Iитø тђє
ðαякиєรร
“Apparve
ancora un altro segno nel cielo: ed ecco un gran dragone rosso, che
aveva sette
teste e dieci corna e sulle teste sette diademi. La sua coda trascinava
la
terza parte delle stelle del cielo e le scagliò sulla terra...”
Lucifero sorrise lievemente e si
sporse
verso il giovane seduto con eleganza sul letto:
“Non credevo cedessi così
semplicemente alle richieste di un Demone…” Lo
provocò il Diavolo.
Yurij lo fissò un istante
divertito,incrociando le braccia al petto.
“C’è per caso ambiguità nelle
tue parole..?”ribatté
con lo stesso tono
il Caduto.
E l’elegante essere, che
diede vita all’Inferno, prigione e salvezza per le
anime sporche, rise…
La
presenza di quel Demone lo divertiva…
Kai Hiwatari osservava con attenzione; ed una tranquillità inquietante
incorniciava i lineamenti del volto duro e battagliero.
La fierezza dei suoi occhi di rubino, che si perdevano in sfumature
ametista, si
fondeva con una profonda saggezza, donando al Guerriero una bellezza
senza
tempo, che sostava a metà strada tra l’allegria e la spensieratezza
dell’adolescenza degli uomini e una più profonda maturità, donata e
concessa
solo alle più antiche Creature Alate.
Sorrideva lievemente, camminando poco più indietro rispetto al
Guardiano e al
Messaggero: quest’ultimo fischiettava allegramente accanto a Yurij,
guardandosi
intorno e lasciando trasparire alle volte nelle espressioni del suo
viso un’innocente
e sporca curiosità verso le sculture, i dipinti e le strutture più
meravigliose
che adornavano l’Edificio.
Il corridoio si snodava in un labirinto di sconosciuti percorsi, tutti
apparentemente senza una fine (O forse davvero non vi era via d’uscita
da
quella prigione Paradisiaca?)
Ma Yurij Ivanov sapeva dove condurre il suo particolare ospite…
“Boris fu una scossa alla
monotonia di
quei luoghi.” Bisbigliò
il meraviglioso Caduto.
“Mi parli come se avessi
odiato tutto ciò che ti ha circondato dalla tua
creazione.” Osservò
Lucifero.
“Il punto è che credo di non
aver odiato nulla che non abbia inizialmente amato.”
Ribatté atono il rosso.
“Mi viene difficile associarti
all’amore,Angelo.” Lo
provocò con malizia
l’Imperatore.
Yurij si lasciò sfuggire
una risata ricca di gusto e piacere.
“Non ho voglia di parlare tra
queste quattro mura. Scendiamo in strada, Lucifero.”
Fece, poi, il rosso e il Sovrano annuì.
Yurij Ivanov, vestite le
sue membra di quei volgari abiti moderni (anche se non
poteva di certo negare l’attrazione che provava per i pantaloni di
pelle nera e
per quelle maglie a rete dello stesso oscuro colore), saltò sul
davanzale della
grande finestra aperta: i raggi lunari splendevano sensuali.
Sorrise lievemente,
lasciandosi cadere in strada aprendo le due grandi ali
scheletriche, che lo aiutarono nell’elegante atterraggio sull’asfalto.
Lucifero lo osservò un
istante affascinato, poi facendo roteare in un gesto
quasi giocoso il suo amato bastone, raggiunse in strada il Caduto,
lasciando
che le sue pure ali bianche e grandissime favorissero una discesa lenta
e
aggraziata.
Le porte della grande sala
circolare si
aprirono silenziose.
Il cristallo delle pareti
risplendeva puro e prezioso negli occhi dei tre
esseri, i cinque seggi incisi nell’oro si ergevano magnifici nel loro
insignificante lusso.
Yurij ritirò le sei splendide
ali dietro la schiena, accomodandosi con un
elegante gesto sul trono più luminoso e sfarzoso.
Kai rimaneva in silenzio,
ritto nella sua impassibilità alle spalle del Demone…
Il rosso lanciò una rapida
occhiata al Guerriero.
Lasciare intrecciare i loro
occhi anche se solo per un istante era essenziale
per loro.
Un solo sguardo, un solo gesto…
Comprendevano ed ignoravano i
movimenti attuati dall’uno o dall’altro, e se Kai
alle volte si ritrovava a disprezzare il Guardiano, non poteva non
cedere a
quelle occhiate scambiate nel corso dei giorni: sarebbero stati capaci
di
vivere solo di quel nutrimento che erano le loro iridi.
“Cosa ti ha portato qui?”
