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Autore: FeBookworm    11/06/2014    1 recensioni
Farò rigirare Victor Hugo nella tomba parte 3!
Immaginatevi una Eponine stanca di essere invisibile per Marius e che vuole combattere. Aggiungetevi una Cosette che prende posizione e si unisce a Les Amis. Vedetevi davanti agli occhi un Marius disposto a tutto pur di proteggere la sua donna.
E infine, l'ingrediente necessario ed indispensabile a mio avviso, Enjolras. Un leader che però ha dei sensi di colpa, ma che continua a sognare perché sa che un giorno verrà e allora...
S'incamminò verso casa sua, ma si fermò quando Eponine parlò:”Sei un buon capo, Enjolras. Severo e protettivo quanto basta.
Enjolras le fece un mezzo sorriso:”Ma è un buon capo quello che porta i suoi uomini alla morte?”
[...]
Marius, davanti a lui gli rispose serio:”Io non combatto”.
Gli occhi blu di Enjolras lanciarono fulmini:”E potrei sapere come mai, di grazia?” gli domandò sempre più innervosito-
“A causa mia, Monsiuer” gli rispose una voce angelica di donna.
E davanti a lui apparve l'Alouette.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Enjolras, Eponine, Marius Pontmercy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell'Autrice:
Dopo mesi e mesi di attesa (sono imperdonabile, lo so), eccomi di nuovo qui con la mia Enjonine. Lo so che ci ho messo tanto ad aggiornare, ma l'università mi ha tolto tutte le mie energie.
Il capitolo è abbastanza lungo e intenso, spero di farmi perdonare così :D
Vi lascio il link della mia pagina autrice su fb se qualcuno volesse seguirmi e volesse essere aggiornato in tempo reale sulle mie storie e sui miei aggiornamenti.
https://www.facebook.com/pages/Fedemorningrockefp/663566033691978

Buona Lettura

-Fé-

 
Capitolo 12.

“Che cosa diavolo hai fatto?”

L'urlo disperato di Annette si sentì per tutta la Rochelle. Persino Marius e Cosette, fuori in giardino sotto il padiglione a ripararsi dal caldo, la sentirono.

“Annette, calmati” le disse Charles, incrociando le braccia al petto.

“Non dirmi di calmarmi! Come hai osato? Hai venduto nostro fratello come se fosse carne da macello!!”

“Non è assolutamente così. Ma non capisci? L'avrebbero preso comunque. Con o senza la mia collaborazione l'avrebbero trovato lo stesso.”

Enjolras, seduto sulla poltrona ancora dolorante per la ferita, non poté che dare ragione a suo fratello. Gavroche l'aveva avvisato già molte volte: re Luigi aveva fatto mettere una taglia sulla sua testa per tutta Parigi con la clausola di portarglielo vivo. Il perché lo volesse a tutti i costi rimaneva un mistero. Lui non era speciale e non era neanche così ricco come molti pensavano. Che cosa voleva il re in persona da lui? Quello stesso re che voleva detronizzare per instaurare la Repubblica per di più!

“Dubito che, se tu avessi spifferato ai quattro venti che stava qui, l'avrebbero trovato!”

Annette fulminò Charles con lo sguardo, ma lui non ci badò molto. Charles era convinto di aver fatto la scelta giusta, di essere dalla giusta parte, e nemmeno Annette poteva fargli cambiare idea.

“Oh, ne sei davvero sicura?” questa volta Charles alzò la voce così come poco prima aveva fatto lei:”Sai perché sono arrivati a me, Annette? Perché a qualche donna di strada non è sfuggita la netta somiglianza di Ange con me! Più di una persona l'ha notato e ai soldati del Re non è parso così difficile fare due più due. Preferivi che mettessero anche me in prigione per chissà quale reato inventato? Così da avere ben due fratelli nelle mani del re senza poter fare niente per salvarli? Preferivi questo?”

Annette, quasi sull'orlo delle lacrime, gli sputò in faccia:”No, certo che no.”

