
«Hikaru, smettila… so che le delusioni di cuore fanno male, ma devi dare loro tempo di guarire o rischi solo di fare scelte sbagliate»
«Volevo solo provare a cambiare le cose, a scegliere qualcosa per me»
«Hikaru ogni tua scelta è soltanto tua, riguarda la tua vita e quella di nessun altro»
«Ma la gente non lo capisce! Mi vedranno solo come uno dei gemelli! Io voglio trovare qualcuno che veda solo Hikaru» esclamò esasperato, da quanto non si sfogava?
«Lo capisco e ti assicuro che un giorno quella persona arriverà… ma ora guardami negli occhi, credi davvero che quella persona sia io?» domandò le ragazza alzando il viso dell’amico
«Forse no… tu sei più una specie di mamma…» rispose lui accennando un sorriso
«Ecco, molto meglio, anche se il mio orgoglio femminile sta urlando indignato» scherzò lei facendolo ridere
«Mi spiace averti baciata… beh, neanche così tanto»
«Fa niente… aspetta» disse prendendo il viso dell’amico tra le mani e alzandosi sulle punte, gli posò un bacio sulla fronte «Ecco, te l’ho restituito» scherzò lei
«Sei molto materna…»
«Strano, ultimamente me lo dicono spesso» rise lei ripensando alle parole di Kaoru di quel pomeriggio. Proprio in quel momento un fiocco di neve di posò sul naso del ragazzo, e tanti altri lo seguirono.
«La prima neve della stagione…» sorrise lei mentre un fiocco le si scioglieva sulla mano
«Vieni, ti accompagno a casa, non vorrei che ti ammalassi» disse abbassandosi a terra.
«Ma che fai?»
«Ti porto in spalla, sei senza scarpe… Forza» disse caricandosela in spalle e iniziando a scendere «Senti Aoi, posso farti una domanda? Sentiti libera di non rispondere»
«Dimmi pure»
«Quello era il tuo primo bacio?»
«Si» rispose solo, molto imbarazzata dalla confessione, non era abituata a parlare delle sue esperienze… non ne aveva!
«Cavolo, sarà il caso che Kyouya-senpai  e Tamaki-senpai non vengano a saperlo»
«Perché? Cioè, non che muoia dalla voglia che si sappia però…»
«Scherzi? Tamaki potrebbe arrivare a spuntare dal mio armadio pur di farmi una predica che nemmeno mia madre sarebbe in gradi di fare e Kyouya… non oso neppure immaginare cosa potrebbe farmi lui» sussurrò terrorizzato
«Non vedo come potrebbe riguardarlo, non avrebbe nessun vantaggio nel saperlo»
«Non riderei su questo, è la prima volta che lo vediamo tanto preso nei rapporti interpersonali… ancor più con una ragazza» disse lui mentre salivano sulla macchina che, a sorpresa di Aoi, era già li. Ma quando l’aveva chiamata? «Secondo me il cuore di ghiaccio del Lord dell’Ombra si sta ammorbidendo, cosa che farebbe bene sia a lui, che a noi» scherzò piano il rosso
«E gli asini hanno cominciato a volare… Kyouya senpai mi detesta» disse più a se stessa che a lui
«Io non credo, ma potrei sempre sbagliare. Siamo arrivati, grazie della serata, anche se non è andata come speravo è stata comunque bella»
«Anche io mi sono divertita, spero di averti aiutato a fare chiarezza, e se dovessi aver bisogno… Beh, ora sai anche dove vivo, la porta è sempre aperta» disse con un sorriso
«Grazie Aoi, sei fantastica… ci vediamo domani» la salutò mentre scendeva dalla macchina. In casa dormivano già tutti, quindi si era subito infilata a letto pensando che, se da una parte aveva risolto un problema con Hikaru, dall’altra se ne era creato uno con Kaoru mentre Kyouya rimaneva una costante, era diventato un problema anche lui?
-Mi sa proprio che è molto più di un semplice problema lui…- pensò tra se, rossa in viso, mentre scivolava in un sonno senza sogni.
 
Lady Cheshire: DA-DA-DA-DAAAANNN!! *Musichetta tragica* Colpo di scena!! Siate franche quante di voi se l’aspettavano? Se la risposta è nessuno sono riuscita nel mio intento, spero di non avervi deluso, ma sentivo la necessità di cambiare radicalmente. Abituatevi all’idea che ogni tanto potrei stravolgere completamente le vostre aspettative, a volte succede xD Se vi state chiedendo come sia possibile che sia già Natale è perché io sono una tremenda imbecille e, senza volerlo, ho usato il sistema dei trimestri occidentali e non il sistema delle scuole giapponesi, chiedo perdono!! Detto questo e fatte le scuse del caso, vi saluto e vi aspetto alla prossima domenica, baci baci :*
  
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