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Autore: Ayr    25/06/2014    3 recensioni
Arden è un giovane Cacciatore di draghi, uccide queste creature per prelevare il Sospiro del Drago, una sostanza preziosissima altamente infiammabile. Elleboro è una Lingua di Fuoco, una leggenda, lei i draghi li protegge.
Quando la ragazza incontrerà Arden e lo salverà da un attacco di draghi, inizierà per lei una missione: fargli conoscere e cercare di fargli apprezzare queste meravigliose creature, facendogli capire gli orrori che i Cacciatori come lui compiono contro di esse.
Riuscirà Elleboro nella sua missione? O avrà ragione Passiflora e Arden tornerà ad uccidere draghi, come ha sempre fatto?
Dedico questa storia a mio fratello che ne ha trovato il titolo e ad una mia amica, che come me ama i draghi ed è innamorata di un Cacciatore.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II
 
«Uomini nati dal fuoco che sanno parlare l’antica e misteriosa Lingua dei draghi e come loro sanno volare. Questi uomini vengono chiamati Lingue di Fuoco».
Erano le parole di una filastrocca, una di quelle che raccontavano i vecchi ai bambini nelle calde sere d’estate, e proprio quelle parole tornarono alla mente di Arden, rimaste assopite per lungo tempo nelle pieghe della sua memoria; le pronunciò in un sussurro e la ragazzina scoppiò a ridere, il ragazzo la guardò con aria interrogativa.
«Non siamo nati dal fuoco» iniziò a spiegare lei «Ma siamo nati come tutti gli altri esseri viventi, solo che noi abbiamo un dono: conosciamo e parliamo l’antica Lingua dei draghi. In quanto a volare non lo so se ne siamo capaci, io non ho mai provato; però possiamo dominare il fuoco ed evocarlo a nostro piacimento».
«Quindi quel lampo che è partito da te era…» inizio Arden.
«Una fiammata, sì» rispose la ragazzina. Poi fece roteare lentamente la mano e dalle sue dita scaturì una piccola fiammella traballante di un rosso vivido, il ragazzo la guardò stupito.
«Siete come dei maghi?» domandò. I maghi ormai erano scomparsi da tempo e ritornavano solo per popolare le storie di menestrelli e girovaghi.
«Una specie» sorrise la ragazzina, la luce della fiammella si rifletteva nei suoi occhi, conferendo una sfumatura quasi magica alle iridi scure, come se fossero attraversate da sottili fili dorati, con un altro impercettibile gesto della mano la fiammella sparì in uno buffo di scintille aranciate.
«Sappiamo anche applicare la Magia curativa» aggiunse e improvvisamente la guancia tumefatta venne circondata di una calda luce color del sole, pian piano il gonfiore e il rossore scomparvero, e la guancia della ragazza tornò quella di prima: magra, liscia e pallida, sembrava che non fosse mai stata colpita.
Arden era rimasto sbalordito, aveva sentito molte storie sulle Lingue di fuoco, ma non aveva mai avuto la fortuna di conoscerne una da vicino. Si stupì del fatto che fossero persone normalissime: si immaginava potenti esseri circondati dalle fiamme con possenti ali come quelle dei draghi e lunghissime lingue fiammeggianti, e invece si era ritrovato davanti una ragazzina minuta e assolutamente normale, senza ali, né fiamme.
«Ora è meglio che torni a casa» annunciò la ragazzina scendendo dal letto «Saranno in pensiero per me».
«Dove abiti?» le domandò il ragazzo, non si fidava a lasciarla andare in giro da sola, non con Daren nei paraggi.
«Nella foresta» rispose e Arden pensò che lo stesse prendendo in giro.
Nessuno abitava nella foresta, eccetto gli eremiti e i vecchi pazzi ubriachi, persino i taglialegna e i cacciatori avevano una casa in città o in un villaggio vicino.
«Non dirai sul serio?» le chiese scettico, la ragazzina annuì, Arden era sempre più convinto che lo stesse deridendo.
«Forse è meglio se per stasera rimani a dormire qui» le propose «Daren è ancora nei paraggi ed è un uomo piuttosto violento e vendicativo.»
«Non ho paura di lui» rispose lei.
