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Autore: mirandas    17/06/2014    5 recensioni
"Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice!" (Estratto dal capitolo 2)
Chi, leggendo la Divina Commedia, non ha mai pensato che gli svenimenti del nostro amato fiorentino fossero leggermente fittizzi? Per Dante, Beatrice passa in secondo piano di fronte alla fascinosa guida, anche se ci vorrà un po' di tempo: esattamente la durata di un periglioso tour fra inferno, purgatorio e paradiso. Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Alighieri, Un po' tutti, Virgilio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ta-da! Nuovo canto! Vi ho stupiti? Dite la verità, non ve lo aspettavate xD. Canto nuovo, vita nuova....Ok, non ho molto da dire, eccetto che abbiamo avuto qualche complicazione nello scrivere questo canto...spero solo che sia tutto chiaro...(Lo so, non ha senso quello che sto dicendo) In caso abbiate domande, chiedete pure nelle recensioni o tramite messaggio privato, come preferite.
Buona lettura!

Canto XXVIII
 
Dante
 
Ohmamminasantissima! HopauratorniamoindietrohotantapauraVirgilioproteggimi!!!!
Tossicchiai, cercando di non lasciar trapelare l’enorme paura e disgusto che stavo provando in quel momento di fronte al truce spettacolo parato dinnanzi ai miei occhi: membra sanguinolente, corpi feriti, smembrati, aperti a mostrare le interiora, come passati dentro ad un tritacarne…il mattatoio delle ombre dell' Ade.
Respinsi un conato.
Credo di star per vomitare.
Distolsi rapidamente lo sguardo da quello che sembrava il set di un film horror di basso livello "Ehm, maestro, credo che abbiamo sbagliato strada. Meglio tornare sui nostri passi. Chissà, magari Guido ci può indicare una via miglio…!”
Virgilio non mi diede il tempo di finire perché mi trascinò per una manica lungo il sentiero. Subito puntai i piedi in terra, cercando di opporre resistenza, ma il mio maestro era troppo forte. Infastidito dai miei tentativi per impedirgli di proseguire, mi strattonò con troppa violenza.
Gli caddi rovinosamente addosso.
Una volta uscito da qui, ammesso e non concesso che ciò accada, tra traumi e contusioni, questo viaggio mi costerà un patrimonio in cure mediche...
Durante l’impatto avevo chiuso gli occhi ed ancora non li avevo aperti, forse per timore di scorgere ira in quelli della mia guida. Eravamo finiti in una posizione molto…indiscreta.
Non so come ma il mio maestro era riuscito a cadere di schiena, assorbendo tutto il dolore della caduta, mentre io ero finito lungo disteso su di lui. Potevo sentire il fiato caldo di Virgilio sull’infula.
OhmioDio!OhmioDio! Che cosa faccio adesso?!?!
Beh, già che ci sei potresti approfittartene....
Ancora tu! Vuoi levarti dalle palle una buona volta!?
Pfui....un giorno mi ringrazierai...
Forse...ma non è questo il giorno!!
Il mio cuore stava battendo furiosamente ed ero praticamente spalmato sul petto di Virgilio: ero certo se ne fosse accorto anche lui.
Fu in quell’attimo di disperazione che le lunghe dita del mio maestro mi cinsero i fianchi. Dire che mi si bloccò il respiro era palesemente un eufemismo.
Cosa avrà intenzione di fare?
“Dante.” Mi chiamò lentamente. La voce più roca del normale. Un sussurro...un soffio...un alito caldo vicino al mio orecchio. Mi costrinsi ad aprire gli occhi e a puntare lo sguardo nel suo. Avevo alzato la testa, I nostri nasi potevano quasi toccarsi.
Beh, non che ci voglia tanto, con il becco che ti ritrovi...
Taci! Non ora!!

