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Autore: irishpuppysmile    23/06/2014    0 recensioni
Ayumi è una ragazza che si ritrova in un team strano: Rou e Rei. Ma Ayumi ha una cotta dall'accedemia ninja. Cosa succederebbe se questa cotta si trasformasse in amore, un amore impossibile per dei ragazzi ormai cresciuti.
Ayumi si ritrova Jonin e aspirante ambu senza più questo amore. Grande amica del team 7 e sopratutto di Sas'ke Uchiha.
Una missione.
Un team.
Un amore.
Tanto mistero e il mistero di una madre morta.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Itachi, Nuovo Personaggio, Team 7
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Alle quattro precise si ritrovò alle porte di Konoha con ancora una sensazione di stanchezza, e quella sensazione di essere osservata. Come era solito i suoi compagni di team erano in ritardo. Si sedette e attese in silenzio, con fin troppe cose a cui pensare.
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«Rei, faremo tardi» mormorò a occhi chiusi Rou, steso sul letto con l’amico che gli si era praticamente attaccato come una piovra addosso. Il biondo gli baciò la clavicola, salendo sul collo e sulla guancia «Ayumi-chan può aspettare» mugolò prima di mordere il lobo dell’orecchio dell’altro, che sospirò e aprì gli occhi languidi. «Rei..» si alzò reggendosi sui gomiti e sorrise prima di baciare quelle morbide e rosee labbra del biondo. Quest’ultimo approfondì il bacio sorridendo in esso e si divisero solo per riprendere fiato. L’aria si fece più calda e i due guardarono l’orologio «si, credo che Ayumi-chan dovrà aspettare» disse Rei prima di ribaciare Rou.
Ayumi nel frattempo si era seduta su un albero, spostandosi poi su una panchina e sul prato.  Sbuffò infastidita da quell’enorme ritardo e rimase a guardare il prato, cercando di non pensare a niente. Ad un certo punto un corvo le volò sulla spalla facendola sussultare, l’animale si spostò davanti a lei sul grande prato e rimase a guardarla. Ayumi non era mai stata in grandi rapporti con i volatili ma quel corvo non aveva intenzione di andarsene. Se ne stava lì a guardarla con i suoi occhietti neri, una o due volte le zampettava intorno e poi tornava a fissarla.
«Bhe, mi toccherà aspettarli con te» sospirò esasperata in direzione dell’animale. Notò che aveva una piccola cicatrice appena sopra l’occhio «ti sei azzuffato eh?» rise di se stessa, stava parlando con un corvo. Era un paradosso.
Dopo altri quaranta minuti stesa con quell’animale che la fissava sentì dei passi veloci, come se qualcuno corresse. Si alzò e in lontananza vide i suoi compagni di team. Quando si fermarono davanti a lei provarono ad annaspare una scusa ma lei li guardò male «un’ora e trentacinque minuti di ritardo»
Per il resto dei dieci minuti i due si scusarono così tante volte che Ayumi perse il conto. «Basta, iniziamo questa missione o no?» sbottò, si voltò per prendere il suo zaino e vide quel corvo sopra di esso con qualcosa nel becco, lo riconobbe subito, era il suo ciondolo. «maledetto corvaccio» mormorò ma prima che potesse fare anche mezzo passo, l’uccello era volato via.
«Io odio i corvi» proclamò mettendosi lo zaino in spalla e uscendo da Konoha seguita da Rou e Rei che rimasero in silenzio allungo. Decisero di pattugliare prima il confine a ovest che comprendeva un vasto assortimento di alberi, cespugli e rovi. Non ritennero una buona idea dividersi, o almeno, non lo ritenne opportuno Rou ma evidentemente aveva perso la sua autorità molto tempo avvenire. Ayumi diede delle trasmittenti che tutti e tre si misero e si divisero, se qualcuno avrebbe trovato qualcosa di sospetto o nel peggiore dei casi i membri dell’akatsuki si sarebbero informati a vicenda.
Ayumi camminò tra gli alberi, non aveva poi così tanta fretta di finire la missione.
Sospirò e alzò il volto, tra le chiome degli alberi filtrava una tenue luce che le illuminò il viso costringendola a socchiudere gli occhi ma in quel momento qualcosa o qualcuno passò sopra di lei. Sussultò e indurì lo sguardo, saltò  inseguendo l’ombra che aveva visto.
Dannazione, è veloce. Pensò prima di aumentare il ritmo della corsa
«Ehi tu! fermati» gridò, stupidamente. Ayumi lo vide voltare il viso e in quel momento passò sotto un raggio di tenue luce solare che fece risplendere la sua pelle: blu. Ayumi alzò un sopracciglio: chi mai poteva avere la pelle blu?
Non si perse d’animo e continuò a inseguirlo, solo che il fiato stava diminuendo e le gambe iniziarono a farle male, era più di un’ora che seguiva quel tizio.
La cosa che la consolava leggermente era che la distanza tra di loro era diminuita di qualche metro. Sforzò maggiormente le gambe e cercò di recuperare quei pochi metri che li dividevano e, avvicinandosi, notò ciò che indossava: una cappa a nuvole. L’Akatsuki. Avvertì velocemente Rou e Rei e tese una mano al cielo, il chakra iniziò a raggrupparsi sopra il palmo della mano con una forma sferica, liquida. La lanciò in aria per rivelare la sua posizione. Poi fece la stessa cosa solo puntando la mano davanti a se, verso colui che stava seguendo. La sfera lo colpì e lo fece rallentare notevolmente. Ayumi sorrise e continuò a correre. Quella sfera danneggiava i muscoli e lei lo aveva colpito proprio alle gambe.
Ora non puoi scapparmi pensò non smettendo di sorridere. Arrivò a meno di un metro di distanza e tese il braccio, nella speranza di afferrare la cappa dell’altro.
«Ora basta, mi hai stancato.» esclamò fermandosi e girandosi, Ayumi si bloccò e fece un salto indietro. La pelle era blu, i denti affilati come quelli degli squali, i capelli di un blu più intenso della pelle e gli occhi piccoli e incavati.