Chiese a quel punto l’Angelo, accavallando le lunghe
gambe ed inclinandosi di lato.
Poggiò il gomito su un
bracciolo del seggio, portando una mano sotto al mento e
fissando avido e innocente il Demone.
Boris non rispose subito alla
domanda postagli, piuttosto preferì concentrarsi
silenzioso sui tre specchi che si snodavano alle spalle del Guardiano.
Che meravigliosa luce,
bruciava nell’inferno dei suoi occhi di smeraldo..!
Il Demone dedicò una rapida
occhiata alla sua insana immagine nello specchio
che si affacciava sull’oscuro impero di Lucifero, per poi concentrarsi
sull’incantevole figura del Guardiano, dalla cui espressione traspariva
una
certa nota di confusione mista ad irritazione per l’essere stato
bellamente
ignorato.
Perversi e sensuali gli occhi
del Dannato si accendevano di una muta e
maliziosa domanda…
Poteva quella carne, o forse
più semplicemente quel puro spirito, essere
violato?
Cos’erano gli Angeli?
Un agglomerato di materia
solida, o un soffio di vento candido?
Camminavano l’uno di fianco
all’altro
nella notte ancora lunga e priva di stelle, Lucifero cingeva con un
braccio le
spalle del Caduto e nell’altra mano il bastone accompagnava i suoi
passi.
La strada da loro
percorsa terminava innanzi ad una chiesa rimasta aperta
per la veglia al Santo Protettore del paese che si festeggiava in quei
giorni:
entrambe le creature alzarono gli occhi sulla struttura.
Yurij, fermo nella sua compostezza,
attendeva…
Studiava il volto del
Messaggero, aspettava la sua risposta e non avrebbe
nuovamente pronunciato la sua richiesta: mai si sarebbe ripetuto,
superbo nella
sua posizione elevata ed altissima.
Ed erano solo questi i
sentimenti sporchi che quegli occhi glaciali rivelavano?
Poteva una tale Creatura Divina concedersi il lusso di uno dei sette peccati capitali?
‘”Ho visto
cadere il Diavolo, durante la mia salita…”
”Non puoi aver ammirato la caduta della Stella del Mattino; sei troppo
giovane
e troppo arrogante e… Vanesio.”
”Mi sottovaluti…”
”Lo spero, o saresti una delusione, Angelo mio.”’
Un
solo incantevole sorriso incorniciò il volto del Guardiano, concesso
a chi osava tenergli testa.
“Non è educato tenermi all’oscuro di discorsi che potrei facilmente
cogliere,sapete..?” La voce di Kai risuonò divertita e beffarda,
condita da un
punta di deliziosa gelosia.
E a quel suono Yurij parve destarsi…
“Hai maledettamente ragione” Bisbigliò,ed entrambi gli esseri presenti
in
quella sala la presero come la risposta ad una provocazione che diversa
nelle
sue argomentazioni entrambi avevano pronunciato.
Fu a quel punto che il Dannato prese parola.
La sua voce calda e suadente risuonò come il sibilo di un serpente che
sollecita con col suono del suo delicato verso al peccato.
“All’Inferno si bisbiglia di profezie moleste e immorali, Angelo…”
Comunicò con
un sorriso.
“Profezie..?” Ripeté il rosso e parve irrigidirsi, perdendo per un
attimo la
sua compostezza.
“Lilith pronuncia parole riguardo ad un’alleanza tra Inferno e
Paradiso.” Rispose,
godendo di ogni singola parola pronunciata.
“Può il Diavolo varcare la
soglia della
casa di Dio?”
Chiese
improvvisamente il rosso, voltandosi a fissare Lucifero.
Quest’ultimo sorrise.
“Che stupide le superstizioni degli uomini…” Bisbigliò e Yurij
non capì il
significato di quelle parole.
Rimase in silenzio, attendendo una spiegazione.
“Gli umani credono nella possessione e nell’esorcismo, quando invece
molte,
quasi tutte le volte, ciò che anima i forsennati è solo pazzia. I
Demoni e i
Diavoli non hanno bisogno di possedere corpi per il piacere della carne
o per
lanciare messaggi della loro presenza al mondo: il loro corpo è fatto
di carne,
poiché lo spirito puro ed intoccabile si è tramutato in materia
violabile e
sporca... Sai a cosa mi riferisco, naturalmente…” Si interruppe e
gli occhi
cobalto si velarono di malvagia ironia.
Yurij distolse un istante lo sguardo dalle iridi di Satana, mordendosi
un
labbro.
