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Autore: Nyeupe    17/06/2014    1 recensioni
E se quelle fondamenta su cui si basa la storia di percy jackson crollassero? e se questo li portasse a scoprire un nuovo semidio? percy jackson si ritroverà a dover rifiutare tutto ciò in cui credeva. In più per Annabeth è arrivato il momento di pensare al matrimonio e forse ai figli, ma sono troppo giovani...o forse no?
dalla storia:
🔹🔹🔹🔹🔹🔹
-Era tutto programmato! era tutta una stupida trappola!-
Io non riuscivo a capire.
-Cosa? Che stai dicendo Talia?-
-Ci ha traditi! ci ha traditi tutti!-
🔹🔹🔹🔹🔹🔹
-io non farò mai una cosa del gerene ai nostri figli-
-Annabeth... Annabeth tu vuoi... Sei sicura...io...?-
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Percy Jackson, Quasi tutti, Talia Grace
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La tenuta Raterford

 

Guardai Annabeth spaesato. Che diavolo era quel simbolo.

Non riuscivo a levarmelo dalla testa: un meccanismo argentato composto da tre pezzi, due dei quali di gran lunga più grandi del terzo, che giravano grazie a questa scia luminosa, blu elettrica che viaggiava intorno ad ogni singolo meccanismo ad una velocità costante. La cosa sorprendente di quella scia era che se si prestava molta attenzione si poteva vedere chiaramente che c'erano due gruppi ben distinti di energia:

Il primo era una specie di cilindro il quale colore sembrava più un blu fluorescente che viaggiava piuttosto lentamente se paragonato al secondo gruppo di energia che viaggiava all'interno del cilindro ed era di un verde acqua brillante. La differenza di velocità creava delle specie di scintille nello spazio che separava i due gruppi che, dall'esterno sembravano come quei brillantini che vendono alle cartolerie... sapete no? Quelli che ti danno all'asilo per i lavoretti? Ecco sembrava che qualcuno li avesse versati in un frullatore di tutte le tonalità di blu. Ma stiamo divagando...

-Ma che razza di scherzo è questo? Che diavolo hai combinato Jackson?- Mi disse Talia, che nel frattempo era entrata nella stanza, mentre digrignava i denti.

-Non ho fatto niente Talia!- Sbottai esasperato.

-Chi diavolo è lei?- chiese di colpo allarmato.

-Chi diavolo sono io? Chi diavolo sei tu!?- sbraitò lei.

Gli altri, avendo sentito Talia urlare come una pazza, entrarono anche loro. Mai poi che diavolo si sorprendono? Ormai dovrebbero sapere che Talia non è molto normale...

-Oh miei Dei!- Esclamò Grover.

Si susseguirono diversi mormorii.

-Energia- Sussurò Jason. Ma che? Ah già, lui è romano...

Tutti incominciarono a fare domande:

-Da dove vieni?-

-Chi sei?-

-Che poteri hai?-

Alla fine mi decisi a bloccarli.

-Ragazzi, lui è Alex Burn e.. cercate di non assalirlo ok?- Dissi, poi mi rivolsi al ragazzo inginocchiandomi vicino alla poltrona dov'era seduto -Allora, il biondino accanto a me è Jason, quella con la treccia è la sua ragazza, Piper, quello mezzo uomo e mezzo capra e Grover, Lei è Rachel, Loro due sono i fratelli Kane: Sidie e Carter. Il ragazzo con quella strana cintura è Leo Valdez, lei è Hazel e lui il suo ragazzo Frank, em... lui è Nico, fratello di Hazel e... Quella ragazza che sembra ci voglia uccidere entrambi con una pugnalata dritta dritta alla gola è Talia- Conclusi indicando ciascuno dei miei amici.

Talia sembrava davvero sul punto di ucciderci.

Mi squadrò da capo a piedi per poi rivolgersi ad Alex -E tu sei...?-

-A...Alex Burn-

Lei sbuffò -Percy, perché hai portato qui questo moccioso?-

Io la guardai in cagnesco.

-Talia...- Iniziai ma lei mi interruppe -Mi sorprende che se sei un semidio così forte cosa ci fai qui?-

-Era svenuto!- Le rispose Annabeth.

-Oh wow, è uno dei tuoi poteri? Svenire di punto in bianco? Sorprendente!- Lo scherniva lei.

In quel momento non riuscì proprio a trattenermi. Come osava prendere in giro quel ragazzo? Quando lei stessa si era trovata in difficoltà molte volte?. Mi alzai e la guardai socchiudendo gli occhi.

Annabeth, capendo le mie intenzioni cercò invano di fermarmi poggiandomi una mano su braccio e tirandomi indietro -Percy...- mi chiamò ma io non la ascoltai.

