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Autore: Kano_chan    13/06/2014    6 recensioni
Dal Prologo:
"Sto aspettando e non so quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia storia.
E’ una storia senza pretese perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici, delle mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita insomma.
E se sulle prime vi potrà sembrare straordinaria in realtà per me è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso narrarvela.
Questa è la storia della Figlia della Montagna."
~~~~~
Dall'Epilogo:
Fine
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 28
Capitolo 28



Scintillanti cascate di pura acqua cristallina, che si riversano da muraglie rocciose e che creano una cortina di colori iridescenti. Nell'aria il profumo frizzante delle gocce, che si mescola a quello muschiato della foresta... Risate e canti tra gli spruzzi.
Dovetti scuotere vigorosamente la testa e stropicciarmi gli occhi, quando li riaprii tornai a vedere la tetraggine di Bosco Atro.
Non era la prima volta che la mia mente cercava di dissociarsi dalla realtà, facendomi tornare involontariamente sulle Montagne Azzurre.
Era il nono giorno di marcia e non c'era alcun segno che la foresta stesse finendo.
Osservai davanti a me, con sconforto, lo zaino sulle spalle di Gloin; pendeva molle dalle cinghie di cuoio con la borraccia che tintinnava quasi del tutto vuota. Stava peggiorando ogni giorno di più e di questo passo... 
Come se avessi materializzato quei pensieri, rendendoli visibili a tutti, una mano mi si posò sulla spalla.

-    Non perdere la speranza Harin - mi disse Bofur, con un sorriso che voleva essere rassicurante.

I suoi occhi però lo tradirono, vidi un barlume di incertezza passare dietro di essi, troppo evidente per essere celato.
Cercai con lo sguardo Thorin; aveva gli occhi fissi sul sentiero che si snodava davanti a noi mentre si passava una mano sulla fronte, non so bene se per tergersi dal sudore o per scacciare via i pensieri.
Si stava impegnando. Stava mettendoci tutto sè stesso per farci uscire di lì, ma credo fosse consapevole del fatto, che la sola determinazione non basta, a volte, per risolvere i problemi. Eppure non si sarebbe arreso, mai, davanti a niente; avrebbe fatto qualsiasi cosa, prosciugato ogni energia per salvare chi amava, e quello era un pensiero sufficientemente rassicurante, almeno per me.
Fu solo in quel momento che feci caso al rumore di acqua che si udiva in lontananza; a quanto pareva alla fine non era del tutto frutto della mia immaginazione.

-    Ci deve essere un fiume più avanti! - dissi ad alta voce, così che potesse sentirmi tutta la colonna.
-    Quanto può essere distante? - chiese Nori, aggrottando la fronte e concentrandosi per udire anche lui il rumore.
-    Non molto... - replicai fissando il sentiero proseguire diritto.

Come predetto, non passò che mezz'ora prima di arrivare al greto.
La terra lasciava ben presto il passo ad un acciottolato di pietre, grandi e piccole; la vegetazione si era fatta quasi del tutto assente con radi cespugli dai colori marcenti; la luce era aumentata e il cielo sopra di noi era cosparso da un denso strato di nubi di un grigio uniforme; infine il fiume vero e proprio portava fieramente il suo nome. Le sue acque erano scure, torbide, placide, che presagivano tutto tranne che buoni propositi; non c'erano animali ad abbeverarsi e niente ad incresparne la superficie, che assumeva l'aspetto di una immensa lastra di spento metallo. L'altra sponda non si vedeva, nascosta da una fitta nebbiolina fredda e umida, ma potevo essere sicura che non sarebbe bastata una buona rincorsa e un rapido salto, per potervi arrivare.

-    Deve essere il fiume di cui parlava Beorn. Ricordatevi di non bagnarvi e né di bere - disse Thorin scrutando l’acqua nera scorrere davanti a sé.

Aveva un'espressione eloquente sul volto, ed ero certa che pensasse anche lui, che non fossero di sicuro necessari degli avvertimenti, per evitare di toccarla.... nessuno sano di mente avrebbe mai assaggiato anche solo una goccia di quell'acqua, sapeva di morte solo a guardarla.

-    Sembra una presa in giro… - commentò Bofur - stiamo finendo l’acqua e qui davanti a noi c’è un fiume da cui non possiamo fare rifornimento! - disse togliendosi il cappello con fare nervoso.

Non potei che dargli ragione e mentre gli altri si mettevano a discutere su come poterlo attraversare, io mi sedetti su di un tronco abbattuto a qualche metro di distanza dalla riva, fissando torva un ammasso di sassi impilati sul greto.