Un istante di silenzio. “So che mi vuoi...molto... bene... ma addirittura saltarmi addosso a questo modo...suvvia, cerca di contenerti! Se facevi così anche con Beatrice adesso capisco perchè non te l'ha mai...beh, hehe...” Scherzò maliziosamente, la voce di nuovo normale, o quasi. Percepii una nota di imbarazzo celata dietro all'ostentata spavalda noncuranza.
“Ah-ah, molto diverten…Un momento, cos’hai detto?!” Lui aveva appena ammesso di sapere! Quindi io mi ero dannato fino a quel momento mentre lui se la rideva alle mie spalle?!?!
“Oh, andiamo Dante! Era solo uno scherzo. So che tu non vedi altro che Beatrice.” Ribatté acidamente, agitandosi sotto di me.
Feci per rispondere ma, mentre il mio maestro stava cercando una posizione più comoda ed io mi stavo sistemando a cavalcioni su di lui, avvertii chiaramente la sensazione di qualcosa di duro che premeva contro il mio sedere.
Tentando di ignorare la vampata di calore salitami rapidamente alle guance, provai a controbattere. “Maestro, sai, dovresti proprio farla controllare questa daga. Si fa sentire nei momenti meno consoni.” Replicai, vendicativo, calcando esageratamente la parola “daga” e lanciando a Virgilio uno sguardo che diceva “io so”.
Fu il turno di Virgilio di arrossire e che bella vista, soprattutto se guardata dalla posizione in cui ero: non più spalmato su di lui ma sedutovi sopra, con la schiena dritta, le braccia conserte, guardandolo dall’alto.
E' in tuo potere....vai ora, vai ora, vai ora!
Taci.
Guarda che anche lui non aspetta altro!
Taci.
E' tuo...ti basta solo...
Ma non ti avevo gentilmente chiesto di levarti dalle palle?
Gne...
“Quindi tu…tu sapevi…e mi hai preso in giro per tutto il tempo!” esclamò Virgilio, l’espressione tradita e imbarazzata al tempo stesso.
“No! Non l’avevo realizzato all’inizio! Poi però ho parlato con Brunetto e lui me l’ha fatto capire…credimi se ti dico che è stato molto più imbarazzante per me che per te!”
“Che altro ti ha detto?” domandò il poeta. La sua voce era un sussurro, sembrava quasi spaventato.
Ecco, quella era la mia grande occasione. Avrei potuto farmi avanti, dirgli la verità, dirgli che sapevo dei suoi sentimenti e che ricambiavo. Per una volta sarei stato io il coraggioso fra i due! E invece… “Niente, non mi ha detto altro. Abbiamo solo parlato dei vecchi tempi.” Mi trovai a rispondere.
Virgilio mi scrutò per qualche istante, poi sospirò di sollievo.
O forse era frustrazione?
“Ok, penso sia ora di scendere.”
Dopo un attimo di smarrimento, mi ricordai della mia posizione e mi affrettai a sollevarmi, tendendogli una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi. Il mio maestro accettò con un mezzo sorriso, ma non disse nulla.
“Dunque, direi di cominciare il nostro giro turistico…” Gli strattonai una manica. Virgilio mi guardò confuso. “Che c’è?”
“Manina?” gli chiesi sorridendo scherzoso, tendendogli una mano.
Il mio maestro sbuffò divertito, ma mi prese la mano senza fare storie.
Un contatto anche un solo minimo con la mia guida mi aiutava a tranquillizzarmi (mentre un contatto più intimo…). Perciò ora, più sicuro di prima, violentando il mio istinto che mi urlava "non guardare!", osservai con attenzione lo stato delle anime che si trovava in questa bolgia. Vidi un peccatore squarciato dal mento fino al luogo in cui si scorreggia (perché non sta bene dire culo, non è abbastanza poetico!). Tra le gambe gli pendevano le interiora e si vedeva tutto: budella, cuore, polmoni, eccetera.
“Santa Madre Sbrisolona! Sembra di essere ad una zombie walk!” esclamò il mio maestro.
“Una che?!”
“Niente, cose del futuro, non puoi capire.”
Rifiutando di offendermi per il modo in cui mi aveva silenziato, mi concentrai nuovamente sull’anima di prima, che mi fissò a sua volta e senza preavviso si squarciò il petto con le mani nude, aprendolo in due come un cocomero a mostrarmi tutto quello che c'era dentro.
Un altro conato.
Ora vomito, ne sono certo.
“Guarda, sono Maometto e mi sto aprendo in due come se nulla fosse! Che figata, eh? Pensa che più avanti c’è Alì tagliato dal mento fino all’attaccatura dei capelli! In questa bolgia tutti sono mutilati come noi, perché in vita siamo stati seminatori di discordie. Devi sapere che qua dietro c’è un diavolo che adora ‘acconciarci’, per così dire. Si definisce il nostro 'coiffeur', dicendo che gli incidenti possono capitare durante il taglio. Pensa che ci costringe a farci tagliare da lui ogni volta che abbiamo fatto il giro della bolgia, perché le nostre ferite si rimarginano troppo velocemente! Ganzo, no? Il sogno di ogni tredicenne autolesionista egocentrica incompresa. Scommetto che ne vorresti uno anche tu! Ma ora basta parlare di me, piuttosto dimmi chi sei tu, musone. Sei forse in fila anche tu dal barbiere?”