-Già, sorprendente, quasi quanto il fatto che lui riesce a creare oggetti o modificare la conformazione di altri facendogli cambiare anche il materiale con la sola forza del pensiero, o che riusca a modificare gli eventi atmosferici con un gesto della mano, o che riesca a creare fulmini che sono mille volte più potenti di quelli di tuo padre. Sorprendente quasi quanto il fatto che è probabile che lui, che è solo un semidio possa essere di gran lunga più forte di Zeus-.

Senza accorgermene avevo continuato ad avanzare fino a trovarmi a pochi centimetri da Talia.

Rimanemmo a guardarci ancora qualche secondo, ma questa volta non avrei distolto io lo sguardo. Infatti fu lei la prima ad abbassare gli occhi e ad andare in camera con passo svelto ma deciso.

Non mi ero neanche accorto di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo in cui eravamo rimasti li a fissarci, come del resto tutti in questa stanza.

Sospirai.

Fu Annabeth a rompere per prima il silenzio che si era creato.

-Mi dispiace Alex- Disse -Non so cosa le sia preso- Abbassò lo sguardo sulle mani. Era davvero preoccupata per l'amica e mi sentì incolpa per questo. Non chiedetemi perché, so che non è colpa mia, ma mi sento sempre incolpa quando Annabeth è triste... quando qualcuno la fa stare così io... io...

-Talia di solito non è così... lei non... mm...- In quel momento li affrettai ad abbracciarla e le diedi un rapido bacio.

Me ne fregai di tutti quelli che ci stavano guardando.

Cercai i suoi occhi con i miei in una domanda muta.

Lei annuì come a voler dire “è tutto ok, non preoccuparti” e tornò a crogiolarsi nel mio abbraccio.

Poggiò la testa sul mio petto con entrambe le braccia su di esso ai lati del volto.

Io appoggiai la mano destra sulla schiena, la sinistra sul suo capo stringendola di più a me.

Le bacia ripetutamente la fronte. Dovrò fare molto male a Talia... pensai.

Poi mi voltai verso Grover -Grover, che ne dici di far vedere ad ognuno la propria stanza? Prepara anche una stanza per Alex-

-Comandi! Venite ragazzi, anche tu novellino- Concluse Grover.

Appena se ne andarono mi voltai a guardare Annabeth -Hey piccola, che giornata eh?... Tutto ok?-.

Lei annuì -Ho un po' di mal di testa- mi baciò buttandomi le braccia al collo, poi appoggiò il volto nell' incavo del mio collo.

Mi si strinse il cuore. Misi le mani sotto il suo sedere e lei allacciò le gambe intorno ai miei fianchi.

La portai in cucina e la feci sedere sul tavolo. -Che fai?- mi chiese lei.

Ma io non le risposi.

Apri il rubinetto e riempì un bicchiere, poi mi sporsi verso una credenza e dopo qualche tentativo qua e la riuscì a trovare il pacchetto di aspirine.

-Prendi questa- Le dissi porgendole il bicchiere in cui avevo fatto sciogliere il contenuto della bustina.

-Grazie- disse lei.

Quando bevve tutta la medicina presi il bicchiere e lo posai nel lavandino, poi tornai da lei. La ripresi in braccio.

-Ora andiamo a dormire-.

La senti sorridere contro il mio collo.

Arrivati in stanza la spogliai facendola rimanere in intimo, la feci sdraiare sul letto e mi spogliai a mia volta.

Mi distesi affianco a lei e tirai su le coperte.

L'abbracciai e chiusi gli occhi.

Poco dopo mi senti chiamare.

-Si?- Le risposi.

Mi voltai a guardarla, sembrava così spaventata.

-Sei sicuro che quel ragazzo non sia pericoloso? Insomma... l'hai detto anche tu... lui, è più forte persino di Zeus-.

Mi voltai sulla schiena mettendo il braccio destro sotto la testa, Annabeth si spostò con me poggiando la guancia appena sopra lo stomaco.

Sentivo il suo respiro sulla pelle che mi fece venire la pelle d'oca.

-Per ora sembra innocuo-

-Chirone ha detto che dobbiamo occuparci di ...quest'energia anche in Europa- Mi disse -Suppongo dovremo partire il più presto possibile...-.

La sua voce sembrava stanca.

-Non possiamo-

-E perché no?- chiese lei muovendo il volto per trovare la posizione più comoda.

-Il novellino, Alex, non sa combattere Annabeth, e non lo porterò in una missione del genere senza un minimo di preparazione-.

Lei rise lievemente.

-Che c'è?- chiesi io confuso.

