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Autore: DreamingIsLiving    11/06/2014    1 recensioni
"Ci hanno insegnato a combattere, resistere, sputare sangue pur di sopravvivere, eppure ci hanno fatto dimenticare ciò che vivere significhi".
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“si, papà è stupito” sentenziò l’altra, tentando un risolino rilassante. Quindi, si sciolse dall’abbraccio e indico l’imponente bidone di rifiuti.
“fa schifo anche a me” disse Ginevra ma fu subito interrotta da Laura che scosse la testa con foga.
“non importa che faccia schifo” le rispose “usiamolo per coprire questo tunnel”.
“ok, tu vai, ci penso io”
“no, insieme”
“non ha senso, tu infilati e conta fino a dieci, sarò lì prima che tu riesca a scandire U-N-D-I-C-I”
“promesso?”
Ginevra nuovamente sorrise, questa volta ciò le costò uno sforzo sovraumano, eppure non lasciò che quell’espressione la abbandonasse prima di aver visto la sorella scomparire nel cunicolo.
 
L’adrenalina le percorreva le vene così impetuosamente da impedirle di pensare. Sentii i passi farsi sempre più vicini e minacciosi. Le braccia le dolevano nello sforzo di smuovere il bidone che, invece, non accennava a collaborare. Le lacrime cominciarono a scorrerle attraverso le gote, calde come torrenti di lava. Non aveva paura, era arrabbiata. Dopo tutta la fatica che avevano fatto non poteva finire così, non era giusto.
Quando ormai sentii la speranza abbandonarla, un nuovo fuoco la invase e, finalmente, il bidone si mosse, spinto da una forza che sembrava non appartenerle. Riuscì ad infilarsi sotto ed ad entrare nel tunnel dei rifiuti. Da qual momento tutto fu buio e silenzio.
 
 
Brividi le percorrevano la schiena. Rabbia, dolore, paura. I ricordi si accavallavano tra loro così vivi da farle del male. Sentiva le meningi esplodere. Ispirò a fondo più volte, ma sentiva un incessante bisogno di aria pulita, di sentire l’ossigeno attraversarle la gola per ricordale che fosse viva, solo così avrebbe avuto la forza di continuare. Continuare? Continuare cosa? Ricordava abbracci confusi, sua madre che piangeva, suo padre che le metteva la mano sul braccio e, nonostante l’espressione seria, avrebbe potuto giurarci, per la prima ed ultima volta, le lanciava uno sguardo di fierezza. Ricordava che le mani le dolevano, ma non ne riusciva a capire il motivo. Ricordava di averle guardate e di averle viste bruciare, come se una fiamma interna le stesse consumando. Trattenne a stento un singhiozzo, tutto si stava facendo sempre più confuso, una tela dove tutti i colori si uniscono senza motivo.
“non devi continuare se non vuoi”
“non ho altro da aggiungere”
“Hai parlato di te in terza persona”
Già, l’aveva fatto. Il motivo le uscì dalle labbra prima che la sua ente se ne chiedesse ragione. Era il suo cuore a parlare.
“l’ho fatto perché quella bambina ormai è morta”.
  
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