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Autore: Serenella88    10/06/2014    4 recensioni
Ed eccomi qua, di nuovo loro ad ispirarmi, la mia storia di Sara e Lorenzo è però un pò diversa da quella che è andata in onda nella fiction tv. Sara lascia Lorenzo e vuole andare via da Roma, ma una scoperta sconvolgente cambierà i suoi piani. E quella scoperta riguarda entrambi. Sara riuscirà a portare a termine la sua scelta di vita? Come reagirà Lorenzo quando capirà il sacrificio che lei sta compiendo? Cos'ha ancora in serbo per loro il destino?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Pensieri di notte

Lorenzo


Mi alzo di soprassalto, sono tutto sudato, ancora quel sogno, anzi per meglio dire quell’incubo, ma cosa diavolo vorrà dire? So solo che mi mette tanta tensione addosso, mi angoscia, non faccio altro che chiedermi cosa vorrà dire? Che significa? Il contesto è confuso… sento voci note intorno a me ma non le distinguo bene, mi sembra di essere in clinica, sicuramente in sala operatoria, l’odore del disinfettante che si usa prima di andare al blocco operatorio lo avverto distintamente. E’ nauseante. Ma io non credo che metterò mai più piede in sala operatoria cosa ci faccio lì? Chi c’è su quel lettino, con quei tubi attaccati? Poi mi sembra di sentir piangere, chi piange? Non riesco più a ricordare nulla, nonostante mi sforzi, in genere a questo punto mi sveglio spaventato e prima di ritrovare la calma ci metto un po’.

Meglio scendere di sotto e prepararmi una camomilla, quando arrivo in cucina chiudo gli occhi e prima di riaprirli mi passo una mano sul viso, devo essere masochista questo è chiaro, non so se lo ero già prima oppure lo sono diventato dopo. Sta di fatto che poche persone continuerebbero a vivere in una casa che ha rappresentato il luogo di una storia d’amore che è stata tutto per lui! I ricordi mi uccidono. Per non parlare del fatto che il suddetto amore che è sbocciato con una tale forza da invadermi la vita intera, come una magia, poi puff è andato in frantumi con la stessa rapidità, e i pezzi sono ancora lì sul pavimento ed io fatico a raccoglierli.

Ogni volta che di notte vengo qui, lo so che una parte di me si illude di poter trovare ancora lei, lei che magari è insonne come me, lei con cui parlare, lei che mi consola, lei che mi tira su il morale, lei che mi contagia con la sua allegria, lei che mi asciuga le lacrime e mi abbraccia senza dire una parola.

Invece mi ritrovo sempre solo, con lei come un chiodo fisso nella testa e come una pietra che pesa sul mio cuore schiacciandolo. Lei che ora non può alleviare il mio dolore in alcun modo, perché il mio dolore più grande è proprio lei.

Senza contare, come mi sento, quando mi viene in mente quella notte in cui l’ho trovata in cucina con Stefano oppure le volte che li ho visti baciare o ancora quando lei lo coinvolgeva in qualche sua follia e lui la assecondava senza remore.

Io no.

Non ho fatto lo stesso.

Se Sara non ha scelto me alla fine non è solo colpa sua, sì all’inizio l’ho incolpata, l’ho insultata, l’ho trattata malissimo, ma ormai con il passare del tempo ho capito che una certa dose di colpe le ho anche io, in fondo non le ho mai dato sicurezze sui miei sentimenti, lei c’è sempre stata per me io, forse, non ci sono mai stato per lei, almeno non come ha fatto Stefano. Probabilmente quando mi sono abbandonato a lei, quando volevo vivere il nostro amore senza remore era troppo tardi.

L’ho persa ancor prima di averla, davvero, conquistata.

Lei non ha creduto in noi, non ha dato nemmeno una chance a noi due e questo non cambia, diciamo che a discapito dei sincronismi che avevano caratterizzato il nostro amore nel momento più importante siamo andati fuori tempo, quando era lei a crederci non ha trovato me e quando io volevo disperatamente lei, lei non c’era più.

Non la vedo da circa cinque mesi, sono partito per New York, lei aveva promesso di aspettarmi e invece al ritorno era da Stefano e dopo quella sera, quella sera che mi ha cambiato la vita non l’ho più rivista, mi ha distrutto ed io volevo ripagarla con la stessa moneta, ogni sua parola è stata una coltellata ed io sono stato pessimo, le ho augurato tutto il male del mondo, quello stesso male che in quel momento lei a me non lo stava augurando, me la stava facendo provare. Non so come stia, dove stia, se sia felice, lo spero per lei, anche se il fatto che la sua felicità non sia con me è qualcosa che forse non riuscirò ad accettare mai. Qualche settimana dopo tutti hanno ricevuto dei suoi regali d’addio, io una lettera, l’ho letta una sola volta ed ho volutamente evitato di rileggerla, l’ho accartocciata e l’ho buttata via per sempre, l’avrei imparata a memoria e non è quella che voglio ricordarmi se penso a lei, non so bene le parole che ha usato, ma il concetto era chiaro DIMENTICAMI LORENZO E PERDONAMI SE PUOI.

Sì perdonare posso, in fondo, giuro che lo vorrei, vorrei costringerla ad amarmi ma non è possibile. Posso perdonarla, ama lui non v’è dubbio, e proprio come ho sperimentato io stesso non si può stare con qualcuno che non si ama, neanche se si è condiviso un matrimonio e un figlio. Io non potrei più stare con Veronica e forse con nessun altra finchè amerò lei e lei non potrebbe stare con me visto che ama lui. Di questo posso perdonarla.

