Confessions of a Teenage Drama
Queen
Capitolo 2
La prova
Mentre
seguivo Maria all’interno del loft continuavo ad avere l’impressione di essere
in un sogno dal quale qualcuno molto crudele avrebbe potuto svegliarmi
all’improvviso. Insieme a me c’erano due ragazzi, Dario e Giorgio: il primo,
con i capelli biondo scuro e gli occhi verdi, sembrava spaesato ed emozionato
come me, l’altro invece , più alto e con la carnagione scura,sorrideva e
sembrava volersi mostrare sicuro di sé.
Ci
eravamo già presentati, ed avevo scoperto che Dario era il life coach di
Rossella e Giorgio era quello di Simona, due cantanti della stessa categoria di
Niko.
“Che
carino” commentò Giorgio, appena entrammo in cucina: era bianca e rossa, con un
grande tavolo al centro e alcuni sgabelli sparsi per la stanza. Su una delle
sedie giaceva una chitarra e sul tavolo vi erano vari fogli sparpagliati.
“Si…”
dissi senza fiato, mentre Maria, Silvia e Luke si fermavano e facevano segno a
noi life coach di fermarci. Notai un uomo alto con dei baffi molto spessi
accanto a loro, che se ne stava vicino una telecamera. D’istinto mi aggiustai i
capelli e il colletto della camicia.
Fa che non mi inquadri di profilo…
“Mi
raccomando, Luigi, solita inquadratura, eh!” disse Silvia Fortuna,
aggiustandosi la voluminosa chioma biondo platino mentre l’uomo accendeva
l’aggeggio.
Solita
inquadratura?! Quante ne esistevano?!
“Bene, questo è il loft!” disse Luke, un
trentenne dalla chioma mora e gli occhi chiarissimi, mostrando la zona con la
mano. “I ragazzi sono di là, ora li andremo
a chiamare, non sanno nulla della vostra presenza e del vostro arrivo…”
“In
realtà non sanno proprio niente, questa dei life coach è stata una mia idea!”
disse entusiasta Silvia, mentre una delle altre life coach rideva e un’altra si
aggiustava furtivamente il lucidalabbra.
“Quindi,
in bocca al lupo!” esclamò Maria.
Non
ebbi il temo di dire “Crepi” che dal corridoio di fronte entrarono Rossella,
Simona, Rosangela degli over 25 e due gruppi vocali, i Music Sense e i Gold
Boyz.
Non
si sentiva altro che un misto di “Piacere!”, “Che bello conoscerti!” e “Io sono
il tuo life coach”.
“Ciao,
io sono Andrea dei Gold Boyz, piacere!” disse velocemente un ragazzo sulla
ventina, molto alto, con i capelli scuri caratterizzati dalla cosiddetta cresta
ed un sorriso voluminoso.
“Piacere,
io sono Debora!” risposi senza fiato, mentre lui annuiva sorridendo e correva a
salutare qualcun altro.
“Ciao! Piacere, Rossella!” esclamò una
diciannovenne affascinante, dalla pelle diafana, gli occhi verdi e i capelli
corvini. Dal vivo assomigliava ancora di più a Biancaneve!
“Ciao,
io sono Debora” mi presentai emozionata, ancora incredula.
“Io
sono Simona” dichiarò invece una ventenne un po’ in carne con i capelli ramati
e un sorriso ampio.
“Lo
so” risposi con un sorriso, mentre la tensione iniziava ad attenuarsi. “Vi
seguo dall’inizio della trasmissione, giuro” spiegai.
Mi
presentai quasi a tutti insieme agli altri life coaches, sentendomi decisamente
imbarazzata.
“Sei
la life coach di Niko, vero?” mi chiese Rossella qualche minuto dopo, dopo che
ebbi sistemato la mia roba nella stanza che avrei diviso con la life coach dei Music
Sense, Martina e Giulia, la life coach di Fabio, uno degli over 25.
