Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Yooh_beviamoci_su    23/06/2014    2 recensioni
Alicia, come tutta la famiglia Sparrow, è una piratessa inglese e ribelle.
Dopo il suo "ritorno in scena" dall'aldilà, finalmente potrà continuare a percorrere i suoi passi alla ricerca del fratello Jack, del quale nessuno ha più notizie da mesi.
Dovrà, però, riuscire a scovare il luogo in cui è sepolta la Bussola gemella a quella di Jack, per raggiungere le sue ambizioni.
Alicia riuscirà a ritrovare suo fratello (possibilmente sano e salvo)?
Leggete e recensite :3
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Santo cielo, buonasera lettori *0* pensavate fossi morta, eh? E invece no, non vi siete ancora liberati di me. Questo capitolo l'ho ripostato, aggiungendo qualcosina, per precisione la fine del capitolo. Sto tentando di continuarlo, ho continuato questo capitolo perché mi sono sognata due personaggi nuovi, che ho disegnato e immaginato i loro caratteri. Spero che da oggi riuscirò nuovamente ad aggiornare la storia ogni settimana, altrimenti sapete che è sempre per la stessa ragione, ovvero che non riesco ad esprimermi. Sto attraversando una specie di periodo da blocco dello scrittore, sì. Come sempre spero gradiate il mio sforzo e ringraziate i miei incubi notturni. No, ok, ahahah, ho sognato che mi minacciavano di darmi in pasto agli squali, ma sono tutti dettagli. Spero abbiate passato nuove vacanze al contrario di me, che non ho visto il mare nemmeno a pagare oro, che storia triste la mia. Mi raccomando, lasciatemi una piccola recensione, mh? Allora adieux, ci si sente ^^
p.s. Sì, è ancora da correggere bene, AHHAHAAHAHAH.







- Bambina viziata? Ma come ti permetti?
- Taci, sta arrivando qualcuno,- le tappò la bocca con la mano, ottenendo il suo silenzio.
Due voci, dall'accento francese, riecheggiavano nel corridoio sibilando parole, man mano che si avvicinavano alla cella, abbastanza decifrabili.
- Abbiamo bisogno di Sparrow, quindi vedi di non ucciderla.
- Non lo farò, signore.
- Gli ordini del capitano sono stati chiari: la vuole priva di coscenza, per almeno quarantotto ore.
- Sarà fatto, signore.
Alicia e Ty si guardarono, come si fossero letti entrambi nella mente. Fecero finta di essersi addormentati, mentre qualcuno si avvicinava alle sbarre, e con una chiave apriva la porta. Con gli occhi socchiusi, riuscirono a vedere la figura ben distinta di un ragazzo, con una valigetta tra le mani cui frugava dentro.
Ty silenziosamente gli arrivò da dietro, sfilandogli la spada e la pistola dalla cintura. Passò ad Alicia una delle due armi, e lei prontamente gliela puntò addosso minacciandolo di morte.
Portò un dito di fronte alle sue labbra, e gli fece capire di dover tecere.
Guardò Ty e con aria annoiata gli fece un cenno verso gli altri che stavano dormendo: - Sveglia quel sudicio branco di scansafatiche,- poi si rivolse al giovane,- vuota il sacco. Subito.
- Ordini del capitano, Miss Sparrow. Sono veramente...
- Allora, mettiamo in chiaro due cose: io per te sono solo "capitan Alicia Sparrow" o semplicemente "capitano", poi penso che tu non possa essere altro che "veramente spaventato", o sbaglio?
- No, capitano.
- Si comincia a ragionare.- Alicia improvvisamente sembrò rabbuiarsi in volto, e prese a riflettere. Poi prendendo un bel respiro ricominciò:- per la grazia del Signore, hanno toccato con le loro manacce il mio povero timone! Avanti, legate questo energumeno, e riprendiamoci la nostra nave!
Il resto del gruppo si alzò di colpo, legando con delle corde appese su un chiodo all'esterno della cella Andre, che assunse un'espressione disgustata quando gli si avvicinarono i pirati.
Alicia, con il tacco degli suoi stivali, spalancò la porta di colpo, che andò a sbattere contro il muro dello stretto corridioio ammuffito, rimbalzando e sbattendole sul naso.
- Sto cominciando a perdere colpi, probabilmente soffro di claustrofobia; Santa Vergine, aiutami,- mormorò girando la chiave nella serratura. Poi prese a massaggiarsi il naso, ancora delusa dalla figura che si era fatta davanti a quel detestabile francese che tentava di addormentarla.
Ad un certo punto, sfilò dalla tasca del suo giustacuore color prugna un taccuino completamente sbrindellato, nel quale, con un pezzo di carbone che vi teneva allegato, si segnò due appunti sulle domande da fare al loro prigioniero. Uscirono su quell'umido corridoio e recuperarono le loro armi, che stupidamente erano state lasciate in un angolo incustodite.
Non avevano tempo di recuperare il resto della ciurma, dovevano essere silenziosi e lesti se volevano concludere qualcosa senza sparatorie di qualsiasi genere.
Con le bocche cucite, si diressero verso la scala che portava sul ponte e uscirono alla luce della luna. La volta stellata sulle loro teste era interrotta dalle vele che sventolavano a causa del vento; stavano per slegare una scialuppa e imbarcarsi sulla nave di Sparrow, quando si ritrovarono completamente circondati dalla Marina Francese.
- Posate le armi a terra, pirati.- gli ordinò Fracoir, agitando la sua spadina da quattro soldi.
- Altrimenti?- rise Alicia tenendo stretto Thomas, che ormai non si dimenava nemmeno più.
I francesi tacquero e a quel punto Ty scoppiò a ridere, facendo fatica a fermarsi: aveva capito che forse Andre era qualcosa di più che un semplice medico di bordo, e che ciò che aveva detto l'oracolo non faceva la minima piega.
- Non lo uccidiamo solo a tre condizioni: la scialuppa, la nostra nave e la nostra ciurma. Provate anche solo a sparare qualche colpo di cannone, pistola o qualsiasi arma da fuoco e state certi che non lo rivedrete mai più,-li minacciò Randall, che aveva scambiato uno sguardo di intesa con Ty.
- Uccidetelo, tanto abbiamo altri medici tra la ciurma.- balbettò l'ammiraglio, tentando di sembrare meno preoccupato di quanto lo era.
- Oh, perfetto.- Randall caricò la pistola.
- Fermo!- gridò l'altro prima che premesse il grilletto,- accettiamo le vostre... condizioni.
Al che il gruppo di pirati slegò finalmente la barca e si arrampicò sul ponte della loro nave, in attesa dell'arrivo di tutta la ciurma.
- E comunque questa è la MIA nave.- disse Sparrow nell'orecchio dell'amico.