Ma dimenticarla? Non può chiedermi di dimenticarla, perché io lo giuro ci sto provando, ma non ci riesco .

Menomale che c’è Tommy nella mia vita, mio figlio e il mio lavoro sono le cose di cui sono ancora orgoglioso. Tommy cresce a vista d’occhio nonostante qualche colpo di testa a scuola sostanzialmente se la cava, la sua media è un classico, rasenta la sufficienza nel primo quadrimestre e poi la raggiunge quasi in tutte le materie nel secondo.

In amore meno deciso il figliolo, avrà preso da me? Non glielo auguro altrimenti rischia davvero di ritrovarsi un cuore a pezzi come quello di suo padre. Tra pochi giorni tornerà Giada si fermerà a Roma per due settimane e verrà a stare da noi, non lo so perché ho avuto l’impressione che Tommy non abbia fatto proprio i salti di gioia a questa notizia, anzi mi è sembrato piuttosto perplesso eppure quando glielo avevo chiesto l’ultima volta mi aveva detto che non erano tornati insieme ma che avevano stabilito un rapporto perlopiù amichevole. E poi l’altra sera ho intercettato uno sguardo tra lui ed Elena che era molto diverso dal solito, avevano una luce particolare, non lo so perché ma anche solo per un istante mi hanno ricordato la complicità che c’era tra me e Sara e questa cosa non mi piace per niente.

Chiederò agli zii e ad Ave di darmi una mano per capire se c’è qualcosa che mi sta sfuggendo, no… no meglio solo ad Enrica e ad Ave, zio Libero si preoccupa, va in ansia, meglio non agitarlo, una storia tra i suoi due nipoti adolescenti? Assolutamente no! Come minimo zio Libero chiama mio cugino Lele e lo fa ritornare da Parigi, Veronica da New York non prima di aver messo sotto chiave Elena e aver cambiato la stanza a Tommy per evitare che si incontrino di nascosto. Forse il mio è solo un presentimento sbagliato. D’altronde le ultime vicende dimostrano che in amore sono un impiastro, ci capisco poco e nulla.

Sul lavoro, invece, sto decisamente migliorando, la sala operatoria è ancora un tabù, ma un chirurgo può trovare delle gratificazioni lavorative anche in altri ambiti, la ricerca per esempio, tra pochi giorni rientrerà a Roma, il professor Scarfoglio, Emilio è italiano come me e ci siamo già incrociati a New York, avevo già avuto modo di confrontarmi con lui per la sua ricerca e per la cura sperimentale che ha introdotto in America, ora vuole istituite un gruppo scientifico anche qui a Roma e mi ha chiesto una collaborazione. Ci incontriamo la prossima settimana nella clinica dove lavora lui e ne discutiamo. Questo non significa che lascio Villa Aurora, solo che impegnerò il mio tempo su due fronti e visto che il tempo non mi manca di certo e soprattutto il bisogno di tenere la testa occupata in questo momento è fondamentale, spero di trovare un accordo per iniziare questa nuova avventura.

Sempre a proposito di ritorni, domani arrivano anche Maria, Marco e i piccoli, gli zii non ci stanno più nella pelle, anche a me fa piacere, in fondo ultimamente in questa casa eravamo rimasti troppo pochi, che sfizio c’è, svegliarsi al mattino e sapere che ad un preciso orario il bagno è per forza di cose libero?

Anche in clinica fremono tutti, Tea non ci sta più nella pelle, è felice di occuparsi del parto di Maria, avere due gemellini non è mica uno scherzo! Avere un figlio, un’idea che non mi sfiorava più la mente da un secolo, quando è arrivato Tommy io e Veronica eravamo giovanissimi, è stato tutto così travolgente, a tratti confuso, a tratti divertenti, a tratti estremamente faticoso. Talvolta ci sentivamo così insicuri, temevamo di non essere dei buoni genitori, ci preoccupavamo di mille cose anche le più stupide ed insignificanti e certe volte abbiamo perso di vista la cosa più importante, goderci quei momenti perché fuggono via e non tornano più. Sì abbiamo commesso degli errori, ma tutto sommato con Tommy abbiamo fatto un buon lavoro, io negli ultimi tempi sento di avere una sintonia con lui, un feeling che mi piace, che mi gratifica e spero che per lui possa essere un punto di riferimento, quello a cui se sei nei guai o ti ci stai infilando ti senti tranquillo di andarglielo a raccontare, sapendo di trovare una spalla su cui piangere, un appiglio a cui aggrapparti, una persona fidata che ti darà un consiglio senza per forza condannarti.

Io mi sentirei pronto ad avere un altro figlio, di sicuro avrei molta esperienza, viste le tribolazioni che mi ha fatto passare Tommy, certo magari farei anche gli stessi errori, ma oggi sento di avere una maturità che mi permetterebbe di godere la gioia dell’arrivo di un bambino in maniera diversa, più profonda.

Alzo lo sguardo e guardo l’orario, le tre? Oh, diamine! Ho bevuto una doppia camomilla, speriamo faccia effetto, ma a pensarci bene forse avrei bisogno di altro. Se mi ritrovo in questa cucina alle tre del mattino, ripensando a Sara, al mio rapporto con Tommy, al lavoro, al ritorno dei miei cugini e finisco pur per fantasticare su un altro figlio dopo che il mio matrimonio è irrimediabilmente finito e la donna che amo convive felicemente con un altro, cosa vuoi che possa acquietare una doppia camomilla? Un consulto psichiatrico, forse, mah…

Torno in camera e ci provo a dormire, buonanotte.

  
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