Salve, popolo di Efp! E’ la prima volta che pubblico una fic in questa sezione, e devo dire che mi fa uno strano effetto, mi sento quasi emozionata. Volevo dirvi giusto un paio di cose prima di lasciarvi al capitolo: l’ispirazione per il programma in cui sarà ambientata la fic l’ho presa dal Programma “X Factor”,di cui sono molto appassionata. Il titolo è preso dall’originale titolo americano del film “Quanto è difficile essere teenager!” dato che la trama ha qualcosa di simile, e, ultima cosa, volevo dirvi che i primi 37 capitoli di questa storia sono già stati scritti, quindi, se la storia vi piace (speriamo…) non dovete far altro che farmelo sapere ed io pubblicherò il secondo cap al più presto, dopodomani credo. Ultima cosa: dal contenuto vi accorgerete che in questa fic capitano cose spesso impossibili, ma spero che non la prenderete a male, il mio scopo è semplicemente quello di farvi sognare un po’ insieme a Debora! Come chi è Debora?! Correte a leggere e lo scoprirete! Buona lettura! ^^
Milly92
P.s.: Le recensioni sono sempre ben accettate…. :-)
Confessions of a Teenage Drama
Queen
Capitolo 1
La prima vera soddisfazione della mia vita
“Partecipa anche tu alle selezioni per essere
il life coach di uno dei protagonisti di MUSIC’S PLANET!”
Alzai
lo sguardo dalla versione di Tacito che dovevo tradurre per il giorno seguente
e rimasi a fissare con sguardo sognante quella pubblicità che stava facendo per
tv, finchè l’ultimo eco della colonna sonora del programma non si spense.
“Hai
sentito, Debora?”
Mia
madre, che era appena entrata in cucina, mi guardava sorridendo.
“Si,
ho sentito… purtroppo!”
“Dai,
ci saranno altri modi per vedere il tuo amato Niko, tranquilla. Sai quanti
concerti farà quando uscirà da Music’s Planet?” mi rassicurò.
Niko
e Music’s Planet erano le mie risorse di energia e apparenti ragioni di vita in
quella burrascosa primavera del 2008, quando ero costretta a trascorrere le mie
giornate tra scuola, casa e studio.
Music’s
Planet era un nuovo programma musicale, in cui aspiranti cantanti e gruppi si
sfidavano nell’arco di 12 puntate per poter vincere un contratto discografico,
ed io lo seguivo soprattutto per il mio concorrente preferito, Niko, un bel
diciannovenne che veniva da Napoli. Ed io, essendo della provincia di Caserta,
mi illudevo di poterlo incontrare e conoscere un giorno.
“Si,
ma io non lo vedrò mai, sai che papà si rifiuterà di accompagnarmi a meno che
non farà il concerto sotto casa” sbuffai, guardando il testo della versione con
astio e cercando una parola sul vocabolario di malavoglia.
“E
cosa vorresti fare, allora? Diventare la sua…?”
Dovete
sapere che mia madre non ha mai masticato molto l’inglese, così suggerii: “Life coach, mamma, life coach! E comunque, perché no? Chi mi vieta di fare i provini?”
dissi in tono scherzoso.
Eppure,
quella sera, continuavo a chiedermi cosa fosse questo “life coach” e lo scoprii
sul sito di Music’s Planet: era una persona che doveva comportarsi come specie
di baby sitter con il concorrente a cui era stato assegnato, doveva tirargli su
il morale, vedere i vari appuntamenti e cose simili. Una specie di manager in
poche parole. E bisognava avere almeno 15 anni per poter fare il provino, con
il capogruppo della categoria del cantante a cui si era interessati. Ne erano
tre: Maria Di Maio, il capogruppo degli under 25, Silvia Fortuna, capogruppo
degli over 25 e Luke Castagna, capogruppo dei gruppi.
Io
ne avrei compiuto sedici tre mesi dopo, così quella notte dormii poco e
niente, continuando ad illudermi di
diventare la life coach di Niko…
Basta, domani compilo il modulo di
iscrizione per i provini sul sito di Music’s Planet e la faccio finita! So che
non mi chiameranno, ma almeno potrò dire di averci tentato!
“Hai
fatto la versione, Debora?” mi chiese la mattina dopo Cristina, una delle mie
migliori amiche.
