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“Mettiti
pure comodo, io vado a
mettermi addosso qualcosa di più rilassante...i
menù del take-away sono
nel cassetto in cucina, ordina quello che vuoi!” Cuddy era
già sparita nella
stanza. Si richiuse la porta dietro, lasciando andare la testa in
piccoli
slanci all’indietro e con gli occhi chiusi cercava di
soffocare i pensieri
pressanti. Ritorna in te Lisa...ritorna in te! E’
Gregory House...ritorna in
te!
Aprì l’armadio ed iniziò a scrutare i
vestiti Sexy e provocante o casalinga
frustrata? Iniziò uno ad uno a tirar fuori i
vestiti dall’armadio. Se
metto questo non mi fa uscire dalla stanza e mi salta addosso.
Scartò un
vestito decisamente troppo provocante per metterlo in una serata da
sola con
House. Con questo mi prende in giro e dice che sono una
massaia. Un
altro riposto nell’armadio. Rimase circa 20 minuti a
scegliere, scartare,
ripensare a cosa indossare e finalmente restrinse la scelta a due
stili: una
gonna molto casual con un top bianco da abbinare, o una tenuta molto
più
casalinga di pantaloni da tuta e felpa larga. Non
crederà mai che sto più
comoda con una gonna attillata. Optò per la tenuta
casalinga, infilando
rapidamente i pantaloni che le rimanevano molto aderenti alle gambe,
mostrandone la grazia anche attraverso il tessuto grigiastro, e la
felpa bianca
della Northwestern University che le lasciava le spalle scoperte. E
finalmente
si diresse alla porta per aprirla.
“Era meglio l’altra tenuta!” si
ritrovò House davanti ad essa, con un sorrisino
che la scrutava.
“Come?”
“Sei lì dentro da mezz’ora, o cerchi dei
vestiti per non farmi fantasticare
troppo o nascondi il tuo fidanzato...la prima è
più plausibile!” Cuddy lo
spinse fuori dalla stanza richiudendosi dietro la porta.
Quando arrivarono nel soggiorno rimase colpita da cosa vi
trovò. Incredibile
che House in mezz’ora avesse potuto organizzare tutto quello:
il camino era
acceso, per terra di fronte ad esso c’erano quattro-cinque
cuscini sistemati
per potersi sedere e la cena cinese sul tavolino.
“Non ho...sentito suonare! - disse Cuddy, mentre con un
sorriso si dirigeva
verso quel meraviglioso spettacolo - Hai fatto tutto tu?”
“No Brontolo...ho chiamato gli uccellini del bosco e abbiamo
rassettato. È
chiaro che ho fatto io...e non hai sentito suonare perché
non l’ha fatto...l’ho
battuto sul tempo...gioco di virilità...cose da
uomini!” Cuddy era ancora più
stupita, ma le parole di House neanche le arrivavano
all’orecchio. I suoi occhi
erano completamente rapiti dalla romantica situazione che aveva creato.
Si
aspetterà che dica qualcosa forse…ma cosa.
‘Oh mio Dio è meraviglioso...sei
stupendo?’ mi ride in faccia e se ne va.
Se non dice qualcosa lei la dovrò dire
io…e se poi mi esce qualcosa di
sbagliato tipo ‘Sei bellissima’? Poi si
aspetterà altro.
In quella stanza c’erano solo loro due, ma i pensieri
l’affollavano più di una
massa di tifosi alla partita dei Giants.
C’erano tante cose che l’uno
avrebbe dovuto dire all’altra, e tante parole che si
sarebbero potute
pronunciare, ma l’imbarazzo ebbe la meglio su entrambi,
lasciando che fosse il
testimone dei loro silenzi.
“Allora cosa hai ordinato?” Cuddy interruppe
l’imbarazzo cambiando argomento.
“Oh beh un po’ di tutto...io mangio
tantissimo...beh immagino che...mangerò
tutto io visto che tu...” indicò il corpo di Cuddy
“Che io cosa?”
“Beh non mangi nulla a giudicare dal tuo corpo!”
“Che cos’ha che non va il mio corpo? Troppo magro?
Non ti piace?”