-Niente- mi rispose ma sentivo che faceva fatica a controllarsi dallo scoppiare a ridere.

Mi staccai dal materasso puntellandomi sui gomiti -No, davvero, che c'è?- Ormai sorridevo anch'io.

Anche lei si alzò, i capelli biondi le ricadevano tutti di lato, sorrideva e la luce dei lampioni che proveniva dalla finestra le illuminava quel tanto che bastava il volto per poterla guardare negli occhi.

Miei dei! Altro che Afrodite!

Annabeth non sapeva di essere bella... ma lo era, cavolo!

E poi, era in intimo! Oh avanti... non guardatemi così! Sono pur sempre un maschio eh!

Cerchiamo di capirci. Non era la prima volta che dormivamo insieme, o, come dire? Che... em... che la vedevo “vestita” così...

Ma ogni volta era come fosse la prima!

Mi diede un leggero bacio sulle labbra.

-Sai, in questi momenti capisco, perché ti amo. Insomma, sono poche le persone che bloccherebbero un intera missione per far si che tutti siano pronti per affrontarla; Sono poche le persone che si fiderebbero di qualcuno di cui nessuno si fida; Sono poche le persone... come te, Percy-

Io la baciai di nuovo.

Rimanemmo lì a guardarci per qualche... secondo? Minuto? Per qualche ora? Non saprei dire.

-Dei quanto ti amo!- poi la abbracciai e baciai ogni millimetro del suo viso.

Lei gridò quando ricademmo sul materasso.

Io le pizzicai un fianco e lei scatto nella parte opposta -Shhh! Tuo padre ci sentirà!-

Lei rise -Oh dei! Il grande figlio di Poseidone, re dei mari, nipote di Zeus, re degli dei e di Ade, re degli inferi, ha paura di essere scoperto da mio padre?-

-Non c'è niente da ridere!- ma anch'io stavo ridendo -Avanti ora dormi piccola, era stanca morta e tutto d'un tratto di sei svegliata?-.

Lei mi baciò continuando a sorridere -Non ho sonno-.

-Be' allora che ti va di fare?- dissi io.

Lei alzò le spalle -Bho-.

Io ammiccai -Be' magari potremmo...- mentre la baciai sulla guancia.

-Perseus Jackson!- Mi sgridò lei ridendo.

-Si?- le chiesi ridendo.

-Sei davvero davvero uno stupido a volte- e mi diede uno schiaffo scherzoso sulla testa.

-Si, e ti amo da impazzire!- detto ciò la baciai.

 

 

 

-Buongiorno raggio di sole!- mi prese in giro Grover la mattina seguente.

Io mi stropicciai gli occhi come un bambino che ha ancora sonno dopo il riposino pomeridiano -'Giorno Grover-.

-Qualcuno qui è ancora stanco?- Mi chiese mettendo un broncio scherzoso e ammiccando verso Annabeth.

Battuta del cavolo in arrivo tra tre... due... uno...:

-Forse ieri sera non hai dormito molto?-

...Eccola...

BAM!

Ed ecco il pugno di Annabeth che va a finire dritto dritto nello stomaco del satiro.

Grover imprecò in greco e mi guardò, probabilmente sperando che accorressi in suo aiuto.

Io alzai le spalle in segno di resa -Non metterti contro la mia ragazza Grover-.

Baciai Annabeth sulla guancia.

Tutti erano riuniti intorno al tavolo da pranzo a fare colazione.

Mi sedetti affianco alla mia ragazza.

Alla mia destra c'era Jason che rideva sotto i baffi per la scena appena accaduta.

Davanti avevo Rachel, alla sua destra c'era Axel che metteva il Nesquik nel latte.

Non avevo tanta fame quindi mangiai poco e niente.

Mi senti osservato così alzai gli occhi dal piatto e mi accorsi che Rachel mi stava fissano... o meglio, fissava il mio collo.

Quando si accorse del mio sguardo arrossì e riprese a mangiare.

-Torno subito- dissi ad Annabeth.

Corsi in bagno e mi guardai allo specchio.

Avevo un segno violaceo.

Ripensai alla sera prima.

Annabeth!

Tornai in cucina e la guardai in cagnesco.

Lei fece finta di non capire ma sembrava davvero convincente quindi, stando attento che nessuno ci stesse guardando, le mostrai il segno che avevo sul collo.

-Ma che diavolo...?- Disse lei.

-Già! E va bene che sono il tuo ragazzo ma abbiamo pure diciannove anni Annabeth!-

-Percy, quello, non l'ho fatto io!-

-Si certo, come no!-

-Percy, ti posso assicurare che non sono stata io!-

-E come?- le chiesi.