“Si,
ma inutile dire che mi è venuta uno schifo…” risposi rabbuiata, accelerando il
passo verso la mia scuola, il liceo Classico Europeo “G. Pascoli”, dato che la
campanella sarebbe suonata da lì a cinque minuti.
“Immagino
che ciò sia dovuto al fatto che ieri nella puntata di Music’s Planet ha fatto
vedere Niko che provava il suo pezzo per martedì!” sghignazzò lei. “Hai visto
com’era bello? Ho fatto i salti mortali per riuscire a vederlo, sono uscita
dalla piscina con i capelli ancora bagnati…”
“Eh
si… No, più che altro è dovuto al fatto che ho visto la pubblicità che parlava
dei provini per i life coach…”
“Si!
L’ho vista, non sai cosa darei per poter poterci provare…”
“Di
Bene! Della Ventura! Cosa ci fate ancora
qui? Filate in classe, su!”
Sobbalzammo,
trovandoci davanti il nostro professore di latino e greco che ci guardava con
aria impaziente appena fuori il cancello dell’istituto.
“Si,
stiamo andando, professore!” risposi, e subito corremmo in classe.
“Ti
dico solo che questo oggi ci fa nere!” esclamai senza fiato due minuti dopo,
mentre prendevamo posto appena in tempo per vedere il professore entrare in
classe e fare subito l’appello.
“Di
Bene, su, inizia a correggere la versione…” mi chiamò, mentre Cristina faceva
una faccia dispiaciuta e sentivo rimbombarmi nelle orecchie una sola parola: “Sfigata!
Sfigata! Sfigata!” mentre Luisa, la secchiona della classe, si voltava a
guardarmi compiaciuta.
Fu
quell’episodio che, due ore dopo, mentre eravamo in sala informatica e il prof
uscì dalla sala, mi convinse ad iscrivermi velocemente sul sito.
“Ma
cosa fai?” mi chiese Lina, un’altra delle mie migliori amiche.
“Cerco
di dare una svolta a questa vita di merda!” affermai, mentre digitavo il mio
cognome.
Era
il ventitré marzo, ed aspettai invano per una settimana. Ma quando notai che
nessuno mi contattava, passata la rabbia, ringraziai il cielo dato che era una
cavolata, dovevo terminare l’anno scolastico e non sarei mai stata scelta,
oltre al fatto che non sapevo come avrebbero reagito i miei dato che non gli
avevo detto niente.
Eppure,
il primo aprile, quando tornai a casa alle tre e mezzo(eh si, la scuola mi
tratteneva fino a quell’ora) trovai mia madre un po’ confusa ed incredula ad
aspettarmi.
“Ma
non sai che pesce d’aprile mi hanno fatto, oggi!” disse subito, mentre posavo
lo zaino nella mia stanza.
“Cosa?”
chiesi distrattamente, mentre posavo il vocabolario di greco e mi buttavo sul
mio letto esausta.
“Mi
hanno chiamata stamattina e mi hanno chiesto se
c’eri tu…”
“E
chi era?”
“Diceva
di essere uno della redazione di Music’s Planet e che eri stata convocata per i
provini per diventare life coach per domani…” disse scettica, prima di fare una
risata sarcastica.
Mi
alzai di botto dal letto, con gli occhi quasi fuori dalle orbite. “Cosa? Ma mi
stai prendendo per i fondelli?” chiesi senza giri di parole, incredula.
“No!
Ma… perché?”
“Merda!
Mamma, io… Io mi sono iscritta sul sito, lasciando i miei dati! Davvero mi
hanno invitata…?”
E
lì venne il caos: mia madre fece un piccolo urlo, svegliò mio padre che stava
riposando dicendogli tutto, mi connessi ad internet per vedere meglio gli orari
ed ebbi anche una dolce sorpresa: gli studi televisivi e il loft si erano
trasferiti da Roma a Napoli a causa di non so cosa ed io nemmeno lo sapevo!
“Cri,
non sai cosa è successo! Domani andrò a fare i provini, Cri! Mi hanno chiamata!
Ti rendi conto?!”
