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Autore: Soraya Ghilen    08/06/2014    1 recensioni
Dalla morte di Nico sono trascorsi un anno e quattro mesi, durate i quali è successo di tutto: tra matrimoni, parti e misteri che tornano a galla. Cristina è diventata ma moglie di Riario ma non passa giorno in cui non pensi a Nico. Ma, intanto, il libro delle Lamine e le chiavi della volta celeste ricordano al Conte e a Leonardo che si deve andare avanti e trovare la soluzione dell'arcano.
Questa ff è basata sulla seconda stagione ed è il continuo di "Un anno a Forlì"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Zoroastro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Storia di un amore quasi impossibile'
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Cap 3: Tutto l’amore del mondo

P.O.V. Girolamo
Il colore degli occhi di quei due bambini erano due contraddizioni: uno sembrava mio l’altro di Nico.
Avevo lasciato Cristina da sola con Giulia che vestiva i bambini. Mi sorprese quanto fossero piccoli e indifesi, così innocenti che quasi non credevo possibile che appartenessero a questo mondo.
Non avevo degnato mia moglie di una risposta quando mi aveva chiesto come intendevamo chiamare i bambini, non ero ancora pronto ad affrontare quella discussione.
Nel mio studio, immerso nella semi oscurità potevo trovare la pace che il mondo non aveva, le risposte alle domande più complesse, le decisioni giuste.
Era giusto seguire l’intuizione di Da Vinci?
Se io fossi partito non ci sarebbe stato modo di tenere mia moglie a casa e, con due piccoli eredi ancora in fasce, non era il caso di coinvolgerla in nessuna pericolosa avventura. Eppure sapevo bene che, senza lei, non avrei potuto far nulla, neanche le cose più semplici. A tal punto si estendeva il potere di quella donna su di me.
Dopo poco sentii qualcuno bussare alla porta dello studio. Ero molto contrariato dall’interruzione “Cosa succede?”
“Vostra grazia, sono Giulia. Mi manda la contessa.” Bene, mia moglie non perdeva tempo! Non potendomi assillare lei, mandava la sua fedele portavoce! –pensai, fra me!-
“Entra!” dissi, secco.
La ragazza non perse tempo e aprì la porta. Fece un leggero inchino, dopo essersi fermata difronte alla scrivania.
“Vostra grazia, la contessa richiede la vostra immediata presenza per questioni riguardanti i giovani conti” non credevo che una serva potesse parlare in modo così corretto. Come non credevo che mia moglie volesse consultarmi per questioni di rilievo per i bambini.
“Bene, riferisci alla Contessa che andrò da lei non appena le questioni che sto trattando me lo consentiranno” ma lei non si muoveva “Ti ho detto di dirle che, appena ne avrò l’occasione, sarò presente!”
“Mio Signore, credo che qualsiasi cosa lei stia trattando potrà attendere o forse lei vuole attendere?”  Giulia mi guardava con quei suoi occhi vispi e attenti anche ai dettagli meno significativi e non potei mentirle.
“Siediti e ti avverto che, se questa conversazione uscirà da questa stanza, per te le cose si metteranno molto male!” lei si sedette sulla sedia che, in genere, occupava mia moglie.
“Ve lo giuro, anche perché incontrare la sua ira è l’ultimo dei miei desideri, Conte”
“Ragazza saggia” poi seguì il silenzio.
“Mio Signore, cosa vi cruccia?”
“Gli occhi del secondo gemello sono blu”
“Ma quelli del secondo sono neri , come i vostri!”
“Io non posso sopportare che mio figlio abbia lo stesso colore degli occhi del mio rivale, non ce la faccio!” congiunsi le mani all’altezza delle labbra e poggiai i gomiti sulla scrivania, gesto che facevo solo quando era davvero nervoso.
“Conte, voi siete un uomo di fede. Voi riuscite a vedere segni divini ovunque”
“Ti prego, non lo fare! Non cercare di convincermi che quel bambino è un segno divino perché non lo è!”
“Io non so come farvela vedere, allora, Conte. Dovete solo convincervi che lei vi ama!” la guardai. Non potevo crederci perché significava mettere la mia volontà nelle mani di qualcuno diverso da me.
“Lo so ma, credetemi, l’esperienza insegna che, se ami davvero qualcuno, devi sempre cercare di far credere al mondo che quella persona ti sia totalmente indifferente o sarà perennemente in pericolo” lei mi guardò in modo strano, forse perplesso.
“Siete un uomo particolare, ma in modo bello!”
“Grazie! Bene, credo di poter accantonare le questioni che sto trattando!” lei sorrise e, per una volta, sentii che le cose andavano insolitamente per il meglio.