«Insisto perché tu rimanga» cercò di convincerla il ragazzo «È pericoloso andare in giro di notte, soprattutto se devi andare nella foresta».
Nessuno sapeva cosa si nascondesse davvero tra gli alberi, c’erano un sacco di racconti su uomini che si erano avventurati nel bosco di notte e non erano più tornati, si diceva che fosse popolata da creature demoniache che si cibavano di carne umana, le stesse Lingue di fuoco erano oggetto di molti racconti di questo tipo e di altre storie che avrebbero fatto accapponare la pelle persino ad un impavido Cacciatore di draghi.
La ragazzina si voltò verso di lui e parve soppesare la sua proposta, alla fine acconsentì.
«Spero solo che non sia una scusa per approfittare di me» mormorò.
Arden insistette perché la ragazza dormisse sul letto e riuscì a convincerla. La ragazzina si era tolta gli stivali e la cintura e si era sdraiata sul letto stringendo tra le mani un pugnale e usando la sua cappa come coperta.
«Buonanotte!» sussurrò e si addormentò subito.
Arden la guardò per qualche momento, i lunghi capelli ricoprivano il cuscino simili ad un mare di onde castano scuro, scosse la testa ancora incredulo del fatto di aver incontrato una Lingua di drago; con un sospiro si abbandonò su una sedia e lì si addormentò.
 
«Arden! Svegliati!».
Qualcuno batteva forte alla porta. Arden si svegliò intontito, si trovava ancora sulla sedia su cui aveva trascorso la notte, scomodissimo. Il suo sguardo andò subito al letto ma lo trovò vuoto: la ragazzina se n’era andata.
Altri colpi alla porta «Vuoi alzarti, dannazione a te!».
Arden riconobbe la voce di Loyd, scese le scale di corsa, cercando di darsi un aspetto presentabile, aveva tutti i capelli scompigliati e gli occhi ancora impastati di sonno.
«Finalmente!» esclamò Loyd non appena il ragazzo aprì la porta «Credevo che ci avresti dato buca pure tu, tutti gli altri sono troppo ubriachi o stanchi per andare a caccia e Cale sostiene di aver visto un fitto gruppo di draghi verso le montagne dell’Ovest e deve essere nostro».
Arden si chiese da quando Cale facesse parte della squadra, era proprio dietro Loyd, un ragazzo magro con i capelli neri spettinati e una faccia pallida dallo sguardo scuro che fece rabbrividire Arden.
«Dammi un attimo per prepararmi e sono da te» disse prima di sparire in casa. Arden si cambiò in tutta fretta e ancora più in fretta preparò tutto il necessario, gettandolo in una sacca di pelle di daino. Ridiscese la scale pettinandosi i capelli con le mani e in un attimo stava camminando in strada con Loyd e Cale, diretti verso il luogo in cui l’altra sera avevano lasciato il loro mezzo.
«Da quando Cale è dei nostri?» chiese Arden a Loyd, il ragazzo in questione camminava a qualche metro dietro di loro, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni, lo sguardo rivolto verso la strada, il viso pallido nascosto dai capelli.
«Da ieri sera, ha deciso di abbandonare la squadra di Daren, dice che è troppo dispotico e sadico»
Perché non ha ancora conosciuto Brent o Reg pensò Arden; Cale lo insospettiva , soprattutto per il fatto che venisse dalla squadra di Daren, da sempre la sua squadra e quella di Loyd erano in competizione e i due si odiavano apertamente, inoltre gli avvenimenti di ieri sera fornivano un buon pretesto per vendicarsi di qualcosa.
«Ci possiamo fidare di lui?» domandò il ragazzo biondo, Loyd guardò prima l’uno poi l’altro.
«Fino adesso non ha dato problemi, anzi».
Anche Arden gettò uno sguardo al ragazzo, questi alzò la testa, sotto i capelli neri brillavano due occhi grigi e Arden seppe che Cale era una Lingua di fuoco.
Giunsero nel luogo, ad aspettarli c’erano Kayle, Tasha e Benjy.
«Così pochi?» si stupì Arden, erano solamente la metà.