Feci
la stessa telefonata a Lina, Giusy e Sabrina, le mie altre migliori amiche, e
tutte mi risposero senza parole…
Senza
speranze mi presentai ai provini con i miei e mio fratello. Era una semplice
prova, un’esperienza! Non sapevo nemmeno cosa bisognasse fare ai provini, se
era cantare ero spacciata: sono super stonata…
Mano
a mano seppi che bisognava solo parlare di sé a Maria Di Maio, e dire perché si
desiderava entrar a far parte del programma.
Tante
persone venivano eliminate, altre venivano accettate per passare ai provini
successivi. Non me ne capacitavo: Maria come faceva a comprendere se eravamo
giusti o no in due minuti?
Quando
arrivò il mio turno volevo morire: il cuore mi batteva all’impazzata, e a
stento sentii l’imbocca al lupo della mia famiglia.
Indossavo
dei semplici jeans chiari, una maglietta azzurra abbastanza leggera che
nascondeva la mia ciccia sui fianchi ed avevo i miei capelli castani legati in
una treccia. Che impressione avrei fatto?
Entrai
e la vidi, la Di Maio: esattamente com’era in tv, solo che sembrava stanca a
causa dei provini. Indossava un tailleur grigio, aveva i capelli più ricci del
solito e il mascara sceso sotto gli occhi.
“Ciao,
come ti chiami?” mi chiese.
“Debora
Di Bene…” dissi, arrossendo come una pazza. Ero iper emozionata, cercavo di non
balbettare; essere lì, di fronte a colei che guidava Niko nel suo percorso
musicale era un vero onore.
“Bene,
Debora, da dove vieni?”
“Maddaloni,
provincia di Caserta” risposi, cercando di ostentare sicurezza.
“So
dove si trova Maddaloni” ribattè lei secca, come se si fosse offesa.
“Ah!
Mi scusi, è solo che nessuno la conosce…” mi scusai mortificata.
Maria
annuì, inforcando gli occhiali e prendendo in mano la penna.
“Cosa
fai nella vita?”
“Secondo
anno di liceo Classico Europeo”
“Sarebbe?”
chiese.
Sospirai.
Spiegare la particolarità del mio liceo era dura!
“Beh,
è simile ad un semplice classico solo che in più studio diritto, spagnolo e
inglese, arte, geografia e scienze le studio tutti e cinque gli anni invece che
solo nel primo biennio o l’ultimo triennio”
La
donna si tolse gli occhiali, squadrandomi . Mi metteva un’enorme soggezione.
“E
perché sei qui? La scuola ti impegna molto a quanto vedo” ribattè sicura di sé.
“Sei giovane! Quanti anni hai?”
“Sedici
a luglio” risposi all’istante, decidendo di farmi valere. “E la scuola non sarà
un problema, ne ho parlato già alla scuola e nel remoto caso in cui dovrò
partecipare studierò lì nel loft, tanto mi manca solo un voto in qualche
materia per terminare il quadrimestre” aggiunsi stizzita,inventando tutto di
sana pianta e implorando tutti i miei santi protettori.
“Va
bene! E dimmi, immagino tu sia qui per Niko” dichiarò convinta, guardandomi con
un’occhiata di sfida.
Cosa
fare? Mentire? Essere sincera?
“Si”
risposi. “Ma, insomma, non per conquistarlo o cose simili, non sono così scema!
So che lui è a Music’s Planet per lavorare…. Non lo conosco, certo, ma mi piace
la sua modestia, la sua serietà, e il suo modo di cantare è davvero unico”.
Dissi
tutto questo in un battibaleno, quasi quasi mi mancava il fiato.
E,
alla fine, dopo un enorme silenzio… Maria mi sorrise. Mi sorrise!
“Mmmh,
bene, direi che puoi passare al prossimo turno, Debora!” disse infine dopo
avermi squadrata per bene.
“Cosa?”
chiesi senza capire, mentre il cuore mi martellava forte.
“Ho
detto che puoi passare al turno successivo, che si terrà domani!” ripetè, e mi
affrettai ad annuire.
“Oh,
oh, si, oh, grazie mille!” esclamai,
ancora senza aver realizzato la cosa ed uscendo, andando incontro verso i miei
che mi aspettavano ansiosi.
Non
volevo crederci, urlai come una pazza, mi dimenai addosso a mia madre…
“Ce
l’ho fatta, ce l’ho fatta! Sono passata al prossimo turno! ” urlai per mezza
giornata.
