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Autore: Michaels    17/06/2014    4 recensioni
[MIKA & Marco Mengoni]
Marco incontrò per la prima volta Mika, nel 2008, quando lavorava ancora nel bar di Frascati; molto prima di raggiungere il successo, poco più di un anno e mezzo dopo. Iniziò ad apprezzarlo come cantante, ma soprattutto come la persona delicata e simpatica che si era dimostrata.
Mika, anche se a carriera già avviata, dal canto suo non aveva mai dimenticato quel ragazzino dal ciuffone castano sparato sulla testa ed impacciato che aveva preso la sua ordinazione in quel vecchio bar.
Un lungo percorso tra incontri, rincontri, difficoltà e felicità, dal lontano 2008 al 2015.
Genere: Erotico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Marco Mengoni, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Milano, Venerdì 2 Ottobre 2009
 
 
Il freddo lo soffrivo particolarmente. In quei giorni mi sentivo spossato e, in più, mi ero anche raffreddato ed avevo paura di non poter dare il meglio al live.
“Okay, ragazzi, venite qui.” Sentii uno dei tecnici del suono chiamarci. Mi avvicinai a lui, seguito da Silver. Da quando ero entrato ad X Factor, era quello con cui avevo legato di più, insieme a Chiara. Era un ragazzo poco più basso di me con i capelli castani ordinati, ma lunghi e sparati tutti da una parte e gli occhi verde acqua. Possiamo definirlo il mio, fisicamente, opposto. Tuttavia, eravamo due matti, che si divertivano a fare scherzi nel loft. Da quando Morgan ci aveva scelto nella categoria 16-24, passammo tutto il tempo insieme. Era un bravo ragazzo di sani princìpi, con cui condividevo la mia più grande passione.
“Questa settimana, l'ospite della quinta puntata sarà Mika, che verrà a conoscervi oggi nel pomeriggio, verso le cinque, dopo aver fatto un giro per gli studi. Chiaro?” Ci informò e se ne andò, seguito da un'altra donna.
Nella stanza, si sentì l'esultanza e la felicità degli altri concorrenti.
Il mio cuore, intanto, perse l'ennesimo battito, sentendo il suo nome. Era passato più di un anno, eppure nella mia testa c'era solo lui. Infondo, speravo sempre di rivedere lui ed il suo meraviglioso sorriso e di risentire la sua voce angelica. 
Non raccontai a nessun altro il mio incontro con Mika, un po' per egoismo, un po' per timidezza. 
Negli anni, continuai a seguirlo, mentre scalava le classifiche e prolungava il suo tour.
“Ehi, amico, andiamo?” Fui riportato alla realtà da Silver, che mi guardò con aria leggermente preoccupata. 
“Oh, sì.” Dissi, distrattamente.
“Forte Mika, eh?” Disse mentre camminavamo fianco a fianco, in giro, cercando qualcosa da fare. 
“G-già.” Balbettai. Questo è l’effetto che mi fa solo sentire il suo meraviglioso nome? Grandioso… 
“Ehi, ti senti bene?” Mi chiese poggiando la sua mano sulla mia spalla.
“Mi gira un po' la testa.” Mi sedetti sul divanetto più vicino.
“Aspetta qui. Chiamo qualcuno.” 
Quando se ne andò, mi distesi completamente. La testa cominciò a farmi male veramente. Troppe emozioni insieme, per me, risultavano letali. Chiusi gli occhi cercando di rilassarmi ed aspettando che Silver tornasse. Tuttavia, non riuscii a resistere per molto, addormentandomi, poco dopo.
 
