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Autore: kuutamo    15/06/2014    1 recensioni
(SEQUEL di Craving For Deliverance**)
FINALE AGGIUNTO^^
" Chi è? "- mi chiese, continuando a fissarla.
" Una donna che ha perso tutto.. che disperatamente parla alla luna, bramando la liberazione. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" Che cosa ci fai qui? " 

" Alla fine ce l'ho fatta, ed eccomi qui " - disse, allargando le braccia e un po' il sorriso. 

 

Arrivata a quel punto mi ero davvero rassegnata. Quando avevo visto Gas, la sua "copertura" mi era saltata, e ora non riuscivo ad essere totalmente felice e spontanea nel vederlo. Di certo però, non potevo negare che mi facesse piacere averlo lì con me. 

 

" Vieni qui " -dissi, e lo tirai a me avvicinandomi con un passo veloce. Ci abbracciammo e lui mi strinse a sé come solo poche volte aveva fatto, con un'intensità disperata che chiedeva calore, che ne aveva bisogno. E lo stesso facevano le mie braccia; la freddezza delle notti passate a dipingere, quelle passate sveglia, e la solitudine avevano scavato ancor più dentro di me, nelle mie ferite che si erano rimarginate solo all'esterno grazie ad una semplice medicazione, ma che dentro ormai erano putride. In quell'abbraccio c'era la speranza, c'era quel calore che tra noi mancava da un pò. C'era la brama per la liberazione.

 

" Allora, finalmente mi farai vedere cos'ha elaborato la tua mente contorta "

" Ah-ah non ti conviene fare tanto il simpatico finn " - gli diedi una gomitata e con un braccio lo guidai verso i quadri. Poi lasciai il suo braccio e feci un passo indietro, rimanendo a studiare le sue reazioni.

Era da qualche minuto ormai che aveva inchiodato il suo sguardo su una tela, dopo che aveva passato in rassegna le altre. Forse c'era qualcosa che lo incuriosiva particolarmente.

 

Il quadro raffigurava una donna in una tempesta, con il vento che cercava di domare i neri capelli ribelli, che si riversavano irruenti sul viso, coprendolo del tutto. Aveva le mani tese, come artigli, i palmi sporchi di una macchia nera, oleosa e densa che non riusciva a staccarsi. Quelle stesse mani tendevano verso il cielo e al tempo stesso verso lo spazio al di fuori del mondo della tela.

 

" Chi è? "- mi chiese, continuando a fissarla.

" Una donna che ha perso tutto.. che disperatamente parla alla luna, bramando la liberazione. "

 

Non si rendeva conto di quanto mi capisse in quel momento. Di quanto, in realtà, mi aveva già capita, molti anni prima, prima ancora che le nostre strade o meglio la sua s'incrociasse con la mia. 

 

 

 

<< No one's safe from its tender touch of pain

And every day it's looking for new slaves

To celebrate the beauty of the grave

 

We are like the living dead

Sacrificing all we have

For a frozen heart and a soul on fire

We are like the living dead

Craving for deliverance

With a frozen heart and a soul on fire >>

 

 

 

 

" Craving for deliverance .. " - schiuse le labbra leggermente ed emise quei suoni in ordine volgendo un ultimo sguardo  verso la donna e poi verso il pavimento. 

" Si.."

 

La gente, durante il tempo in cui avevamo parlato, era notevolmente diminuita; oramai si andava verso la chiusura.

" Sai che è già mio vero? Se non mi permetterai di comprarlo, credo che non ti parlerò per 10-12 anni o giù di lì "- disse ammorbidendosi pian piano.

" Va bene - sorrisi - però te lo regalo io, accetti? "

" Neanche per sogno - disse scuotendo la testa tornando ad osservarlo - l'ho già pagato "

" Eh? E quando lo avresti fatto scusa? "

" Ho semplicemente telefonato, sai quell'apparecchio con quel piccolo schermo? "

Gli diedi una pessima occhiata; parlava proprio lui che era allergico più di me a quella roba.

" Comunque ho comprato una tela, ma fino a poco fa non sapevo ancora quale fosse " 

Finito il suo discorso si girò verso di me divertito e soddisfatto. Io lo guardai torva.

" Matilda non mi guardare in quel modo; fosse stato per me le avrei comprate tutte, ma a quel punto mi avresti guardato peggio "

Arrossii.

" Sei incredibile, sai? " 

" Non così tanto.. " 

Mi prese la mano come facevano gli uomini d'altri tempi e quasi c'inchinò scherzando.

" Signorina, le faccio i miei complimenti: ora è entrata ufficialmente in società, come ci si sente? "

" Mhm..esattamente uguali a prima, solo più insicuri e innervositi dagli sguardi altrui.. A proposito, per l'amor del cielo alzati prima che anche gli unici due anziani che non ci stanno fissando inizino a farlo " - dissi nervosa, e mi sentii arrossire ancor più di prima.

Ville si tirò finalmente su e lo ringraziai infinitamente per averlo fatto. Si sistemò la giacca e poi fece per prendermi sottobraccio continuando a fare il galante.

