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Autore: MaryMatrix    09/08/2008    2 recensioni
In passato li abbiamo visti lottare per le loro vite.
In passato li abbiamo visti compiere azioni rocambolesche.
In passato li abbiamo visti sorridere. Combattere. Uccidere.
Adesso è il passato che li vuole.
Perché forse
le loro azioni
non sono state
quello che sembravano.
ANNA, la ragazza forte e orgogliosa.
GEREMIA, il bellissimo ragazzo che ha rischiato la vita per farla ricca
STUB, il killer che l'ha salvata.
E' il passato che li pretende.
E' il passato che li chiama.
E' il passato che li avrà.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

O Fortuna

      ... and a bottle of rum!

 

Capitolo 7:
What a strange dream for Mr. Raspini!

Stub era rimasto come impietrito quando Antonella gli aveva spiegato il suo piano. Si alzò dal letto, sicuro che le sue gambe avrebbero retto.

Il suo sguardo era di ghiaccio, la sua voce aveva il suono delle stalagmiti. - Nell chi ti ha dato il diritto di tenermi fuori dal piano in quel modo? E' di mia madre che stiamo parlando e voglio partecipare al suo salvataggio. -.

Antonella lo guardava altrettanto freddamente... era difficile che i due cugini si guardassero in quel modo freddo: di solito Antonella era l'unica persona con cui Stub si apriva e Antonella lo adorava. Ma in quel momento da nessuno dei due traspariva quell'affetto reciproco.

- No. - rispose Nell, calma. - Perché è pericoloso per te, date le tue attuali condizioni. Posso capire lo stato di umiliazione in cui puoi sentirti in questo momento... -.

- Umiliazione? - ripeté Stub incredulo. Poi si agitò parecchio. - Umiliazione?? E' mia madre Nell! Mia madre che credevo morta e adesso tu vieni a dirmi che non la posso salvare? L'unica cosa che mi interessa è che lei sia salva, il fatto che potrebbero prendermi per me è un fatto secondario! -.

- Per te. - Nell non stava urlando come il cugino. Era abituata a fronteggiare questo genere di scenate, nel suo lavoro le capitavano spesso. - Ma io non posso per il tuo onore mettere a repentaglio la vita di tutte quelle persone. Se ti prendono cercheremo di salvarti e questo lo sai, e nelle tue condizioni sarà difficile farlo. Starai qui, su questa nave, per il bene di tutti. -.

- E da quando tu hai preso il controllo? - le domandò. - Da quando hai la responsabilità di tutti? -.

- Da quando io ho proposto un piano fattibile che è stato accettato. -.

- Io non lo accetto. -.

Antonella sospirò. - Non sono venuta qui per chiederti un parere. Sono venuta qui per riferirti lo stato delle cose. Che resterà questo. Ti piaccia o no. -.

Quindi uscì, sbattendo la porta.

Dalla sua espressione capirono che Stub non l'aveva presa bene.

 

Mary, Calico e Bonn erano nella cabina di Calico, per discutere su come farla pagare a Woodes Rogers. Rapire Isabella non era sufficiente per loro... quel traditore meritava qualcosa di più. Pensavano di fare esplodere un po' del forte. Supponevano che quello avrebbe facilitato la fuga: un'esplosione dalla parte opposta era proprio quello di cui avevano bisogno Geremia e Thomas per portare in salvo Isabella.

- Ci penseremo io e Noah. - si offrì Mary.

- Scatterà un putiferio. - osservò Calico. - Potrebbero insospettirsi con il prete. Ci vuole un modo per far giungere alla nave Isabella senza destare sospetti. -.

- A questo penserò io. - Bonn stava giocando con i lacci del suo corpetto. - Prima di mettere in atto il piano ci fermeremo ad una locanda: lì prenderemo una carrozza e io nelle mie vesti femminili mi avvicinerò al forte all'interno della carrozza. Voglio Patrick a condurre la carrozza... è l'unico che si tiene abbastanza bene da non sembrare un pirata. -.

Calico la guardò. - Voglio che tu prenda un altro uomo. Un'altra persona. - le disse. - In modo che tu sia più sicura. -.

Bonn ci pensò qualche secondo. - Voglio Sveva. - disse infine. - Primo perché non l'hanno mai vista e secondo perché lei non sembra assolutamente una di noi. E' perfetta. -.

Mary guardò l'amica, sorpresa. - Attenta Bonn. Sveva ha molta paura. -.

Bonn annuì. - Lo so. Ma non deve fare niente. Solo condurre Isabella in un luogo sicuro se qualcosa si mette male. Alle armi se necessario ci pensiamo io e Patrick. -.

