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Autore: Daphne09    25/06/2014    2 recensioni
Katia Colombo, una diciannovenne alle prese con la Maturità, non sa che cosa fare del proprio futuro e, cercando di studiare con i suoi amici per quel grande incubo che possono definirsi gli Esami di Stato, vivrà tante piccole avventure che forse -prima o poi- l'aiuteranno ad auto-appellarsi matura.
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'imperterrito trillare della sveglia della Marti mi martella nelle orecchie, un giorno o l'altro gliela tirerò contro il muro. Quanto vorrei dormire un altro po', ieri sera -'stamattina- siamo andate a dormire alle cinque.

Merda! Ma oggi c'è il tema d'italiano ed è tardissimo! Fra la bellezza di trentanove minuti dobbiamo essere a scuola!

«Marti, cazzo svegliati! È tardissimo!» Grido scrollandola e facendola riprendere dal suo sonno apparentemente beato.

«Non voglio!» Protesta lei affondando la faccia nel cuscino. Forse era sveglia anche lei, ma faceva finta di niente. Tra tutt'e due non si sa chi abbia più paura.
«Io vado a mangiare qualcosa, vieni giù che fra poco dobbiamo andare!»

Scendendo le scale ancora leggermente rimbambita, con lo stomaco sottosopra e la testa che mi duole, mi dirigo in cucina e, a prendo uno sportello, tiro fuori una merendina giusto per non rimanere a stomaco vuoto e poter prendere un'aspirina. Dopo tutti gli anni passati, io e la Marti quando dormiamo insieme ci comportiamo come se fossimo a casa nostra.

Fuori c'è già il sole e l'assenza di nuvole in cielo gli permette di oltrepassare i vetri della porta-finestra dell'abitacolo invadendolo, causandomi una forte sensazione di fastidio, come se mi stessero perforando le iridi. Mi sto sciogliendo!

Rimanendo con lo sguardo fisso sulla mia misera colazione cerco di far mente locale di quello che è successo ieri sera. Ricordo solo di essere stata al Duomo con Kevin Ferrari, un ragazzo della mia scuola, e di essermi incontrata con la Marti accompagnata da un Cozzi molto, mh.. provocante. Avranno consumato?

Oddio, ho fatto una cazzata bella e buona. Mi ricordo del Carlo, merda, merda, merda. Come ho potuto trattarlo così?! Sono proprio un'idiota bella e buona, anzi: brutta e cattiva. Sì, Katia Colombo: sei proprio una cretina.

Non credete che questa sia una di quelle storie a lieto fine in cui la ragazza poi dice di sì al suo migliore amico da sempre perdutamente innamorato di lei. Io non penserei mai di potermi mettere con Luca, ma stiamo scherzando? Anche se ci conosciamo da solo tre anni lo definisco ormai un mio amico storico: con lui ho fatto le peggiori cazzate, ho affrontato gli anni più complicati del mio percorso scolastico e condiviso ogni giorno della mia esistenza. Lo consideravo -o considero, devo ancora far chiarezza- il mio migliore amico, il mio fratello, il mio compare.. Come potrei fidanzarmici? Non mi sento minimamente attratta da lui, e poi ho scoperto solo ieri sera della sua eterosessualità!

Va beh, ora l'unico problema che devo avere in testa è di riuscire ad ingerire questa -schifosissima- aspirina senza vomitare e fare la prima prova del tanto agonizzante Esame di Stato. Chi sa quali saranno le tracce del tema; speriamo non capitino Magris o altri autori impossibili come l'anno scorso.

 

*****

 

Qualcuno potrà definirmi pazza, ma mi sono affrettata a ricopiare il tema e ad uscire dall'aula solo perché una gran fame mi sta logorando lo stomaco. Guardando l'orologio e constatando che è l'una passata del pomeriggio mi sembra più che naturale.

Dunque, l'enorme quesito esistenziale su questa prima prova è stato saziato. Penso che i miei amici non ci crederanno mai, ma ho scelto la tipologia A, che da sempre avrei escluso. Devo ammettere che lo studio di Quasimodo mi ha quasi affascinata, mi correggo: non-ripudiata.

Le domande erano fattibili, almeno per una misera sufficienza; per quanto riguarda la prima prova non ho mai aspirato a molto, penso che mi rifarò domani.

«Com'è andata?» Sento chiamarmi alle spalle, è l'inconfondibile voce sempre squillante della Marti.