“Marco, ehi, svegliati, Marco.” Sentii qualcuno scuotermi e la voce di Silver chiamarmi.
“Mh...” Farfugliai infastidito.
“Is he okay?” Una voce fin troppo familiare arrivò alle mie orecchie, facendomi aprire gli occhi di scatto.
E me lo ritrovai lì, mentre mi guardava preoccupato con i suoi occhioni di un colore ancora indefinito.
“Mika.” Dissi il suo nome, alzandomi di scatto dal divano. 
Mossa fin troppo stupida: mi dovetti risedere immediatamente, essendo stato colpito da una fitta alla testa.
“Take it easy, Marco.” La sua mano toccò la mia spalla, provocandomi un batticuore ancora più accelerato. 
“Deve stare a riposo. Ha la febbre alta.” Disse il medico accanto a Morgan e Silver.
Vidi Mika sedersi accanto a me sul divanetto, mentre continuava ad osservarmi. 
“Okay. Andiamo in camera.” Mi diede una mano ad alzami Silver, tendendomi la mano.
“Will he be okay?” Chiese il ricciolino a Morgan.
“Yes, it's just a fever.” Lo sentii rispondere.
Non mi aveva riconosciuto. Niente. Mi sentii profondamente ferito e deluso, mentre il mio compagno di stanza mi aiutava a sdraiarmi sul letto. 
“Riposa. Io devo andare a vedere quale canzone mi ha assegnato Morgan, Marco. Ci vediamo dopo.” Uscì velocemente dalla stanza.
“Hi!” Sentii, poco dopo, ancora la sua voce, che mi fece alzare, ancora una volta, di scatto. “Calma.” Disse col suo adorabile accento.
“C-ciao.” Balbettai, rapito dai suoi occhi.
“You're the barman, aren't you?” Si è ricordato. Si è ricordato. Si è ricordato. Si è ricordato. Si è ricordato. Respira. Oh, cazzo.
“Yes, I am.” Sfoggiai uno dei sorrisi più grandi mai mostrati.
“Are you okay?” Chiese premuroso.
“Yes, thanks.” 
“So, you sing! And, let me tell you, you're amazing!” Gli sorrisi riconoscente ed imbarazzato. Okay, ciccio, non svenire. “So...”
“Mika!” Si voltò ed io, con lui, volsi lo sguardo verso un uomo comparso sulla soglia della porta, che gli faceva segno di andare.
“Sorry. See you later.” Mi disse, dopo essersi rigirato per guardarmi.
“S-sure.” Balbettai, incantato dai suoi occhi. Visto che effetto mi fai?
Essere riuscito a parlargli dopo così tanto tempo, provocò in me qualcosa di così strano, ma così familiare. Alla fine, vederlo mi faceva sempre lo stesso effetto, al quale si aggiungeva, ogni volta, qualcosa di meravigliosamente nuovo.
Era sempre lo stesso, ma aveva i capelli leggermente più corti e disordinati. 
 
Ormai mi sentivo meglio, dopo aver riposato per un paio d'ore, ed uscii dalla stanza per andare a cercare Silver, che Dio solo sapeva dove si era cacciato.
Mentre giravo per il loft, che non mi era mai sembrato tanto grande, continuai a pensare a Mika, a quanto fosse gentile e dolce. Non avevo mai incontrato nessuno come lui, eppure mi sembrava di conoscerlo da una vita. Volevo così tanto approfondire un rapporto, pur sapendo che non sarebbe mai potuto accadere niente fra di noi. Non sapevo neanche se era attratto dagli uomini.  Mi consolava, in parte, il fatto che l’avrei rivisto di lì a poche ore.
Quando pensavo, mi guardavo in continuazione le mani, impaurito dagli sguardi altrui ed intrecciando le dita, e troppe volte mi ritrovai in situazioni imbarazzanti, dopo essere andato a sbattere contro qualcuno.
“Marco!” Sentire il mio nome, mi fece girare di scatto.
“Silver.” Lo chiamai, a mia volta, in parte deluso.
“Ti senti meglio?”
“Oh, sì, grazie. Come sono andate le assegnazioni?”
“Non è nel cuore, di Finardi.” Rispose, allegro.
“Bella. E a me ha detto cosa ha dato?”
“Preparati…” Agitò le mani, tendendo le braccia in avanti. “My Baby Just Cares For Me di Nina Simone.” Annunciò, sorridente.
“Però!” Esclamai, cercando di sorridere.
“Ehi, amico, che hai? Sei a terra. Dai, che tra un po’ andiamo a vedere Mika.”
A quella frase, non saprei dire esattamente come mi sentivo. Era vero che volevo rivederlo, con tutto il cuore, ma poi probabilmente, dopo il live, non l’avrei mai più rivisto se non ad un suo concerto.
Mentre tornavamo in camera, sentii le note di “We Are Golden” e non resistetti, avendo incontrato Luca Tommasini fuori, gli chiesi di poter assistere, insieme a Silver. Ed ero lì, poco dopo, a godermi le prove di Mika, pronto a stupire chiunque puntasse gli occhi su di lui, mettendo anima e corpo ad ogni singola parola, nota e passo. Rimasi incantato, ancora di più, quando lo vidi salire sul pianoforte, mentre saltava, si sdraiava e si rialzava. Che polmoni, santo Cielo…
“Great job!” Urlò Luca al microfono, ricevendo un pollice in su, da un Mika più sorridente che mai.
Saltò giù dal palco, prendendo una bottiglietta d’acqua dalla scrivania dei giudici, chiedendo, supposi, qualche consiglio od opinione dal direttore artistico. Quando mi vide, mi fece cenno con la mano, in segno di saluto.
“Ehi, hai legato con Mika, bro?”
“Eh? Ma che dici…”
“Se, a questo punto fingo di stare male.” Disse, mentre lo guardavo andarsene sorridendo.
È impazzito.
Quando mi rigirai, me lo ritrovai davanti sudato ma soddisfatto della prova.
“Piaciuto è?” Chiese col suo accento, fin troppo adorabile.
“Sure!” Risposi, pronto.
“Can you speak italian? I’d love to learn.”
“Okay.” Affermai, ancora, imbambolato dai suoi occhi.
“How are you?” Oh, la sua voce.
“Bene. Sei stato grande.”
“Oh, grezie.” Tentò, sbagliando accento, facendomi sorridere.
“Si dice ‘grazie’.” Dissi divertito.
“Ah!” Si portò una mano alla fronte, facendo uscire un suono gutturale, che mi diede un biglietto di solo andata per il manicomio. “Listen! Can you… help me? I wanna speak italian!” Oh, grazie Signore.
“Non sono così bravo, ma ci posso provare.” Risposi, entusiasta.
“Good!” Disse, abbracciandomi.
"Sii fisico, Mika, sii fisico. Ti prego." Dissi ad alta voce.
"What?" Chiese, confuso.
"NIENTE!" Urlai, in fretta, accorgendomi di quello che avevo appena detto.
Merda.

