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Autore: kuutamo    24/06/2014    2 recensioni
(SEQUEL di Craving For Deliverance**)
FINALE AGGIUNTO^^
" Chi è? "- mi chiese, continuando a fissarla.
" Una donna che ha perso tutto.. che disperatamente parla alla luna, bramando la liberazione. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se ne andò lentamente, quasi a volermi fare ancor più male.

Quando uscì definitivamente dall'edificio, entrambi smettemmo di guardarla. 

 

" Mi spieghi che diavolo ci fai qui? " - ero furioso con lei, questa volta davvero si era superata.

" Girava la voce che ci fosse la mostra della tua michetta, e così sono passata a dare un'occhiata, ma vedo che mi hai battuta sul tempo - sorrise - dopotutto non ti ho trovato a casa "

" Questo non significa che devi seguirmi ovunque vada "

" Ma non è così che fanno le coppie ? " - disse enfatizzando lentamente su quell'ultima parola.

Ormai avevo del tutto perso la pazienza. Quella donna sapeva esattamente come farmi perdere la pazienza, anche troppo bene. Si atteggiava anche quando respirava.

" Dai su, non fare quella faccia imbronciata…" - avvicinò il suo palmo alla mia guancia rossa.

" Leva quelle mani ! Non ti è bastato il Messico? Dovevi interrompere anche questo di momento? "

" Pensavo che fossi io qui la tua fidanzata "

" Non ho detto nulla del genere. Semplicemente non avevi il diritto di piombare qui in quel modo. L'hai fatta praticamente scappare "

" Si vede che la ragazza non ha saputo resistere, dopotutto non le piaceva molto la tua compagnia se non ha esitato ad andarsene. E poi se aveva qualcosa in contrario alla mia presenza poteva dirlo, o non ha la lingua?"

 

Non si rendeva conto che Matilda con quella reazione fatta più di silenzio che di parole, aveva parlato più che mai. 

In realtà mi aveva completamente schiaffeggiato, in pieno cuore.

 

" Non puoi capire "

" Certo, voi vi capite al volo, non è vero? Bah.. "

" Si, Sandra, quello che non si riesce ad avere con te. Ci vediamo a casa, fatti chiamare un taxi "

" Vai vai, forse la trovi ancora al Bäkkäri - disse smorfiosamente- ..idiota. "

Credette di averlo pronunciato abbastanza a bassa voce per non essere sentita, ma l'avevo capita eccome. 

Poteva pensare quel che voleva.

 

 

 

 

 

 

Quando entrai nel locale, incappucciato, non riuscii a trovarla da nessuna parte. 

Una band stava suonando e fortunatamente nessuno si accorse di me. Passai in rassegna tutti gli spazi più bui ma non c'era traccia di lei.

L'idea che si stava solidificando ed insidiando nella mia testa non mi piaceva per niente. Anzi, cercavo di scacciarla in tutti i modi, ma non ci riuscivo. 

Aveva detto che doveva vedere un cliente, e da lì erano iniziate le paranoie. Se all'inizio erano solo al livello del subconscio, man mano che il tempo passava si rafforzavano e rompevano gli argini come un fiume in piena. Le idee correvano nella mia mente malsana e si espandevano, attorcigliandosi ai miei nervi come dell'edera rampicante.

Il cuore mancò un battito. Avevo la fronte calda e sudata e ormai il mio sguardo si perdeva, e smarrito vagava veloce tra le luci accecanti del locale.

 

 

Decisi di andare a casa sua. 

Ero consapevole dentro di me, che avrei potuto trovare una situazione tutto tranne che piacevole. Ma quando le idee più assurde mi balenarono nella mente, una vocina dentro di me mi diede una bella e sonora sberla.

Come potevo solo minimamente pensare che Matilda potesse essere capace di andare a letto con il primo idiota che gli capitava a tiro? Mi vergognavo così tanto per averlo solo appena pensato. Mi disgustavo.

La paura che ci fosse un altro, che la sua attenzione potesse essere rivolta ad un'altra persona mi faceva diventare matto. Era come se uno spesso alone di follia si riversasse sulla mia vista, e oscurasse tutto il resto, anche la mia parte razionale. 

Semmai ci fosse stato qualcuno non potevo dire di non essermelo meritato.

Infondo era anche colpa mia, se così si poteva definire la sua. Lei non era pronta e io di certo non ero così perfido da considerare quel disagio tale, ma la codardia, quella si che potevo considerarla una colpa. 

Avrei voluto dirle come stavano le cose davvero in più di un'occasione ma avevo paura. Avevo paura di vedere di nuovo i suoi occhi feriti. Di vederli di nuovo nei loro giorni peggiori. Non potevo semplicemente guardarla e vomitarle tutto addosso. Non so quando sarebbe arrivato il momento di dirglielo, ma non c'erano dubbi sul fatto che sarebbe arrivato, e sarebbe stato doloroso. Almeno per me.

 

Quando arrivai davanti alla sua porta mi accorsi che era socchiusa. Il mio cuore tremò e si schiantò a terra facendo un boato terribile. 

In quel momento temetti il peggio. Non sapevo cosa aspettarmi, ma ero impaziente da stare male quindi entrai, cercando di fare meno rumore possibile.

Con passo felpato come un felino m'infilai nella porta e mi feci largo attraversando la camera. Riuscivo a vedere, ma la vista era limitata ; solo i lampioni giù in strada aiutavano nell'impresa portando un po' di luce tra quelle mura, disegnando lunghe ombre. 

C'era una luce accesa che proveniva dal bagno; riuscivo ad udire dei piccoli rumori che provenivano dalla camera da letto, quindi appena li sentii mi appiattii contro il muro del soggiorno, ansimante. 

