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Autore: ronnieisnotonfire    13/06/2014    5 recensioni
Forse era così che doveva andare. Forse la sua vita doveva essere solo uno sprazzo di addii e lacrime dedicate a persone, solo una boccata di felicità ogni tanto per non morire, anche se lei voleva farlo. L'unica cosa che la teneva su quella terra come un'anima in pena era quel groviglio di stranezza e di illusioni che aveva dentro; ma Londi era un mutante, esseri tormentati dalla vita per avere ciò che altri non hanno, portatori di sofferenze che le persone normali non capivano, abituati ad uccidere, ma abbastanza umani da pentirsene per il resto della vita.
[AU xmen-mutant!5sos] (non è necessaria la conoscenza degli x-men per la lettura)
Genere: Azione, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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C'è il link della canzone sotto, aspettate che carichi :) 

 
"Step one you say we need to talk
He walks you say sit down it's just a talk
He smiles politely back at you
You stare politely right on through
Some sort of window to your right
As he goes left and you stay right
Between the lines of fear and blame
You begin to wonder why you came
 
Where did I go wrong, I lost a friend
Somewhere along in the bitterness
And I would have stayed up with you all night
Had I known how to save a life"
How to save a life -The fray
 

Capitolo 1

il riscatto

 
Si svegliò al buio della sua stanza, come ogni volta, privata di una ragione per farlo, solo il suo corpo che si ribellava al sonno; così non dormiva, spegneva solo il cervello.
 
