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Autore: Iria    13/08/2008    7 recensioni
"L'invito del Diavolo arde e confonde, istiga ed uccide...
Le candide ali bagnate dal sangue dei peccatori sono la più seducente delle tentazioni.
Signore e Padrone, il banchetto è pronto."

Un'AU completamente nuova che spero apprezzerete nella sua umile forma.
Mi auguro mi lascerete un commento, anche negativo. Grazie.
Attenzione! Probabilmente questa fic subirà un mutamento a livello di genere. Al momento, aggiungo l'avvertimento shonen-ai.
Attenzione! Ho aggiunto il genere guerra.
Genere: Dark, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Iитø тђє ðαякиєรร

 “Apparve ancora un altro segno nel cielo: ed ecco un gran dragone rosso, che aveva sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi. La sua coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo e le scagliò sulla terra...”

Lucifero sorrise lievemente e si sporse verso il giovane seduto con eleganza sul letto:
“Non credevo cedessi così semplicemente alle richieste di un Demone…” Lo provocò il Diavolo.
Yurij lo fissò un istante divertito,incrociando le braccia al petto.
“C’è per caso ambiguità nelle tue parole..?”ribatté con lo stesso tono il Caduto.
E l’elegante essere, che diede vita all’Inferno, prigione e salvezza per le anime sporche, rise…

La presenza di quel Demone lo divertiva…
Kai Hiwatari osservava con attenzione; ed una tranquillità inquietante incorniciava i lineamenti del volto duro e battagliero.
La fierezza dei suoi occhi di rubino, che si perdevano in sfumature ametista, si fondeva con una profonda saggezza, donando al Guerriero una bellezza senza tempo, che sostava a metà strada tra l’allegria e la spensieratezza dell’adolescenza degli uomini e una più profonda maturità, donata e concessa solo alle più antiche Creature Alate.
Sorrideva lievemente, camminando poco più indietro rispetto al Guardiano e al Messaggero: quest’ultimo fischiettava allegramente accanto a Yurij, guardandosi intorno e lasciando trasparire alle volte nelle espressioni del suo viso un’innocente e sporca curiosità verso le sculture, i dipinti e le strutture più meravigliose che adornavano l’Edificio.
Il corridoio si snodava in un labirinto di sconosciuti percorsi, tutti apparentemente senza una fine (O forse davvero non vi era via d’uscita da quella prigione Paradisiaca?)
Ma Yurij Ivanov sapeva dove condurre il suo particolare ospite…

“Boris fu una scossa alla monotonia di quei luoghi.” Bisbigliò il meraviglioso Caduto.
“Mi parli come se avessi odiato tutto ciò che ti ha circondato dalla tua creazione.” Osservò Lucifero.
“Il punto è che credo di non aver odiato nulla che non abbia inizialmente amato.” Ribatté atono il rosso.
“Mi viene difficile associarti all’amore,Angelo.” Lo provocò con malizia l’Imperatore.
Yurij si lasciò sfuggire una risata ricca di gusto e piacere.
“Non ho voglia di parlare tra queste quattro mura. Scendiamo in strada, Lucifero.” Fece, poi, il rosso e il Sovrano annuì.
Yurij Ivanov, vestite le sue membra di quei volgari abiti moderni (anche se non poteva di certo negare l’attrazione che provava per i pantaloni di pelle nera e per quelle maglie a rete dello stesso oscuro colore), saltò sul davanzale della grande finestra aperta: i raggi lunari splendevano sensuali.
Sorrise lievemente, lasciandosi cadere in strada aprendo le due grandi ali scheletriche, che lo aiutarono nell’elegante atterraggio sull’asfalto.
Lucifero lo osservò un istante affascinato, poi facendo roteare in un gesto quasi giocoso il suo amato bastone, raggiunse in strada il Caduto, lasciando che le sue pure ali bianche e grandissime favorissero una discesa lenta e aggraziata.