«Trevor e gli altri erano troppo ubriachi per riuscire a centrare con l’arpione un drago, e il che dovrebbe barti un’idea delle loro condizioni» commentò Tasha fermando la lunga treccia di capelli scuri con un laccio di cuoio.
«Pochi ma buoni» sentenziò Loyd «Lasciate che vi presenti Cale, un nuovo acquisto» continuò indicando il ragazzo cupo.
Benjy sussultò, Tasha gli gettò un’occhiata annoiata mente Kayle iniziò a studiarlo con i suoi penetranti occhi azzurro ghiaccio.
«Non mi piace quel ragazzo» confessò a Arden in un sussurro mentre salivano sul mezzo, pronti per la caccia.
«Neanche a me» convenne il ragazzo biondo «Ha qualcosa che mi inquieta.»
«Dove sei sparito ieri sera?» cambiò discorso la ragazza «Ti ho cercato dappertutto ma sembrava che ti fossi volatilizzato. Ho anche pensato che la ragazzina mora ti avesse fatto qualcosa.»
«Ero andato a cercare lei» confermò il ragazzo «Ma poi l’ho persa di vista e me ne sono tornato a casa, mi spiace non averti avvisato, scusami.» Kayle lo guardò, il suo sguardo diceva più di mille parole, non credeva alla scusa dell’amico.
«Daren è furibondo per questa storia!» riferì la ragazza «E forse è per questo che non mi fido molto del fatto che ci sia uno che faceva parte della sua squadra tra noi. Era convinto che te la fossi svignata con la ragazzina e l’avessi portata a casa, sosteneva di averti intravisto correre con lei mano nella mano…Ha tirato scema metà delle persone con questa storia. Secondo me il lampo doveva averlo accecato più del previsto» commentò con una risatina.
«Ma lui sta bene?» chiese Arden preoccupato.
«Sì ha solo una lieve bruciatura sulla tempia, ancora qualche centimetro e il suo occhio sarebbe andato» rispose la ragazza, Arden tirò un sospiro di sollievo.
«Comunque quella ragazzina pare essere completamente scomparsa, Daren è da ieri sera che la cerca per tutta la città ma non l’ha ancora trovato, ha addirittura convinto i membri della sua squadra ad andare a caccia della ragazzina al posto di cacciare draghi, quindi oggi dovrebbe essere tutto molto più tranquillo» continuò la ragazza.
Intanto erano entrati nella foresta, l’aria fresca del primo mattino passava ululando attraverso ai rami spogli, simili a mani scheletriche che si protendevano verso il cielo cupo, preannunziatore di neve. Arden voltava la testa da una parte all’altra, cercando con lo sguardo una qualsiasi cosa che potesse somigliare vagamente ad un’abitazione.
«Dovresti guardare in aria, Arden, non in giro!» lo rimproverò Loyd dal timone.
Arden si scusò e alzò lo sguardo verso il cielo, socchiuse gli occhi e gli parve di distinguere un’ombra più grigia delle nuvole volare in cerchio verso nord-ovest.
«Siamo vicini» sentì dire da Cale, da qualche parte dietro di lui, aveva una voce bassa, inquietante come il resto di lui.
Arden fu il primo a scorgerli, presto, alla prima figura scura se ne aggiunsero altre più piccole, dovevano essere draghi giovani che non avevano ancora raggiunto la maturità e questo significava che il loro Sospiro sarebbe stato più acerbo, si sarebbe acceso subito, ma avrebbe bruciato per poco tempo. Ce n’erano cinque in tutto che sorvolavano la zona sopra la foresta occidentale, proprio a ridosso delle montagne, dei colossi color antracite pieni di speroni e affranti, il posto perfetto in cui trovare dei draghi. Si sentì un ruggito lontano e Loyd scoppiò a ridere «Signori, il premio quest’anno sarà nostro» annunciò felice.
Si fermarono in un boschetto di giovani alberi, vicino ad una radura, i draghi erano i tipici esemplari delle montagne: enormi, con le squame dello stesso colore delle montagne e glaciali occhi azzurri, molti li confondevano con i draghi del gelo, ma quelli stanziavano sulle montagne del Nord; avevano le squame bianco-argento e gli occhi rossi, inoltre non sputavano fuoco, bensì ghiaccio.