-Perchè magari non è normale che le vene diventino luminose!-

Luminose? Ma che...?

Non feci in tempo a fare domande che Annaveth mi aveva già portato in bagno e... cavolo!

Dove la pelle era più scura ora si vedevano chiaramente le vene e il sangue che vi scorreva dentro. Il problema? Il sangue era di un azzurro fluorescente.

-Oh miei dei!- dissi.

Annabeth mi mise un cerotto.

-Che cavolo ho lì?-

-Non lo so, ma ora non possiamo parlarne, metteremmo in agitazione gli altri- Mi prese per mano e tornammo nella sala da pranzo dove ora era arrivato anche il padre di Annabeth.

-Grazie per averci ospitati Signor Chase- disse Jason.

-Bene, e ora che si fa?- chiese Nico.

Io ed Annabeth ci guardammo.

-Papà, perché non vai a prendere una altra bottiglia di succo?- Disse Annabeth rivolta a suo padre.

-Si certo-.

Appena se ne fu andato tutti riprese a parlare tra loro.

-Io propongo di andare a cercare quel traditore di un centauro e fargliela pagare!- Disse Talia.

Tutti annuirono.

-Ragazzi, siamo tutti esausti e fuori forma, anch'io voglio... fargliela... pagare... ma, a quanto sappiamo Chirone al momento è... in Europa. E nessuno di noi può fare un viaggio così lungo in queste condizioni! Ci

serve un posto dove poterci preparare, un posto dove poterci allenare!- Dissi io.

-E come fai a sapere dove si trova scusa?- Chiese Talia.

-Vedete io... ecco...-

Annabeth mi venne in aiuto: -Percy ha fatto un sogno, ha visto come una qualcuno che apriva una mappa e tracciava dei cerchi intorno all'europa. Poi la scena è cambiata, Chirone era in mezzo ad un bosco, poco lontano da esso c'era il mare, abbiamo motivo di pensare che si trovi su un isola.-.

Leo si intromise -Quindi noi dovremmo girare tutte le isole europee alla ricerca di un centauro?-

-In queste condizioni non andremo proprio da nessuna parte- disse Annabeth -Dobbiamo trovare un luogo che sostituisca temporaneamente il campo mezzo sangue-.

Rachel sorrise mentre spezzettava un tovagliolino di carta e ammucchiava tutti i fogliettini da una parte.

-Qui vicino ho una casa, è abbastanza grande ed ha un bel giardino... possiamo stare li- disse lei.

-Bene, in tal caso, muoviamoci-.

Annabeth salutò suo padre. Tutti noi lo ringraziammo per l'ospitalità. Poi partimmo.

Naturalmente Rachel non badò a spese per il mezzo di trasporto: Due Range Rover bianche.

Quella ragazza aveva davvero gusto per le auto.

Questa volta non feci attenzione al tragitto, rimasi abbracciato ad Annabeth tutto il tempo mentre lei mi accarezzava il volto.

 

 

 

Definiamo il concetto di “casa”. Per voi cos'è una casa? E semplice, dite voi, la casa è quella con una decina di stanze e, se gli dei vogliono, anche un piccolo giardinetto.

Ora, per capire l'idea di “casa” di Rachel prendete la vostra bella casetta e... distruggetela.

Metteteci al suo posto una villa di, gli dei solo sanno, quanti metri quadrati, con ben 4 piani (se non si conta la terrazza, ovviamente), e il piccolo giardinetto? Una collina che probabilmente equivale alla villa moltiplicata per mille volte sia in larghezza che in lunghezza... e la villa è molto, molto grande!.

Con tanto di ben due piscine (una delle quali al coperto) o scusate ho detto piscine? Volevo dire OCEANI! Mai viste piscine così grandi!.

Racher ci ha raccontato che c'è anche un maneggio, con tanto di campo per esercitarsi sui salti. Una palestra a due piani, una spa, e c'è perfino una sala TV!

Se non altro almeno potremo allenarci in un posto così piacevole!

Rachel aprì le braccia d'avanti all'entrata della villa e disse:

-Benevuti alla tenuta Raterford-

 

Nyeupe:

Ciao ragazzi! sono tornata con in quinto capitolo della mia storia (io poi, che pubblico le storie alle 23:58 di sera? xD) comunque, mi scuso per il ritardo ma come ho già detto in una risposta ad una recensione devo rallentare un po con i capitoli visto che tra poco devo partire e mi piacerebbe che una parte della storia fosse ambientata li perchè è un posto fantastico :D
Comunqueeeee, ringrazio come al solito tutti quelli chi mi seguono, leggono la mia storia o la recensiscono! :D davvero, grazie di  cuore e... e niente 
ciaooooo :P

  
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