“Si…”
risposi, e nel dirlo non ci credevo ancora.
Martina
mi sorrise. Era una ragazza di diciotto anni dell’Aquila, sembrava davvero
simpatica. Ma, ahimè, dovevo ancora conoscerla bene.
“Comunque
Niko sta per venire” soggiunse Maria, che era stata fino ad allora in un’altra
stanza a fare le varie presentazioni e a dare le varie spiegazioni agli altri
concorrenti. “Sta tornando da un appuntamento con Radio Due”
Annuii,
non sapendo cosa aggiungere. E, non so come, la abbracciai. “Oh, grazie ancora,
Maria!” sussurrai.
Lei
ricambiò la stretta affettuosamente.
“E’
stato merito tuo!”
Poco
dopo Rossella e Simona andarono in sala prove con i loro coach insieme a
Martina che raggiunse i Music Sense. Maria mi condusse in un elegante
soggiorno.
“Beh,
tu stai qui, Niko è arrivato! Lui non sa nulla!” si congedò facendomi
l’occhiolino e allontanandosi con Giulio D’Amore, il vocal coach del gruppo di Silvia
Fortuna. Mi lasciò da sola con il cameraman, che mi sorrise incoraggiante.
“Quale
inquadratura preferisci?” mi chiese.
“Oh,
ehm.. Quella preferita della signora Fortuna”
Rimasi
immobile come una cretina, senza sapere cosa fare. Il mio stomaco era diventato
di piombo! Cosa avrebbe pensato di me Niko vedendomi?
Non
seppi darmi una risposta perché Niko era lì davanti a me, visibilmente confuso.
Non avevo nemmeno sentito la porta aprirsi, cavoli!
Sentii
un calcio allo stomaco, l’aria mancarmi e mi sarei appoggiata a qualcosa per
non cadere se avessi potuto muovermi, dato che mi sentivo le gambe paralizzate.
Era
ancora più bello dal vivo: aveva jeans scuri, una maglia a righe nere e bianche
e i suoi occhi mi sembravano dei fari in mezzo al mare in tempesta.
“Ciao…”
disse, osservandomi, prima di fare un cenno al cameraman.
“Oh,
oh, c-ciao” mormorai, avvicinandomi. Non ci credevo, era un sogno… “Immagino ti
stia chiedendo chi sono” gli dissi, cercando di sorridere e sembrare educata.
Lui
ricambiò il sorriso. “Beh, si! E’ vero che qui capita di tutto, ma avere una
sconosciuta nella mia camera non mi era ancora successo…”
Arrossii:
quella era la sua camera?! Mara mi aveva trascinato nella sua camera! Eppure
non sembrava, era un semplice soggiorno… Ma tre secondi dopo, vicino la porta,
lessi: Niko, Massimo, Fabio e Luigi.
Accipicchia! E un occhiata in più mi rivelò una seconda stanza dove c’erano i
letti.
“Oh,
scusa, mi ci ha portato Maria, cioè…”
Niko
mi guardava confuso. Sospirai: calma, Debora, calma…
“Sono
la tua life coach. Ho partecipato ai provini ed ho passato le selezioni, il mio
compito è farti da supporto nella vita quotidiana, tirarti su il morale e cose
simili. Anche agli altri ne è stato affidato uno” aggiunsi, imbarazzata.
Niko
continuava a guardarmi con un’aria strana, poi annuì, ancora un po’ confuso.
“Credo
sia meglio se chiedi a Maria se hai
qualche dubbio, io non ti so dire altro, non credevo che sarei passata…
Insomma, credevo mi avrebbero detto: “Sei troppo giovane” e cose simili”.
Niko
fece una piccola risata. “Anche io non credevo avrei mai arrivato qui, ma, beh,
alla fine ce l’ho fatta” mi raccontò. “Ma perché, quanti anni hai? Diciotto?”
chiese.
Scossi
il capo. “Innanzitutto mi presento!”
