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Autore: Meramadia94    13/06/2014    1 recensioni
Dall'arrivo di Kitty a Londra è passato un anno e la vita scorre tranquillamente. Ma un giorno questa quiete viene interrotta, e un caso di tentato omicidio attacca al cuore uno dei fratelli Holmes. Sherlock, aiutato da John, indaga. Ma ben presto si accorge che per risolvere il caso, dovrà far luce su un mistero irrisolto di un anno prima. Il caso diventa una corsa contro il tempo che in caso di sconfitta potrebbe costare molto cara.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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''Vi posso aiutare?''- chiese una ragazza sui vent'anni con i capelli biondi e con un largo sorriso sulle labbra, non appena furono entrati nel locale indicato loro dalla sorella di Sherlock.
Locale che era sospettato di aver fornito il veleno al povero Nicholas.
''Lo spero...''- fece Sherlock mettendo sul bancone la fotografia del giovane medico, scattata da Catherine in occasione del loro primo, vero appuntamento.
La ragazza annuì.
''Oh ma certo. Viene qui tutte le mattine verso quest'ora assieme a una ragazza, la sua fidanzata credo...''- disse con una punta di delusione nella voce-:'' ordina sempre lo stesso caffè.''
''E' proprio per questo che siamo qui.... vede, il dottor Hooper...''- iniziò John cercando di spiegare lo sfortunato destino del giovane medico nonchè fratello di una loro cara amica, ma la barista lo anticipò alzando un indice come per dire di attendere per poi abbassarsi e ritornare su con un brico di caffè con il logo del locale, poggiandolo sul balcone.
''Ecco a voi: lungo, macchiato, freddo, in caldo. Fanno dieci sterline.''- fece la ragazza.
Sherlock tirò fuori il portafoglio e poggiò una banconota da dieci sterline e fece cenno a John di seguirlo fuori dal locale.
Entrambi s'incamminarono lungo il marciapiede, in direzione del laboratorio analisi.
''Perchè non gli hai detto che....''- chiese John.
''Meno cose facciamo sapere meglio è. Per tutti.''- spiegò Sherlock.
''Credi che in quel locale qualcuno sia complice del potenziale assassino di Nicholas....?''
''E' possibile....''- a pensarci bene, considerate le informazioni della sorella, quella sarebbe stata la via più ovvia per avvelenare il medico.
Sia Molly che Catherine stavano sempre molto a contatto con il medico, usavano le cose che usava lui in casa, mangiavano con lui.... non era stato ancora inventato un veleno ideato per colpire unicamente una persona.
Anche se.... conoscendo la scelleratezza umana e l'ingegno che veniva impiegato contro il prossimo, forse in un prossimo futuro se ne sarebbe sentito parlare.
''.... e se è questa la fonte dell'avvelenamento...''- continuò il CI indicando il bicchiere di caffè con il logo della ''Caffè Nero''-:'' Abbiamo un vantaggio. Il killer non sa che Nicholas sta gia male e soprattutto non sa che gli siamo addosso, altrimenti stamattina il caffè non sarebbe stato pronto come sempre.''
Il tempo....
Forse potevano conservare quella situazione ancora per un po'.
''Vuoi ancora aiutarmi?''- chiese Sherlock, certo della risposta.
''Ovvio.'' -fece John  con gli occhi di un soldato pronto a gettarsi nelle fiamme dell'inferno pur di salvare qualcuno.
Sherlock sorrise.
Quanto lo amava quando vedeva  quelle fiamme ardere negli occhi del fidanzato.
''Va da Lestrade.... e digli di tenere la stampa lontana da questa storia. Al momento Nicholas è in ospedale per delle lesioni riportate in seguito alla caduta. E nient'altro.''
John intuì le sue intenzioni ed annuì decisamente con la testa.
Le loro strade si divisero lì.
Sherlock continuò verso il laboratorio analisi, mentre John correva a passo spedito verso Scotland Yard per isolare il più possibile l'assassino dalla sua potenziale vittima.


''Molly come sta?''- chiese John a Greg, mentre il medico e l'ispettore si dirigevano a passo spedito verso il laboratorio di analisi del Barth's.
Greg sospirò.
''L'ho  sentita poco fa... come una alla quale stanno uccidendo il fratello.''- in altre parole la giovane patologa... stava cadendo letteralmente a pezzi.
Più che comprensibile, in fondo, Nicholas non era solo suo fratello... era tutto ciò che le rimaneva della sua famiglia.
Perderlo sarebbe stato come perdere per sempre una parte di lei, una parte della sua vita....
Eppure, malgrado il dolore che la stava lacerando, riusciva a mantenersi in piedi, trovava la forza per sperare che tutto si sarebbe risolto... era uno dei tanti motivi per cui Gregory Lestrade si era innamorato di lei.
''Che mi dici di Kitty, invece?''- chiese Lestrade.