Le porte della grande sala circolare si aprirono silenziose.
Il cristallo delle pareti risplendeva puro e prezioso negli occhi dei tre esseri, i cinque seggi incisi nell’oro si ergevano magnifici nel loro insignificante lusso.
Yurij ritirò le sei splendide ali dietro la schiena, accomodandosi con un elegante gesto sul trono più luminoso e sfarzoso.
Kai rimaneva in silenzio, ritto nella sua impassibilità alle spalle del Demone…
Il rosso lanciò una rapida occhiata al Guerriero.
Lasciare intrecciare i loro occhi anche se solo per un istante era essenziale per loro.
Un solo sguardo, un solo gesto…
Comprendevano ed ignoravano i movimenti attuati dall’uno o dall’altro, e se Kai alle volte si ritrovava a disprezzare il Guardiano, non poteva non cedere a quelle occhiate scambiate nel corso dei giorni: sarebbero stati capaci di vivere solo di quel nutrimento che erano le loro iridi.
“Cosa ti ha portato qui?” Chiese a quel punto l’Angelo, accavallando le lunghe gambe ed inclinandosi di lato.
Poggiò il gomito su un bracciolo del seggio, portando una mano sotto al mento e fissando avido e innocente il Demone.
Boris non rispose subito alla domanda postagli, piuttosto preferì concentrarsi silenzioso sui tre specchi che si snodavano alle spalle del Guardiano.
Che meravigliosa luce, bruciava nell’inferno dei suoi occhi di smeraldo..!
Il Demone dedicò una rapida occhiata alla sua insana immagine nello specchio che si affacciava sull’oscuro impero di Lucifero, per poi concentrarsi sull’incantevole figura del Guardiano, dalla cui espressione traspariva una certa nota di confusione mista ad irritazione per l’essere stato bellamente ignorato.
Perversi e sensuali gli occhi del Dannato si accendevano di una muta e maliziosa domanda…
Poteva quella carne, o forse più semplicemente quel puro spirito, essere violato?
Cos’erano gli Angeli?
Un agglomerato di materia solida, o un soffio di vento candido?

Camminavano l’uno di fianco all’altro nella notte ancora lunga e priva di stelle, Lucifero cingeva con un braccio le spalle del Caduto e nell’altra mano il bastone accompagnava i suoi passi.
La strada  da loro percorsa terminava innanzi ad una chiesa rimasta aperta per la veglia al Santo Protettore del paese che si festeggiava in quei giorni: entrambe le creature alzarono gli occhi sulla struttura.

Yurij, fermo nella sua compostezza, attendeva…
Studiava il volto del Messaggero, aspettava la sua risposta e non avrebbe nuovamente pronunciato la sua richiesta: mai si sarebbe ripetuto, superbo nella sua posizione elevata ed altissima.
Ed erano solo questi i sentimenti sporchi che quegli occhi glaciali rivelavano? Poteva una tale Creatura Divina concedersi il lusso di uno dei sette peccati capitali?

‘”Ho visto cadere il Diavolo, durante la mia salita…”
”Non puoi aver ammirato la caduta della Stella del Mattino; sei troppo giovane e troppo arrogante e… Vanesio.”
”Mi sottovaluti…”
”Lo spero, o saresti una delusione, Angelo mio.”’

Un solo incantevole sorriso incorniciò il volto del Guardiano, concesso a chi osava tenergli testa.
“Non è educato tenermi all’oscuro di discorsi che potrei facilmente cogliere,sapete..?” La voce di Kai risuonò divertita e beffarda, condita da un punta di deliziosa gelosia.
E a quel suono Yurij parve destarsi…
“Hai maledettamente ragione” Bisbigliò,ed entrambi gli esseri presenti in quella sala la presero come la risposta ad una provocazione che diversa nelle sue argomentazioni entrambi avevano pronunciato.
Fu a quel punto che il Dannato prese parola.
La sua voce calda e suadente risuonò come il sibilo di un serpente che sollecita con col suono del suo delicato verso al peccato.
“All’Inferno si bisbiglia di profezie moleste e immorali, Angelo…” Comunicò con un sorriso.
“Profezie..?” Ripeté il rosso e parve irrigidirsi, perdendo per un attimo la sua compostezza.
“Lilith pronuncia parole riguardo ad un’alleanza tra Inferno e Paradiso.” Rispose, godendo di ogni singola parola pronunciata.

