Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: Sell18y    08/06/2014    2 recensioni
Com'è essere orfana?
Com'è quando tutto ciò che rimane, è solo una sorella?
Com'è trasferirsi per lavoro e per forze maggiori fuori dall'Italia, lasciando il passato alle spalle?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Bondage
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Capitolo 8 "The origin of love "


Il mattino seguente,quando mi svegliai
fui invasa dal solito odorino di caffè proveniente dalla cucina.
Mi strofinai gli occhi e mi alzai trovandomi seduta a gambe incrociate sul letto.
Rimasi nei miei pensieri per un secondo,era successo ancora.
Quella notte avevo di nuovo sognato di essere ad un suo concerto.. ad un concerto di...
Scossi la testa.
Non dovevo pensarci,e non volevo.
Mi forzai ad alzarmi dal letto e andai a prendere il cellulare sulla mia piccola scrivania.
Dovetti passare di fronte allo specchio.
La mattina i miei capelli sono unici,la ciocca che sta alla destra si sposta a sinistra.. o viceversa.
Mi aggiustai almeno quella ciocca,poi controllai il cellulare.
Erano le 9:00..
La mia stanza,era l'unica che era al piano di sopra,insieme ad un piccolo bagno.
Adoravo la mia stanza.
Con il tetto a mansarda..non era molto grande,non come quella che avevo in Italia certo,ma a me andava benissimo.
Era comunque spaziosa.
Le pareti erano bianche,anche se io ci avevo attaccato un paio di scritte su alcune delle facciate.
Scritte non troppo grandi,ma che si notavano.
Erano due delle frasi che amavo di più. 
Mi affacciai alla finestra di fianco al letto ed aprii la persiana.
Il cielo era un pó nuvoloso ma tuttavia non sembrava volesse portare pioggia.
Mi lavai,mi vestii,e scesi giù andando in cucina.
Come immaginavo,mia sorella Beatrice era già li,ancora in pigiama,ma già piena di vita.
Canticchiava e preparava dei toast.. me li faceva sempre trovare pronti insieme al caffè e a qualche biscotto.
Mi scappò una risatina.
Lei si girò di scatto.
-<< Cavolo Giulia! Che paura.. >>
Continuai a ridere avvicinandomi al tavolino e sedendomi.
Le si sedette difronte a me.
-<< Come mai sei già vestita? >> mi chiese.
Tornai seria.
-<< Vado a comprare le sigarette. Torno subito. >>
-<< Non ho detto che devi tornare subito.. anzi,mi fa piacere se ti fai una passeggiata.. >> 
disse esitante.
Sbuffai sottovoce senza risponderle.
Questo bastò a farle capire che non lo avrei fatto.
Mi sorrise lo stesso,poi cambiò discorso.
-<< Mika non si è fatto sentire >>
mi disse con tono un pò basso.
-<< e non credo che lo farà >> aggiunse.
-<< Ti ha detto di aspettare soltanto ieri Bea! Dagli tempo >>
Le risposi.
Lei sospirò.
Posai la tazza di caffè,la guardai e le presi la mano.
-<< se ti prende.... beata te comunque! >>
Le dissi con una smorfia. 
Lei ricambiò con un sorriso.
Poi posai la tazzina di caffè sul tavolino e mi alzai uscendo fuori di casa.
La zona in cui avevamo la casa,era nella periferia di Los Angeles, per cui era come trovarsi in una piccola frazione con poche case.
Feci presto a comprare le sigarette,e stavo già sulla via di casa quando un abbaio quasi soffocato attirò la mia attenzione. 
Cercai di capire da dove provenisse,non c'era nessuno per strada,e io non avevo da fare.
Così iniziai a camminare e pochi metri più avanti lo vidi.
Era incastrato in una rete rotta,dietro la quale c'era una stradina in salita. 
Cercai di liberarlo dal buchetto in cui era incastrato ma notai che più io tiravo,più lui abbaiava quasi come se gli stessi facendo male. 
Decisi di scavalcare la rete aggrappandomi al grande cancello li vicino,e in un secondo arrivai da lui,dietro la rete. 
Da li era tutto più chiaro,aveva una zampetta ferita.
Cercai di tirarlo fuori lentamente facendo questa volta attenzione alla zampa.
E piano piano ci riuscii.
Era piccolo,non proprio appena nato ma forse aveva un mese o poco più. 
Era un cucciolo di Beagle.
Guardai se aveva collari ma nulla. E guardando la zampa e notando la lingua che penzolava,doveva essere li da circa tre giorni. 
Non potevo lasciarlo li,
così decisi di portarlo con me,ma non potevo scavalcare di nuovo il cancello con lui in braccio.
L'unica soluzione era andarmene per la quella stradina in salita.
Sembrava meno ripida,ed invece mi sbagliavo.. perché quando arrivai in cima ero un pò affannata.
Svoltai l'angolo,e mi guardai intorno.
Ero solo arrivata in un altra zona della periferia di Los Angeles,questo era ovvio.
Ma dove mi trovavo precisamente? 
E come facevo a tornare a casa? 
Camminai per pochissimi metri e mi fermai di scatto.
Mi guardai di fronte..
Quel posto.. ci ero già stata..
Una strana sensazione mi invase,la quale fu confermata quando mi voltai di spalle.
Ero arrivata proprio lì.
Il muretto di cemento era inconfondibile e anche quel portone..
Ero arrivata a casa di Giulio, dove ero stata il giorno prima.
   
 
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