A quel punto dovevano sfrattare il francese messo a capo al posto di Alicia, il che non sarebe stato un compito troppo difficile. Qualche minaccia, due o tre ceffoni e si risolveva tutto.
Mentre il capitano stava per prendere il timone (che avrebbe successivamente ripulito con uno straccio), notò al posto del suo comandante, una figura di spalle vagamente familiare e un'altra subito accanto, che teneva un pappagallo cacatua dal ciuffo giallo sulla spalla destra.
Alicia si fermò un istante, riflettendo su ciò che aveva davanti.
- Zie?- pensò ad alta voce, strabuzzando gli occhi e rimanendo impietrita.
Le due figure si voltarono mostrandosi: come pensava erano Clinda e Sole, le amiche più intime di sua madre. Erano cugine, e da sempre Clinda stava sempre vicino a Sole perché la trovava completamente fuori di testa e per nulla autosufficiente. In effetti, lei era convinta di essere una veggente e diceva di riuscire a parlare con il suo pappagallo, o come lo chiamava lei, il suo "pennuto ciccione". La prima era di carnagione scura, con una frangia spettinata e le treccine. Aveva gli occhi piccoli e di un azzurro intenso, che contrastavano con le grandi labbra sopra il suo mento. Aveva una cicatrice proprio sullo zigomo, che le era stata provocata da un momento di schizzofrenia del pennuto ciccione. Portava una camicia bianca incastrata dentro i pantaloni di pelle scamosciata che cadevano sulle gambe formose. Sole, invece, era completamente differente da sua cugina: era bionda e aveva una pelle bianca come la ceramica, che al sole prendeva sfumature rosse. In testa, intrecciata tra le ciocche, teneva una tiara di catenelle, con un pendente proprio in mezzo alla fronte, che, siccome guardava troppo a lungo, l'aveva fatta diventare strabica da un occhio, da quello color nocciola per l'esattezza, perché l'altro era color fango; quando sorrideva, mostrava sempre i suoi canini che, quando era rimasta prigioniera presso la corte olandese, si era limata a punta come arma per tenere lontani  i suoi compagni di cella. Si vestiva sempre con maglie corte che scoprivano la pancia, nonostante la sua età (certamente superava i trent'anni), abbinata ad una gonna lunga, fino ai piedi, che era costretta sempre a tirarsi su con la mano, quando doveva correre. Camminava scalza quella povera donna, ma questo ormai non le doleva più, perché i suoi piedi erano come d'acciaio da quante ne avevano passate.
Clinda le fece cenno di tacere, mentre Sole le spiegava che fingevano di essere francesi con il labiale.
Sparrow era confusa, ne aveva passate troppe in quella giornata, e quello che stava vedendo in quel momento era davvero troppo, o almeno era questo ciò che credeva.
  
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