Quando arrivò il momento di far incontrare ufficialmente gli altri concorrenti con Mika, erano tutti, giustamente eccitati. Continuarono a far domande sulla sua carriera ed anche sulla sua vita privata. Io mi limitai a stare dietro a Silver, osservandolo in tranquillità. Almeno, tranquillità apparente, perché dentro di me si erano venute a creare più emozioni insieme. Ogni tanto, alzava lo sguardo verso di me, alcune volte sorridendo, altre pensieroso. Chissà cosa pensa… Me lo domandai un miliardo di volte, cercando di capire la risposta attraverso i suoi occhioni da cerbiatto.
“Volete chiedergli qualcos’altro?” Chiese Luca. “Marco, sei silenzioso, cosa vuoi con quel foglietto?” Effettivamente, mi ero portato un blocchetto ed una penna, non saprei dire il perché, avevo solo una gran paura di non rivederlo più.
“Voglio un autografo!” Affermai, sotto gli occhi sorpresi di Mika, al quale mi limitai a fare un sorriso imbarazzato.
Chiese qualcosa all’orecchio di Tommasini, per, poi, firmare il foglietto. Mentre me lo restituiva, cercai, di proposito, un contatto con la sua mano, che riuscii ad ottenere. L’obbiettivo era rivedere i suoi dentoni squadrati un’altra volta. Obbiettivo, anch’esso raggiunto.
Quando andai a vedere l’autografo, con un po’ di difficoltà riuscii a decifrare ciò che aveva scritto: Hi! Maestro pazo.
Alzai lo sguardo verso di lui, divertito, che mi diede l’onore, ancora una volta, prima di tornare in camera, di un altro sorriso.
Ma perché è così maledettamente perfetto?



#MyWor(l)d
Saaalve c:
Gli errori di Mika sono tutti fatti di proposito! c: Avevo una gran voglia di aggiornare questa storia, non so perché x3 So che non è un granché, però essendo una storia breve, non vorrei correre troppo con gli avvenimenti. Ho deciso di dividere in più parti il 2009 perché stava diventando un po' troppo lungo. Okay, qui Marco è già entrato ad X Factor. Vi prego, ditemi che vi ricordate di Silver e di Chiara e della quinta puntata in cui Mika è venuto ospite *-*
Spero sia di vostro gradimento!
Grazie a tutte quelle che hanno recensito il primo capitolo, messo tra le preferite e le seguite la storia e chi semplicemente la legge! Grazie di cuore! Vi adoro! <3
Un bacio,
Michaels

 
  
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