Ma
la gioia e la gaiezza andarono via non appena vidi, ventiquattro ore dopo, che
eravamo circa cinquanta persone ad aver passato il primo turno di provini per
diventare la life coach di Niko.
“Debora
Di Bene e Annalisa Ferrara!” chiamò Maria, e mi feci avanti tremante insieme ad
una ragazza dai lunghissimi capelli neri.
Questa
volta ci sottopose ad alcune prove particolari, chiedendoci di immedesimarci in
alcune situazioni e chiederci come avremmo reagito.
“Va
bene, ragazze, vi faccio sapere dopo…” ci congedò.
E
non potete immaginare la mia incredulità quando passai anche il secondo turno,
quando, da cinquanta eravamo diventate venticinque.
E
poi da venticinque diventammo dodici. Da dodici divenimmo sei.
E
da sei divenimmo tre.
Io,
la Sfigata per eccellenza in certe situazioni, avevo passato ben cinque turni,
uscendone illesa.
“Ragazze,
è stata una scelta dura, devo dirlo, e sono sicura che tutte voi potreste
essere delle perfette life coach per Niko. Ma purtroppo devo sceglierne solo
una… Perciò, Stefania, mi dispiace ma tu non hai passato questo turno…” iniziò
Maria con aria triste, mentre Stefania, una venticinquenne bassina e con i
capelli mossi, annuiva e usciva dalla stanza, lasciando nella sala me e Lucia,
una ragazza di 18 anni di Torino.
“In
bocca al lupo” mi disse, mentre a stento riuscivo a ricambiare l’augurio, con lo
stomaco che si annodava.
Ripensai
ai miei, al fatto che era meglio non vincere perché avrei avuto problemi con la
lontananza, anche se mio padre era andato a parlare con il preside che, vedendo
che avevo almeno due voti in ogni materia, aveva detto che non c’erano problemi
e che al massimo avrei studiato lì e poi sarei uscita ogni tanto per fare i
vari test ed interrogazioni.
“Bene
ragazze, alla fine, dopo varie prove voi siete state quelle che mi hanno
dimostrato di essere più mature e responsabili ed io ho scelto… Debora!”
annunciò Maria, mentre Lucia mi guardava e mi abbracciava, con uno sguardo
deluso.
Fu
quel gesto a convincermi del fatto che avevo sentito bene, e mi sentii le
lacrime uscire per la gioia e l’emozione.
“Oh,
Maria, non ci credo! Grazie!” dissi, abbracciandola.
Uscii
dalla sala emozionata, ancora piangente, mentre dicevo: “Sono passata! Sono
stata scelta!” e mio fratello restava allibito mentre mia madre iniziava a
piangere a sua volta e papà sorrideva suo malgrado…
“Mi
raccomando, Deb, spacca tutto e parla di me a Niko!” mi salutò Cristina quella
sera, dato che l’indomani sarei arrivata al loft.
Ed
eccomi lì il giorno dopo, nei pressi del loft di Music’s Planet.
Me
ne stavo lì, fuori la porta con gli altri life coach. Ci guardavamo emozionati,
curiosi su ciò che sarebbe successo da lì a qualche minuto, quando i tre
capogruppo arrivarono e ci fecero segno di seguirli.
Non riuscivo a capacitarmi del fatto che avrei conosciuto Niko e che sarei stata la sua life coach finchè sarebbe rimasto lì… Cosa avrebbe pensato di me?
Continua...
Qualche
Anticipazione:
Martina
mi sorrise. Era una ragazza di diciotto anni dell’Aquila, sembrava davvero
simpatica. Ma, ahimè, dovevo ancora conoscerla bene.
Non seppi darmi una risposta perché Niko era lì davanti a me, visibilmente confuso. Non avevo nemmeno sentito la porta aprirsi, cavoli!
Niko fece una piccola risata. “Anche io non credevo avrei mai arrivato qui, ma, beh, alla fine ce l’ho fatta” mi raccontò. “Ma perché, quanti anni hai? Diciotto?” chiese.
“Si.
Ah, e comunque, i tuoi cugini di Pisa non capiscono niente” disse Niko sereno
mentre ci avviavamo in sala prove.