“Oh no sei perfetta...meglio di così! - che cosa
aveva detto, aveva fatto un
apprezzamento positivo su di lei. Imbarazzo. -
Cioè ti immagini ad
averti sopra durante il sesso? Se fossi grassa schiacceresti il povero
sfortunato!”
Cuddy gli rivolse un sorriso malizioso “Certo...prendi un
cartone House!” e si
sedette su uno dei cuscini guardando fisso nel fuoco.
“Guarda che poi ti gira la testa se stai a fissarlo
così!” House si sedette
accanto a lei
“Mi piace stare in silenzio mentre lo
guardo...è...rilassante, quasi quanto un
bagno caldo. - ritornò a guardarlo - Mi spiace non ho il
televisore ancora...ne
ho comprato uno nuovo la settimana scorsa, deve ancora arrivare. Tanto
non è
che lo usi più di tanto!”
“Beh direi che non ti manca molto no? Solo…il
televisore e il divano...”
“Sì, il divano. Ne ho comprato uno
nuovo...più grande del vecchio...chissà
quando arriverà!” gli sorrise
“Uno spreco...” House portò alla sua
bocca il cibo
“Come?” Cuddy ripeté la stessa azione
“Uno spreco...un divano più grande per una donna
sola...a che ti serve?”
addentò un altro boccone, ma con la coda
dell’occhio vide lo sguardo vago di
Cuddy. Stava incassando il colpo, ma era stato molto pesante.
A volte House non si rendeva conto di ciò che le diceva, non
badava alla sua
reazione. Lui doveva dire tutto ciò che pensava, senza
capire che magari
avrebbe potuto, anche solo per poco, ferirla. Sì in quel
momento l’aveva ferita
e questa volta se ne rese conto, ma forse ancora l’imbarazzo
o forse la
coscienza di poter fare di peggio, lo fecero tacere e rimase solo ad
osservare.
Ancora una volta fu Cuddy a rompere il silenzio “Vorrei
comprare un
pianoforte...ho una soffitta molto ampia e non so come sfruttarla,
pensavo di
metterci un pianoforte!”
“Lo sai suonare?”
“Beh...me la cavo! Non sono brava quanto te
però” gli sorrise. Le era costato
tanto ingoiare quel boccone amaro, perché era vero. A che le
serviva un divano
più grande se era sempre sola? A niente...solo a darle la
speranza che prima o
poi quell’enorme spazio tra i suoi piedi e il bracciolo
l’avrebbe riempito
qualcuno.
“Ma è chiaro che non puoi esserlo...nessuno
è eccelso quanto me!” gli rispose
lui facendola sorridere. Si sentiva rincuorato che lei non lo avesse
sgridato o
sbattuto fuori casa, benché una piccola parte di
sé continuava a ripetersi che
quella battutaccia avrebbe potuto evitarla.
“Ti andrebbe di accompagnarmi?”
“Dove? In soffitta?? Ahhh scordatelo non faccio le scale per
una stanza vuota!”
“Ma noo! A comprarlo...che scemo...tu
sei...l’esperto! E...per una cosa che
dovrai usare anche tu tanto meglio che lo scelga di persona
no?”
“Usare anche io?” questa frase risuonò
molto da “proposta di matrimonio” alle
sue orecchie.
“Beh...non è mica l’ultima volta che
vieni a casa mia no? A te piace suonare e
a me...piace...ascoltarti!” divenne rossa quando si accorse
che House aveva
incrociato il suo sguardo.
“Ma il piano lo compri per me o per te? - Cuddy non rispose
alla domanda,
rimase ipnotizzata dallo sguardo, finché House non lo
distolse concentrandosi
sui suoi involtini di carne, piselli e verdure cotte - Questo coso fa
schifo!”
e lo lanciò nella sua bocca.
“Perché lo mangi allora?” gli chiese lei
prendendo un altro piccolo ciuffo di
spaghetti alle verdure.
“Perché l’alternativa è
baciarti...non sei tanto sexy con l’odore di frittura
cinese sai?” un’altra frase sciocca dettata
dall’imbarazzo.