Loyd iniziò ad impartire ordini, Cale aveva assicurato che prima o poi uno di loro si sarebbe avvicinato e allora avrebbero potuto attaccare.
Dopo un’attesa che parve interminabile finalmente uno dei draghi scese ad una quota abbastanza bassa per venire colpito dagli arpioni, Loyd dette l’ordine il primo arpione squarciò l’ala sinistra dell’animale. Questo si abbatté al suolo emettendo un possente ruggito e cercò di divincolarsi, lacerando ancora di più l’ala, Kayle sparò il secondo arpione e anche l’ala destra venne ancorata a terra. Con la metà dei componenti fu più difficile imprigionare il drago nelle corde ma alla fine riuscirono a renderlo inoffensivo. Loyd partì con la lancia sguainata e in meno di un minuto trovò il punto esatto, il Sospiro di drago colava copioso dal collo dell’animale, simile a resina rossastra. Stava riempiendo il contenitore quando il drago diede uno strattone più forte degli altri e una delle corde cedette, uno dei lembi andò a colpire Tasha in pieno volto, scaraventandola lontano. Kayle si precipitò verso di lei, la guancia destra della ragazza era uno squarcio rosseggiante e sanguinante, Arden invece si fiondò verso la corda che aveva ceduto, ma ben presto anche le altre iniziarono a spezzarsi, il drago si stava liberando.
«LOYD!» urlò Arden «VAI VIA DI Lì». Il suo capitano era ancora tutto intento a riempire il contenitore e non si era accorto di quello che stava succedendo. Una corda colpì Benjy che ne stava trattenendo un’altra e venne sbalzato anche lui lontano.
Arden corse da Loyd , chiamandolo a gran voce e cercando di scansare le corde che saettavano da tutte le parti e schioccavano come fruste. Presto il drago sarebbe riuscito a liberarsi del tutto e avrebbe dato sfogo a tutta la sua rabbia e Arden non aveva intenzione di esseri lì quando sarebbe successo.
Il ragazzo raggiunse finalmente Loyd.
«Che sta succedendo?» chiese quello incredulo.
«Una delle corde ha ceduto» gli spiegò Arden «Il drago si libererà del tutto a momenti, dobbiamo recuperare gli arpioni e andarcene»
Loyd annuì «Tu pensa a quello di destra io a questo» comandò e il ragazzo biondo corse verso l’altro arpione. In tutta quella confusione aveva perso Cale, sembrava essersi volatilizzato.
L’arpione era ben fissato nel terreno e fu un impresa liberarlo, soprattutto con le corde che dardeggiavano da ogni dove, minacciando di colpirlo ogni volta, e il drago che continuava a muoversi e ruggire imbestialito. Una corda gli colpì il braccio scorticandoglielo, Arden urlò di dolore e il suo grido si mischiò a quello del drago, ancora poche corde e la sua bocca sarebbe stata libera. Il ragazzo strinse i denti, il braccio gli bruciava e sentiva del sangue scendergli anche lungo la gamba. Mancavano ancora pochissimo per liberare del tutto l’arpione, ma in quel momento Arden sentì qualcosa arrivargli dritto in faccia. Si sentì sbalzato via, con la faccia che bruciava come se gli stesse andando a fuoco, sentì la schiena cozzare contro qualcosa, il profumo di resina, il ruggito del drago e poi più nulla.
 
Aprì gli occhi e si ritrovò davanti le iridi azzurro ghiaccio di Kayle.
«Per fortuna non sei morto» sospirò sollevata, Arden sentiva la faccia bruciargli e tirargli, qualcosa gli stringeva il braccio e la gamba, e sentiva la testa pulsare.
«Cosa è successo?» chiese a fatica.
Kayle gli spiegò l’accaduto: mentre lei stava cercando di curare la ferita di Tasha, il drago si era liberato del tutto dalle corde, fortunatamente però Loyd era riuscito a divellere l’arpione e anche lui ci stava riuscendo fino a quando una delle corde non l’aveva colpito in pieno volto, allora era stato sbalzato via ma così era anche riuscito a liberare del tutto l’arpione. Il drago, finalmente libero aveva iniziato a sputare fuoco; lei e Loyd hanno cercato in fretta e furia di raccattare i supersiti e di metterli sul mezzo prima che finissero tutti carbonizzati, poi erano venuti a casa sua dove lei, sua madre e sua sorella li avevano curati.