Prima che potessi rispondere, il mio maestro lo fece per me: “Questo qua è vivo, gente, e a me, che sono morto, tocca portarlo in giro per l’Inferno.”
“Maestro!” protestai sibilando. Di solito era lui quello che mi bloccava per tempo prima di rivelare a tutti che ero vivo, ma ora sembrava volesse prendersi la sua piccola vendetta per la storia della “daga”.
Almeno un centinaio di anime si fermarono nell’udire la risposta del mio maestro.
Silenzio imbarazzante. Come quando sei in mezzo alla confusione e spari una stronzata. E nello stesso momento tutti si zittiscono.
Eccoci, 3, 2, 1…
E invece, contrariamente alle mie aspettative, Maometto, con un piede a mezz’aria, si limitò a farmi un discorso strano. “Dì a fra Dolcino di rifornirsi di provviste, altrimenti il vescovo di Novara avrà una vittoria facile.” Detto questo, poggiò il piede e si allontanò.
“Tu ci hai capito qualcosa?” sussurrai a Virgilio.
“Neanche un po’. Ma è sempre meglio che sentirsi dare dello scemo, non credi?”
“Non hai tutti i torti.”
Un altro peccatore parlò. Questo aveva la gola forata e il naso troncato fin sotto le ciglia, e non aveva più che un solo orecchio: “Ehi, vivente! Io sono Pier da Medicina e vengo da Marcabò. Quando tornerai nel mondo terreno potresti far sapere a Guido e ad Angiolello che saranno buttati in mare dentro un sacco, legato con una grossa pietra, presso Cattolica, a causa di un traditore tiranno e crudele?”
“Ma cos’è?! La mafia?!” esclamò Virgilio. L’anima però continuò imperterrita. “Questo traditore è chiamato Malatestino e governa a Rimini, città che un mio amico qui si è pentito di aver visto. Egli li farà venire ad un colloquio con lui e poi li getterà in mare.”
“Se vuoi che io porti le tue notizie, dimmi chi è questo amico di cui parli che si è pentito di visitare Rimini.”
Allora portò la mano alla mascella del suo compagno e, con mio grande disgusto, gliel’aprì, mostrando la sua lingua mozzata. “E’ questo qui, ma non è molto loquace. Sai, è un vero e proprio voltagabbana.”
Ma…ma era Curione! Quel tribuno della plebe che passò dalla parte di Pompeiano a quella di Cesare per corruzione.
Stavo ancora pensando a Curione quando un quarto dannato alzò in aria i moncherini e gridò: “Se ti ricordi di Curione allora ti ricorderai anche di me, Mosca dei Lamberti! Ti ricordi la mia famosa citazione? ‘Una cosa quando è fatta è fatta’. Questa frase fu la rovina dei toscani.” Affermò, compiaciuto.
“Se ti ricordi bene portò anche alla rovina della tua famiglia.” Ribattei, senza battere ciglio.
Mosca mi guardò male prima di andarsene afflitto. Dante 1 Mosca 0.
Ma ecco che spostai ancora lo sguardo verso la massa di anime e vidi una cosa che mi fece gelare il sangue nelle vene. Strinsi convulsamente la mano di Virgilio, che, prima distratto, ora guardò nella mia stessa direzione ed anche lui rimase senza parole. Entrambi vedemmo un busto senza testa procedere insieme agli altri dannati. Stringeva per i capelli il capo mozzo, lordo di sangue rappreso, tenendolo sospeso dinnanzi a sé come per rischiarare la bolgia con una macabra lanterna.
“E’ la brutta copia del cavaliere senza testa.” Mi sussurrò Virgilio, cercando di fare un po’ di spirito…che ancora una volta non capii.
“Che?”
“Lascia perdere.”
“Altra roba del futuro?”
“Già.”
Fu in quel momento che il suo capo parlò. Nello stesso istante, la mia mano corse a coprire la bocca di Virgilio mentre quella del mio maestro coprì la mia, senza esserci messi d’accordo. Se non avessimo agito d’istinto, penso che entrambi ci saremmo messi a strillare come due ragazzine spaurite. “Ohimè!” La testa parlava ed era uno spettacolo veramente inquietante. Quando il dannato giunse ai piedi del ponte, alzò ancora di più la testa per farci sentire meglio le sue parole. “Dimmi, vivente, hai mai visto una pena più grande di questa?” Anche il fatto che il proprietario continuasse a farla dondolare come l’incenso in chiesa non aiutava il mio stomaco “Suppongo di no…Comunque, io sono Bertrand de Born, colui che mise un padre contro il proprio figlio. Visto che sono stato così stupido da separare due persone tanto legate, il mio cervello è staccato dal mio midollo spinale! Vedi come si applica bene la legge del contrappasso su di me?”
Terzo conato.
E quello fu veramente il colmo per me: mi accasciai al suolo e vomitai pure l' anima, tanto per rimanere in tema.

E per questo canto, non uno, ma ben DUE disegnini, sempre da parte di LovelyAndy (sono fantastici!!)
1) https://www.facebook.com/448336835267444/photos/pb.448336835267444.-2207520000.1403347682./511670068934120/?type=3&theater
2) https://www.facebook.com/448336835267444/photos/pb.448336835267444.-2207520000.1403347682./511669938934133/?type=3&theater
  
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