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Autore: petitecherie    12/06/2014    6 recensioni
Sin dai tempi del mito ci viene raccontata la storia di Hades e Persefone. Un dio oscuro e severo che si innamora di una dolce fanciulla e la rapisce al suo mondo dorato, per rinchiuderla in una valle di tenebra.
Ma se non fosse andata così? Se Persefone fosse dolce, sì, ma meno sprovveduta di quanto appare. Se Hades fosse meno tormentato di quanto sembri. Se l'amore fosse vero e non costretto da un chicco di melograno.
Se fosse così, non resterebbe che dire "C'era una volta..."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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tredici rintocchi

Persefone, seppur d'aspetto possa sembrare un'adolescente in boccio, non è così ingenua come sua madre la crede. Certo, è la Kore, l'eterna bambina, ma non per questo non nutre desideri d'amore e passione.

Crescetevi voi, sull'Olimpo, con Zeus, Apollo ed Ares impegnati ad inseguir donzelle e fanciulletti e poi ne discutiamo. Persefone, ahilei, non è mai stata toccata dalle grazie di Eros per il semplice fatto che Demetra ha montato la guardia, attorno alla figlia, come un mastino degli Inferi. E se ciò non fosse bastato, vi è da aggiungere che Persefone ha ancora l'aspetto di una bambina, non come Artemide. Anche Artemide è una ragazzina dal seno piatto ma i suoi occhi sono adulti, quasi crudeli, una vergine delle rocce e non una bambina come Kore.

E non è colpa di Demetra o delle guance paffute della dea della Primavera, è proprio l'attitudine il problema. Persefone è una sorta di folletto: s'arrampica sugli alberi per far sbocciare fiori meravigliosi, si inerpica sui sentieri di montagna e giù petali, si rotola nell'erba fresca e saltella nelle pozze d'acqua con l'infinito entusiasmo dei bambini che scoprono il mondo.
E lei scopre il mondo ogni giorno, ogni ora, ogni momento. Non v'è mai una nuvola come l'altra, né l'eco di un ruscello resta lo stesso. Ogni foglia canta una canzone diversa e ogni albero le racconta una storia.

E la storia più bella di tutte, è quella della Magnolia. Persefone l'ha scoperta durante uno dei suoi pellegrinaggi – è una bambina divina, non necessita sempre di sua madre – in Frigia, dove la sospingeva Libeccio, e lì, come guidata dal Fato, ha visto quest'albero immenso e ricco di fiori dalle sfumature rosate. Si è lasciata avvolgere dal suo profumo, rassicurata, e piccola com'era, ha abbracciato il tronco possente. Si è sentita a casa, Persefone, per la prima volta in vita sua.
La Magnolia le ha raccontato che le sue radici scendevano giù per la terra, giù fino agli Inferi, dove si trova la più antica della loro specie, la Madre, dal profumo più dolce, la Magnolia Nera, perché sta nella terra scura. Loro, quelle della Superficie, son tutte sue figlie e narrano la storia antica a chiunque le sappia ascoltare, a chiunque le voglia sentire.
A Persefone è stato insegnato ad aver paura degli Inferi e del loro Sovrano. Quand'era piccina – una bambolina bionda -, il Re dell'Oltretomba era seduto a sinistra di Zeus durante la presentazione al Concilio degli dèi, dove venne proclamata dea della Primavera e della Vita. Lo ricorda vagamente, ad esser sincera, ma gli occhi verde agata del dio – Hades – le sono rimasti dentro, marchiati a fuoco sull'anima.
E non nega, Persefone, che quando scruta l'oscurità, che la sua espressione sgomenta non è data dalla paura ma della delusione di non scorgervi nulla, di non riconoscere l'ombra nero vestita del dio infernale che tanto la turba. Non l'ha mai ammesso con sua madre, con la buona Demetra, ma Persefone lo sente il cosmo ctonio, l'antico richiamo a quel bozzolo caldo che è il ventre nascosto di Gea.
Ha chiesto alla Magnolia di narrarle le magie dell'Averno, quel mondo che scorge se socchiude le palpebre, ma la voce che le ha risposto è ben più antica. Hecate, dea degli Incanti, coperta dal suo manto di stelle, le sta davanti, sorridendole bonaria.

<< Chiedi troppo, dea luminosa. >>

<< Nulla più di ciò che mi appartiene. >> le risponde a tono, impudente come ogni bambino << Io so cosa s'agita dentro di me, divina sorella, nonostante mia madre si ostini a negarlo. >>

<< Persefone. >> sospira la dea più anziana << Non mentirò: possiedi un dono ed è equivalente a quello dello stesso Hades. Quell'uomo è più morte che vita ed in sé nasconde solo un lieve barlume di cosmo luminoso, ed il contrario avviene in te. Una mela che combacia. Ma sebbene tu possa calpestare il sacro tempio infernale, non v'è speranza che tu vi possa restare. Proprio come avviene per Hades. >>

<< Non capisco. >> Lì, sotto le fronde della Magnolia, l'aspetto di Persefone pare d'improvviso più adulto, come se la bambina fosse sempre lì ma la donna si stesse formando, affilandole il volto ed allungando le membra.