«Mah, è andata. -Sospiro- E a te?» Ovviamente la mia domanda è solo di prassi; a lei vanno sempre bene tutte le verifiche, non contano i postumi.

«Speriamo. Ho scelto la traccia di storia, tu?»

«Quasimodo.» Alla mia risposta, come previsto, scoppia in una fragorosa risata. Ma perché sono tutti così increduli?!

«Piuttosto.. -Mi inserisco io con fare quasi malizioso, penso che sappia già di dovermi dare certe spiegazioni- Ieri sera hai fatto breccia nel cuore del Cozzi, ho notato..»

«Più che nel cuore, direi da qualche altra parte.. -Continua ridacchiando lei- Comunque sì, è come pensi!» Ribatte lei ottimista. Oh cazzo, nonostante la cosa fosse così trasparente non avrei mai creduto che sarebbe potuta succedere veramente. La Marti è una bellissima ragazza e piena di qualità, non fraintendetemi, ma l'abitudine del loro rapporto platonico è stata decisamente duratura nel nostro gruppo.

«E quindi? -Chiedo logorata dalla curiosità- Ora che farete? Starete insieme? Avete preso almeno qualche.. precauzione?!» Mi vergogno quasi a usare quella parola, è insopportabile, è.. è.. BLEAH!

«Eh certo, che credevi? Ho preso la pillola prima di uscire, mica son scema! -Ribatte lei con ovvietà- È stata una notte indimenticabile.» Ribadisce con sguardo sognante. Okay, è proprio cotta.

«L'hai sentito?» Le chiedo con fare molto più concreto.

«No. Stamattina l'ho visto passare nel marasma di gente, ma non mi sembrava di certo il momento adatto di avere un contatto con lui! -Risponde ritornando sulla Terra- Tu piuttosto? Mi hanno detto che Cupido ha fatto centro!» Caspita, ma come fa a sapere della dichiarazione di Luca? Forse le aveva spiegato le sue intenzioni poco prima? Mah..

«Sì va beh, ma gli ho detto di no. Sai che io e il Carlo siamo amici, compari.. e niente di più!» La faccio ragionare.

«Che?! Io stavo parlando del Ferrari!» Risponde sconvolta lei.

«Ah.. beh, comunque non abbiamo concluso molto. -Sbuffo- Non posso far colpo su uno carino che prende fuoco il locale. Ma vaffanculo allora!»

«Aspetta.. -Mi ferma lei con fare sospettoso- Il Carlo cosa?!»

«Niente, lascia stare. -Cerco di dissimulare, non voglio creare altro scompiglio. Mannaggia a me e alla mia boccaccia!- Hai già mangiato?»

«No, andiamo. -Si limita a rispondere la Marti- Però tu mi spieghi che Diavolo è successo! In fin dei conti io ti ho raccontato del Cozzi..» Ammicca con fare persuasivo. È la solita furba.

«Te la faccio breve, dato che ho un solo ricordo e anche un po' annebbiato. -Taglio corto io. Mi sento molto a disagio a parlare di questa cosa- Mi ha rivelato di essere propriamente innamorato di me, ed io l'ho rifiutato dandogli addirittura del ricchione!» Ripeterlo non mi aiuta di certo a star meglio.

«Oh merda.. -Si zittisce la mia amica, capendo la gravità della cosa- E ora? Oggi vi siete parlati?»

«Ma vah! -Smentisco io con vigore- Ho avuto l'ultima Analisi della mia vita da svolgere e tu mi chiedi se ho parlato con il Carlo?! Non l'ho nemmeno visto..» Dal mio tono duro si capisce che sono molto nervosa, potrei apparire quasi irritata, ma la verità è che mi sento terribilmente in colpa.. Insomma, mi sono comportata da vera e propria carogna con quello che sarebbe il mio migliore amico!

«Non preoccuparti. -Soffia l'interlocutrice poggiandomi una mano sulla spalla; lei capisce sempre tutto- Ogni cosa si risolverà per il meglio. In fin dei conti si vedeva lontano un miglio che eri fradicia 'stanotte! -Ridacchia- Comunque.. Devi raccontarmi nel dettaglio la tua nottata di fuoco col Ferrari!» Ammicca con la sua solita finta-malizia.