P.O.V. Cristina
Girolamo tardava ad arrivare e io avevo bisogno di lui. Le nostre creature avevano bisogno di un nome e poi dovevano essere battezzate entro breve.
Prima  che mi si rompessero le acque, avevo sentito che mio marito era d’accordo con le assurde teorie di Leonardo riguardo a un nuovo mondo nel quale era nascosto il Libro delle Lamine e la cosa mi aveva stupita e non poco.
Mentre ero assorta in questi pensieri, mio marito arrivò, preceduto da Giulia.
“Ve l’ho portato, come promesso!” mi disse, sorridente.
“Posso sempre contare su di te!” Zoroastro dormiva placidamente su di una poltrona posta sotto la finestra della mia stanza “Al contrario di lui!” lei rise, andando, poi, a posare una coperta sulle gambe di Zo.
“Mia adorata, non posso descrivervi la gioia che provo per lo splendido regalo che mi avete fatto dando alla luce due splendidi eredi!” lo guardai negli occhi e capii che, per quanto fosse effettivamente contento del fatto che avesse due eredi, non era molto contento che uno dei gemelli avesse gli occhi azzurri come quelli di Nico.
“Voi mi state mentendo, come fate ogni volta!” risposi, stanca.
“Non è affatto vero!”
“Giusto, voi non mentite. Voi mi nascondete cosa realmente pensate” Girolamo sorrise ma non disse nulla. Da dove vengo io si dice che chi tace acconsente.
“Di cosa volevate parlarmi, in vero?”
“Del nome dei bambini. Pensavo che un nome avrei potuto deciderlo io, l’altro voi” tenevo molto a decidere almeno uno dei nomi dei miei figli. Per me significava essere indipendente da Girolamo almeno nel pensiero.
“Credo di poter accettare questo compromesso.” Poi rimase in silenzio a fissarmi, mentre si sedeva ai piedi del letto a baldacchino.
“Bene, io credo che troverete la scelta di questo nome molto originale”
“Parlate, dunque. E sappiate che, grazie alle vostre condizioni, non potrò contraddirvi, a meno che non decidiate di chiamarlo come il vostro amore perduto” accennai un sorriso e poi feci cenno a Giulia di porgermi il bambino con gli occhi come quelli di Girolamo.
“Lui è Arturo” mio marito rimase per un attimo interdetto, poi capì a cosa era dovuto quel nome.
“Come il mitico re di Camelot”
“Credo che nessun bambino italiano possa affermare di chiamarsi così. Ora voglio conoscere il nome che voi avete scelto per l’altro gemello” fu Girolamo stesso a prendere il piccolo dalla culla e poi, tornò a sedersi nello stesso punti di prima con il piccolo che poggiava la testolina nell’incavo del gomito del padre e dormiva placidamente.
“Riccardo” disse, dopo aver osservato il bambino per un attimo.
“Bene, Arturo e Riccardo Riario, i prossimi conti di Imola e Forlì!” Giulia e Zoroastro, che nel mentre si era svegliato, sorridevano esattamente come me e mio marito.
In quel momento seppi che quei bambini potevano fare grandi cose, nella loro vita perché sapevano attirare su di se tutto l’amore del mondo.

Angolo dell’autrice: come sempre in ritardo ma sempre presente.
Cosa ne pensate dei nomi dei bambini e credete che Cristina partirà contro il parere di Girolamo portando con se entrambi i piccoli conti?
Aspetto di conoscere i vostri pareri.
Un bacio, a presto!
Sol!

  
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