Smisi di respirare per qualche secondo e poi vidi un'ombra aleggiare sulla porta che conduceva al bagno. 

Qualche secondo dopo le deboli note di una canzone si fecero spazio nell'aria, portando un senso di tristezza infinito.

 

 

 

 

<< Who let the cat out of the bag?                                                                     ' Chi si è lasciato sfuggire il segreto? '

who told the world that I was older?  >>                                                            ' Chi ha detto al mondo che ero cresciuta? '

 

                                                                    

 

 

Poi la vidi : i ricami del vestito imperlavano la sua schiena. Era così luminosa quella sera, nonostante fosse in nero. Emanava una luce quasi celeste, aliena. La pelle diafana che risaltava ai polsi e sul collo creava un perfetto contrasto con l'oscurità del pizzo. Le perfezione. Bene e male confluivano dentro di lei.

D'un tratto si spostò di fianco, e sollevando un braccio iniziò a calar giù la zip laterale. Distolsi immediatamente lo sguardo. 

Non volevo invaderla così. Infondo non sapeva che fossi li. Ma che diavolo ci facevo lì? Che situazione.

Feci per andarmene, ma i miei occhi furono più veloci. Come arpioni s'impigliarono nella sua figura : il vestito era scomparso e non rimaneva che la sua pelle bianca che sembrava assorbire tutta la luce della stanza. Ora riuscivo a vedere le sue spalle, i folti capelli neri che le ricadevano naturalmente sulla schiena in boccoli appena accennati quasi ricoprendone metà. La sua vita non era sottilissima ma non smetteva di affascinarmi e lasciarmi incantato; più giù riuscivo di nuovo a vedere gli occhi di Venere, che sembravano messi lì per rendere ancor più perfetta la perfezione stessa. Lei sembrava un'opera d'arte, quasi marmorea. 

In quel momento realizzai che l'avrei per sempre ricordata così, senza difese. 

Per me quello non era solo il suo corpo, ma anche la sua anima..

 

 

 

<< And hold onto me,                                               

hold onto me, 

and hold onto me, 

hold on >>

 

'Aggrappati a me.. Afferrami… Stringimi "

 

Quanto avrei voluto farlo.

 

La musica mi riportò di nuovo sulla terra, e a malincuore lasciai la luna.

Completamente alienato dal mondo mi ero sentito così vivo. Ma ora era arrivato il tempo di andarmene. Non potevo fare parte della sua vita, non in quel modo.

Lei con me era semplicemente se stessa, ma sentivo che non lo era più come prima. Era cambiato qualcosa, e anche se quella sera ci eravamo teneramente illusi entrambi di essere gli stessi, i nostri cuori erano su altri pianeti ; avevamo perso la nostra orbita. 

Forse eravamo sole e luna, parte l'uno dell'altra, ma destinati a non incontrarsi mai. Solo a fonderci al crepuscolo e all'alba, l'unico contatto concesso dalla crudeltà dei cuori.

Uscii in punta di piedi, così com'ero entrato e nel momento in cui varcai la soglia, udii l'ultimo verso della canzone, recitato, con cui lei aveva deciso di spogliare la sua anima e renderla indifesa.

 

 

 

<< It is a journey into the unknown which shall lead us ever closer to home. >>

 

 

 

Le avevo segretamente rubato quel momento.

Quella strana confessione estremamente interiore. 

Ero segretamente entrato nella sua anima.

 

Mentre camminavo in strada, non smettevo di pensare a lei. Non smettevo di ammirare la luna, come se mi stesse parlando. Mi ammoniva.

Sentivo quello che rimaneva del mio cuore spegnersi lentamente, rantolando gli ultimi sbuffi di fumo e cenere nell'aria della notte. 

Avrei voluto vederla felice. Avrei voluto offrirmi a lei, con tutto il cuore…se solo me lo avesse permesso.

L'unica cosa che augurai a me stesso fu di saper smettere di pensare a lei in quel modo. Sentivo che tutto stava crescendo, lo percepivo sotto la mia pelle, mi ribolliva nel sangue, e la consapevolezza di doverla lasciare andare, m'irrorava dolorosamente le tempie. 

Dovevo rendermi conto. Dovevo metabolizzare, ma per una cosa così difficile ci sarebbe voluto del tempo, non bastava solo qualche settimana.

 

Le cose erano cambiate ed era chiaro come il sole, si percepiva come l'umidità pungente e soffocante nelle giornate estive di pioggia. Questa tristezza aveva lo stesso odore di quelle gocce. 

 

 

 

 

 

 

<< And now

Feel the heat around me

See the blaze that burns me

All of this is tearing me apart

 

I burn with you

We'll see it through

I burn in you

It will never be the same as it was before >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avevo amato quel momento rubato, che avrei rivissuto nella mia mente.

Quella strana confessione estremamente interiore. 

Ero segretamente entrato nella sua anima ; l'avevo vista sanguinare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

 

La prima canzone è Hold on to me dei Placebo, dolce e triste allo stesso tempo, una delle mie preferite dell'ultimo album.

 

La seconda invece, che compare solo nelle righe finali, è I burn in you dei Lacuna Coil, tratta dal loro ultimo album Broken Crown Halo, che ho letteralmente messo a ripetizione durante la stesura di questo capitolo. Ve lo consiglio vivamente; mi sono rimaste in testa molte canzoni, fin dal primo ascolto.

 

Grazie a tutti coloro che seguono, leggono e soprattutto recensiscono.

 

 

See you sweethearts !

 

 

-fachiluna

 

  
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