 

*****

 

È ormai sera e, dopo un sano pisolino, una calda doccia sta sciacquando via tutti i miei pensieri maligni e gli ultimi residui di vodka dai capelli.

Mi sto godendo questo momento, devo ammetterlo. Metterei il mondo in pausa per rimanere sotto questo tiepido abbraccio idrico, e mi lascerei trasportare ovunque dai miei pensieri.

Dunque sono giunta nel periodo di transizione. Ora non sono più una ragazzina, ma nemmeno un'adulta.. Almeno per il momento. Sono tra un'era ed un'altra, un po' come una farfalla in metamorfosi: non è più un viscido bruco, ma nemmeno il più leggiadro degli insetti.

Oggi, nonostante che -tranne il tema- non abbia fatto nient'altro, mi sento diversa, forse più sicura di me, sicura di avere un futuro.
Ovviamente, non appena entrerò a far parte del tanto 'terrificante' Mondo degli Adulti sarò una schiappa, mi farò mettere i piedi in testa da chiunque e, spesso e volentieri mi derideranno, denigreranno e si prenderanno gioco della mia ingenuità, ma non importa; la vita è fatta anche di questo. Per apprezzare la luce bisogna vivere anche il buio.

Chi avrò accanto importerà relativamente, dovrò imparare a farcela sapendo contare sulle mie forze; nessuno ti darà mai garanzia di starti accanto.
Purtroppo le mie idee su ciò che realmente voglio fare sono ancora annebbiate, ma ogni cosa ha il suo tempo: il fatto che l'Avvenire non mi spaventi più così tanto è già di per sé un buon segno.

«Katia! È pronto!» Grida mia mamma di là, ricordandomi inconsciamente che sono passati tre quarti d'ora dall'inizio della mia doccia.

«Arrivo!»

 

*****

 

Il telegiornale sta trasmettendo articoli su articoli di cronaca nera e, tra un'espressione di disappunto e l'altra, la mami inizia a progettare -come il suo solito- il mio futuro:

«Katia, vedi? Potresti fare la psicologa, ampliando le tue conoscenze nel campo del penale! -Mi consiglia presa dall'entusiasmo- Oppure potresti sempre buttarti su letteratura e filosofia.»

Io non riesco a rispondere con niente se non che con un grugnito neutro, è meglio che non mi esprima a parole sull'ultima facoltà da lei consigliatami.

Finalmente il TG ha cambiato argomento e, passando a discorsi meno macabri, sta parlando del grande dibattito su ciò che comporterebbe a noi italiani l'uscita dall'Eurozona. Ma certo! Come ho fatto a non accorgermene prima?!

«Sì! Sì!» Esclamo con fermezza e serenità.

«Sì cosa? Ti sei decisa finalmente?» Risponde mia madre speranzosa.

«Sì mamma! Voglio fare economia e commercio!» Come ho fatto a non arrivarci prima? La risposta è sempre stata davanti ai miei occhi. Ho sempre amato guardare documentari e talk show riguardanti l'economia e la politica.. Quanto sono stata ingenua!

La mia interlocutrice non pare nutrire il mio stesso entusiasmo, accennando addirittura ad un sospiro di disappunto.

«Ancora sogni, cara Katia.. -Sospira poi, come se le avessi chiesto di fare l'astronauta- Lo vuoi capire che il mondo dell'economia è fatto di soli uomini?»

«No, mamma! -Ribatto io. Ci manca solo che ora si metta contro le mie idee, per una volta che ne ho- Guarda la Merkel, oppure tutte le nuove deputate donne! Anche loro, in maniera un po' autodidatta, sono diventate delle economiste!» Finalmente so quello che voglio, mi sento come se un enorme peso se ne fosse andato; ora gli Esami di Maturità non mi fanno più paura, finalmente ho capito la mia strada!

«Ma non ti rendi conto che è una follia?! -Esclama stizzita la mamma- Se prendessi una laurea in lettere avresti una cattedra sicura anche alla scuola media di Milano!»

«Ma ti pare, mamma?! -Non riesco a non ribattere in maniera meno brusca. Quanto poco mi conosce?!- Io dovrei affrontare cinque anni di studio intenso per poi andare a dire a quattro dodicenni ignoranti che si mette l'h davanti al passato prossimo del verbo avere?!»

«Ma vuoi paragonare l'ineguagliabile bagaglio umanistico-culturale che avresti al termine di quegli studi? -Mi fa ragionare lei con sguardo sognante al solo pensiero di tale facoltà- Non fare il mio stesso errore..» Il suo più che un consiglio sembra una supplica.