<< Hades è gli Inferi. Non potrebbe mai vivere sull'Olimpo, che padre Chaos lo preservi, o si consumerebbe lentamente. Non è dio di luce, non è dio di crescita. Le sue arti non trovano riscontro nel mondo degli uomini. E' come Hypnos, bambina, e il suo Regno è soggetto a leggi che le creature razionali non possono comprendere. >>

<< Io lo amo. >> proferisce la dea ed Hecate si sorprende nel vedere adesso, di fronte a lei, una fanciulla in boccio, dai seni piccoli e le labbra di rosa, pronte a suggellare un patto d'amore con un bacio.

Hecate sorride e le carezza la guancia, affettuosa << Ci sarà sempre una Kore ma una Regina negli Inferi sarà incoronata. Questa è la verità che il futuro vedrà. >> le confida, gli occhi appannati di chi Vede << Potresti scendere negli Inferi se volessi, ma il tuo potere di luce ti richiamerà sempre alla Superficie. >>

<< Non v'è modo di restare? >>

<< Morire, ma nel tuo caso è impossibile. Oppure fare quello che nessun Luminoso fa. Nutrirsi. >>

<< Gli Inferi non producono niente. L'ambrosia viene portata da Hermes. Non prendermi in giro, Hecate. >> e di nuovo, Persefone si tramuta in una bambina.

<< Il Regno degli Inferi è luogo di misteri, bambina. Come puoi affrontare un dio di tenebra quando hai ancora paura del buio? Come puoi essere Regina di un luogo abitato da mostri quando essi ancora ti tengono sveglia la notte per la paura? >>

<< Io non ho paura. >>

<< Dovrai dimostrarlo, Persefone Despena. >>



*


Rise, in quel momento, Persefone, stretta al braccio di Hades, intenta a visitare quel Regno sotterraneo, a ricordare quello strano incontro.

<< Perché ridete? >> domandò il dio degli Inferi, stupito.

<< Ci sarà sempre una Kore. >> rispose lei e Hades la fissò perplesso. << Non preoccupatevi, giusto un vecchio ricordo. No, non ditelo: “sei una bambina, Persefone, che potresti aver mai di vecchio?” E' la continua tiritera di Hermes. >>

<< Non mi sembrate una bambina. >> notò Hades, dopo un lungo silenzio, assorto, a bassa voce, che quasi Persefone non l'udì.

<< Come mai non salite mai sull'Olimpo? Sempre se non sono indiscreta. >>

Hades sorrise, abbassando il capo, un sorriso che non raggiunse gli occhi, però. << Amo i miei fratelli quanto non li sopporto. >>

<< Come?! >>

<< Vedete, ogni giorno, nel mio Regno, ascolto storie di mortali traditi dalla loro famiglia, dai loro amici, da coloro che amano. Non è molto diverso da ciò che mi è accaduto. E' vero, tra tutti loro, ero l'unico a poter nutrire amore per questo Regno, per la calma placida dell'Oltretomba, l'unico dio a non avere l'animo incendiato di sole...ne sono consapevole, ed accetto la mia sorte. Eppure, in un certo senso, mi han lasciato solo. >>

Persefone scrutò il dio, le palpebre delicate a coprire gli occhi d'agata e il lieve broncio sulle labbra, e sospirò << Vi capisco. >>

<< Voi? >> le domandò meravigliato Hades.

<< Vi sembra così strano? >>

<< Ad esser sinceri, mia dolce Persefone, l'intera situazione è strana. Voi, qui, nel mio Regno. Mi stupisco che Hermes non sia già qui a gridar vendetta per conto di vostra madre. >> Scherzò il dio, ridendo poi e Persefone quasi si incantò. Hades le era sempre stato descritto come un dio freddo e crudele, ma ora che si trovava lì, con lui, senza pensare a quei teneri sentimenti che aveva sempre nutrito – innocenti fantasie -, scopriva una creatura pari all'Oltretomba, oltremodo piacevole.

<< Però, è vero, >> riprese lei << non è così strano o assurdo. Io sono la più piccola, lì sull'Olimpo, e mi trattano tutti da Kore, l'eterna bambina. Le opinioni di Persefone non han senso, come gli umani non ascoltano i bambini che, invece, han la stessa saggezza dei pazzi. Ci avete mai fatto caso, Hades? Gli occhi dei bambini sono così puri che riescono a scorgere la verità, senza timore, e capire istintivamente il male ed il bene. >> gli spiegò, stringendo più forte il suo braccio << Di conseguenza, nessuno di loro mi da credito o importanza. Non che la cerchi, sia chiaro, ma non esser degnata d'attenzione, solo per il mio aspetto ingenuo, mi rende infinitamente triste. >>

Proseguirono per un lungo tratto nel silenzio, dopo quella confessione, eppure, stranamente, entrambi avevano il cuore più leggero. Entrambi avevano, finalmente, trovato qualcosa.