Mary e Calico annuirono, poi Mary tornò a rivolgersi a lui. - Lo William dovrà essere pronto a partire a vele spiegate e possibilmente pronto per una battaglia. Tutto il resto dell'equipaggio dovrà prepararsi per questo. E voglio che quando arriviamo Fenis sia già con le mani sul timone. - guardò Bonn. - E provvederò a raccomandare agli uomini di non toccare nemmeno un bicchiere di rum domani sera. -.

Calico la guardò scandalizzato. - Niente rum? Ma non puoi chiedere di andare ad una locanda... -.

- Posso. - lo interruppe lei. - Perché siamo in missione e dobbiamo avere la mente lucida. Domani sera andiamo a rubare il formaggio nella cuccia del gatto... quindi dobbiamo essere un topo particolarmente veloce e pronto a qualsiasi cosa. Dì questo ai tuoi uomini e se qualcuno dice qualcosa mandalo da me... vedrai che nessuno rifiuterà questa piccola condizione. - sorrise soddisfatta.

Nessuno infatti aveva il coraggio di contraddire Mary. - Bonn vai ad avvertire Patrick e Sveva... soprattutto Sveva. -.

 

La notte era ormai scesa. Antonella era sul ponte che si stava preparando a viaggiare nel tempo e a non sbagliare. C'era solamente Fenis ancora sveglio. E un'altra figura un po' più in là, che la stava guardando.

Lei gli si avvicinò. - Ciao. - salutò Geremia.

- Ciao. - rispose lui. - Allora, pronta per il tuo viaggio nel futuro? -.

Antonella fece spallucce. - Io almeno so cosa aspettarmi. -.

Geremia sorrise. - Sai, un po' mi spaventava l'idea di venire nel futuro. Tua zia me ne parlava spesso... ma quando ci sono arrivato ho capito che non l'avevo mai inquadrato bene dai suoi racconti. -.

- Dev'essere stato difficile. -.

- Un po'. - ammise Geremia. Poi sospirò. - Credevo che mi avresti ucciso. -.

Nell si voltò a guardarlo interrogativa.

- Quando hai scoperto la verità. Credevo mi avresti ucciso. -.

Lei scosse la testa. - Non sarebbe servito a nulla e io non uccido così, per sport. -.

- Per lavoro. - la corresse lui.

Antonella si limitò ad annuire. Poi comparve Sveva. - Antonella andiamo? -.

- Sì. - rispose lei. - Andiamo. -.

Rientrarono nella cabina di Bonn e Mary, dove erano aspettate. Mary le scrutava severamente, mentre Bonn guardava Sveva. - Vai a dormire Sveva. Stanotte non farai nulla. -.

Antonella la guardò interrogativa, ma neppure Sveva sapeva spiegarsi un tale comportamento. Bonn liquidò la faccenda in due parole spiegando semplicemente che Sveva doveva essere pronta per la notte successiva, e che Bonn le avrebbe spiegato tutto dopo.

- Allora andrò da sola? - domandò Antonella.

Stub stava per offrirsi volontario, voleva partecipare almeno a quello ma Mary lo fulminò con lo sguardo. - Verrò io. - disse.

- Tu non sei mai stata nel futuro. - protestò Stub.

- C'è sempre una prima volta. - commentò lei, ergendosi in tutta la sua maestosità.

Nell la guardò un po' dubbiosa, poi si accoccolò per terra accanto allo strano oggetto che avrebbe dovuto riportarli nel futuro. Mary seguì il suo esempio e prese la mano di Antonella, quindi mise l'altra sull'Acchiappa-Sogni e aspettarono che il sonno sopraggiungesse. Non dovettero aspettare molto.

 

Mary e Antonella si svegliarono in una grande stanza chiusa e illuminata. Su tutte le pareti scorrevano milioni di immagini cos velocemente che quasi non si vedevano. Antonella scattò in piedi, mentre Mary rimase seduta. Facevano fatica a tenere gli occhi aperti tanta era la luce.

- Dove siamo? - domandò Antonella.

- Siamo nella sala dei sogni. - rispose Mary. - O almeno così ha detto Bonn. Sulle pareti stanno passando i sogni di tutti gli abitanti del mondo. Di tutte le epoche. -.

Nell guardava le immagini sfrecciare. - Come speri di trovare l'immagine che ci interessa. -.

- Devi prendermi per mano. - le spiegò Mary. - E concentrarti sulla persona di cui vuoi vedere il sogno. -.