Doveva essere tardo pomeriggio quando sentì le porte della stanza aprirsi e come conseguenza l’accensione di tutte le luci. Dopo essersi svegliata aveva fissato le coperte per forse tre ore. Pensava? Nemmeno lei sapeva quel che faceva, stava solo lontana dai tentativi di oblio all'’interno della sua mente.
-Londi, non hai pranzato, ti ho portato del tè freddo e del pane alla banana, è superbo, l’ha fatto la nuova cuoca.- la dottoressa entrò con a seguito il vassoio dotato di rotelle che andava autonomamente.
-Non ho voglia.- borbottò. Si ributtò sotto alle coperte rinfrescate dal sistema al loro interno.
-Non fare così, mangi mentre parli con me, non essere indisponente.- si sistemò vicino al letto con la sedia, masticando un sandwich.
La ragazza sospirò alzandosi e permise al vassoio di sistemarsi sulle sue gambe coperte da dei pantaloncini.
-Allora, mi dicevi che i sogni sembravano comandati, riesci ad andare più a fondo?- la dottoresa accavallò le gambe snelle. Londi masticava quel pane pensando fosse il migliore mai mangiato, migliore anche di quello che preparava con Ella ancora quando stavano con mamma e papà.
-In pratica sembrava che qualcuno giocasse con Calum, capisce? Diceva cose fin troppo reali per essere un sogno, sembrava di averlo veramente lì di fianco, la parte peggiore è stata svegliarsi rendendosi conto che era tutta una balla. In pratica sembrava un percorso studiato per farmi tornare in maniera più dolorosa al pensier della sua morte.- buttò giù tutto con il tè che le lasciò un dolce fresco, scendeva amabilmente in gola.
-Non so come spiegartelo, Londi, questa stanza è impenetrabile anche per il mutante più forte, non credo che qualcuno esterno l’abbia controllato. Credo sia l’inconscio sai, ieri ci hai pensato, credo si normale, secondo me è la tua mente che elabora ciò.- scosse la testa, Londi, per nulla soddisfatta della risposta. – Mi spiace non saperti dare una risposta- ribadì la dottorssa quasi nervosa.
In questo momento la sè sana pensò che forse, in questi casi, come dottoressa, la Mendez faceva un po' pena, ma poi tornò a pensare al pane.
Dopo pochi attimi di silenzio riprese.
No, non posso continuare a non dirtelo.- si alzò dalla sedia con la mano nei capelli ondulati, la ragazza la guardava confusa. –Oggi quando sono andata via non avevo un paziente, stavo sistemando il piano per farti uscire da qui. Dovevo trovare delle persone perché tu hai delle barriere da abbattere, fa parte del tuo percorso psicologico. Li ho trovati e stasera verranno a farti visita, di sicuro sanno meglio di noi come prenderti e sono tutto quello a cui puoi aggrapparti per riuscire ad andartene.- la ragazza guardava la dottoressa con un sopracciglio alzato, sentendo pugni aizzarsi contro allo stomaco.
-Non saranno …?- la preoccupazione crebbe come le margherite a primavera.
Il panico barattò il suo respiro regolare per un dolore al petto, la gola bruciata dall’aria che pareva fuoco rovente.
-Non potevo fare altrimenti, davvero, tu ce la farai, hai affrontato di peggio e ne sei uscita vincitrice. Se non estirpi ora la radice che causa il dolore non lo farai mai. Mi sono affezionata a te e saperti qua dentro mi contraria, hai combattuto mali peggiori solo con le tue mani e non riuscirai a spazzare via i fantasmi che rovinano la tua vita se starai qua a rimuginare sul passato. Ti meriti una vendetta, dimostra che niente ti spazzerà, non buttare via tutto il nostro lavoro!- la incitò la dottoressa Mendez.
Londi era furibonda e allo stesso tempo lievemente convinta e dopo un attimo ebbe paura. Mandò giù il boccono incastratosi nella trachea e cerchò di unire consonanti e vocali prima in parole, poi in frasi cercando con fatica di dare un senso al discorso.
-Lei come ha osato tirare fuori lo scheletro dell'armadio senza prima parlarmene? Voleva che arrivassero qua all'improvviso e fossero tipo "ehi, ciao, sai ti abbiamo abbandonato due anni fa in un manicomio ma ora dobbiamo eliminare i cattivi ricordi nella tua mente e forse se sarai meno pazza potremmo tirarti fuori di qui!". Io dico, come si permette di rivangare nel mio passato per estrarne persona che mi hanno vista crollare nel vortice dell'insanità? Lei non sa che cosa serve a me per stare meglio! Lei non potrà cancellare i cadaveri che ho sulle mie spalle con l'arrivo dei miei compagni di squadra!- l'ira la portò alle lacrime, per parlare teneva i denti serrati o avrebbe ruggito, morso come l'animale che sostava in lei. -Io non farò parte di questo piano per buttarmi fuori di qui, io sono matta, io sono andata, sono destinata a essere cancellata dalla mente di tutti, ricordata come la pazza che guidò mezza squadra verso il suicidio. Potrei addormentarmi e non svegliarmi più e io ormai ci convivo con questa realtà e non mi fa paura, perchè lei non sa accettarla? Non può salvare tutti!- urlò così forte che si aspetto la caduta dei muri o una schiaffo i qualche reazione, ma la Mendez non mosse nemmeno un muscolo del viso; bensì guardandola negli occhi con il solito tono di voce le fece qualche raccomandazione, dicendo che avrebbe seguito tutto da dietro lo specchio.
Aiutata da tre ausiliari la ragazza si lavò, indossò qualcosa di “decente”, pettinò i lunghi capelli blu e cercò di infilarsi la maschera meno apatica del repertorio.
 
Si accasciò su una poltrona nell’angolo, voltò le spalle alla portapassando dalla rabbia all'agitazione e al panico.
Dal terrore risbocciò il risentimento, da questo partì il panico e infine fu un subbuglio pazzo di personalità e emozioni e di malattia.
 
(https://www.youtube.com/watch?v=DF0zefuJ4Ys)