Charles si calmò leggermente, mantenendo però il tono autoritario di prima:”Bene. Allora adesso siediti, così ti spiego bene cosa faremo. Ho ottenuto col re una pausa di una settimana, beh sei giorni a dire il vero, prima che vengano a prendere Ange, perché gli ho detto della ferita. A me non è sembrato che volesse fargli male, penso più che altro che voglia portare Ange dalla sua parte e con lui tutto il popolo per non dover più affrontare tutte queste insurrezioni. Ange ovviamente non collaborerà.”

“Ovviamente non lo farò” intervenne Enjolras.

Poteva anche scordarselo. Preferiva morire, piuttosto che passare dalla parte dei monarchici o da quella del re. Se lo avesse fatto, avrebbe rinnegato tutti i suoi principi morali e sarebbe stato un corrotto come tutta la classe dirigente che li guidava in quel periodo.

No. Non l'avrebbe mai fatto. Anche a costo della vita, sarebbe rimasto fedele ai suoi ideali.

Suo padre sarebbe stato fiero di lui in quel caso. Di questo ne era più che certo.

“Bene, come pensavo. In questo caso ti imprigioneranno, lo sai? Non solo per quella pagliacciata delle barricate...”

Enjolras lo interruppe:”Non osare definirla una pagliacciata. Io ci credevo davvero. Ci credo tuttora.”

“Sì, beh...Comunque non lo faranno solo per quel motivo. Hai sparato a un pubblico ufficiale e, pur di farti fuori, nessuno terrà conto se era legittima difesa oppure no. Ti imprigioneranno e poi ti uccideranno, Ange. Ne sei consapevole?”

Dulce et decorum est pro patria mori” gli rispose semplicemente lui.

Charles sospirò, consapevole del suo volere di morire per la Patria. Non sarebbe stato facile fargli cambiare idea.

“Possiamo fare in modo che non accada però” sussurrò il maggiore dei fratelli Enjolras.

“E come?” chiese Annette speranzosa.

“Possiamo prelevarlo dalla prigione prima dell'esecuzione.”

“E come?”

“Annette, sono il capitano della Guardia, se tu te lo fossi dimenticato. So come costringere dei soldati a fare qualcosa che, in genere, non sarebbero mai. Una volta che Ange sarà uscito di lì, ce ne andremo.”

“Andarcene? Vuoi dire niente più La Rochelle?” disse Annette di nuovo sull'orlo delle lacrime.

“Non finché Luigi rimarrà sul trono” disse Charles serissimo.

“Vuoi chiedere asilo politico?” domandò Enjolras.

Charles annuì:”Il Re di Inghilterra sarebbe disposto ad accogliermi tra i suoi soldati. Potremmo andare lì. Ti piace l'Inghilterra o vuoi portare anche lei alla Rivoluzione?” gli domandò acido e sarcastico Charles.

“No. L'Inghilterra va bene.”

 

 

 

Purtroppo erano arrivati a prenderlo. Prima del previsto, da bravi soldati dediti al soldo corrotto reale. Non erano passate neanche settantadue ore dal ritorno di Charles, che già erano venuti a prendere Ange.

Annette era sull'orlo di una crisi di nervi. Non potevano allontanare il suo Ange da lei. Lui era stato il motivo per cui non si era abbattuta dopo la morte di sua madre, il motivo per cui aveva tenuto duro durante la malattia di suo padre. Se non ci fosse stato Ange dalla sua parte, non sarebbe mai riuscita a sposare il suo Lucas.

“Annette” la chiamò Ange alle sue spalle. Teneva per mano Jacques, come se quel semplice gesto potesse aiutare il suo bambino ad essere forte.

“Sei ancora in tempo per scappare” le sussurrò lei, quasi vergognandosi del suo vile pensiero. Sapeva che lui non l'avrebbe mai fatto. Ange era fedele e leale in un mondo di corrotti.

Enjolras scosse la sua testa riccioluta e le disse:”Non ti preoccupare. Starò bene. Charles penserà a tirarmi fuori da lì.”

“Ma se dovesse metterci più del dovuto? Se qualcosa andasse storto?”

“Annette, sono stato settimane chiuso in una catapecchia in mezzo al sangue dei miei Amis prima che Albert mi trovasse. Non può essere peggio di quello. Fidati di me.”