" Che ne dici se andiamo a cena? Sto morendo di fame"

" Ma tu non eri quello che mangiava solo verdure come un coniglio? "

" Si, ma anche i conigli mangiano "

Risi, spensierata.

" Io avrei proprio voglia di una pizza "

" Sei italiana da far schifo, non cambierai mai " - disse tenendosi la testa fra le mani.

" Per me andrebbe bene anche una bella birra, sapete? "

All'improvviso dalle nostre spalle si fece largo una voce che ormai mi era quasi diventata familiare.

Sandra. 

Aveva tra le mani una flûte di champagne, che non perse tempo a scolarsi. Ci guardò con uno di quei sorrisi falsi da far venir voglia di stenderla, ma quella che guardava, o meglio fissava davvero ero io. Mi sorrise con quell'espressione maliziosa, spenta, quasi addormentata, credendo di sembrare sexy. Una gatta morta insomma, che sembrava guardarti storto, ma nel vero senso della parola. 

Quando la vidi mi tornò tutto alla mente, tutto quello che avevo dimenticato per pochi attimi, grazie a Ville. Anche se lo riguardavano mi ero lasciata trasportare, non mi ero fermata. Ero stata bene anche se per poco, e isolata dai problemi. Ma quella sensazione di delusione e profonda repulsione che avevo provato quel giorno sotto la torre, tornò più viva e repentina che mai, avvolgendomi della stessa aura avvelenata, che non mi lasciava via d'uscita ne respiro. 

Lentamente mi staccai da Ville, a piccoli movimenti, sfruttando la sorpresa che aveva suscitato in lui vederla. Non sapeva che ormai io ero al corrente.

Decisi di facilitargli la messa in scena. 

" Magari un'altra volta - dissi- ora devo proprio andare " 

Ringraziando il cielo le ultime persone che erano presenti se n'erano andate e la sala era completamente vuota, ad eccezione dei camerieri che stavano già riordinando.

Ville al pronunciar di quelle parole si girò di scatto, come se fosse stato fulminato.

" Ma come ? M.. "

" Si, mi ero totalmente dimenticata di avere un impegno. Devo vedermi con un cliente che è passato prima, prendiamo qualcosa al Bäkkäri "

Odiavo mentirgli, soprattutto in quel modo. Ma stavolta se lo meritava, se lo meritava davvero.

Quei momenti addolciti erano finiti quando lei era entrata nella sala, e mi aveva riportata alla realtà, portando con se quei ricordi che tanto mi facevano sentire male. Decisi in quel momento, che allora anche lui doveva sentirsi come mi sentivo io. Ma l'altra parte di me continuava a ripetermi che ero un sciocca, un'ingrata; sicuramente Ville non l'aveva presa come me, e anche se tendevo a pensarlo e a convincermene disperatamente, lui non era stato male. E ora, sicuramente quella stupida e infantile allusione ad un uomo che mi aspettava in un bar, non l'avrebbe nemmeno scalfito.

" Mi dipiace "

Andai verso il bancone e ritirai il soprabito. 

" Ci vediamo, divertitevi " - dissi, sottolineando ed enfatizzando quell'ultima parola, guardando Ville negli occhi, uno sguardo profondo, mirato a colpire e a scavare nell'anima,  o semplicemente a spalancare la mia. Rivolsi l'ultimo sguardo a lei, a lei che mi squadrava da capo a piedi, con quello stesso sguardo di poco fa. Nel frattempo che io avevo fatto quel piccolo tragitto verso il bancone, si era avvinghiata al braccio di Ville quasi mettendolo in difficoltà. Teneva ancora il bicchiere stretto tra le mani, ormai vuoto da un pezzo. 

'Forse le piace il vestito' pensai. Forse quella sarebbe stata l'unica volta che avrei messo un abito del genere, l'unica volta in cui forse avrei potuto suscitare l'invidia più ardente nei suoi occhi, quindi mi voltai e a passo sicuro m'incamminai verso l'uscita, senza voltarmi, constatando con infinita soddisfazione dal riflesso della porta a vetri che lei aveva ancora gli occhi fissi su di me, e lei era lì. E N V Y.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: 

 

 

Indovinate un po' dove avete visto la donna del quadro??

 

Finalmente si è scoperto cosa significa Craving for Deliverance**

 

Durante la stesura del capitolo ho ascoltato parte dell'ultimo album dei Placebo, dei COB e altra canzoni sparse qui e là su itunes.

 

Il Bäkkäri è davvero un bar di Helsinki.

 

Purtroppo la pace (e la calma) dopo la tempesta che si era instaurata, è subito risultata debole ed è bastata lei per spazzarla via. Nonostante tutto, non vedevo l'ora di farla morire d'invidia. --Envy muahaahahahahah**--

 

Grazie a chi segue, legge, e soprattutto recensisce.

 

Alla prossima & enjoy !

 

Ne approfitto per inserire il link della pagina fb che ho aperto da poco, che prende il nome dalla prima fanfic ---> https://www.facebook.com/CravingForDeliverance?fref=ts

 

Heippa Himsters.

 

 

 

 

-kuutamo

 

  
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