“Un Demonio può prendere possessione di un corpo per il semplice
divertimento,
un Demonio può voler solo prendersi il gioco del parroco, fingendo
terrore e
paura innanzi ai simboli sacri, che in nessuno modo ci distruggono o
allontanano. Continuiamo a vivere in questo stato poiché è stato il
volere di
Nostro Signore, la Sua Punizione: noi possiamo decidere di vivere in un
involucro di carne -gli umani.- che può divenire spirito insano e
viscido, ben
diverso dalla nostra forma attuale -forma che amiamo e che non avremmo
il
coraggio di tramutare in un immondo essere.- nel caso in cui fosse
strettamente
necessario, ovvio… Solo i Diavoli di quarto ordine si lasciano
impressionare da
idiozie come l'acqua santa. Ecco il perché della loro debolezza.”
Concluse
con un sorriso, voltando con un tenero gesto il mento del Caduto per
poter
guardare il suo volto.
Yurij di conseguenza chinò il capo in un cenno di assenso.
“Allora nulla mi impedisce di varcare quelle porte…” Annunciò
poco dopo,
per poi risalire con calma le scale della chiesa ed entrare seguito da
Lucifero,
che sorrideva giulivo ed estremamente divertito.
Si
sollevò da dove sedeva con uno scatto.
“Stupidaggini, non c’è nulla di vero nelle parole pronunciate
dall’Imperatrice.” Tagliò corto il rosso.
Kai si allarmò: con quell’atteggiamento iroso nessuno avrebbe creduto a
ciò che
diceva.
“Se un’alleanza è possibile, perché non attuarla?!” Si ribellò il
Demone.
“Un’ alleanza romperebbe l’equilibrio prestabilito…” Ribatté con
freddezza
l’Angelo.
“C’è un Equilibrio in tutto questo?” Fece divertito Boris.
“Un equilibrio esiste in tutte le cose.” Intervenne fermamente Kei,
poggiando
una mano sulla spalla del Guardiano in quel momento alterato.
“Il Caos è più soddisfacente dell’Equilibrio.” Iniziò il Dannato
avvicinandosi
al rosso.
“Cosa custodisci, Angelo?” Continuò, poi, carezzando una guancia
all’interpellato.
Freddo.
Eppure si aspettava che in quelle dita che sfioravano la sua pelle vi
fosse
racchiuso il fuoco dell’Inferno.
Yurij scoppiò in una fragorosa risata alle parole del Demone.
“Non sono segreti che meritano di essere svelati ad un semplice
Messaggero
Infernale…” Fece spavaldo il rosso.
Il Demone ritirò la mano, stringendola in pugno come a voler colpire il
Guardiano, che con una luce di ingannevole sfida negli occhi lo
invitava a
farlo.
Sarebbe stata una mossa azzardata,troppo,e non doveva.
Lasciò ricadere il braccio lungo un fianco, arrendevole.
“Hai condannato il Paradiso.” Sibilò malvagio.
“Ho salvato l’Inferno!” Fece con allegra e ironica semplicità Yurij.
“Non sai cosa sia l’Inferno, e potrei mostrartelo in qualsiasi
momento…” Disse
allora il Demone con un leggero movimento per poter afferrare la mano
del
Guardiano.
Yurij fissò smarrito e confuso quel gesto.
Vacillava e desiderava sfiorare quella proposta tesa davanti ai suoi
occhi.
“Basta così.” Kai si frappose fra i due, fissando incattivito Boris.
“Sei stato ascoltato come desideravi e la tua proposta non è stata
accolta, puoi
tornare da dove sei venuto.” Continuò, lanciando uno sguardo al rosso.
Hustnezov sorrise.
“Ti attenderò alle porte dell’Inferno,Angelo mio…” Fece il Demone
inchinandosi
al giovane.
E prima che Kai, furioso per quelle parole, potesse abbattere le sue
due lame
sul corpo di quell’Essere, egli scomparve dissolvendosi ed una risata
divertita
di scherno risuonò attraverso le pareti di cristallo della sala.
La chiesa era colma di fedeli in
preghiera.
Potevano udire i loro
desideri. le loro speranze rivolte al Signore e le
suppliche bisbigliate.
Lanciarono una rapida
occhiata priva di interesse all’ambiente che li
circondava ed in silenzio Lucifero si diresse ad una delle ultime
panche per
sedersi, mentre Yurij, lanciandogli un diabolico e perverso sguardo, si
avviò
ad un confessionale.
La Stella del Mattino
sorrise, compiaciuto e deliziato.
Il Caduto raggiunse la sua
meta e con un movimento aggraziato si inginocchiò innanzi
la grata che lo separava da colui che avrebbe espiato le sue colpe.