Vide Ange abbassarsi all'altezza di Jacques e dirgli:”Ti comporterai bene, Jacques? Ascolterai la mamma e il papà, mentre io sarò via?”

Il piccolo annuì con il volto rigato dalle lacrime.

Enjolras gliele asciugò e gli sussurrò dolcemente:”Non devi piangere. Verrà un giorno in cui saremo di nuovo insieme, Jacques. Verrà un giorno in cui al mondo non ci sarà più dolore alcuno e noi potremo essere felice. Va bene, Jacques?”

Ancora una volta suo nipote annuì tra le lacrime. Lasciò la mano di suo zio per nascondersi tra le gonne di sua madre ed entrambi lo lasciarono andare, consapevoli che non l'avrebbero perso. Non un'altra volta.

 

 

 

“E così pensavi di andartene senza salutarmi?”

Eponine entrò nella sua stanza senza bussare e senza preavviso così come era entrata nel suo cuore. Senza preavviso.

Enjolras sospirò:”Sarei venuto da te, Eponine. Te l'ho già detto, sono un uomo di parola io.”

“Fatto sta che sono dovuta venire io da te.”

Enjolras si girò verso di lei, un sopracciglio alzato:”Ti stai preoccupando per me, Nine?

“E se anche fosse?” disse Eponine, incrociando le braccia al petto sulla difensiva:”E' poco rivoluzionario per te?”

Enjolras sbuffò e si avvicinò a lei. Le mise le mani sulle spalle e, guardandola fissa negli occhi, le disse:”Tornerò da te, Nine. L'ho fatto una volta, posso farlo di nuovo.”
“Stavolta è diverso.”

“No, affatto. Charles sistemerà tutto, come la prima volta. Dovresti fidarti un po' di più di mio fratello. Io lo faccio sempre.”

Eponine sospirò preoccupata:”Ho così paura per te. Non ho mai provato qualcosa di simile prima.”

“Lo so. Anch'io ho paura per te. Temo che, quando non ci sarò, commetterai qualche guaio oppure...”

“Oppure?”

“Oppure tornerai da Marius.”

Eponine stette un attimo in silenzio realizzando quello che lui le aveva appena detto.

Beh, non era un “Ti amo”, ma valeva lo stesso.

“Non accadrà, Ange.”

Lui annuì e avvicinò le labbra alle sue, baciandola delicatamente, quasi temesse di farle male. Un bacio che sapeva di addio, nonostante le loro parole appena pronunciate.

 

 

 

Enjolras scese in salone con la mano intrecciata a quella di Eponine. La lasciò solo per andare da Grantaire.

Il moro lo fissò, rimanendo senza parole.

“Grantaire, potresti farmi un favore?” gli disse calmo Enjolras, mettendogli una mano sulla spalla.

“Tutto quello che desideri, divino Apollo” gli rispose l'altro, mantenendo quel suo tipico accento sarcastico.

“Prenditi cura tu de Les Amis de l'ABC, va bene? Dovete rimanere uniti in mia assenza.”

“Non sono un leader, Enjolras.”

“No, è vero. Ma sei un bravo attore, quindi recita la mia parte.”

Si salutarono con uno sguardo, poi Enjolras si allontanò da lui, dirigendosi verso la porta.

Una volta fuori sospirò.

Un altro ostacolo. Solo un ultimo ostacolo e poi verrà un giorno in cui sarai libero.

Guardò un'ultima volta La Rochelle, casa sua, e poi si diresse al cancello.

Prima di seguire i gendarmi salutò suo fratello Charles.

“Ange, da Luigi potresti incontrare una persona. Uno scrittore.”

“Cosa?”

“Lo so che è folle, ma...Si chiama Victor qualcosa, non ricordo esattamente. Tu...parlaci, okay? Raccontagli la tua storia, così verrà un giorno in cui qualcuno impererà dai tuoi errori per fare la Rivoluzione.”

Enjolras annuì un'ultima volta e poi fu la fine.

Una volta seguiti i gendarmi, la sua vita come Ange Enjolras, come Enjolras il leader de Les Amis era finita.

Che vita gli aspettava adesso?

   
 
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