“Può il Diavolo varcare la soglia della casa di Dio?” Chiese improvvisamente il rosso, voltandosi a fissare Lucifero.
Quest’ultimo sorrise.
“Che stupide le superstizioni degli uomini…” Bisbigliò e Yurij non capì il significato di quelle parole.
Rimase in silenzio, attendendo una spiegazione.
“Gli umani credono nella possessione e nell’esorcismo, quando invece molte, quasi tutte le volte, ciò che anima i forsennati è solo pazzia. I Demoni e i Diavoli non hanno bisogno di possedere corpi per il piacere della carne o per lanciare messaggi della loro presenza al mondo: il loro corpo è fatto di carne, poiché lo spirito puro ed intoccabile si è tramutato in materia violabile e sporca... Sai a cosa mi riferisco, naturalmente…” Si interruppe e gli occhi cobalto si velarono di malvagia ironia.
Yurij distolse un istante lo sguardo dalle iridi di Satana, mordendosi un labbro.
“Un Demonio può prendere possessione di un corpo per il semplice divertimento, un Demonio può voler solo prendersi il gioco del parroco, fingendo terrore e paura innanzi ai simboli sacri, che in nessuno modo ci distruggono o allontanano. Continuiamo a vivere in questo stato poiché è stato il volere di Nostro Signore, la Sua Punizione: noi possiamo decidere di vivere in un involucro di carne -gli umani.- che può divenire spirito insano e viscido, ben diverso dalla nostra forma attuale -forma che amiamo e che non avremmo il coraggio di tramutare in un immondo essere.- nel caso in cui fosse strettamente necessario, ovvio… Solo i Diavoli di quarto ordine si lasciano impressionare da idiozie come l'acqua santa. Ecco il perché della loro debolezza.” Concluse con un sorriso, voltando con un tenero gesto il mento del Caduto per poter guardare il suo volto.
Yurij di conseguenza chinò il capo in un cenno di assenso.
“Allora nulla mi impedisce di varcare quelle porte…” Annunciò poco dopo, per poi risalire con calma le scale della chiesa ed entrare seguito da Lucifero, che sorrideva giulivo ed estremamente divertito.

Si sollevò da dove sedeva con uno scatto.
“Stupidaggini, non c’è nulla di vero nelle parole pronunciate dall’Imperatrice.” Tagliò corto il rosso.
Kai si allarmò: con quell’atteggiamento iroso nessuno avrebbe creduto a ciò che diceva.
“Se un’alleanza è possibile, perché non attuarla?!” Si ribellò il Demone.
“Un’ alleanza romperebbe l’equilibrio prestabilito…” Ribatté con freddezza l’Angelo.
“C’è un Equilibrio in tutto questo?” Fece divertito Boris.
“Un equilibrio esiste in tutte le cose.” Intervenne fermamente Kei, poggiando una mano sulla spalla del Guardiano in quel momento alterato.
“Il Caos è più soddisfacente dell’Equilibrio.” Iniziò il Dannato avvicinandosi al rosso.
“Cosa custodisci, Angelo?” Continuò, poi, carezzando una guancia all’interpellato.
Freddo.
Eppure si aspettava che in quelle dita che sfioravano la sua pelle vi fosse racchiuso il fuoco dell’Inferno.
Yurij scoppiò in una fragorosa risata alle parole del Demone.
“Non sono segreti che meritano di essere svelati ad un semplice Messaggero Infernale…” Fece spavaldo il rosso.
Il Demone ritirò la mano, stringendola in pugno come a voler colpire il Guardiano, che con una luce di ingannevole sfida negli occhi lo invitava a farlo.
Sarebbe stata una mossa azzardata,troppo,e non doveva.
Lasciò ricadere il braccio lungo un fianco, arrendevole.
“Hai condannato il Paradiso.” Sibilò malvagio.
“Ho salvato l’Inferno!” Fece con allegra e ironica semplicità Yurij.
“Non sai cosa sia l’Inferno, e potrei mostrartelo in qualsiasi momento…” Disse allora il Demone con un leggero movimento per poter afferrare la mano del Guardiano.
Yurij fissò smarrito e confuso quel gesto.
Vacillava e desiderava sfiorare quella proposta tesa davanti ai suoi occhi.
“Basta così.” Kai si frappose fra i due, fissando incattivito Boris.
“Sei stato ascoltato come desideravi e la tua proposta non è stata accolta, puoi tornare da dove sei venuto.” Continuò, lanciando uno sguardo al rosso.
Hustnezov sorrise.
“Ti attenderò alle porte dell’Inferno,Angelo mio…” Fece il Demone inchinandosi al giovane.
E prima che Kai, furioso per quelle parole, potesse abbattere le sue due lame sul corpo di quell’Essere, egli scomparve dissolvendosi ed una risata divertita di scherno risuonò attraverso le pareti di cristallo della sala.

