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Autore: DiKey    09/06/2014    2 recensioni
La Saga "il leone, l'angelo ed il drago" riprende dopo vent'anni. Sono cambiate tante cose nel mondo, ormai ogni minaccia sembra essere sparita e la vecchia squadra SeeD che salvò il pianeta ormai vive di ricordi. O almeno, questo è quello che pare.
Questa storia ha una peculiarità: è interattiva. Ci saranno molti bivi, e saranno le vostre scelte a far si che la storia vada in un modo o in un altro.
Vi ho incuriosito almeno un po'?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FF 4 "Rain, sei sicura che sia questo il posto?"

"Affermativo" disse la voce al suo auricolare.

Il programma di Pip aveva fatto la sua magia, incrociando una serie di interferenze che avevano portato Cid sul tetto di un palazzo vicino la stazione. Salirci sopra senza farsi notare era stata una fatica notevole, ma quello era solo il punto di partenza. Cid inspirò a fondo ed iniziò a sgranchirsi i muscoli. Come un mantra, continuava a ripetersi che quella che stava per mettere in atto era, indiscutibilmente, una pessima idea.

"Non l'ho mai fatto senza una rete di sicurezza"

"Non c'è modo migliore di imparare che imparare sul campo, l'hai detto tu stesso!"

Si sporse dalla ringhiera che divideva questo tetto da quel terrificante vuoto: sedici metri, più o meno.

"Quando ti ho consigliato di imparare sul campo come usare le paramagie, il massimo che poteva succederti era scottarti usando Fire. Io rischio di spalmarmi al suolo."

la voce all'auricolare sospirò.

"Cid, amore caro" fece Rain con fare decisamente scocciato "sei TU che hai deciso di non passare per l'ingresso principale. Sei TU che hai elaborato questo piano. Se ti stai pisciando sotto, scendi e troviamo un altro sistema."

La poetessa aveva colpito Cid nel suo orgoglio. Imbarazzato, il ragazzo capì che non poteva più tirarsi indietro. D'altra parte, era bravo nel freerunning. Era sempre il primo della classe. Beh, il secondo se consideriamo anche gli ex alunni.. Facciamo il terzo. Considerando anche lo studente da Centra, il quarto. Su una classe di dieci elementi.

"Va bene. Dovrai essere tu ad indicarmi la strada. Ricevi il mio segnale?"

Sapeva che, dall'altra parte, c'era un piccolo pallino luminoso in una mappa elettronica che Rain stava guardando. Quando la ragazza confermò, Cid si tolse il pesante giubbotto, cercando di ignorare il gelo che sembrava aggredirgli direttamente le ossa senza nemmeno degnarsi di passare per pelle e muscoli e prese la rincorsa.

"Molto bene. Raggiungi il tetto di fronte, poi raggiungi l'edificio a destra."

Iniziò a correre, percorrendo l'intera lunghezza di questo tetto ad ampie falcate. Il bordo, il vuoto, era sempre più vicino.
Tre passi... due passi.... un passo.....SALTO!
Saltò prima sulla ringhiera, e poi usò la spinta per saltare dall'altra parte, raggiungendo il tetto indicatogli da Rain. Per evitare di rompersi le caviglie all'impatto, fece una capriola nel momento esatto in cui sentì il piede sfiorare il terreno. Si rimise in posizione eretta proseguendo quello stesso movimento, scavalcò delle tubature esposte con un corto salto e poggiò la mano sul camino come se volesse spingerlo, così da ottenere ulteriore spinta ed aumentare la velocità. Raggiunse l'ennesimo vuoto e lo saltò senza neanche farci caso, agendo di puro istinto.

"Adesso vai a sinistra, poi dritto, poi di nuovo....aspetta... a sinistra!"

Senza fermarsi un attimo, scivolò sotto uno spaventassimo inquilino del palazzo su cui si trovava, passandogli tra le gambe mentre il poveraccio controllava il generatore, si rimise in piedi e raggiunse un altro tetto. Girò a sinistra e saltò.

"No! Non questa sinistra! La mia sinistra!" urlò Rain, assordandolo

Succede una cosa quando si urla nell'orecchio di un poveraccio a metà di un salto.
La concentrazione va a farsi benedire.
Improvvisamente, Cid si ricordò del vuoto, si ricordò del freddo, si ricordò che ODIAVA il freerunning e tutto sembrò andare al rallentatore quando, cercando istintivamente di correggere la rotta, tirò indietro le gambe, smorzando l'energia del salto.
Per un attimo, ebbe quasi l'impressione di volare.
L'attimo dopo, cadde nel vuoto che tanto temeva.
Il suo epitaffio gli passò davanti agli occhi: "Qui giace Cid Dincht, morto come un emerito cretino."
Fortunatamente, aveva riflessi migliori di quanto credesse e la sua mano sinistra si strinse intorno ad un grosso cavo sospeso tra i due palazzi.

