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Autore: Foglia 21    11/06/2014    1 recensioni
Cosa trasmette la forza per andare avanti? Chi ci consente di superare le delusioni? Un giovane Mika che bussa alle porte del successo e dell'amore, in un viaggio che lo farà maturare e lo aiuterà a capire se stesso.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mika, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mika, dopo aver trascorso una domenica terribile, provò quasi sollievo nell’andare al lavoro il lunedì mattina. La cosa in verità lo intimoriva un po’, perché non aveva la minima idea di cosa aveva fatto con Joe quella sera.
Certo, quando il sabato prima era uscito non avrebbe mai immaginato che il giorno dopo l’avrebbe trascorso a farsi passare una sbornia.
Sospirò ed entrò nel locale, sedendosi al banco e guardandosi attorno. A parte il dottor John, non c’era nessuno. Ilda stava sistemando alcune tazzine sulla macchina del caffè, la salutò e ordinò il suo solito cappuccino.
“Non mangi niente, tesoro?”
“No, grazie!”
“Non stai bene?”. Ilda si preoccupava sempre troppo, aveva le sopracciglia inarcate e uno sguardo ansioso.
Mika scrollò le spalle. “Tranquilla Ilda! È tutto a posto!”
Un attimo...perché lo stava servendo lei?
“Ma dov’è Joe?”
Ilda sospirò, con un tono che non prometteva nulla di buono. “Purtroppo Joe ha avuto un’emergenza in famiglia. Suo zio ha avuto un’incidente automobilistico ieri mattina.”
Mika ebbe un tuffo al cuore. Il pensiero che Joe stesse soffrendo in quel momento lo faceva stare fin troppo male. “E come sta?”
“È sotto osservazione all’ospedale. Joe è rimasto con lui perché non se la sentiva di lasciarlo solo.”
“Capisco…”. Aveva le lacrime agli occhi al pensiero che non l’avrebbe visto.
La giornata passò con una lentezza esasperante e con un numero di clienti che si poteva contare sulle dita delle mani. Il lunedì era sempre una giornata smorta e Mika spolverò il bar da cima a fondo mentre Ilda preparava alcune torte salate.
Chiusero alle otto e Mika salutò Ilda dirigendosi verso casa. Si sentiva depresso e non sapeva cosa fare. Jody era partita per due settimane e Angy era andata a trovare i suoi a Pittsburgh. Non che avesse molta voglia di uscire con qualcuno comunque. Si chiuse in casa e, dopo aver passato un’oretta steso sul divano ad ascoltare la musica, cercò di lavorare ad alcune canzoni senza molto successo. Anche il pianoforte sgangherato aveva perso la sua attrattiva.
 
Il mattino dopo uscì di casa alle sette e un quarto e camminò per quaranta minuti prima di arrivare a destinazione. Dopodiché dovette chiedere informazioni ad almeno venti persone prima di trovare il reparto giusto.
Con un sacchetto di Starbucks tra le braccia, Mika percorse i corridoi dell’ospedale cercando di fare il disinvolto e ignorando le occhiatacce delle infermiere. Vedere Joe che parlava con un medico fu un sollievo. Quando l’altro lo vide restò a bocca aperta per lo stupore.
“Mika! Cosa ci fai qui?”. Disse venendogli incontro. Aveva le occhiaie ed era un po’ pallido, ma sembrava sereno.
“I-io ho saputo di tuo zio e ho pensato di…portarti la colazione…”
Dio, quant’era imbranato!
Joe sorrise dolcemente. “Sei stato molto gentile. Ti va di andare fuori a mangiare?”
Il ragazzo annuì e insieme si diressero verso l’uscita. Poco vicino all’edificio c’era una zona verde e si sedettero su una panchina a sorseggiare il caffè.
“Mi ci voleva proprio!” Joe sospirò e si passò una mano sul viso.
“Come sta tuo zio?”
“Bene…ci ha solo fatto prendere un bello spavento! Ma non si è fatto molto male!”
“Sono contento...ero in pensiero! E…mi sei mancato…”
Joe scoppiò a ridere. “Tornerò presto vedrai! Pensavo già dopodomani!”
“Bene…”
Mika si schiarì la gola, era in imbarazzo. Tremendamente in imbarazzo. Sentiva il profumo di Joe e il suo calore. “In realtà...credo di doverti delle scuse. Per quello che ho fatto l’altra sera!”
“Cioè?”
Si chiese perché Joe avesse assunto quello sguardo strano. Come se fosse spaventato. Come se desiderasse ardentemente qualcosa.
“Io…non ricordo niente…ma…s-se ho fatto qualcosa di stupido…mi dispiace molto!”
“Niente? Non ricordi niente?”
“G-già! Niente!”
Joe sembrò sconvolto, poi scosse il capo e gli diede un buffetto sulla guancia. “Non hai fatto nulla di male! Hai riso e parlato tanto…ti ho accompagnato a casa e sei crollato sul letto!”
Mika scoppiò a ridere. “Ok, solo un sacco di figure meschine allora!”
Joe ridacchiò, con voce stranamente amara. “Già…solo quelle…”. Poi sospirò, abbracciandolo all’improvviso e immergendo il viso nei suoi morbidi riccioli.
Mika avvampò e ricambiò l’abbraccio. Il suo cuore batteva forte, ma non era l’unico.
“Sono contento che sei venuto.” Si staccò velocemente. “Non dovresti andare al lavoro?”
“Oddio!” Mika balzò in piedi e lo fissò ancora per qualche istante. “B-beh! Ci vediamo allora!”
L’altro annuì, sempre con quello sguardo strano. Dubbioso, amaro, nascosto da un’aria serena e un sorriso dolce. Lo salutò e lui scappò via, pieno di domande.
 
  
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