La porta si aprì silenziosa, smuovendo leggermente l’aria. La ragazza dei capelli blu non sapeva più nemmeno quale strano ibrido fosse diventata, ma ormai avrebbero dovuto accettarla.
Attimi lunghissimi scanditi da leggeri respiri 
appena udibili.
-Londi?- riconobbe la voce leggermente roca di Michael. Si voltò con il terrore dipinto a grandi pennelle in volto. –Ciao, che piacere rivederti.- disse questo. "Balle" pensò Londi.
-Ciao Scintilla, non sei cambiata per nulla, sai?- Ashton si fece avanti con la sua solita fossetta e il soprannome che la ragazza tanto odiava, sembrava tutto troppo distante da quello che sarebbe dovuto succere dopo due anni, ci si Sembravano aspettare corse, abbracci, lacrime, ma era semplicemnte uno spettaccolino mal scritto e messo in atto a forza.
-Ciao.- fece una breve pausa Mars. –sei di nuovo tu.- Oh sì, era di nuovo sè stessa, come se fosse minimamente possibile.
-Sì, infatti, non è proprio cambiato nulla, sto una meraviglia, sì qua dentro il tempo vola, sono stati due anni stupendi grazie di avermelo chiesto.- fece una risata isterica e terrificante.
Gli altri tre si scambiarono sguardi per darsi forza l’un l’altro. La tensione era un filo che li collegava tutti.
-Sei già informata del perché noi siamo qui, vorremmo spiegarti come andranno le cose. Possiamo avvicinarci per discuterne?- Michael si fece cauto portavoce del trio, tanto giovani, quanto incapaci di avere tatto nel passaggio da argomento ad argomento; sembrava che si fossero dimenticati della persona con cui avevano a che fare. In tutta risposta Londi scosse la testa posseduta dalla paura. –Va bene, allora noi restiamo qui. In breve l’accademia ha bisogno dei tuoi poteri, si sta presentando una situazione di emergenza e senza di te perdiamo in partenza, ci serve qualcuno che incoraggi gli studenti, che ci riporti allo splendore di una volta. Dalla parte di amico devo dirti che saperti qui dentro è un grande strazio, non è più lo stesso senza di te. Ti rivogliamo indietro e sappiamo che il dolore per, beh, quello che è successo a Calum è ancora pressante, saremmo voluti essere più presenti, ma è la prima volta che ci lasciano ven...- Mars lo maledì per l’ultima frase bruciandolo con uno sguardo; se Londi avesse saputo che il centro non permetteva la loro l’entrata, nonostante le continue presenza fuori dai cancelli, avrebbe di sicuro distrutto tutto; glielo avrebbero detto a tempo debito.Sai che lui sarebbe andato avanti per te, non ti lascerebbe mai andare nel baratro, così come non lo avrebbe fatto Ella.- terminò il discorso.

La ragazza dai capelli blu iniziò a tremare dal nome del ragazzo in poi, i brividi le percossero ogni centimetro del corpo. Il suo nome era la causa maggiore del suo tilt.
-Oh, alla scuola servo, ecco perché si ripresenta dopo 2 anni. Non dite che vi manco e cose del genere che altrimenti sareste venuti a trovarmi.- sorrise amara come non mai di fronte a quell’opportunismo inappropriato. –Poi tu non sei Calum, come fai a sapere che avrebbe fatto lui se fosse ancora vivo? Non sei nemmeno Ella- sputò acida. Mantenne un’espressione tra il pazzo e il disperato. Cominciò a perdere la lucidità, dondolandosi impercettibilmente sulla poltrona, rendendosi conto della situazione, come se dentro di lei si stesse doppiando, come se si stesse suddividendo nella Londi matta e in quella lucida e consapevole.
-Londi non dir..- Tentò di risponderle Michael.
-NO, INVECE! A VOI NON IMPORTA UN CAZZO DI ME! STATE SOLO FACENDO UN GIOCHETTO DI MERDA PER FARMI IMPAZZIRE.- Lo guardò in faccia con le lacrime schierate in prima linea.

Un gesto pazzo mosse Ashton, sapeva di non doverlo fare, ma gli faceva così male che agì senza pensare alle conseguenze.
Con una falcata la avvicinò, si mise di fianco alla poltrona. Londi parve spaventata quando il ragazzo le si chinò lateralmente, 
nei suoi occhi la forza di salvarla e di tirarla fuori da quella situazione anche da solo, perché Ashton le voleva bene, cazzo se le voleva bene, era come sua sorella.
La ragazza vide la scena a rallentatore con le lacrime che si preparavano a cadere pesanti come la pioggia a ottobre. Lo sguardo di lui nel suoi occhi lilla, lei cercò di comunicargli il bisogno di essere salvata da quelle sabbie mobili distruttive che le stavano lentamente bloccando il passaggio dell’aria.
Il respiro si faceva sempre più corto. I tremolii erano sempre più fitti. I visi di Michael e Mars bloccati impassibili sulla scena.
La mano di Ashton toccò la mano di Londi.
Le loro pelli quasi si gelarono al contatto, tanta la paura quanto il rammarico presenti dentro di loro. Quella mano piccola e affusolata, si ricordava ancora con quanta grazia e determinazione comandasse l’elettricità.
Lei dentro di sé si sentì in ricostruzione, tanto che un sorrisetto misto a dolore si spaziò sul suo volto mentre le lacrime si infrangevano contro alle lentiggini e alle guance paffute.