Rimasero in silenzio «ascolta, non ho tempo da perdere con una mocciosa come te.» disse ghignando. Ayumi sgranò gli occhi, aveva davanti Kisame Hoshigaki soprannominato il fantasma del villaggio della nebbia.

«Suiton - Mizu Bunshin no Jutsu» (tecnica della moltiplicazione acquatica) Ayumi si ritrovò circondata da cloni d’acqua del blu, si guardò intorno ma non fece trapelare nulla dal volto. «Suiton- Daibakufu no Jutsu» (tecnica dell’esplosione acquatica) una grande spirale d’acqua s’issò da una fonte sotto di loro e, ruotando, andò a formare una grande spirale d’acqua. Kisame la rilasciò nella direzione di Ayumi che la evitò per poco, ma si deconcentrò e non pensò ai cloni. Infatti, saltando in un ramo superiore vi trovò uno dei cloni di Kisame che la colpì con un calcio alla schiena, scaraventandola in basso.

Ayumi si alzò da terra con la faccia sporca e sputò sangue. Guardò in tralice Kisame e saltò nuovamente su un ramo «Katon- Gōkakyū no Jutsu» (tecnica della palla di fuoco suprema) Ayumi aprì la bocca e una grande sfera infuocata ne uscì andando a distruggere tutti i cloni d’acqua e colpì anche il vero Kisame. Come diavolo ..? pensò Kisame prima di alzarsi e guardare meglio la ragazza. “Che sia lei Ayumi?” si domandò poi, facendo un salto e atterrando davanti a lei.

«Dimmi il tuo nome, donna» Ayumi si allontanò e alzò un sopracciglio. Il fatto che prima si era rivolto a lei chiamandola mocciosa e ora donna non stava a significare molto ma la cosa che la incuriosiva era che volesse sapere il suo nome.

«Perché mai dovrei dirlo a te?» domando sprezzante impugnando un kunai. Kisame sospirò frustrato «Sei Ayumi?» lei si bloccò, come diamine sapeva il suo nome? E perché non stava attaccando?

«come sai il mio nome?» domandò sulla difensiva non accennando ad abbassare il kunai «Secondo te? Me lo ha detto Itachi» un brivido la percorse quando Kisame pronunciò il nome del ragazzo. Lui ghignò «E’ stato suo fratello a insegnarti quella tecnica» disse, ma Ayumi ancora non capì perché le stava parlando così tranquillamente, e non capì nemmeno perché Rei e Rou non erano ancora arrivati.

Ayumi si portò le mani al collo lasciando cadere a terra il kunai, dopo poco tutto si fece buio.

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Quando riaprì gli occhi vide tutto sfocato, ma quando mise a fuoco ciò che la circondava un grande mal di testa l’attanagliò. Richiuse gli occhi e li riaprì con più cautela. Si trovava in una stanza non illuminata, con un letto e un mobile. Non era legata o altro e non sapeva dove si trovava ma poi l’ultima cosa che vide prima di svenire le rivenne in mente. Una rabbia che ribolliva dentro di lei si trasportò in tutto il corpo. Si alzò e uscì velocemente dalla stanza facendo sbattere la porta e la prima persona che vide fu, appunto, Kisame.

«TU! Maledetto bastardo, dove mi hai portato» urlò indicandolo, lui fece una faccia divertita che fece infuriare ancora di più Ayumi «perché invece di fare la pazza non ti guardi intorno?» domandò retorico ghignando. Ayumi fece ruotare lo sguardo per la stanza e lasciò ricadere il braccio lungo il fianco, davanti a lei c’era l’Akatsuki riunito. Il suo sguardo s’incontrò con quello nero di una persona che conosceva bene, Itachi. Iniziò a tremare e le lacrime iniziarono a scendere dagli occhi, rigandole le guance, non sapeva perché stesse piangendo. Itachi si alzò e le si fermò davanti «non vogliamo farti del male» disse con espressione neutra. Ayumi iniziò a tremare ancora più violentemente di prima e fece qualche passo indietro, rientrando nella stanza in cui si era svegliata. Chiuse velocemente la porta e si sedette per terra

E’ tutto un sogno  si disse, e continuò a ripeterselo fino a che non si addormentò.

   
 
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