Improvvisamente Cuddy scoppiò in una risata sonora e fece
sgranare gli occhi ad
House, che riuscì a pensare soltanto che fosse strafatta o
ubriaca. Ma non
aveva bevuto, né tanto meno preso qualcosa.
“Mi ricorda una delle ultime serate al college...noi lo
facevamo sempre!”
“Tu e la tua coscienza? E cosa soprattutto?”
“Stare davanti ad un fuoco con gli amici a raccontarci
segreti particolari
della nostra vita...lo facevamo ogni giovedì sera. Una delle
ultime sere
uscirono fuori delle cose incredibili!”
“E sei scoppiata a ridere di punto in bianco per questo? Ma
che c’hanno messo
nel tuo ordine? Ti passano qualche droga speciale? Fammi un
po’ provare! - con
le bacchette acchiappò un ricciolo di spaghetti dal cartone
di Cuddy e se lo
portò alla bocca - Se questo è il sapore della
droga che assumi fa veramente
schifo!”
Cuddy lo guardò sconcertata. Stava cercando un contatto, un
modo per
avvicinarsi a lui e come al solito aizzava questo muro invalicabile tra
loro.
Ma non si diede per vinta, no! Iniziò a pizzicarlo con le
bacchette e a
stuzzicarlo.
“E il tuo segreto? Qual è, Mr.Non parlo mai di me?
Dai racconta...”
“Adesso?”
“Vuoi aspettare l’alba?”
“Qui?”
“Vorresti farlo da un’altra parte?”
“Beh magari dopo un paio di ‘Oh sì
ancora’ mi sentirei più a mio agio...dai
andiamo in camera da letto a fare le prove!”
“Scordatelo...qui e adesso...coraggio!”
“Che noia... - rimase qualche istante in silenzio - Ho una
gamba più corta dell’altra
di pochi millimetri! Ecco l’ho detto!”
“House...tutti abbiamo una gamba più corta
dell’altra...”
“Sì ma il segreto è che non sai qual
è!”
“La destra...” disse lei guardandolo seriamente e
senza scomporsi
“Come lo sai?”
“Sono il tuo medico cosa pretendi?”
“Donne e medicina...accoppiata orrenda...io non...non ho
segreti per te!” la
guardò sbattendo le ciglia.
“Sii come no! Avanti...dai...un amore non corrisposto...un
tradimento...sei
sempre stato fedele a Stacy?”
“Perché tiri sempre in mezzo Stacy?”
“Perché non vuoi parlare mai di lei?”
“Perché rispondi ad una domanda con
un’altra domanda?”
“Lo hai appena fatto anche tu! E se tu fossi in grado di
intrattenere una
relazione più lunga di 5 minuti con un’altra donna
allora parleremo di
lei...fino ad allora, Stacy è la relazione più
lunga che hai avuto!” non le
piaceva dover chiedere tanto per farlo parlare, però voleva
che si aprisse con
lei. Si conoscevano da tanto eppure...ancora non si era mai confidato.
Cuddy
era convinta che parlarne lo avrebbe fatto star meglio, più
sereno, che magari
il dolore alla gamba si sarebbe affievolito e che House sarebbe potuto
essere
un uomo ‘normale’.
House tirò un sospiro nervoso e poi finalmente
parlò “No. Non l’ho mai
tradita!” e poi guardò Cuddy.
“E?”
“E...basta! - la guardò ancora - E non
personalmente!”
“Hai mandato qualcuno al tuo posto? House...parla...sii
più chiaro!”
“Il tradimento è più facile e meno
doloroso per entrambi se fatto con la
mente!”
“Cioè pensavi ad altre donne mentre stavi con lei?
Non è un tradimento ogni
uomo lo fa...modelle, attrici...”
“Io non sono come gli altri, sono speciale...e non erano
modelle o attrici
era...una donna!” era molto vago circa l’argomento.
Cercava di sviarlo il più
possibile, ma non riuscì mai a distogliere interamente
l’attenzione di Cuddy.
Per quante battutine sarcastiche frapponeva nel mezzo, lei ritornava
sempre
sull’argomento.
“Cioè questa donna esiste...voglio dire
è...una donna...”