Cominciò la scongiura. Tutto d'un colpo, nessun preavviso, poche vie d'uscita.
Gli altri due si avvicinarono a Ashton, il quale piangeva, richiamava il nome di Londi e sembrava che anche loro fossero sul punto di cadere a pezzi di fronte a quell’immagine dolorosa, ma lo presero con forza e cercarono di allontanarlo.
Londi non vide più nulla dopo che era lasciata andare a terra tenendosi la mano sul punto in cui sentiva il cuore palpitare talmente forte che avrebbe potuto forarle la cassa toracica. Vide il pavimento muoversi velocemente insieme al petto. Cominciò a non sentire più nulla al di fuori del proprio battito cardiaco e dei singhiozzi shoccati di Ash, che veniva tirato fuori da un Michael distrutto dal pianto e con la voce rotta. Perché quando affondi tu non lo sai, ma tiri sempre giù qualcuno con te.
Si raggomitolò. Fu una crisi di quelle serie, ma una voce le sussurrò che forse dopo questa utto sarebbe andato diminuendo. Si tappò le orecchie per non sentire il proprio cuore. Pensò che sarebbe morta di lì a poco. I dottori stavolta non arrivarono, sembrò quasi la sua prova da superare, doveva salvarsi da sola per uscire da lì.
Si trascinò al letto sfregando la pelle nuda contro al pavimento liscio, provando un dolore che la riportò lentamente alla realtà; salì sopra al materasso cominciando a contare i respiri come le aveva insegnato la dottoressa, poi prese il controllo del battito e si calmò pensando a cosa avrebbe dovuto fare dopo.
 
Ci impiegò una buona mezz’ora a calmarsi, nel frattempo anche gli altri dovettero tranquillizzarsi a loro volta e prepararsi al vero affronto.
Michael quasi lanciò Ashton contro al divanetto. Il riccio tremava e si teneva le mani unite dietro alla testa, come a volersi richiudere dentro a sè stesso, singhiozzando. Emise un urlo disperato. Non fu ad alta voce, ma fu pieno di vetro, irradiato contro chiunque.
-Io, io non avrei dovuto farlo, sono stato un idiota, avrei anche potuto mettere a repentaglio la sua vita, io non so che dire.- balbettava tenendosi le mani sugli occhi per togliere le lacrime ancora presenti a importunare il suo sorriso, sorriso tormentato dall’accaduto di due anni prima.
-Signor Irwin, invece ha fatto bene, dovevamo testare Londi e credo che sia stato un salto decisivo, non l’ho mai vista così determinata a voler fermare un attacco. Magari sarà parso avventato, ma ora siamo sicuri che lei sia pronta a una riabilitazione, ha capito come autogestirsi.- lo rassicurò la dottoressa.
-E' stato orribile.- sussurrò Mars infilzando le mani nei capelli, lasciandosi andare contro al muro, scivolando sul pavimento.
 
Londi si avvicinò all’interfono, il quale funzionava solamente sotto attivazione da parte sua.
-Fate entrare Michael.- disse fredda e con una punta di decisione, sistemandosi la maglietta e i pantaloncini.
Michael percepì le gambe cedere e la sicurezza del primo incontro svanire, si sentì improvvisamente vuoto e terrorizzato, però sapeva recitare e avrebbe dimostrato una falsa tranquillità. Guardò Mars per cercare supporto prima di andare e lei gli sorrise, lui la trovò radiosa nonostante tutto quel casino.
Poi entrò.
 