*


<< Come sarebbe a dire? >> sbottò Hera << Sparita? >>

<< Mi sembra che Demetra l'abbia ripetuto più di una volta, mia cara sposa. >> fu il commento annoiato di Zeus, appollaiato sul suo trono di nuvole.

<< Mio amato marito, nessuno sparisce così. E se più non la percepiamo, è fin troppo chiaro dove sia. >> replicò sarcastica la dea degli dèi indicando con l'indice la terra e ciò che si nascondeva sotto di essa. E malignamente, gioì nel vedere la dorata Demetra sbiancare.

<< Gli Inferi. E' plausibile. >> annuì il marito, per nulla scomposto.

<< Cosa c'è di plausibile, divino fratello e Re? Persefone è una bambina. >> esalò Demetra a denti stretti.

<< Non lo è. Ha avuto il suo sangue, il suo passaggio. >> gli rispose a tono Hera << Basta una volta, per noi dee, e poi, possiam maritare chi vogliamo. Sei tu che insisti, sorellina, a vedere Persefone come una bambina. >>

<< Smettila, Hera. Si direbbe che sia la gelosia ad animarti. >> le intimò il marito, con un gesto imperioso. La dea tacque ma lo sguardo di fuoco che scoccò a Zeus, lasciava presagire violenti vendette.

<< In ogni modo, non capisco quale sia il problema, sorella. >> cominciò a dire Zeus << Come ben sai, i tre Re devon prender moglie. Conosci Hades, è talmente altezzoso...non avrebbe mai optato per una ninfa, come Poseidone, e non mi stupisco che ambisca ad una vergine. Magari qualcuna che non tenga così tanto al suo imene come Hestia. >>

Demetra, a quelle parole, si fece ancora più terrea. << Vuoi lasciare la mia bambina nelle sue mani gelide? >>

<< Demetra. >> l'appellativo fu lanciato come una frusta << Persefone è nata con il canto della dolce morte addosso, come te. Se mio fratello la vuole, sarà sua e tu non potrai dire o fare nulla. >>

<< Anche perché è un'unione promettente. >> si accodò Hera, sorridendo perfida. << La tenera Persefone ha bisogno di qualcuno che la guidi. >>

<< E' una bambina. E' la Kore. La mia Kore! >> fu il lamento della dea delle messi.

<< Per il padre Chaos, Demetra! E' per donne come te che esistono tante fanciulle riottose. >> fu la risposta di Zeus << Che sai, magari tua figlia, angosciata dalla tua presenza ingombrante, ha semplicemente deciso di allontanarsi da te. >>

<< Hai ragione, caro consorte. Ogni volta mi stupisce la tua arguzia. >> si complimentò Hera << E poi, non abbiamo nemmeno certezza che Persefone sia da Hades. Il nostro amabile fratello dell'Averno ci avrebbe avvertito, se una una dea si fosse persa nel suo Regno. >>

<< Mandate Hermes o Hecate...loro hanno cosmo ctonio, potranno arrivare alle soglie dell'Averno. >> suggerì disperata Demetra.

<< Se ben ricordo, sorella, anche tu hai il cosmo ctonio. Minima parte, è vero, ma pur sempre sufficiente ad arrivare alle sponde dell'Acheronte e chiedere a Caronte, il vecchio traghettatore, se un'anima viva lì si è persa. >> le fece presente Zeus, il tono vagamente irritato per quella conversazione che giudicava inutile, << Perché dovrei mandare uno dei miei messaggeri o la vecchia strega quando tu stessa potresti accertarti della sorte di tua figlia, Demetra? >>

La dea delle messi si morse il labbro e strinse i pugni, infilando le unghie nella carne per impedirsi di urlare. << Non mi è permesso varcare i mondi, solo il mio potere è in grado di penetrare la terra e farla fruttare, ma io – per le sacre leggi che Ordine e Chaos imposero – non ho possibilità di scorgere l'ingresso del Regno oscuro di Hades. Lo sai, fratello. >> mormorò disperata.

<< Fino a che non avremo certezza della sparizione di Persefone e della colpa di Hades, non farò nulla, divina sorella. >> furono le ultime parole di Zeus. << Solo se così fosse, avrò premura di intervenire. >>

<< E fino a quel momento, Demetra cara, vedi di esser ragionevole. >> concluse per lui Hera, soddisfatta.

<< Lo sarò. >> Demetra si inchinò ai due e, a bassa voce, proferì << Ragionevole come solo una madre può essere. >>

*

NdA:

- "canto della dolce morte" fa riferimento al libro Ninna Nanna di Chuck Palahniuk.

Questo è il secondo capitolo, spero vi piaccia. Ringrazio tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione e chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate :*

Disclaimer:  i pg presentati mi appartengono solo in questa personale disposizione, non scrivo a scopo di lucro e blablabla. Il titolo dato a questa storia è tratto dall'album dei The Moon and the Nightspirit.

   
 
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