"COSA VUOL DIRE LA MIA SINISTRA? COME POSSO SAPERE QUALE SIA LA TUA SINISTRA?!!?"

Doveva essere davvero un bello spettacolo per gli abitanti di questo paesino e per i turisti vedere questo cristone palestrato urlante, sospeso sul vuoto.
Mentre ebbe modo di chiarire con Rain il modo in cui si comunica (ma sopratutto il modo in cui NON si comunica) con chi è impegnato a cercare modi sempre più creativi di rompersi il collo e le corna, sentì uno spiacevole rumore dietro di lui.
Poteva un cavo, concepito per sorreggere un paio di uccellini al massimo, tenere un peso morto alto un metro e novanta con cento chili di muscoli?
No, non poteva.
E il cavo fece quello che ogni altro cavo avrebbe fatto in una situazione analoga: si spezzò.
Cid scivolò giù, riuscendo a dondolarsi in avanti quel tanto che bastava per schiantarsi contro una finestra (ovviamente chiusa) ed atterrare nel soggiorno di un'atterrita famiglia intenta a guardare la televisione.
Si tolse una scheggia di vetro dal fianco ed un paio dalle braccia, rialzandosi.

"Dammi un attimo che ricalcolo." gli disse Rain

Quando Cid rispose, la madre ritenne opportuno coprire le orecchie della figlia. La bambina era decisamente troppo piccola per imparare tutte quelle interessanti parole che Cid declamava con fervore.

***

"Mamma, ma cosa è successo?"

Quistis si limitò a stringere sua figlia tra le braccia. Le accarezzò la schiena e le diede un bacio tra i capelli.

"Non lo so, Claire. Vorrei saperlo, ma non lo so."

Erano arrivate a Dollet, avevano raggiunto una casa sicura. "Casa" si fa per dire, visto che si trattava di un seminterrato usato dai Phalanx nei loro tempi d'oro. C'era molto cibo in scatola, carne secca e tante gallette. Tutto buono solo a diventare spazzatura. Nella frenesia della fuga, Quistis aveva perso la cognizione del tempo. Quanto tempo era passato? Tre? Quattro ore?
Si fermò un attimo, cercando di ricapitolare.
Dunque... si erano seduti a tavola, avevano cenato. Poi qualcuno aveva suonato alla porta e Ravenant aveva sparato. Ora il sole era alto nel cielo.
Muovendosi per quello scantinato buio, Quistis trovò, nascosta sotto svariate dita di polvere una sveglia elettronica. Era collegata all'impianto elettrico, quindi funzionava. E indicava le 12:03.
Non sapendo come ingannare il tempo, Quistis tirò fuori una pistola ed iniziò a smontarla ed a controllare che, qualora ne avesse avuto bisogno, avrebbe funzionato perfettamente. Era inutile, lei sapeva che Marcus si prende cura delle sue armi come della sua famiglia, sapeva che quella pistola non aveva un singolo difetto, ma doveva fare qualcosa.
Vedendo sua madre lavorare alla sua pistola, Claire prese la seconda e si posizionò al suo fianco.
Entrambe le pistole erano state personalmente modificate da Ravenant che, partendo da due banali M-1900, aveva creato due capolavori. Aveva modificato il grilletto in modo da adattarlo alla forza di una donna ferita, aveva modificato il carrello, allungato la canna ed introdotto un compensatore per ridurre il rinculo. La pistola di Quistis era di un rosso brillante, mentre quella di sua figlia era color smeraldo. Come gli orecchini che portava sempre, come il suo colore preferito. Come il suo occhio destro, quando non portava le lentine per nascondere la sua eterocromia.
Persino quando fabbricava armi, Ravenant era romantico.
Le aveva chiamate Ruby ed Emerald. Ruby Weapon ed Emerald Weapon.
La terza pistola, quella che brillava come un diamante, l'aveva fatta per sé. Né Claire, né Quistis decisero di toccarla. Quella era l'arma di Ravenant, una sua esclusiva. Doveva essere lui ad usarla.
Perché loro dovevano credere che le avrebbe raggiunte e che avrebbe ripreso possesso della sua arma preferita, la DW: Diamond Weapon.

"Sei la figlia di tuo padre" disse Quistis, ammirando la facilità con cui sua figlia smontava e rimontava Emerald Weapon.

"Papà mi ha insegnato bene. E' il migliore."