Se Molly stava cadendo a pezzi per la possibili dipartita del fratello.... non voleva neppure immaginare come si poteva sentire la ragazza con cui Nick aveva dei progetti.
''Come ogni Holmes che si rispetti....''- rispose John-:'' decisa, temeraria, combatte battaglie di cui pochi sanno l'esistenza e non chiede supporto a nessuno.''
Quella battaglia però, la stavano combattendo tutti.... Lestrade, Sherlock, Molly, Catherine, lo stesso John.... e poi quello che più di tutti gli altri voleva uscire vincitore da quella battaglia.
Nicholas Hooper.
Aveva ancora molte cose da fare, progetti, ambizioni....  com'era possibile che proprio  chi si prodigava e passava i suoi migliori anni a studiare ed investire per poter salvare la vita degli altri,  adesso si trovava in una situazione del genere?
Non lo sapevano... ma avrebbero lottato tutti come dei soldati sul fronte di guerra per salvargli la vita.
''Sherlock, abbiamo fatto come hai detto... qualsiasi cosa trattenga qui il dottor Hooper di certo non è avvelenamento....''- fece Greg entrando nel laboratorio.
Sherlock stava osservando meticolosamente una macchia marrone sotto il vetro del microscopio, sperando di trovarvi un'alterazione, un agente estraneo.... qualsiasi cosa potesse suggerire un avvelenamento cronico.
''Il test è negativo....''- fece Sherlock alzandosi di scatto.
''Cosa?''- chiese John basito come non mai.
''Il test è negativo.... questo caffè è pulito.''- ripetè Sherlock non meno sopreso... ed anche abbastanza arrabbiato.
Era sicuro al cento per cento che il caffè fosse il serbatoio del veleno, e invece... ma non potevano aver previsto che qualcuno avrebbe indagato sul locale durante l'avvelenamento, per scambiare il caffè avvelenato con uno pulito in caso avessero deciso di farlo analizzare...
C'era un solo modo per togliersi il dubbio, definitivamente...
''Lestrade, manda alcuni della Scentifica in quel bar... dì loro di analizzare lo scarico, i bicchieri, le tazze.... per quanto si provi a lavarla via una traccia della sostanza si salva sempre, soprattutto se poi i residui si depositano nello scarico... e mi raccomando, che usino la massima discrezione....''
In quel momento, entrò una trafelata Catherine, con la faccia di chi aveva appena visto il più spaventoso dei serial killer, con il fiato corto ma non riuscivano a capire se era per la corsa o per la paura... e in quel caso non riuscivano a capire cosa potesse averla spaventata così tanto.
''Aiuto... aiutatemi vi prego...''- fece la giovane avvinghiandosi alle braccia del fratello, pallida come un cadavere.
''Che succede...? Kitty, calmati, respira e dimmi che succede....''- fece Sherlock impensierito. Sembrava davvero impaurita... proprio come quando era solo una bambina, quando correva da lui dopo un incubo o qualcosa che l'aveva spaventata.
''Nicholas.... ha ripreso conoscenza, non saranno stati più di cinque minuti.... poi ha vomitato ed è svenuto di nuovo....''
John sbiancò come un cadavere, poi corse via dal laboratorio seguito a ruota  dai due uomini e dalla giovane.
Non andava bene.
Non andava AFFATTO bene.
Significava che il veleno aveva attaccato lo stomaco e adesso lo stavva corrodendo dall'interno.
Il medico fece per entrare nella stanza del collega, quando...
''John.... ti supplico....''- Kitty lo aveva preso per un braccio, con i suoi tremolanti occhi azzurri come il mare lo stava implorando di salvare il suo uomo... Molly era poco dietro di lei.
Era tra le braccia di Lestrade, in lacrime.
Non parlava ma si vedeva chiaramente  dagli occhi che implorava l'amico di salvare il fratello, l'unica vera famiglia che le fosse rimasta.
''Farò l'impossibile, te lo giuro...''- fece John riferendosi in contemporanea alle due donne-:'' Qual'è il gruppo sanguigno di Nicholas?''
Molly prese un respiro profondo e rispose.
''A Positivo, come tutti gli Hooper....''- detto questo, il medico sparì nella stanza del medico dopo aver ordinato all'infermiera di procurargli tre sacche di sangue A Positivo.
Per il momento poteva tentare con quello, per cercare se non di salvargli la vita, almeno per prendere un po' di tempo in quella corsa disperata.
Molly non riusciva nemmeno a singhiozzare per il panico e il terrore che provava in quel momento, e solo Greg che le carezzava dolcemente i capelli sembrava poterla calmare.
Sherlock si avvicinò a Catherine, stringendola per le spalle, per fargli sentire la sua vicinanza. In genere si guardava bene dall'essere espansivo, soprattutto in pubblico.... ma Kitty rimaneva pur sempre sua sorella, ed era la più piccola.
Lo irritava certe volte.