Miracolo,
mi stavo sciogliendo! Era bellissimo, eppure non era freddo e timido come
voleva apparire!
“Mi
chiamo Debora, ma puoi anche chiamarmi Deb, ho quasi sedici anni e vengo da
Maddaloni”
“Maddaloni?
E dov’è, al nord?”
“Eh?
Ma no! Al sud, qui vicino, provincia di Caserta” risi, sentendomi decisamente
stupida.
Niko
mi guardò incredulo. “Davvero? Hai un accento perfetto! Non si sente proprio
che sei del sud…”
“I
miei cugini di Pisa non la pensano così, comunque” decretai, “Grazie per avermi
dato due anni e mezzo di più”.
Un
altro sorriso. “Non ci credo che non hai nemmeno sedici anni, sembri davvero
una diciottenne” dichiarò. “Comunque, piacere di conoscerti Debora, io sono Nicola,
ma puoi chiamarmi Niko” disse, imitando la mia presentazione.
Mi
porse la mano, cordiale. La strinsi, mormorando un flebile “piacere”, dato che
a quel tocco mi sentii mancare.
All’improvviso
entrò Maria, soddisfatta, senza nemmeno bussare. “Hai visto Niko? Cosa ne pensi
della tua life coach?” gli chiese.
Niko
mi guardò incoraggiante. “Anche se non ho capito cosa deve fare, beh, si vede
che hai scelto bene! Mi sta già simpatica, poi è della Campania come me!”
Ricambiai
lo sguardo, dicendo: “Allora… Forza Napoli!”
“Forza
Napoli!” ricambiò entusiasto, battendo il cinque con me.
“Ora
scoprirai qual è il suo compito” sovvenne Maria, riportandomi alla realtà.
“Seguitemi in sala prove”
“Si.
Ah, e comunque, i tuoi cugini di Pisa non capiscono niente” disse Niko sereno
mentre camminavamo, con Luigi alle calcagna.
Inutile
dire che per un pelo non svenni, incredula.
La
sala prove era una stanza abbastanza grande, piena di strumenti, microfoni e in
un certo senso mi dava un senso di calore. Al centro c’era una sedia più grande
delle altre, che pensavo fosse il “trono” di Maria, e tutt’attorno ce n’erano
altre normali.
Mi
sentivo un po’ a mio agio, finalmente, e mi sedetti su una di quelle sedie,
imitando Maria e Niko. Non mi ero sbagliata, quella era la sedia dove si sedeva
sempre lei.
“Vado
a chiamare Sandro, si intrattiene sempre” si lamentò la donna, alzandosi controvoglia,
riferendosi al vocal coach.
Io
e Niko rimanemmo lì come due pesci lessi, guardando ognuno in due direzioni
diverse.
“Allora,
cosa ti piacerebbe cantare?” gli chiesi dopo un po’ per fare conversazione. Lui
si voltò verso di me lentamente, quasi come se avesse dimenticato la mia
presenza.
“Oh,
magari potessi cantare quello che voglio!” sbottò. “E poi, parliamoci chiaro,
qui sono il più sottovalutato, le star per Maria sono Rossella e Simona”.
Improvvisamente
il suo sguardo divenne triste, incutendomi una certa tenerezza.
“Ma
no Niko, vedi, io penso che lei ci tenga anche a te solo che non lo dà a
vedere. E poi perde meno tempo con te perché sei più bravo e non hai bisogno di
essere gonfiato con maggiori
attenzioni” risposi, cercando di essere cordiale.
Ma
Niko scosse il capo. “No, so che se dovesse scegliere chi buttare fuori tra me
e una di loro non esiterebbe a scegliere me” disse.
“E
allora tu falle cambiare idea, no? Insomma, ora sono la tua life coach e ti
aiuterò!” esclamai, forse fin tropo convinta. Non mi sembrava affatto giusto
che venisse messo all’ombra di quelle due, che venivano venerate come delle
dee, delle ninfe della musica. Lui aveva tutti i requisiti per essere un adone
della musica pop!