«E gli altri come stanno?» chiese Arden preoccupato.
«Se la caveranno: Tasha avrà una cicatrice come il suo fidanzato, Loyd è un po’ bruciacchiato ma sta bene, è solo un po’ ferito nel’orgoglio, tu eri quello messo peggio» la sua voce si abbassò improvvisamente «Benjy, però non ce l’ha fatta, il colpo che ha ricevuto è stato troppo forte»
«Vuoi dire che…» le parole gli si fermarono in gola.
«Sì, è morto» confermò Kayle, gli occhi pieni di lacrime.
Arden sentì le lacrime premere agli angoli degli occhi, gli dispiaceva per Benjy, era solamente un bambino, non era giusto che morisse così.
«Voleva diventare uomo ed è morto da tale» disse Loyd, nessuno l’aveva sentito entrare «Abbiamo riportato le sue spoglie al padre, è stato straziante» continuò entrando nel campo visivo di Arden, aveva il volto teso, le cicatrici svettavano su di esso, profondi segni bianchi che gli attraversavano tutta la parte sinistra, i capelli biondi erano un po’ bruciacchiati, i vestiti strappati e ricoperti di cenere, ma per il resto stava bene, Arden notò che una profonda tristezza oscurava gli occhi nocciola, di solito vispi e sorridenti.
«E Cale?» domandò Arden, sapeva che stava rigirando il coltello nella piaga, ma doveva sapere.
«È sparito nel nulla» rivelò Loyd «Nella radura non c’era e neanche sul mezzo.»
«Sapevo che non dovevamo fidarci di lui!» esclamò Arden «Daren stava architettando qualcosa.»
Né Kayle né Loyd risposero nulla, l’uno stava con un braccio appoggiato contro alla porta, la testa abbandonata su di esso, l’altra sistemava le bende con cui aveva fasciato Arden. Non aveva mai visto i due così abbattuti, tristi e stanchi. Erano le colonne portanti della squadra, quelli che li incitavano e incoraggiavano sempre, quelli che non si arrendevano mai, ora Arden li vedeva per ciò che erano in realtà due ragazzi giovani, feriti e non solo fisicamente, che piangevano per una perdita.
Benjy pensò il ragazzo sorridendo tristemente, ancora una volta si ritrovò a pensare a quanto fosse giovane e spaurito quel ragazzo, in un certo senso gli ricordava lui quando aveva appena iniziato a fare il Cacciatore: allora anche Loyd era solo un ragazzo, aveva la stessa età di Arden adesso e la squadra era guidata da suo padre, un uomo affascinante con i capelli castani e la voce autoritaria di cui poi Loyd aveva preso il posto.
«Credo che per un po’ di tempo è meglio se rimaniamo fermi» annunciò Loyd «Tu e Tasha dovete riprendervi e…anche noi» mormorò il ragazzo.
«Potremmo chiamare il nostro mezzo Benjy» propose Kayle «In memoria di quel ragazzino così spaurito che aveva paura anche solo vederli i draghi».
Arden si costrinse a sorridere, e così pure Loyd e convennero con l’idea della ragazza, sarebbe stato un bel modo per ricordarlo e far sì che comunque stesse ancora con loro e venisse a caccia di draghi.
I due uscirono dalla stanza per riposare Arden. Il ragazzo però non riuscì a chiudere occhio, aveva troppi pensieri che gli vorticavano nelle testa: la sua mente andava da Benjy a Cale alla ragazzina mora e poi di nuovo a Cale, sapeva che c’era un collegamento tra quello che era successo oggi e il ragazzo e Arden aveva il sospetto che quella corda non si fosse staccata solo grazie al drago.
Provò a girarsi su un fianco e sentì una fitta terribile al braccio, mai come in quel momento avrebbe voluto anche lui saper utilizzare la magia curativa come quella ragazzina.
E con il pensiero di lei, riuscì ad addormentarsi.
   
 
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