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Autore: Soraya Ghilen    10/06/2014    2 recensioni
Dalla morte di Nico sono trascorsi un anno e quattro mesi, durate i quali è successo di tutto: tra matrimoni, parti e misteri che tornano a galla. Cristina è diventata ma moglie di Riario ma non passa giorno in cui non pensi a Nico. Ma, intanto, il libro delle Lamine e le chiavi della volta celeste ricordano al Conte e a Leonardo che si deve andare avanti e trovare la soluzione dell'arcano.
Questa ff è basata sulla seconda stagione ed è il continuo di "Un anno a Forlì"
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Zoroastro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Storia di un amore quasi impossibile'
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Cap 4: Perdere la memoria
 
Wake up, it's time little girl, wake up
All the best of what we've done is yet to come
Wake up, it's time little girl, wake up
Just remember who I am in the morning
Your losing your memory now

P.O.V. Cristina
Correvo a perdifiato in una fitta foresta che non avevo mai visto prima. Non sapevo perché dovessi andare così veloce ma qualcosa mi diceva che, se non l’avessi fatto, avrei perso qualcosa di molto importante.
Arrivai in quello che sembrava un campo di grano, ma i frutti delle piante erano molto più grandi di una comune spiga.
In lontananza si stagliava una specie di piramide dalla quale provenivano strani canti e urla d’incitamento in una lingua a me estranea. Mi misi a correre in direzione di quella, con la speranza nel cuore di arrivare in tempo per impedire che ciò che temevo accadesse.
Giunta alla meta vidi un altare sul quale erano disposti con il volto rivolto al “pubblico” Leonardo e Girolamo e poi c’era una donna vestita in modo strano che agitava sotto il loro naso un pugnale e, di tanto in tanto, lo poggiava anche sulle loro gole. Lanciai un urlo ma l’unico che parve sentirmi fu mio marito che alzò lo sguardo su di me.
“Dio sta ridendo di noi, amore mio, e della nostra stupidità!” urlai il suo nome più forte di prima, tendendo una mano verso di lui ma, proprio in quell’istante, la donna gli recise la gola e il sangue di Girolamo imbrattò l’altare.
Volevo correre verso di lui ma la scena, ad un tratto, cambiò.
Mi trovavo nella stanza di Leonardo a Firenze, nella bottega di Andrea, seduta sul letto del Maestro con Nico.
“Come ci siamo arrivati qui?” gli chiesi “Come fai ad essere qui?!”
“Non sei felice di vedermi?” mi sorrise, posando la mano sulla mia “Come stanno i bambini?”
“Bene, ma tu sei morto, Nico!” lui fece un cenno d’assenso, guardandosi attorno.
“Si, ma nel tempo in cui siamo io sono ancora vivo come lo sono nei tuoi ricordi e per questo sono qui” non capivo a cosa si riferisse “Mi dispiace dirtelo ma è il momento di andare avanti e crescere perché se tu non andrai avanti e, se non mi dimenticherai, nemmeno io potrò farlo. Devi perdere i tuoi ricordi, adesso!”
“Io ho paura, Nico”
“Ne abbiamo tutti, sai? Pensi che io non ne abbia avuta, pensi che tuo marito, Zo e il Maestro non ne abbiano o che Giulia ne sia immune? La paura ci rende migliori perché ci costringe a prendere decisioni e a salvare chi amiamo davvero”
“Io ti amo davvero” dissi, guardandolo negli occhi.
“Non puoi amare chi non potrà mai più esserci. Anche io ti ho amata più di quanto abbia amato me stesso ma è il tempo di svegliarsi, piccola donna, e di ricordarti chi sei. Perdi i tuoi ricordi e non perderti in essi!”
Continuavo a non capire cosa volesse dire ma sentivo che stavo per svegliarmi.
“Nico, cosa vuol dire?”
“Perdi i tuoi ricordi ma non perderti in essi!”
Non seppi mai cosa intendessi perché mi svegliai, urlando, tra le braccia di mio marito.
Continuavo a essere scossa da quello che avevo sognato e non riuscivo a smettere di tremare. Girolamo cercava in tutti i modi di calmarmi ma con scarsi risultati.
“Ti prego, calmati, è stato solo un sogno ora sei qui con me!” mi sussurrava rassicurazioni a un orecchio, mentre mi cullava avanti e indietro insieme a lui.
“Non passerà mai!” continuavo a ripetere la stessa frase da quando mi ero svegliata.
“Cosa, Cristina, cos’è che non  passa? Ti fa male da qualche parte? Se si, dimmi dove!” c’era molta ansia nella sua voce, così tanta che non mi pareva nemmeno mio marito, l’uomo che mi stava parlando.
“Nico”
“Cosa c’entra Nico?”
“L’ho sognato…diche che fino a quando io non l’avrò dimenticato lui non passerà e io non riesco a dimenticarlo!” poi mi girai verso di lui, allacciandogli le braccia al collo “Girolamo, ti prego, aiutami!”
“Stai così solo per questo?” chiese, sempre con tono dolce, mentre mi accarezzava i capelli.
“No, non solo”
“Allora perché?”
“Ho fatto un altro sogno, ancora più tremendo” serrai di più la stretta al suo collo “Non deve accadere, giuramelo!”
“Ti giurerò ogni cosa che vorrai, ma devi dirmi cosa”
“Mi devi giurare che non morirai!” lui rise flebilmente. Detta così suonava strana, come frase, ma era tutto ciò che volevo. Non potevo perdere Girolamo, o sarei impazzita dal dolore.
“Io morirò, mia adorata, come tutte le creature di Dio”
“Si, Girolamo, ma non in quel modo”
“In quale modo?” presi aria e, sempre legata a lui, iniziai a raccontargli ciò che avevo sognato. Non riuscii ad impedirmi di scoppiare in un pianto disperato, aggrappandomi con tutte le mie forze alla camicia di mio marito.
“Basta, è stato solo un sogno. Io non ti lascerei mai, per nessun motivo!” volevo credergli ma allora –mi chiesi- perché mi stringeva a se come fa un condannato con la vita?