Nei
suoi occhi lessi qualcosa di strano, e appena udimmo i passi di Maria e Sandro
mi sussurrò lentamente “Ne parliamo dopo, ok?”.
Annuii,
e ricomposi la mia espressione indignata di fronte a Maria e il vocal coach.
“Lei
è Debora, la life coach di Niko” mi presentò Maria con un’aria un po’ scocciata.
Certo
che quella donna era davvero lunatica! Con un sorriso un po’ forzato mi alzai e
strinsi la mano a Sandro Forte.
Dopo
che egli ebbe sistemato la pianola, preso alcuni fogli, meditato un po’,
finalmente Maria si decise a parlare.
“Bene
Niko, per te avevamo pensato la canzone dei Greenday, “Wake me up when
September ends”, cosa ne pensi?” chiese Maria mentre Sandro annuiva convinto e
già gli porgeva il testo della canzone.
La
reazione di Niko fu prevedibile mentre io cercavo di nascondere la mia
disapprovazione. Fece un piccolo sbuffo , scrollando le spalle.
“Veramente
non è che ne sia entusiasta, eh, insomma, è una canzone troppo…”
“…
Troppo fuori dal suo genere, ecco!” conclusi io, senza nemmeno trattenermi.
Maria
mi scoccò un’occhiataccia. “E dimmi, cosa vorresti fargli cantare, carissima?” mi chiese sarcastica,
accentuando l’ultima parola.
Decisi
di essere rispettosa, insomma, non era mia intenzione farla irritare nemmeno
dopo un’ora del mio arrivo!
“Beh,
un pezzo di Tiziano Ferro!” buttai lì, abbastanza convinta. “Tipo “Perdono”,
“Rosso relativo”, “Imbranato”, “Sere nere”, “Stop! Dimentica”. Ce le vedo bene
addosso, vanno benissimo con la sua voce, il suo tono forte…”
Maria
mi squadrò per diversi secondi, mentre Niko scattò su improvvisamente dato che
si era accasciato sulla sedia.
“Si!
Maria, scusami, ma Tiziano Ferro… Si! Si!” era entusiasta, e improvvisamente mi
lanciò un’occhiata radiosa.
Arrossii,
ricambiando lo sguardo. E, miracolo, Sandro annuì.
“Maria,
la ragazza ha ragione! Tiziano Ferro è perfetto per lui! Perché non ci ho
pensato io?!” dichiarò, quasi come se si volesse dare dello stupido.
“Mah,
Niccolò, insomma, Tiziano Ferro? Ma… Ma no, non va bene…” si oppose Mara. “Non
ve bene per Niko e per la sua voce…”
“Cosa
vorresti dire, che la mia voce non è capace?” scattò su Niko, cercando di
essere pacato.
“Ma
no, no, solo che…” Era evidente che Maria si stava arrampicando sugli specchi.
“Facciamo
così” propose Sandro, lanciandomi uno sguardo di sbieco. “Ora lui ne proverà
qualcuna, ok? Poi vedremo!”
Io
sorrisi in sua direzione. “Credo sia una buona idea” sovvenni, e quando Maria
mi lanciò un’occhiataccia aggiunsi: “Non che io sia qualcuno qui per dare il
mio parere”.
“Brava”
gracchiò Maria.
“Invece
no, lei qui è la mia life coach e la sua opinione per me conta!” ribattè Niko
alzandosi e mettendomi una mano sulla spalla come per trasmettermi il suo
sostegno.
Rimasi
di sasso dinanzi quel gesto di fiducia, ma non ribattei, non volevo che Maria
mi cacciasse fuori.
“Va
bene, allora proviamo “Sere nere”, ok?” propose il vocal coach, evidentemente
per spegnere le probabilità di formazione di una futura lite.
Tutti
annuimmo silenziosamente. Dopo che Sandro ebbe trovato lo spartito di “Sere
nere”, fece qualche prova, accese il pc, scaricò il testo e lo diede a Niko.