«Mamma.. -Sospiro io, per poi tentare di mantenere la calma- Sappiamo benissimo entrambe che il tuo più grande errore è stato di non lottare per quello che volevi veramente fare; non importa se avrebbe potuto comportare un'istruzione tecnica o che so io.
Per una volta so quello che voglio, fammelo realizzare!»

«Quindi tu non hai mai avuto in mente di frequentare la facoltà di Letteratura?» Domanda, quasi delusa. Non può non sfuggirmi un risolino trattenuto, a tal proposito. Aveva davvero creduto che mi sarebbe interessato frequentare quel noiosissimo indirizzo?!

«Ascolta, i casi sono due: o scegli letteratura o chiudiamo qua il capitolo dello studio.» Ma, ma.. Ma come si permette?! Io posso scegliere quello che mi pare!

«L'unico capitolo da chiudere è questa conversazione!» Grugnisco, per poi andare in camera e chiudermici dentro; non mi va di litigare con lei.

«Katia apri!» Esclama, correndomi puntualmente dietro, lasciando mio papà in sala beato a cenare.

Mi astengo dal risponderle, sono furiosa! Ha fatto sempre la parte della brava consigliera, paladina del mio futuro nonché mia sostenitrice per cosa?! Per persuadermi a scegliere gli studi che avrebbe voluto fare lei?! Ha quarantacinque anni figa, dovrebbe capire che non si può vivere ciò che si vuole attraverso gli altri. Vuoi sapere a tutti i costi vita, morte e miracoli sulla letteratura? Benissimo, iscriviti tu a dei corsi, no? Perché ti devi avvalere su una persona innocente per i tuoi cazzi?!

Ora che so quello che voglio nessuno potrà fermarmi, ho diciannove anni e posso anche andare a vivere da sola, a costo di stare sotto un ponte; l'importante sarà frequentare la facoltà di economia e non quella schifezza ad indirizzo umanistico.

Con tutto il rispetto per chi apprezza questo tipo di studi, ma in questo momento la rabbia mi sta accecando la ragione in maniera tale da farmi dire parole a caso.

«Per l'amor del Cielo, Katia! Almeno vieni a mangiare!» Mi implora mia madre, ancora dall'altro lato della porta.

«Se permetti ora devo finire di studiare per la seconda prova!» Balle. A dire il vero so a memoria il programma di inglese e non me ne frega una mazza di ripassarlo. Penso che questa sarà una lunga e noiosa nottata, forse addirittura insonne.

 

*****

 

Mi sveglio a pelo con il suonare della sveglia, ancora carica di sonno e voglia di dormire.. Per fortuna che questa sarebbe dovuta essere una notte in bianco!

Oggi, al contrario di ieri, mi sento carica per la seconda prova e una persona quasi-nuova, sempre un po' ammaccata, ma con qualche attributo in più: un obiettivo.

Ora però l'indirizzo economico non deve sovrastare la mia mente, l'inglese in questo momento deve essere l'unico oggetto dei miei pensieri.

Dato che c'è ancora una buona oretta di tempo prima dell'inizio dell'esame me la prendo con calma: una bella manciata di fette biscottate con la Nutella non me le toglie proprio nessuno! Eppure manca qualcosa: mia madre. Forse è veramente furibonda per il mio cambiamento -scelta- d'indirizzo, ma -come già ribadito- deve capire che le decisioni sono personali, non potrà avercela con me a vita per il semplice fatto che sto crescendo. Sì, sto crescendo e fa tutt'uno strano effetto.

Non è come quando dai candidi e ingenui quattordici anni, pian piano arrivi ai sedici in cui il Mondo inizia vagamente a presentarsi per come è. Capisci che stai diventando un vero e proprio adulto, senza vincoli protettivi né realtà simulate; quella che ti si presenterà davanti sarà la società nuda e cruda.

Al Diavolo tutto! Mi ci voglio tuffare in questa nuova avventura!

 

Rincorrendo l'ultimo secondo -come mio solito- mi fiondo in macchina con una scarpa addirittura mezza slacciata; non si sa come mai, ma più un evento è importante, più ci sono circostanze che mi permettono di non essere del tutto puntuale.