Con una chiusura secca si fece davanti a lei, nel centro della stanza, con tutta la sua (falsa) temerarietà.
-Michael, sei arrivato. Tu e i tuoi capelli sfarzosi non passate mai troppo inosservati.- si sentì una punta di ironia, ironia che apparve macabra data l’espressione senza minima emozione di Londi.
-Hai chiesto di me e non mi sono tirato indietro.- si leccò le labbra incrociando le braccia al petto.
-Si torna indietro alla missione, ricordi? Tu fosti l’ultimo a toccare Calum prima che sparisse il cadavere insieme a quello di mia sorella poi sparì anche Luke, ricordi? In pratica una parte di lui rimane in te. Eppure sei quello che mi provocava meno ansia, non so come mai. Ho chiamato te perché tu rispondi senza timore né ritegno, di solito.- si appoggiò al muro alle spalle di Michael.
-E' così facile dimenticare la gente? No, perché penso di essere l'unica a ricordarsi della vostra esistenza.- riprese osservandolo con più ferocia. –Come mai, mentre io impazzivo perché ho ucciso due persone che amavo … - la interruppe bruscamente l’altro.
-Non hai ucciso te Calum ed Ella, non è stata colpa tua. Loro hanno manipolato il tempo creando un temporale ad alta elettricità che ha intercettato le tue scariche e ne hanno assorbito il potere, loro hanno direzionato le tue scariche verso Calum e Ella, non-non potevi saperlo.- si voltò leggermente, perchè le rendeva tutto difficile? 
-Fatto sta che io nonostante sapessi del temporale e avessi sentito l’elettricità l'ho fatto lo stesso, ho lanciato pure la scarica più pesante convinta di non poter sbagliare, quindi è come se li avessi uccisi io.- si spostò con passo veloce, girando intorno a lui con un raggio di circa un metro. –Comunque, dicevo, perché non siete venuti prima? Voi che facevate mentre io stavo qua a disegnare facendomi venire enormi calli sulle dita per non ricordare? Dove diavolo stavate mentre cadevo dal letto con una crisi? Perché mentre io ero depressa perché sono sopravvissuta io e non loro due, voi stavate all’accademia ricostruendo la vostra vita, mentre io rimanevo qua a distruggere ancora di più la mia?- arrivò al suo petto puntandogli il dito contro, abbassando la voce fino a farla quasi tremare.

Michael dentro sè piangeva, ma esternamente apparve impassibile. Non poteva darle le risposte che cercava.
-Non lo so, Londi.- sospirò dicendo la bugia più grande mai uscita dalla sua bocca. La verità era che all’accademia non c’era giorno in cui non si pensasse a lei, la stanza di Londi non era nemmeno stata affidata, nessuno poteva dimenticare il suo sorriso o i piccoli lampi elettrici che faceva saettare quando faceva qualche scherzo.
-Ma in ogni caso, nonostante il menefreghismo io ho ancora bisogno di voi, sembra che non abbia sufficiente stabilità per fare ciò da sola. Rischierei di morirci qua dentro, diventerei un fantasma peggio di mia sorella.- Ella, quanto le mancava, la pelle sempre candida quanto la sua, le stesse lentiggini, ma i capelli color carota, ricci, completamente opposti ai suoi. Quel ricordo riemergeva dalla sua percentuale sana, infatti sentì un colpo duro nella testa, dolore.
Si avvicinò all’interfono schiacciando il bottone e chiese sicura come non mai di far entrare gli altri due. Fece accomodare Mars, Ashton e Michael sul divanetto che fece uscire dalla parete.
-Vedo che alla fine voi due state insieme, congratulazioni, avete finalmente aperto gli occhi.- indicò con un cenno della testa le mani intrecciate di Michael e Mars che si rincorrevano dal primo anno, ormai; i due arrossirono vedendo l’espressione impassibile della ragazza dai capelli blu. -Ma non siamo qui per colombe e petali di fiori, siete qui perché dovete allenarmi, dovete essere presenti almeno 1 volta al giorno alla seduta di psicoterapia, dovete aiutarmi con le pillole, dovete capire i miei punti deboli, non so quanto sarò lucida. Ora che ho bisogno di voi siate presenti, non voglio passare il resto della mia vita in questo squallido manicomio.- incrociò le braccia guardando i tre con una leggera aria di superiorità – Irwin, smettila di guardarmi come se fossi un gatto con la zampa rotta.- si voltò verso di lui alzando gli occhi al cielo.