La chiesa era colma di fedeli in preghiera.
Potevano udire i loro desideri. le loro speranze rivolte al Signore e le suppliche bisbigliate.
Lanciarono una rapida occhiata priva di interesse all’ambiente che li circondava ed in silenzio Lucifero si diresse ad una delle ultime panche per sedersi, mentre Yurij, lanciandogli un diabolico e perverso sguardo, si avviò ad un confessionale.
La Stella del Mattino sorrise, compiaciuto e deliziato.
Il Caduto raggiunse la sua meta e con un movimento aggraziato si inginocchiò innanzi la grata che lo separava da colui che avrebbe espiato le sue colpe.
Rise tra sé:
“In nomine patris, et filii, et spiritus sancti.*” Bisbigliò, facendo il segno della croce.
Dall’altra parte del confessionale il prete si mosse in ascolto.
“Perdonatemi padre, perché ho peccato…” Aggiunse in un soffio il rosso.
Lucifero poco lontano socchiuse gli occhi: i sensi erano pronti a cogliere quella sceneggiata.
“Figliolo, qualsiasi peccato tu abbia commesso può essere rimesso, se sei pentito dell’azione…” Disse con tranquillità il padre.
“Ma se il peccato è commesso a fin di bene e non se ne è pentiti, si può essere perdonati?” Chiese Yurij, ma non vi era sarcasmo nella sua voce, solo cupa serietà.
“Tutto ciò che a fin di bene non può essere considerato un peccato…” Ragionò il frate e si ritrovò a provare interesse verso quel giovane e le parole da lui pronunciate.
“Io ho peccato per ciò che ritenevo giusto…E adesso cammino di fianco al Diavolo. Lei può perdonare chi accompagna i passi di Satana o chi, per una sola notte nell’eternità concessagli, ha condiviso qualcosa di più che un semplice colloquio?” Rincarò la dose il Caduto.
C’era una sfumatura di ira crescente nella voce di Yurij e Lucifero la colse con estrema chiarezza, ma non ne era rammaricato, piuttosto ciò che inizialmente lo deliziava in quel momento non poteva non soddisfarlo.

Meraviglioso Angelo trasformato in abominio, il piacere che donavi all’Oscuro Signore con quelle parole e con quel tono era ben più grande di quello che gli avevi donato col tuo spirito tramutatosi in carne…

“Se il Diavolo ti tormenta, è a Dio che devi chiedere aiuto,ragazzo…” Bisbigliò il religioso.
“E se io fossi il Diavolo e stanotte volessi condurla all’Inferno?” Ribatté ancora Yurij.
“Non anticiperesti in questo modo le tue intenzioni, Angelo Perduto.” Rispose con calma, e il Caduto dall’altra parte della grata, scorse un lieve e dolce sorriso dipinto sulle vecchie labbra del frate.
“Adesso và, io ti perdono…” continuò l’uomo.
Yurij rimase un istante intontito a quelle parole e da quella situazione.
Lucifero definiva gli uomini stupidi e lui stesso li aveva trovati immondi.
Poteva, quindi, quell’umano, quell’uomo di chiesa, essere un’eccezione..?
Si sollevò lentamente, ripetendo ancora il segno della croce ed in silenzio si diresse al fianco di Lucifero.

Lilith sedeva sul suo trono, pacatamente.
Boris ritto di fianco a lei la osservava.
“Qualcosa la tormenta, mia Regina?” Chiese in un sussurro.
“Perché un Arcangelo cammina all’Inferno di fianco ad un Re del nostro impero dannato?”  Soffiò la donna.
“E’ una situazione alquanto sospetta.” Concesse il Demone.
“Inganna i tuoi alleati, per poter ingannare ancor meglio il tuo nemico…” Citò Lilith.
“Una moneta non possiede sempre due differenti facciate.” Intervenne Boris.
La Sposa del Diavolo rise di gusto.
Dio,quanto aveva ragione…

Osservava dall’alto di una di quelle moderne e volgari strutture il mondo degli uomini.
Grattacielo,li chiamavano…
Ma non sfioravano minimamente il regno Divino: quella era una delle tante azioni a dimostrare la stoltezza degli uomini.
“L’inferno è  la mia casa: questo è ciò che scelgo, questo è il Regno in cui decido di divenire Sovrano…”
E prese il volo…

Un’oscurità incomprensibile per quel luogo sempre così luminoso lo circondava.
Aveva le gote rigate dal sangue…
Dal sangue che si era raggrumato, rinsecchendosi.
Dal sangue che continuava a scorrere.
Mosse una mano verso destra a tentoni ed un bruciore intenso lo colse di sorpresa, facendolo gemere.
Sfiorò qualcosa dalla forma sferica e dalla consistenza molle e appiccicosa.
“Signore, stia calmo…” Una dolce voce gli parlò all’orecchio, come per rassicurarlo.
Sorrise lievemente, sollevato…
Finalmente la luce avrebbe visto la luce.
Lasciò scivolare via il bulbo oculare che stava stringendo tra le mani.

Fine ottavo capitolo.

   
 
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