Alle
due del
pomeriggio,nella biblioteca c’era solamente una persona,un
ragazzo che tutti
conoscevano: Mark Jones. Mark era un ragazzo popolare ma non
perché giocasse a
football o perché facesse parte di qualsiasi squadra
sportiva,no. Mark era
estremamente carino e tantissime ragazze avevano una cotta per i suoi
occhi
blu,per i suoi capelli morbidi e castani e soprattutto,del suo fisico
slanciato. Lui però aveva
un segreto
che non poteva dire a nessuno, nemmeno al suo migliore amico: era gay.
Se
qualcuno lo avesse scoperto per lui sarebbe stata la fine,sapeva quello
che i
suoi amici della squadra di
football
facevano a quelli che erano così. Li
menavano,forte,fortissimo e li insultavano
come se fossero la cosa più brutta della Terra. Con quale
coraggio avrebbe
potuto dire qualcosa a qualcuno?No,no non avrebbe mai potuto farsi
uscire
qualcosa. L’unica
distrazione che poteva
concedersi, era di andare di tanto in tanto in un gay bar e ballare
fino a
tarda notte,questo però gli toglieva delle ore di studio e ora
si ritrovava a
dover chiedere a un ragazzo del corso
delle
lezioni. Si era sentito stupido quando aveva scritto quel biglietto,ma
se
qualcuno lo avesse visto mentre glielo chiedeva di persona,di sicuro
avrebbero
pensato male.
Mentre continuava a pensare,
Mark non si accorse dell’entrata di un ragazzo alto e con dei
capelli
ricci. Era
Penniman.
“Hey,Penniman” Mark gli
sorrise e cercò di essere il più socievole
possibile.
“Ciao,Mark” anche Michael
cercò di sorridergli,poi sentì le guance
avvampare.
Iniziamo bene.
“Scusami se ho fatto
tardi,ho letto il biglietto quando ero a mensa”
“Scusami tu se te l’ho
chiesto tramite un bigliettino messo di corsa nella tua borsa”
Il riccio rise.
“Come hai fatto a metterlo nel mio zaino?”
“Quando sei fuggito dalla
classe hai lasciato una tasca aperta e non c’è
voluto tanto”
Il moro gli sorrise.
Per un attimo Mika dimenticò
tutto quello che aveva pensato su Mark,improvvisamente non era
più uno
sbruffone,un rincitrullito,no. In quell’attimo era solamente
un ragazzo
bellissimo con degli occhi fantastici che…. Niente.
La doveva finire di fare quei pensieri assurdi. Mark era
fidanzato con la
capo cheerleader.
“Allora,da cosa vuoi
incominciare?”
“Mika,ti posso chiamare
così?” il riccio annuì un po’
imbarazzato.
“Non ho mai aperto un libro
di letteratura”
Michael cercò di rimanere il più impassibile
possibile,ma gli sembrava una
missione ardua.
Mai aperto un libro?Ma scherziamo? Evidentemente le lezioni non
sarebbero state
poche come si immaginava il ricciolino.
Michael sospirò, poi
aggiunse un “D’accordo,allora iniziamo.”
Mark non poteva essergli più grato di così: Mika
con lui era paziente,le sue
spiegazioni erano chiare ed era anche piuttosto carino.
I due rimasero in biblioteca
fino alle quattro,quando era arrivata l’ora di andare. Il
tempo sembrava essere
volato,I due non avevano fatto nemmeno una piccola parte di quello che
li
aspettava,il loro percorso si prospettava lungo. Tuttavia,il moro
voleva
scusarsi con Michael per
le due ore che
ha dovuto dedicargli,era stato così gentile con lui.
“Ehi,Mika ti offro un caffè,ti va?” Mark
gli regalò un fantastico sorriso.
“Ti ringrazio,ma sarà per un’altra
volta,dopotutto abbiamo molta strada da
fare!”
Michael non si era mai sentito così prima d’ora.
Si sentiva felice per aver passato
un po’ di tempo con Mark,tuttavia si sentiva un po’
in imbarazzo.
“Ora devo andare” Michael prese il suo zaino e fece
per andarsene
“Aspetta,Mika!” si girò.
Per un attimo si guardarono negli occhi e Michael poteva giurare di
aver
sentito il suono dei loro battiti
cardiaci in quell’attimo di silenzio.
Ha
degli occhi bellissimi .
“Domani,se ti va, possiamo
studiare a casa mia” Non sapeva come,ma Mark trovò
il coraggio di continuare a
parlare,tenendo fisso il loro contatto visivo.
“Okay” la voce di Mika era quasi un
sussurro,sorrise timidamente,cercando di
nascondere quanto la piccola cosa gli facesse piacere.
“Ti aspetterò alle tre al
parcheggio.”
Mika annuì e uscì dalla stanza. I corridoi erano
vuoti,erano tutti andati via
da un pezzo. Il ricciolino si affrettò ad uscire,non voleva
incontrare i
ragazzi della squadra di football che tornavano dagli allenamenti, a
lui quei
tipi non stavano per niente simpatici.
Per fortuna non abitava in una zona lontana a casa e quando sarebbe
tornato non
avrebbe trovato nessuno ad aspettarlo:ognuno aveva impegni diversi,ma
sarebbero
tornati tutti tra un’ora.
Si trovò davanti alla porta di casa venti minuti dopo,mentre
girava le chiavi
controllava il suo telefonino,ma stranamente,nessuno gli aveva scritto
alcun
messaggio.
Entrò dentro,poi si avviò in camera sua,era tutto
in ordine,persino gli
spartiti sul pianoforte.
Michael era troppo stanco
per farci caso,purtroppo tutti quegli strani pensieri
e quella strana adrenalina che aveva in
corpo,non lo facevano dormire ultimamente.