Nessuno parlò.
-Siete disposti a fare dei sacrifici o devo uscire di qui da sola?- risvegliò gli altri dalla trance. –Sono ancora brava nel corpo a corpo, se no perché mi avrebbero tolto gli specchi?- se avesse sorriso le frasi sarebbero sembrate meno inquietanti, ma lo disse con così tanta convinzione e sfacciataggine che gli altri rimasero immobili per qualche minuto.
Come primo si alzò Ashton, si avvicinò alla ragazza la quale alzò leggermente un angolo della bocca, ma lo fulminò quando le mise la mano sulla spalla, lui le sorrise e lei capì che la mano non l’avrebbe mai tolta; ne fu quasi grata.
Ashton non aveva paura del contatto ora che sapeva gestire i suoi poteri; fuori da quella stanza, avrebbe potuto fermarti il cuore con un solo sguardo.
-Io sono sempre dalla tua parte, lo sai, Scintilla.- lo guardò senza una unica e vera emozione e tornò a osservare gli altri due.
Si alzò un sospiro dal divano, Mars avanzò, i ricci si mossero come le onde che creava sempre vicino alla fontana dell’accademia.
-Io sono dalla tua parte, Blu.- tutti le attribuivano un soprannome, se ne davano sempre tra loro. Restò solo lui e sembrò serissimo.
-Tu non ci stai?- era testardo, ma non senza cuore.
-Chi mi dice che saremo al sicuro? Che certezze abbiamo?-
 il "ragazzo dai capelli spavaldi", come erano soliti chiamarlo, intrecciò le dita di entrambe le proprie mani e se le portò davanti al viso.
-Perché siete la restante parte della mia famiglia, Michael. Non vi ucciderò, non ci saranno incidenti come con gli altri. Il rancore non è eterno quando stai in una famiglia.- e dentro di sé la voragine inghiottiva tutto, grazie alla paura nei suoi confronti da parte di un membro della sua famiglia.
Guardò gli altri due poco convinto, poi si alzò con lentezza mantenendo il contatto visivo, schierandosi di fronte alla ragazza.
-Spero che la tua lucidità non abbia la stessa indipendenza dei tuoi capelli.- dapprima apparve serio, ma quando alzò l’angolo della bocca il respiro degli altri due si lasciò andare in un sospiro scandito da un sorriso.
Londi ricambiò il mezzo sorriso, sentendosi eternamente grata dentro di sé per l’aiuto offertogli dalla famiglia, la restante che aveva. Dimostrò ai demoni nel suo cervello che nonostante tutto loro erano lì, anche dopo i due anni peggiori delle loro vite ed erano ancora una cosa sola, era come se fossero ancora tutti insieme negli X-Men.

-Una famiglia.- ripetè Michael allungando la mano nella sua direzione. La strinse forte, Londi, piena del terrore di riaffondare.


SPAZIO A RONNIE

Salve salvino, okay credo che ora metterò l'aggiornamento fisso per ora a due giorni a settimana fondamentalmente io sono fiera della mia storiella e spero piaccia anche a voi!
So che questi primi due capitoli sono stati noiosi, ma dal prossimo comincia l'allenamento e si scoprirà la storia di Londi.
Devo dire che Londi e Ash sono amorevolissimi, sarà proprio insieme a lui che scopriremo il muro dietro ai capelli blu.
Allora diciamo che in questo capitolo devo ringraziare la mia amorevolissima Giada aka Tiss, che mi ha lasciato la recensione più bella di sempre (dopo il 82794esimo tentativo lol)
Anyway forse aggiornerò il martedì e il venerdì o lunedì e venerdì, spero di leggere qualche vostra bella parola! Se siete interessati sono @dxlum su twitter. MA EHI, TANTO NON FOTTE A NESSUNO AHAHAHHAH.
A presto,
Ronnie xx

 
   
 
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