Infilo la chiave nella serratura sotto il volante e parto alla velocità della luce verso il mio futuro, o almeno quella che è la fine del mio presente.. ormai sempre più vicina. Si può dire che sono veramente a metà dell'opera.


Fortunatamente il traffico non è poi così invadente per le vie di Milano -cosa più utopica che rara- e, fortunatamente, riesco a parcheggiare dieci minuti prima delle otto.
Noto numerosi studenti che, con un libro o un quaderno in mano stanno ripassando le ultime nozioni sul Romanticismo, boccheggiando nervosamente dal filtro di una sigaretta. Io, rimuovendo problemi d'ansia alla radice, ho lasciato il libro a casa senza pormi dubbi esistenziali.. Ci ha già pensato Shakespeare nella sua esistenza.

«Ciao.» Sento sussurrare alle mie spalle, rimango vagamente allibita quando mi trovo il Carlo.

«Ciao, allora come va?» Cerco di sdrammatizzare, facendo finta di non ricordarmi della festa al Sunset Beach.

«Beh, a te non tanto bene.» Soffia con fare abbastanza fermo.

«Perché?»

«Non senti che stanno parlando tutti della tua presunta scopata col Ferrari? -Sbuffa lui- Sei proprio una troia.» Dice per poi andarsene, trattandomi come una perfetta sconosciuta.

Ma che cazzo? Girandomi intorno posso notare delle ragazze parlare fra di loro ed indirizzare alcuni sguardi verso di me, ma non comprendo perché tanta curiosità. Alla fin fine da quanto erano fatti non si ricordano nemmeno con chi hanno trombato e devono dar conto di chi mi sono slinguazzata io?! Che poi 'sta cosa della trombata è proprio una vera utopia.. Se devono spettegolare, almeno che lo facciano bene!

Eppure, qualcuno dovrà pur averla messa in giro 'sta puttanata; qualcuno di molto vicino.. Ma certo! Il Ferrari stesso, no? Lo aspetterò col piede di guerra.

 

*****

 

Milano, lunedì 23 giugno 2014, ore 00:15.
Sono superstite a tre giorni di studio matto e disperato su tutto il programma di tutte le materie. Un po' lo faccio per dimenticare la brutta batosta ricevuta dal Carlo ed il tiro mancino subito dal Ferrari e, in parte c'è da ammettere che un'infame terza prova è ad aspettarmi fresca di stampa.
I nostri prof, a differenza di tutti gli altri, non ci hanno voluto nemmeno dare un indizio sulle materie che metteranno in nell'ultimo capitolo degli scritti degli Esami di Stato.. Ma mi sembra giusto, no?! Tutte le altre scuole -bene o male- sanno almeno un paio delle discipline che dovranno studiare, mentre noi dell'Ugo Foscolo siamo puntualmente gli sfigati di turno a cui non viene detto nulla.

Ad ogni modo, non mi resta che sperare di non dovermi assorbire una bella versione di latino. Pregate per me, per una povera farfalla in fase di una difficile metamorfosi.

Spazio autrice:
Ed eccomi qua! Fra lavoro, amici, lettura, recensioni, cazzeggio, sonno e quant'altro sono ancor più impegnata di quando c'era la scuola.
Ad ogni modo mi scuso per la non-puntualità del capitolo. In fin dei conti non avevo preannunciato nulla per quanto riguardava l'uscita di questa fetta di storia. Penso che per quanto riguarda I migliori anni della nostra vita ci sentiremo lunedì 30 giugno, purtroppo senza riuscire a rispettare le date della prima, seconda e terza prova. Devo ammettere che quella che mi sarebbe maggiormente interessata era la parte riguardante la Notte Prima degli Esami, solo che pubblicare un capitolo sul tema d'italiano quasi una settimana dopo mi pare proprio una porcata!
Spero che la vostra estate stia passando con un filo di gas e con tanta serenità, ce lo meritiamo un po' tutti.
Ora vi saluto, andando a godermi un po' di sonno.
Un abbraccio a tutti i lettori, anche a quelli silenziosi,
Daphne09
PS: Ci tengo a precisare che con la parola ricchione, utilizzata verso la seconda metà del capitolo, non ho voluto in alcun modo offendere gli omosessuali, ma è stato solo un fattore enfatizzante del discorso. Inoltre l'ho sentito molto spesso sulla bocca dei cittadini del Nord-Italia, non accusandoli assolutamente di omofobia.

 

  
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