“Sono quasi certo che attrici e modelle lo siano...almeno
quelle che sogno
io...non ho fantasie bisex!”
“E tu hai mai parlato con questa donna? Cioè la
conosci?”
“Ma ti stai divertendo?” non voleva proprio parlarne
“Oh sì, non sai quanto! Allora? La conosci? La
vedi ancora?” Cuddy era
diventata una pettegola, una comare in cerca di gossip.
“Sì...la conosco e...ogni tanto ci parlo...anche
se sono parole...beh più che
parole sono versi di piacere quelli che emette...seguiti da orgasmi
incredibili!”.
Cuddy spalancò la bocca e i suoi occhi sorridevano. Era
stupita di sapere che
House intrattenesse una relazione con una donna e lei non ne aveva
saputo
nulla. La cosa la incuriosì incredibilmente
perché, fosse stata una donna
formosa e bellissima ne avrebbe parlato e non poteva esser brutta.
Né tanto
meno si preoccupava di far sapere agli altri che intrattenesse dei
rapporti con
delle donne a pagamento.
“E lei? La conosceva?” continuò ad
interrogarlo sempre più curiosa.
House abbassò lo sguardo e disse sottovoce
“Era...una cara amica!”
“Era?”
“Beh non si parlano più da un
po’...avranno litigato non so...diciamo che siamo
impegnati in altro piuttosto che parlare di Stacy...lei è
più discreta di te!”.
Si stava avvicinando a scoprirlo, avrebbe capito di chi parlava e lui
non
voleva, assolutamente. Quello doveva restare il suo segreto. Ci furono
un altro
paio di battutine tra i due finché Cuddy non
arrivò alla domanda fatidica “E io
la conosco?” sarebbe stato meglio non chiederlo.
“Diciamo che un’ideuzza di come tu la conosca me la
son fatta!”
“Cioè? Spiegati...” Cuddy sorrise,
l’affermazione di House l’aveva incuriosita
anche se temeva le sue risposte.
“Credo che la parola esatta sia...intimamente...la conosci
intimamente!” ormai
glielo aveva detto.
“Cioè?...tu non... - Cuddy divenne improvvisamente
seria e sgranò gli occhi -
Non...stai parlando di me vero?” non era sicura sé
volesse sapere di essere lei
quella donna o se sperare di non esserlo.
“Nooo ma che vai a pensare...ehi...non pensare che sei tanto
super da farmi
passare le fantasie su Stacy...” House si voltò
dalla parte opposta per non
guardarla negli occhi. Questa bugia gli era riuscita proprio male,
avrebbe
voluto mentirle ma poi le parole da sole avevano deciso di non farlo.
“House - Cuddy gli mosse il viso con una mano. Stava sulle
ginocchia, ad un
passo dal suo volto, e lo stava scrutando negli occhi per leggervi
dentro la
risposta che aspettava. Si manteneva sulla mano sinistra, mentre la
destra
rimase a contatto con la barba ispida. - Dimmi la
verità!”
“Conosci la verità...non devo dirtela io!
L’hai già capita!” sembrava
così
piccolo in confronto a lei...la donna forte che sola aveva il coraggio
di
affrontarlo. L’unica che potesse risvegliare il bambino
spaventato che dentro
di lui taceva e con l’amore di una madre lo cingeva in un
silenzioso abbraccio
di comprensione.
“Che cosa stai facendo?” House fingeva di non
capire cosa facesse Cuddy, ma
sentiva il calore della sua mano posarsi sempre più sulla
barba ispida e poi
filtrare sulla sua pelle. Non si oppose, la lasciò
avvicinarsi…si lasciò
toccare.
Dapprima Cuddy sfiorò solo le sue labbra, mantenendo ancora
il contatto più
forte con la mano destra: il labbro superiore sfiorò quello
di House; mentre
lei allungava la sua bocca in cerca della sua, lui stava fermo, si
lasciava
massaggiare le labbra e la osservava con gli occhi aperti.
Lentamente si avvicinò al corpo di lui, strisciando sulle
ginocchia e
risiendendosi sui talloni...ma ancora non lasciava la presa con la
mano. Si
appropinquò un po’ di più al volto di
House, piegando leggermente la testa e
approfondendo il bacio e quando vide che lui socchiudeva gli occhi,
sentì la
mano grande e calda posarsi sulla sua schiena.