Il suo impicciarsi dei suoi casi o dei suoi affari lo mandava fuori di testa.... ma  non gli avrebbe certo impedito di proteggerla o aiutarla in caso di bisogno.
'' Le probabilità che ce la faccia sono molte.... c'è John con lui....''
Kitty annuì, anche se non convinta del tutto, ma apprezzava lo sforzo e strinse la mano del fratello come se fosse un naufrago in mezzo al mare.
John uscì dopo una mezz'ora buona, poco dopo aver sostituito la flebo al medico e dato un occhiata la monitor che segnava una diminuzione del battito cardiaco.
''Come sta?''- chiesero le due donne quasi in coro.
John sospirò.
Questa era la parte che gli piaceva di meno del suo lavoro, parlare con i parenti e gli amici quando le condizioni di un malato si facevano più serie.
Era solo una diceria quella del '' Più lo fai, più ti diventa naturale''. Ogni volta era come prendere e dare un colpo al cuore nello stesso tempo.
E visto che le persone con cui doveva parlare erano persone che sentiva quasi come una famiglia lo era anche di più.
''Pe ora è stazionario... gli abbiamo somministrato altro sangue, lo aiuterà a resistere più a lungo....''- non che si potesse dire una fortuna.
In caso di insuccesso gli avrebbero solo aumentato l'agonia.
''Non c'è nulla che si può fare per aiutarlo a stare meglio?''- fece Greg preoccupato. Gli faceva un male incredibile poco sotto il petto vedere la sua amata soffrire in quel modo, e il fatto di non aver ancora trovato un responsabile lo mandava fuori di testa.
John ci pensò su poi propose-:''Potrei parlare con il responsabile del reparto di Tossicologia, per mettere a punto una cura o una terapia sia per farlo stare meglio che per aiutarlo a tenere duro...''
Molly, in quanto unica consanguinea ancora in vita del paziente, diede il suo assenso.
Aveva gia perso il loro padre in un tragico incidente stradale e la loro madre era mancata poco dopo a cuasa del dolore.... non poteva permettersi di perdere anche lui.
''Andate a riposare, vado a parlare con loro...''- fece John incamminandosi dalla parte opposta del corridoio.
Molly si rifiutò di tornare a casa e lasciare lì il fratello e quindi manifestò la sua chiara intenzione nel rimanere.
Le fu concesso, ma a patto che Lestrade potesse rimanere con lei.
''Andiamo... non ha senso rimanere tutti qui, e tu hai bisogno di riposo....''- fece Sherlock prendendo la sorella per mano.
Ma la giovane s'impuntò piantando i piedi saldamente a terra.
''No, non me ne vado, rimango con lui...''- fece quasi implorando.
''Kitty... non... non puoi fare niente qui. Con lui restano Molly e Lestrade, e John si sta prendendo cura di lui, se vuoi aiutarlo tu puoi...''
'' Non dire che se voglio aiutarlo devo andarmene a ca sa a dormire perchè io non vado da nessuna parte finchè non lo vederò stare bene!!!!''- fece di nuova la giovane Holmes liberandosi dalla stretta del fratello fissandolo quasi con rabbia.
''Aretha....se non vieni da sola, dovrò usare metodi poco convenzionali per convincerti a venire a casa a riposarti un po'...''- fece Sherlock con un tono incredibilemente pacato, avvicinandosi a lei sempre di più.
Kitty non abbassò nemmeno gli occhi, anzi continuò a guardare il fratello con i suoi occhi blu vivo, in segno di sfida.
Per poco non gli scoppiò a ridere in faccia.
''Cosa vorresti fare.... chiedere a Mycroft di mandare i suoi uomini ad arrestarmi e poi farmi mettere agli arresti domiciliari in casa sua....oppure...''
A quel punto si aggrappò al fratello, quando un dolore esplose nel suo fianco.
La vista le si stava appannando, sentiva le forze abbandonarla, suoni, cose o persone si stavano allontanando da lei.... era come se l'avessero immersa del tutto in una vasca piena d'acqua.
Poi non sentì più nulla.
Solo il buio.
L'ultima immagine che registrò era suo fratello... con una siringa in mano.
Il consulente la poggiò delicatamente per terra per evitare che si facesse male o per evitare che qualcuno decidesse di ricoverare anche lei.
''Kitty!!!''- Molly e Greg le furono subito intorno.
''Ma che cosa...?''- fece Molly stranita.
Aveva capito subito che quello non era uno svenimento normale.
''Tranquilla, è solo l'effetto della morfina che le ho dato... era l'unico modo per convincerla a riposarsi un po'...''- nel dir così la rialzò delicatamente facendole poggiare la testa sulla sua spalla-:'' Lestrade potresti chiamarmi un taxi, così riporto a casa questa testa dura?''
Senza attendere nemmeno una risposta, s'incamminò con la ragazza verso l'uscita, consciò che a breve avrebbe dovuto usare tutte le sue doti per convincere la sorella a non ucciderlo per questo.

  
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