Mi
sentivo emozionata, Tiziano Ferro era uno dei miei idoli e vedere Niko cantare
una sua canzone dal vivo era un po’ come essere ad un suo concerto.
Niko
accese il microfono, la base partì, e un’atmosfera magica si impadronì nella
stanza.
“Ripenserai agli angeli, al caffè caldo
svegliandoti mentre passa distratta la notizia di noi due. Dicono che mi
servirà, se non uccide fortifica mentre passa distratta la tua voce alla tv,
tra la radio e il telefono risuonerà il tuo addio. Di sere nere che non c’è
tempo,non c’è spazio, mai nessuno capirà. Vuoi rimanere, perché fa male, male,
male da morire senza te…”
Avevo
le lacrime agli occhi, era una cosa stupenda. Ce l’aveva nel sangue Tiziano
Ferro, quasi quasi sembrava fosse la serata della puntata in prima serata!
“Cavoli,
bravo, Nicò!” esclamò convinto Sandro, simulando un applauso. “Sono allibito, è
stupenda!”
“Anche
io la penso così, sei stato davvero… Davvero super” conclusi imbarazzata.
Niko
si voltò verso di me e fece un gesto tra la modestia e la felicità.
Tutti
aspettavamo il verdetto di Maria, che aveva gli occhi lucidi.
“E
va bene, mi hai fatto piangere! Contento? Solo che ora mi metti in difficoltà,
ca**o!” sbottò. Aveva detto già una parolaccia in mia presenza!
“Posso
sapere il perché, Maria?” chiese Niko fin troppo educatamente, sedendosi.
Lei
non lo guardò. “Perché io dovevo già dare un pezzo di Tiziano Ferro a Rossella”
rispose. “Non possiamo portare due canzoni con lo stesso artista”.
L’espressione
di Niko poteva simulare ira, ma anche la solita frase: “Cosa avevo detto io?”
“E
quale,scusa?” chiese.
“La paura che”
A
stento trattenni una risata. Era ridicolo un pezzo del genere per una voce come
quelle di Rossella!
“Mi
scuso se mi intrometto…” iniziai, lanciando un’occhiata timorosa verso la
telecamera,ma la sua risposta acida mi fece zittire.
“Figurati,
ormai lo fai anche senza permesso, prego”
Queste
parole mi ferirono da morire, non era da me fare cose simili.
“Va
bene, ok, non so cosa mi ci avete portato a fare qui in sala prove se non posso
nemmeno esprimere un’opinione. Vado di là, la mia presenza è inutile. Però,
scusi se glielo dico Maria, non è giusto negare un pezzo a Niko che gli sta
bene solo per darlo alla sua pupilla,
che tra l’altro è fatta per un genere diverso” risposi prima di alzarmi ed
uscire.
Non
seppi cosa successe, fatto sta che mi aspettavo che qualcuno mi fermasse.
Invece non successe nulla, entrai nella mia stanza e iniziai a mettere in
ordine la mia roba dato che le valige erano ancora intatte. Sentivo le lacrime
che volevano uscire fuori, le reprimetti ma dopo un po’ non ce la feci più.
Dopotutto anche Maria aveva dichiarato che Rossella era la sua pupilla qualche
settimana prima, insieme a Simona! Ero solo stata sincera, ma sapevo che non
avrei dovuto agire così.
Mezz’ora
dopo la porta si aprì, rivelando Martina.
“Ehi,
ma hai pianto?” mi chiese avvicinandosi.
Annuì,
asciugandomi il viso. “Si, ma non è niente, tranquilla”
Lei
non mi credette. “Cosa è successo? Dimmi!”
“Te
lo dico dopo Martina, ok?” dissi evasiva, perché conoscendomi sapevo che
raccontando l’accaduto sarei di nuovo scoppiata in lacrime.