Quel movimento, quel altalenare sul suo corpo la faceva vibrare,
sentiva la
felpa alzarsi e riabbassarsi mentre una carezza delicata le strofinava
il
tessuto sulla pelle. Decise di andare ancora oltre, scavalcando le
gambe di
House stese e sedendosi su di lui.
“L’atmosfera si sta riscaldando...vuoi approfittare
di me?” le disse, ma lei
non rispose, impegnata com’era a riprendere il sapore delle
sue labbra. Non ne
aveva mai abbastanza, mai. Anche ora che si premuniva per sbottonargli
la
camicia, non voleva separarsi dalle sue labbra e cercava costantemente
il
contatto con la sua lingua, mentre si scrutavano negli occhi sorridenti.
House fece scivolare le sue mani sotto la sua felpa, sentendo che il
contatto
con la sua pelle nuda la fece sussultare e raggiunse i seni con le
mani,
facendo una faccia a metà tra lo stupore e la delizia.
“Siamo alla moda...senza reggiseno!”
“Pensavo di toglierti un impiccio!” questa volta
gli rispose, ma furono pochi
secondi di distacco dalle sue labbra.
“Beh mi concentrerò a toglierti altro!”
la fissò per un secondo e poi le sfilò
l’indumento lasciandola scoperta dalla vita in su. Riprese a
baciarla,
stringendola a sé mentre le mani di lei si fermarono sul suo
petto e poi
scivolarono dietro la testa perdendosi tra le sue spalle.
“Forse non è il momento più adatto...ma
non so se poi sarò fedele! Potrei
sognare Angelina Jolie...ammesso che non sia un travestito!”
Cuddy lo zittì con
un altro bacio violento.
Ancora tra baci e strofinamenti, Cuddy cercava di togliergli la camicia
e
quando riuscì a sbottonarla fu costretta a separarsi dalle
sue labbra per
sfilargli la maglietta dei Clash che aveva sotto. E
poi non fu più in
grado di staccare gli occhi dal suo petto, lo osservò per
qualche istante prima
di fargli scivolare le mani addosso ed iniziare a baciarlo: sui
pettorali,
sulle spalle, sul collo e poi quando si avvicinava alla bocca, dove lui
l’attendeva, svicolava giù per il mento e
ritornava sulla gola e poi sul petto.
Le sue mani si muovevano sinuosamente sui deltoidi e scivolavano
giù fino al
fondoschiena tracciando delle linee immaginarie.
“Se vuoi portarmi in braccio a letto non oppongo
resistenza!”
“Stiamo così bene qui...perché dovremmo
spostarci?” Cuddy spinse House sui
cuscini e seduta sopra di lui iniziò a slacciargli la
cintura dei pantaloni.
Lui le accarezzava le gambe e poi arrivò al fondoschiena.
“Non è che ti tolgo i pantaloni e scopro che non
hai le mutandine no?”. Cuddy
si piegò su di lui e lo baciò.
“Hai un solo modo per scoprirlo!”
House ribaltò la situazione, facendo rotolare Cuddy sotto di
lui e voltandosi
la trovò sorridere come una bambina. House iniziò
a baciarle i seni e sentiva
le mani di lei perdersi sulla sua testa, mentre con gli occhi chiusi
godeva di
ogni tocco delle labbra sulla sua pelle. E poi si spinse giù
sul ventre e
arrivò alla sua vita: spostò leggermente i
pantaloni.
“Ahh...sapevo che non potevi deludermi...il pizzo rosa...mi
vuoi proprio
viziare!” si prese qualche minuto di tempo ad osservare la
perfezione della
donna che aveva sotto di lui. A volte pensava di alzarsi e andare via,
perché
non poteva meritarla. A volte pensava che fosse uno dei suoi sogni
erotici e
che sarebbe arrivato a termine, ma il risveglio non sarebbe stato
altrettanto
piacevole. Venne richiamato dalla voce di Cuddy.
“House...tutto bene?”