Quella notte non riuscii più  riprendere sonno.
Accoccolata al petto di Girolamo, lo guardavo dormire placidamente: aveva il volto rilassato, le ciglia scure che proiettavano ombre sulle sua guance e i capelli che gli ricadevano sugli occhi chiusi. Era bellissimo.
I bambini dormivano in una stanza posta poco lontano da quella di mio marito, che era diventata anche la mia, guardati dalla bambinaia che non li perdeva di vista un solo attimo.
Sapevo che Girolamo sarebbe partito per cercare il Libro delle Lamine e che mi avrebbe chiesto di restare a Forlì con i bambini ma non potevo, non  dopo quello che avevo sognato. Dovevo trovare una soluzione talmente solida che sarebbe stata inattaccabile anche da tutte le ipotesi catastrofiche di mio marito e dovevo farlo alla svelta.
Avrei voluto discuterne con Giulia e sapevo che, se fossi andata a bussarle in quel momento, mi avrebbe aiutata, ma c’era qualcosa che mi impediva di lasciare Girolamo, di separarmi da lui.
Per molto tempo, attraverso i racconti di Leonardo ma anche di molte voci che si sentivano in giro, avevo ritenuto quell’uomo un mostro incapace di amare, che porta orrore e distruzione ovunque andasse, ma Girolamo era stato abile, era riuscito a farmi ricrede su tutto. Mi aveva insegnato ad amarlo, a far si che diventasse indispensabile, la sua presenza.
“Tu l’avevi calcolato fin dalla prima volta che mi hai vista, vero?” gli sussurrai a un orecchio. Lui, in risposta, si strinse a me e poggiò il viso sul mio seno, come un bambino. In quel momento mi chiesi come fosse stata la sua infanzia, se avesse mai conosciuto sua madre e sei l’avesse mai stretto come stavo facendo io in quel momento. Se qualcuno l’avesse sempre trattato come una persona e non come una macchina da guerra, forse non sarebbe l’adulto disincantato che è ora e, forse, sarebbe anche più clemente con se stesso.
C’era qualcosa che lo tormentava di continuo, come un’ombra che lo seguiva ovunque andasse. C’era qualcosa, nel suo passato di atrocità e orrori, che lui proprio non riusciva a perdonarsi, e che forse non si sarebbe mai perdonato.
“Io vorrei aiutarti, ma tu pensi sempre di dovermi proteggere da tutto, perfino dai tuoi tormenti” mi rassegnai al fatto che il conte di Imola e Forlì sarebbe sempre rimasto un mistero, per me e questo mi addolorava in tutto e per tutto.
Nico aveva ragione: per costruire un radioso futuro si deve cancellare un passato che, per noi, contiene solo disillusioni e rovine.

Angolo dell’autrice: Avete visto come sono stata veloce? Non ci fate l’abitudine è solo che mi è venuta l’ispirazione e, così, ho scritto di getto.
La canzone all’inizio del capitolo è Losing your memory di Ryan Star ed è anche quella a cui mi sono ispirata per le parole di Nico.
Cosa ne pensate del sogno di Cristina? E del passato di Riario?
Aspetto le vostre opinioni, come sempre.
Un bacio,
Sol!
  
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