Antonella fece come Mary le aveva ordinato. Ed entrambe sentirono una specie di strappo ai piedi, poi il loro corpo si sollevò leggero in aria. La luce scompare, ci fu un lampo di buio.
E poi un tonfo fece capire loro capire che erano arrivate.

A differenza di Antonella che aveva chiuso gli occhi per concentrarsi meglio, Mary li aveva tenuti aperti per controllare che tutto andasse bene. Fu sorpresa quando vide che si trovarono in un giardino.

- E' Boboli! - esclamò Antonella sorridendo. - Non ci credo, Raspini anche di notte pensa al lavoro. -.

Mary non ci capiva molto. - Boboli? -.

- Siamo in un giardino di Firenze. Immagino che tu la conosca come città. -.

Mary annuì. - E questo Raspini dov'è? -.

Antonella scosse la testa. Non lo sapeva. Il giardino era pieno di turisti che si voltavano al passaggio di Mary. Lei osservava quello che era il futuro. Vedeva l'abbigliamento degli uomini, delle donne, dei bambini. Li guardava curiosa.
Nelly la stava conducendo verso un grande palazzo. - Non sono qui per Raspini, ma per le armi. E so dove trovarle. -.

- Va bene. - assentì l'altra. - Ma devi fare attenzione a non provocare rumori perché... - si bloccò all'improvviso.

- Che c'è Mary? -.

Mary portò una mano alla pistola. - Mi è sembrato di vedere la cara Lavinia con la coda dell'occhio. -.

- Che significa? -.

- Che dobbiamo sbrigarci. -.

Affrettarono il passo ed entrarono nel palazzo, dirette verso l'armeria. Non incontrarono difficoltà, ma Mary si sentiva osservata. E Antonella si stava chiedendo cosa sarebbe successo nel caso Raspini si fosse svegliato. Decise di domandarlo alla compagna.

- Se non lo tocchiamo ritorniamo direttamente sulla nave. - si sbrigò a spiegare lei.

- Allora speriamo che non lo faccia. -.

Finalmente Antonella aprì la porta dell'armeria. La luce era spenta. L'accese. Raspini era lì, davanti a lei, legato e imbavagliato. Quando la vide entrare tentò di chiedere aiuto.

- Raspini! - esclamò Antonella precipitandosi da lui. Lo slegò e gli tolse il bavaglio. Lui sembrò più rassicurato.

- Antonella... non mi sarei mai aspettato di vederti. -.

- E' un sogno, capo. - replicò Antonella. - Veniamo direttamente dal 1720. Ma non faccia domande, io e Mary non abbiamo tempo. -.

- Mary? - ripeté quell'uomo all'apparenza (e non) sbadato, con la lunga barba bianca e gli occhiali spessi e rotondi. Indossava come suo solito un lungo camicione senza i pantaloni. Quello che indossava era blu notte ed era tempestato di stelline argentate. - Mary Read? - guardò Antonella.

- C'entra qualcosa Stub vero? -.

- Sua madre. - precisò Antonella. - Domani notte andremo a salvarla per riportarla qui. Ma ci servono delle armi. Delle armi valide. Ma a lei che cosa è successo? -.

- E' stata una ragazza a ridurmi così. Il suo nome è... -.

- Lo conoscono il mio nome. - fece una voce alle spalle delle due donne.

Antonella e Mary si voltarono verso la porta. Lavinia aveva la pistola puntata contro di loro. Mary sparò a Lavinia, colpendola. Ma Lavinia non morì... aveva il giubbotto anti proiettile. Mary non poteva saperlo, non ne aveva mai visto uno. Per questo motivo fece la sola cosa logica che potesse fare prima che la rivale sparasse: sparò contro una vecchia armatura che si trovava lì. Quella cadde, provocando un grande rumore, mentre Mary continuava a sparare per aumentare ancora di più il rumore. Antonella aveva ancora la sua mano sulla spalla di Raspini. Mary afferrò Antonella.

A causa del rumore Raspini si svegliò.

Lavinia tornò nel passato.

Antonella nel futuro.

 

 

 

 

L'angolo della Matrix

Eccomi qua tornata ad aggiornare prima di quanto mi ero prefissa... ma meglio prima che dopo, no? xD

Ad ogni modo questo capitolo è mooooolto di passaggio: io stessa l'ho trovato abbastanza noioso.

Ringrazio BabyzQueeny per la sua recensione e le smacko un bacione!!!

Non ho molto altro da dire e soprattutto non ne ho il tempo.

A presto.

@matrix@

  
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