“Ho una certa età...non ti vergogni a farmi
stancare così tanto?Sai che salti
sta facendo il mio cuore a vedere questi slip?” Cuddy si
limitò a sorridergli.
House riprese a baciarle il ventre e poi con delicatezza fece scivolare
via i
suoi pantaloni: accarezzandole con una mano la gamba, tracciava baci
sull’altra
e lentamente si insinuava tra le sue gambe aprendole lentamente. Ancora
baci,
ancora carezze che si mischiavano ai pensieri e alle sensazioni. Cuddy
con gli
occhi chiusi, godeva di ogni singolo istante, ogni vibrazione e House
che la
osservava con la coda dell’occhio e scorgeva appena oltre i
suoi seni quello
sguardo di piacere. La stava eccitando, lo poteva sentire ed era
eccitato lui
al tempo stesso.
Piano piano, sempre più lentamente, scese
giù...la sfiorò con le dita, le
spostò di poco le mutandine e poi la penetrò con
la lingua.
Cuddy sussultò inarcando la schiena e un gemito
fuoriuscì dalle sue labbra.
“Cosa penseranno i vicini di te?” ma Cuddy non lo
sentiva neanche.
Era sempre più pressante, sempre più dentro di
lei, mentre il piacere che
provava la stordiva...le inebetiva i sensi.
House continuò, non si fermava, vederla così
eccitata non faceva che aumentare
il suo desiderio, il suo piacere di averla per sé. Il
respiro di Cuddy si fece
più ansante, smorzato da gemiti sempre più
forti...stava per arrivare al limite
e lui lo sapeva: adorava l’idea di averla in pugno. Ma sapeva
che anche lui
aveva bisogno di sentire le stesse emozioni e senza darle preavviso
alcuno, si
abbassò i boxer e la penetrò. Cuddy
spalancò gli occhi al contatto con il suo
corpo e poi li richiuse mordendosi le labbra, mentre House si
riportò al pari
con il suo volto e le diede un bacio sul naso, facendola accorgere
della
presenza dei suoi occhi che la scrutavano. Cuddy si strinse a lui,
gettandogli
le braccia al collo e richiudendo il suo corpo tra le gambe. Rimasero
così per
tutta la durata del rapporto, tra gemiti e baci velocemente abbandonati
qua e
là, fino a scivolare l’uno accanto
all’altra, con il respiro pesante ma la
soddisfazione di essersi trovati.
“Non mi hai detto il tuo segreto!”
“Come?”
“Io ti ho detto il mio...tu non mi hai detto il
tuo!”
Cuddy tirò un sospiro e poi con serenità gli
rispose “Ho appena fatto l’amore
con il mio primo, vero amore!” House non poté dire
nulla. Era lusingato ed
estasiato dalla sicurezza con cui gliel’avesse detto, e allo
stesso tempo gli
piaceva sapere che neanche lei lo aveva mai dimenticato.
Nel silenzio di quella stanza due persone sono abbracciate
l’una all’altra: un
uomo che stringe una fragile e piccola donna, che come una bimba gioca
con le
sue mani e lascia scivolare i brutti pensieri fuori dalla porta, e li
chiude lì
al freddo invernale, sentendosi protetta nel calore di quelle braccia.
“E adesso?” quell’uomo forse non
è sicuro, incerto su qualcosa.
“Che cosa?”
“Adesso? Dopo questo...che cosa viene...come andrà
domani?” è incerto sul
futuro, non sa cosa verrà. Nessuno può
prevederlo, ma qualcuno riesce a
progettarlo.
“Perché ti preoccupi? Perché pensi a
domani? Siamo a oggi...” ma lei sembra
sicura.
“C’è sempre un domani in queste cose...e
non è mai uno dei migliori per me!”
ancora incertezza su se stesso.
“Il domani è solo un problema, ti crea disagio.
Non pensare a domani...non
pensare a niente...dopotutto domani, è un altro
giorno!” (*) non c’è
altro che il silenzio adesso, che si perde in quello scoppiettare del
fuoco,
mentre il sorriso sui loro volti cinge il bacio della passione.
F I N E
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(*) citazione da Via col Vento, di Rossella O'Hara, scena finale.