Martina
annuì e si arrese ma solo perché sentì qualcuno chiamarla.
Ero
lì da nemmeno mezza giornata e già avevo combinato il primo guaio!
Non
sapevo che a chiamare Martina era stato Niko, il quale entrò nella mia stanza,
chiudendo la porta. Evidentemente le aveva chiesti se ero in camera.
Il
mio cuore accelerò un battito mentre cercavo di asciugare le ultime lacrime.
“Posso?”
chiese.
Feci
un cenno di assenso, tanto ormai era entrato e sapevo cosa stava per fare,
anzi, dire: ti ringrazio ma non dovevi risponderla così.
Si
sedette sul mio letto, con stampata in faccia un’espressione indecifrabile.
“Senti
Debora…” iniziò.
“Lo
so,Niko, ho sbagliato, ora mi sistemo e le chiedo scusa va bene?” dissi
meccanicamente.
Lui
mi fissò, prima di scoppiare a ridere. “Ma sei pazza? Tu… Sei stata grande! Gli
hai detto cose che mi trattengo da settimane! Mi hai difeso come una vecchia
amica, una sorella!” esclamò, facendo un segno di vittoria. “Ed ora grazie a te
ho “Sere Nere” da cantare!” aggiunse.
Lo
fissai, incredula. “Cosa?!”
Niko
annuì, contento. “Si, appena te ne sei andata Maria ha detto : “Mazza, c’ha na
faccia tosta”” iniziò, imitando la sua voce facendomi ridere. “Ma Sandro, beh,
lui ti ha dato ragione, le ha detto che è vero che anche se Rossella è la sua
preferita ciò non la autorizza a mettere a rischio me con un testo che non fa
per me… Così Maria ha iniziato con la solita solfa che Rossella in un eventuale
ballottaggio è più discograficamente pronta di tutti e bla bla bla…. Così mi
sono alzato e le ho detto che non si fa come fa lei, perché mi ha negato la sua
mano dopo che è il mio capogruppo e tu me l’hai porta dopo che mi conosci da
solo un’ora”.
Accolsi
il suo racconto in silenzio, scioccata. “Davvero?” balbettai. “Le hai davvero
risposto così?”
“Le
ho detto la verità” mi corresse.
Sorrisi
come una demente. “Grazie”
“E
di che, life coach” rispose,
sottolineando l’ultima parola.
Scoppiammo
a ridere come due vecchi conoscenti, prima che nella mia stanza si intrufolasse
Maria.
Si
diresse verso la finestra, guardando il prato su cui si affacciava il loft. Non
si degnò di guardarci in faccia.
“Mi
fa piacere che tra di voi c’è già un’intesa. Debora, hai superato la prova!” si
girò, sorridendomi.
Io
ero ancora un po’ sconvolta, ma ebbi il coraggio di dire: “Eh?”
Maria
annuì. “Si, anche gli altri life coach hanno dovuto superare una cosa simile.
Dovevamo mettervi in difficoltà e vedere quanto credevate nel vostro
concorrente da seguire, se eravate capace di individuare i brani da cantare e
tu lo hai fatto a pieni voti. E anche tu, Niko! Gli altri concorrenti non hanno
difeso i loro life coach, bravo. Si vede che tra di voi c’è già un’intesa”
Ero
davvero incredula, cioè, mi ero arrabbiata per niente? Scossi il capo, dandomi
della scema.
“Cioè,
Maria, tu hai finto? Non pensavi quelle cose?” chiese Niko.
Maria
fece un verso misterioso, come a dire: “Chissà!”. “Allora, complimenti a entrambi! Spero
lavorerete bene insieme! Ci vediamo domani” si congedò, ma prima si avvicinò,
abbracciandoci entrambi.
“Ah,
e tu puoi, anzi devi, darmi del tu, Debora,ok?” mi chiese sorridente uscendo.
“Va
bene Maria” concessi, ancora stranita mentre sentivo la porta chiudersi.