"Si....si, lo è."

"Voi siete tutti pazzi!"

Il povero ragazzo aveva deciso di averne avuto abbastanza. Quella serata era stata troppo per lui. TROPPO.
Si era trovato catapultato in una situazione di guerra, gli avevano sparato addosso (mancandolo giusto per un pelo) ed ora era chiuso in un buco puzzolente. Era troppo per chiunque.

"Voglio andarmene. Voglio andare via da qui."

"Tu non ti muovi." disse stancamente Quistis "Se vogliamo che ci prelevino, dobbiamo rimanere qui, perché è da qui che ho mandato il segnale."

"Prelevare! Sparare! Pazzi! Siete tutti pazzi! Pazzi e criminali!"

Claire decise di averne avuto abbastanza. Con fare deciso e passo svelto afferrò il ragazzo per il collo e lo schiantò contro il muro, con fare molto poco gentile.

"Tu non hai idea di che uomo sia mio padre e che donna sia mia madre. Ti vanti della mamma avvocato? Mia madre alla nostra età faceva a pezzi le streghe!"

Lo lasciò cadere, con la promessa che, se avesse continuato a parlare, gli avrebbe piantato un colpo in mezzo agli occhi.
In quel momento sentirono dei passi alla porta.

"Questo è Zell." disse Quistis, sollevata, riconoscendo il familiare incedere dell'amico.

***

Alla fine Cid era arrivato alla meta. Saltando da un palazzo all'altro, si era arrampicato sulla scala antincendio del motel in cui sua madre alloggiava. Aveva anche trovato la camera.
Era fermo davanti la porta.
Aveva cercato sua madre per anni, aveva inseguito un ricordo d'infanzia, e ora era a due passi da lei. Letteralmente a due passi. Sentì la gola secca, e la mano gli tremava mentre stringeva il pomello.
Emozionato com'era, non s'insospettì quando vide che la porta non era chiusa a chiave.
Aprì.
Niente.

"Mamma?" chiese, timidamente, al buio.

Fece un passo, entrò nella stanza. Sentiva l'acqua scorrere in bagno, sua madre doveva essere lì. Fece un altro passo.
TIC 
Si maledì. Sua madre era una phalanx e aveva preso precauzioni da phalanx.
Come piazzare una mina in mezzo alla stanza.

"Mamma? Sono io, sono Cid."

nessuna risposta

"Mamma. Mamma, per favore."

ancora niente.
Solo allora capì di essere da solo. Capì che l'acqua aperta era solo per distrarre eventuali intrusi, per non fargli sentire eventuali rumori.
Capì di essere solo, con una mina sotto i piedi.

"Che succede Cid?"

"Ho pestato una mina. Non è esplosa."

"Porca puttana!" lo stress certo non migliorava il modo di esprimersi della poetessa "Porca puttana! Che mina è?"

"Dato che non sono saltato in aria, penso sia di quelle che si attivano quando si toglie il peso. Ho un protect, posso usarlo per schermarmi..."

"Non farlo! Il protect non ti serve a niente se sei sopra una mina! Aspettami! Vengo io!"

"No! Rain, no! Non ha senso metterci entrambi in pericolo. Resta dove sei."

"Cid, non è il momento di fare questi discorsi. Ti serve aiuto, e da qui non posso darlo!"

Cid iniziò a sudare. Tutta la fatica dovuta al correre per tetti e scale al freddo iniziò a farsi sentire: i muscoli iniziarono a fargli male.

"Non posso aspettare che tu mi raggiunga. Proverò a proteggermi con protect ed a scansarmi in fretta con haste"

"NON-LO-FARE! Anche i movimenti per lanciare una paramagia possono farla esplodere!"

"Mia madre non era una phalanx così brava...non può aver fatto un ordigno così sensibile."

Se mai l'incapacità poteva diventare un merito, quello era il momento.

"Senti, vengo lì."

"Ti ho detto di no!"

***

In quel momento, Zell arrivò a Trabia.
Aveva ottenuto il permesso di andare a recuperare i suoi figli, ma a condizione di farlo da solo...



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Angolo dell'autore: lo so, ci metto un po' per aggiornare. Ci sono così tante cose che trovare il tempo e la voglia di proseguire la storia è stato davvero molto difficile. Poi finisco a fare le cose in fretta e fare schifezza grammaticali che non sono da me..trovate la forza di perdonare eventuali stravalcioni!
Ecco la domanda di questo capitolo:

Rain deve o non deve raggiungere Cid per aiutarlo?

P.S: Ruby ed Emerald Weapon sono ovviamente ispirate da FFVII
   
 
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