-    Non ti scoraggiare bambina mia -

Balin si sedette vicino a me e sorridendo, mi diede una pacca affettuosa sul braccio.

-    Incomincio a trovarlo difficile sai? Questa foresta mi sta prosciugando di ogni energia e i viveri sono praticamente finiti - risposi guardando sconsolata il mio bagaglio.
-    Posso capirti Harerin, ma tieni presente che giorni tristi passano come tutti gli altri. Tramontano la sera per lasciare il posto all'alba di una mattina migliore. Devi solo saper attendere - replicò.
-    La nostra alba si sta facendo attendere da ben nove giorni ormai... - commentai, dando un calcio al sasso più vicino che rotolò fin quasi all'acqua.
-    Usciremo da qui e lo sai anche tu. Sbaglio o hai visto giorni più oscuri di questo? - domandò ammiccando con espressione furba.
-    Sì hai ragione e sei stato tu a tirarmene fuori tra l'altro - risposi, stringendogli una mano solcata da leggere cicatrici e vene azzurre.
-    Ti ho solo dato una piccola spinta. Sei forte ora, Harerin, non hai più bisogno di questo vecchio nano dai capelli bianchi - replicò Balin con tono dolce e una scintilla di nostalgia negli occhi stanchi.
-    Io avrò sempre bisogno del mio vecchio nano dai capelli bianchi - replicai aumentando la presa sulle sue dita.

In risposta ricevetti un bacio sul capo, che significava molto più di qualsiasi risposta.

-    C’è una barca attraccata all’altra riva! -

Sia io che Balin ci voltammo di scatto nella direzione da cui proveniva la voce acuta, che aveva esclamato quell'incredibile notizia.
Bilbo inginocchiato vicino alla sponda, a distanza di sicurezza dalle acque nere, scrutava davanti a sé con una mano a farsi ombra.

-    Sul serio? - chiese Oin, avvicinandosi al punto dove sostava lo Hobbit e riducendo gli occhi a fessura per vedere meglio.
-    Sì! - confermò Bilbo convinto, tirandosi in piedi e sistemandosi alla belle e meglio il suo prezioso gilè ora un pò consunto. 
-    Possiamo raggiungerla? - si informò subito Thorin guardando Bilbo, ma quest'ultimo scosse la testa.
-    No, è troppo lontana, persino per le gambe di Harerin - rispose lo Hobbit rammaricato, girandosi verso di me. 

Io mi avvicinai di più alla sponda e fissando dall'altra parte, notai anche io in lontananza, un'ombra scura ondeggiare nell'acqua.

-    Potremmo lanciare una corda - propose Kili con fare meditabondo a fianco del fratello - potrei legarla ad una freccia e conficcarla nel legno. In questo modo sarebbe un gioco da ragazzi tirarla verso di noi - spiegò.
-     E a che servirebbe? La barca sarà senz’altro legata anche se riusciamo ad agganciarla - replicò Gloin, lasciandosi ricadere nuovamente a terra frustrato.
-    No, non penso sia legata - lo smentì Bilbo, accovacciandosi e fissando intensamente dall’altro lato - anche se, ovviamente, non posso esserne sicuro con questa luce; ma mi pare che sia solo tirata a riva, che proprio lì dove il sentiero scende in acqua, è bassa - aggiunse, dondolandosi sui talloni.
-    Kili, facciamo un tentativo - disse allora Thorin, rivolgendosi al mio fidanzato.

Kili rispose con un cenno di assenso del capo, prendendo in mano l’arco e tirando fuori dalla faretra una freccia dal piumaggio marrone.
Io mi prodigai per passargli rapidamente la stessa fune, usata qualche giorno prima per tirare fuori Ori dalla pozza di fango; corda che lui legò stretta al fondo della freccia.


-    Bilbo aiutami, vedi molto meglio di noi - disse Kili allo Hobbit.

Bilbo, senza farselo ripetere due volte, si mise al suo fianco.

-    Ok alzala un po’ di più. No così è troppo. Ok. Un po’ più in qua... - lo corresse e dopo qualche altra indicazione annuì soddisfatto - lancia pure - disse, scostandosi per non intralciarlo.

Kili tese l’arco più che potè, la corda e i bracci si arcuarono in tensione, poi lo lasciò di colpo. Con un sibilo la freccia volò sul fiume, sparendo dalla vista in mezzo alla fine nebbiolina, finchè non si sentì il classico rumore della punta di metallo che perforava il legno dello scafo.
Dalla compagnia, che aveva atteso in religioso silenzio l'esito del tiro, si levò un urlo di gioia.