Poggiò lo zaino su una sedia,ripose le scarpe e il cappotto
e senza troppe
cerimonie si buttò a peso morto sul letto.
Pochi minuti dopo,Mika dormiva. Stava di nuovo sognando
Mark,ma per la prima volta, non gli dava
fastidio ritrovarsi il suo viso di fronte,anzi. Mark lo stava
semplicemente
abbracciando ed era una sensazione così rilassante,
non riusciva a capire dove si trovava, ma non gli importava comunque.
In realtà
in quel momento non gli importava nulla,riusciva a pensare solo a
quelle braccia
che lo proteggevano. Tuttavia,
Michael
lo sapeva che Mark stava con una ragazza,era etero e molto popolare e
non
avrebbe mai pensato a lui in quel modo.
Mika si chiedeva tante cose in quel momento:perché Mark
avesse chiesto proprio
a lui di aiutarlo o perché non abbia chiesto a un
professore,ma poi , ancora
una volta, cancellò via tutte le domande. Non voleva crearsi
false
speranze,aveva paura di cadere in un buco dove poi sarebbe stato
difficile
uscire.
Paura?Forse era questo quello che mancava al ricciolino per fare un
passo
all’accettazione,ormai lui lo aveva capito bene ma non
riusciva ancora ad
ammetterlo a sé stesso.
Forse le lezioni
con Mark lo avrebbero potuto aiutare ad ammettere che lui era gay ,
dove solo
stare attento a non---
Mika si alzò dal letto scacciando via tutti i suoi pensieri.
Sono
solo delle lezioni,dopotutto. Non devo
applicarmi più di tanto.
Il ricciolo decise di
farsi
una bella doccia per riprendersi un po’,magari dopo avrebbe
potuto chiamare
Karen e scusarsi per essere corso via dalla mensa lasciandola sola.
Mentre l’acqua calda accarezzava il corpo di Michael, lui
finalmente tirò un
sospiro di sollievo,quella giornata non era ancora finita ed era
già abbastanza
pesante. Forse
doveva smetterla di pensare così tanto.
Rimase sotto il getto della doccia per ancora un po’ di
tempo, si mise anche a
canticchiare qualche canzone. Ah,quanto gli piaceva cantare!
Quando uscì dal bagno,pronto
per una bella serata ,a casa erano rientrati quasi tutti. Così, prima di
chiamare Karen, Michael salutò
gli altri.
“Mika,tesoro,perché non sei
venuto per pranzo?” gli
chiese Joaine
mentre lui le baciava la guancia. Il ricciolo fece spallucce.
“Mi sono fermato a fare i compiti” in parte,era
anche vero.
Prima che la madre potesse continuare a fargli un interrogatorio,Mika
corse in
camera sua per chiamare l’amica. Compose il numero,tre
squilli e poi,eccola là.
“Pronto?”
“Hey,sono Michael!”
“Oh,finalmente,aspettavo la tua chiamata”
Mika sorrise,lo conosceva fin troppo bene.
“Scusami se oggi sono corso via”
“Tranquillo,ti sei fatto perdonare quando mi hai lasciato la
tua ultima
crocchetta.”
Entrambi ridacchiarono.
“Ti va di fare un giro?Ti passo a prendere.”
“Dammi venti minuti”
“Okay, a dopo”
“Ciao”
Michael sapeva che gli aspettava una raffica di domande sul biglietto e
sulla
persona con cui era stato dopo pranzo. Ma per ora,Karen non poteva
sapere tutta
la verità,non finché Mika non avrebbe accettato
la situazione.
***
In
un locale che tutti i
teenager aperti a nuove avventure visitavano,c’erano
Mark e la sua ragazza Jessie. Stavano ballando come matti,Mark aveva bevuto quanto
bastava per fingere di
stare bene con una ragazza,ma non era ubriaco. Jessie era una tipa
furba,si
sarebbe accorta se qualcosa sarebbe andata nel verso sbagliato.
Nel locale c’era anche la squadra di football e altre
cheerleader che Jessie
conosceva, c’era anche il migliore amico di Mark, James.
Dopo un po’ le amiche di Jessie la chiamarono e lei
andò a ballare con
loro,lasciando Mark solo. Prima di andare però, Jessie
pensò bene di baciarlo.
Lui,tutto sommato le sorrise lo stesso quando la vide allontanarsi,poi
uscì dal
locale toccandosi le labbra come se volesse togliere il sapore di
Jassie che
gli aveva lasciato. Doveva prendere un po’
d’aria,era un’ora che continuava a
ballare e la testa incominciava a fargli male.
Fuori alla terrazza c’era un
po’ di vento che diede sollievo a Mark,avrebbe voluto
tornarsene a casa in quel
momento.
“Che succede Mark?” era James.
“Nulla,tutto okay” cercò di essere
credibile.
“Sicuro?Oggi ti ho visto in biblioteca con quel
ragazzo…Pennimen,Pennimat..”
“Penniman. Mi stava dando una mano con la letteratura,i miei
sono su tutte le
furie.”
“E perché hai chiesto a lui?”
Per un attimo Mark si bloccò,non sapeva come rispondergli.
Se gli avesse dato
la risposta sbagliata,avrebbe potuto pensare male.
“Perché è un tipo in gamba” E anche molto
carino.
“Mh,okay” James fece
spallucce e fece un cenno a Mark ,poi tornò a ballare con
gli altri.
***
Questo è il mio primo angolo dell'autrice,che emozione! haha
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto,la storia deve evolversi ancora un po'. Sono alle prime armi quindi mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. :)
Saluti e tanti abbracci,
Melime