Eravamo
di nuovo io e Niko, soli. Ci guardammo in modo enigmatico, prima di riscoppiare
a ridere di nuovo come dei pazzi.
“Allora,
vuoi venire a registrare un messaggio nel confessionale?” mi chiese. “E’ bello
rivederli dopo un pò, potremmo raccontare di questa prova” suggerì.
“Va
bene” concessi, “Ma fammi dare prima un’aggiustatina”.
Rimase
lì a guardarmi mentre andavo in bagno a sciacquarmi il viso, e mi osservò
mentre mi truccavo e mi legavo i capelli.
“Ah,
tu dovevi dirmi ancora quelle cose riguardo al fatto di Maria…” gli ricordai
mentre mi si avvicinava. Ero intenta nel colorarmi le guance con un po’ di
fard. Strano come mi sentissi davvero a mio agio, Niko mi faceva sempre lo
stesso effetto ma almeno non balbettavo più come una cretina!
“Credo
tu sappia ormai a cosa mi riferisco dopo l’episodio di oggi” disse. “Ne
riparliamo un altro giorno, ora non credo sia il caso”.
Non
replicai, posai il trucco e lo guardai. “Sono pronta, andiamo!”
“Ok,
life coach” ironizzò per l’ennesima volta. Uscimmo dalla mia stanza e mi
presentò gli altri che non avevo ancora avuto modo di conoscere e registrammo
il messaggio narrando l’episodio…
Poco
dopo però, Niko mi disse: “Sai, ora ho capito qual è il compito di un life
coach”
Lo
guardai. “Ah si? Allora sarai lieto di spiegarmelo” ironizzai.
Continua…
Salve cari lettori! Come butta
il vento dalle vostre parti? A parte il fatto che il giorno dopo che ho
pubblicato il primo cap mi si è rotta la tastiera del pc e ciò mi ha impedito
di aggiornare subito (vi ripeto che i primi 37 cap sono già stati scritti!
Quindi preparatevi ad una narrazione prolissa ihih!), io inizio già a sentire
nell’aria un’atmosfera pre-scolastica dopo aver preso la lista dei libri e come
se non bastasse ho ancora i compiti delle vacanze da terminare… Ma passiamo
alle cose più importanti, ovvero ringraziare le dolcissime persone che mi hanno
spronato a pubblicare questo secondo cap!
Promise: Grazie mille, mi fa
piacere che ti piaccia, è un gran sollievo! Spero valga lo stesso per questo ^^
Fammi sapere!
Gemellina Dolly: Ciao
carissima! Eh si, Debora è davvero dolcissima, ma spesso come hai visto ciò non
le porta mai cose buone, anche se in questo cap è stata premiata! Niko ora lo
hai conosciuto… Cosa te ne sembra? Un bacione!
Penso che aggiornerò sabato!
Voi cosa ne dite? Vi va bene l’aggiornamento due volte a settimana, il
mercoledì e il sabato? Fatemi sapere, e mi raccomando, recensite per farmi
sapere la vostra opinione, buona o cattiva che sia!
A presto,
la vostra milly92.
Qualche Anticipazione:
Ma, purtroppo per me,
non così entusiasmante fu il primo
vero incontro con Silvia Fortuna.
“Ho saputo che sei Campana
anche tu, anzi, lo sa tutta l’Italia dopo il tuo famoso: “Forza Napoli”, eheh!”
osservò senza togliermi gli occhi di dosso.
________
Mi voltai verso di lei,
inerte. Mi sentivo il fiato e la voce mancare. A stento riuscii a dire: “Sbaglio
o mi ha dato della grassa?” , scrutando
il mio riflesso nel vetro del distributore.
________
Rimasi sbalordita da quel
discorso, ma sentivo che lo stesse dicendo solo per consolarmi. Mi accarezzò il
viso, facendo un sorriso per rincuorarmi.
________
Mi abbracciò per la prima
volta e sentii il suo cuore battere all’unisono con il mio.