Rise tra sé:
“In nomine patris, et filii,
et spiritus sancti.*” Bisbigliò,
facendo il
segno della croce.
Dall’altra parte del
confessionale il prete si mosse in ascolto.
“Perdonatemi padre, perché ho
peccato…” Aggiunse in
un soffio il rosso.
Lucifero poco lontano
socchiuse gli occhi: i sensi erano pronti a cogliere
quella sceneggiata.
“Figliolo, qualsiasi peccato
tu abbia commesso può essere rimesso, se sei
pentito dell’azione…” Disse con tranquillità il padre.
“Ma se il peccato è commesso a
fin di bene e non se ne è pentiti, si può
essere perdonati?”
Chiese Yurij, ma non vi era sarcasmo nella sua voce, solo
cupa serietà.
“Tutto ciò che a fin di bene
non può essere considerato un peccato…”
Ragionò il frate e si ritrovò a provare interesse verso quel giovane e
le
parole da lui pronunciate.
“Io ho peccato per ciò che
ritenevo giusto…E adesso cammino di fianco al
Diavolo. Lei può perdonare chi accompagna i passi di Satana o chi, per
una sola
notte nell’eternità concessagli, ha condiviso qualcosa di più che un
semplice
colloquio?” Rincarò la
dose il Caduto.
C’era una sfumatura di ira
crescente nella voce di Yurij e Lucifero la colse
con estrema chiarezza, ma non ne era rammaricato, piuttosto ciò che
inizialmente lo deliziava in quel momento non poteva non soddisfarlo.
Meraviglioso
Angelo trasformato in abominio, il piacere che
donavi all’Oscuro Signore con quelle parole e con quel tono era ben più
grande
di quello che gli avevi donato col tuo spirito tramutatosi in carne…
“Se il Diavolo ti tormenta, è
a Dio che
devi chiedere aiuto,ragazzo…” Bisbigliò il religioso.
“E se io fossi il Diavolo e stanotte volessi condurla all’Inferno?”
Ribatté
ancora Yurij.
“Non anticiperesti in questo modo le tue intenzioni, Angelo
Perduto.” Rispose con calma, e il Caduto
dall’altra parte della grata, scorse un lieve e dolce sorriso dipinto
sulle
vecchie labbra del frate.
“Adesso và, io ti perdono…” continuò l’uomo.
Yurij rimase un istante intontito a quelle parole e da quella
situazione.
Lucifero definiva gli uomini stupidi e lui stesso li aveva trovati
immondi.
Poteva, quindi, quell’umano, quell’uomo di chiesa, essere
un’eccezione..?
Si sollevò lentamente, ripetendo ancora il segno della croce ed in
silenzio si
diresse al fianco di Lucifero.
Lilith sedeva sul suo trono,
pacatamente.
Boris ritto di fianco a lei la osservava.
“Qualcosa la tormenta, mia Regina?” Chiese
in un sussurro.
“Perché un Arcangelo cammina all’Inferno di fianco ad un Re del
nostro
impero dannato?” Soffiò la donna.
“E’ una situazione alquanto sospetta.” Concesse il Demone.
“Inganna i tuoi alleati, per poter ingannare ancor meglio il tuo
nemico…”
Citò Lilith.
“Una moneta non possiede sempre due differenti facciate.” Intervenne
Boris.
La Sposa del Diavolo rise di gusto.
Dio,quanto aveva ragione…
Osservava dall’alto di una di
quelle
moderne e volgari strutture il mondo degli uomini.
Grattacielo,li chiamavano…
Ma non sfioravano minimamente il regno Divino: quella era una delle
tante
azioni a dimostrare la stoltezza degli uomini.
“L’inferno è la mia casa: questo è
ciò che scelgo, questo è il Regno in cui decido di divenire Sovrano…”
E prese il volo…
Un’oscurità incomprensibile
per quel luogo
sempre così luminoso lo circondava.
Aveva le gote rigate dal sangue…
Dal sangue che si era raggrumato, rinsecchendosi.
Dal sangue che continuava a scorrere.
Mosse una mano verso destra a tentoni ed un bruciore intenso lo colse
di
sorpresa, facendolo gemere.
Sfiorò qualcosa dalla forma sferica e dalla consistenza molle e
appiccicosa.
“Signore, stia calmo…” Una dolce voce gli parlò all’orecchio,
come per
rassicurarlo.
Sorrise lievemente, sollevato…
Finalmente la luce avrebbe visto la
luce.
Lasciò scivolare via il bulbo oculare che stava stringendo tra le mani.
Fine ottavo capitolo.