-    Bravissimo! - esclamai a Kili, lasciandogli un bacio a fior di labbra.
-    La prossima volta la scocco io - mi fece l’occhiolino Fili mentre suo fratello lo colpiva con l’arco sulla coscia.
-    Iniziamo a tirare, forza! - gridò Dwalin, che si era già avvolto la fune intorno all'avambraccio e aspettava.

Mettendoci tutti in fila iniziammo a tirare la fune.
Per un momento la barca fece resistenza, facendomi seriamente temere che, contrariamente a quanto detto da Bilbo, fosse davvero ancorata, ma per fortuna risultò solo incagliata e dopo l'ennesimo strattone, finalmente iniziò a scivolare placida verso di noi.
Quando fu abbastanza vicina a noi, potemmo constatare che si trattava di una piccola imbarcazione incapace di contenere più di 3 o 4 di noi per volta.

-    Dobbiamo attraversare a gruppi o rischiamo di ribaltarci - disse Thorin, saggiando con il piede la resistenza della barca.
-    E per rimandarla indietro come facciamo?- domandò Dwalin  
-    Datemi un’altra corda e un uncino se lo abbiamo - rispose prontamente Fili accarezzandosi le treccine nella barba bionda; era il segno che gli era venuta un'idea. 

Guardai quindi con interesse il mio amico fabbricare una specie di rampino, che, una volta pronto, lanciò dall’altra parte del fiume, prendendo poi a tirare piano la corda verso di sè, finchè non avvertì l'uncino ancorarsi perfettamente a qualcosa.

-    Salite sulla barca e issatevi verso la riva. Quando sarete scesi, potremo tirare di nuovo la barca verso di noi con la corda legata alla freccia. - spiegò Fili mentre i primi di noi si accingevano a salirci.

Alla fine rimanemmo solo io, Ori e Bombur.
Considerato il peso di quest’ultimo, era meglio che con lui salisse qualcuno di molto leggero; tra l'altro, fu un'impresa anche solo farlo salire senza che cadesse, ma alla fine ce la facemmo e anche la nostra traversata ebbe inizio.


-    Sicuri che non cadremo in acqua? - domandò Bombur, sporgendosi di un poco oltre il bordo della barca.
-    Sì se stai fermo - replicai io, aggrappandomi saldamente alla corda che io e Ori stavamo tirando.
-    Ci siamo! - esclamò d'un tratto il più giovane, salutando con una mano il resto del gruppo che ci attendeva.

Così attraccammo, e fin qui tutto bene... fu subito dopo che le cose andarono male.
Successe tutto molto velocemente: eravamo appena riusciti, spingendo da dietro e tirando da davanti, a far mettere un piede a Bombur sulla riva, quando dal bosco, improvvisamente, saltò fuori un grande cervo.
Quello ci guardò con occhi grandi e neri dalla paura di trovare tanta gente dove di solito non ce n'era, e spaventato, caricò verso di noi, spiccando infine un balzo, e atterrando sulla testa di Bombur.
Il mio compagno cercò di darsi lo slancio per saltare a terra e non finire in acqua, con l’effetto però, di spingere violentemente la barca di nuovo verso il centro del fiume. L'ultima cosa che vidi fu il cielo grigio sopra di me; caddi all’indietro picchiando violentemente la testa contro il bordo dell’imbarcazione e quel che successe dopo, lo scoprii solo una volta che mi ripresi.




Spazio Autrice:


Vi sto scrivendo
dopo essere tornata dalla torrida Torino per lavoro, from my camera, nella quale al momento ci sono, a stima, su per giù 30 gradi; prima sono passati Frodo e Sam a gettarci l'Unico, quindi non penso che mi tratterrò molto... perdonatemi!
Chi si aspettava una scena ambientata nel Fiume Magico (presente nel libro e non considerato nel film) è stato accontentato, ho cambiato poco o niente rispetto all'originale, praticamente c'è solo Harerin in più xD
Vi lascio per cui con l'ansia per le sorti della nostra piccola amica delle montagne ;)
Passo immediatasubito a ringraziare:
Tutti i lettori di questo lungo scarabocchio; tutte le mie recensiste con un saluto di riguardo a Daenerys 21 aggiuntasi da poco! Chi mi ha messa tra i preferiti, seguiti e ricordati (Jodie_always e LautnerSmile_HarryDimples
inseritesi da poco).
Ora abbiate pietà di me, ma vado a collassare sulla prima superficie piana che trovo davanti al ventilatore!!

Tak khaz meliku suz yenetu,

Marta

 

  
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