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Autore: MrsSomerhalder    26/06/2014    1 recensioni
Kristen Williams è una ragazza di 18 anni dal passato difficile. Nonostante la sofferenza, crede ancora nel vero amore e ben presto si innamorerà dell'affascinante amico della sorella maggiore: Ian Somerhalder. La gelida corazza del ragazzo sarà messa a dura prova dal sentimento della ragazza. La dolcezza di Kristen riuscirà a far sciogliere il cuore del ragazzo che...
"Ian, ti senti bene?" gli chiesi guardandolo posare la mano sullo stomaco, mentre eravamo in macchina davanti casa mia.
"Ho dei crampi assurdi allo stomaco!" mi rispose riservandomi un'occhiata che per poco non mi tolse il fiato.
"Cos'hai precisamente?" gli chiesi confusa. Lui continuava a premersi l'addome con le dita.
"Una specie di contorsione delle viscere." confessò, digrignando i denti.
'Oh Dio! Le farfalle...' pensai, ma mi stavo solo illudendo, o forse no...
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Joseph Morgan, Joseph Morgan, Nina Dobrev, Paul Wesley
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Finito di farci coccolare da un bel bagno rilassante, non avevamo altro desiderio che farci una sana e rigenerante dormita. Dire che ero completamente esausta era poco. Mai in vita mia avevo provato emozioni così forti e intense. Se ci fossero stati altri termini di paragone, avrei potuto affermare senza il minimo dubbio che per le ore passate assieme ad Ian avevo conosciuto il paradiso. "Sei sicura che Hilary non torna?" domandò per l'ennesima volta, mentre mi aiutava a sistemare il letto. "Tornerà domani come ha scritto, ma a questo punto poco importa." lo rassicurai. "Non voglio che possa rovinare il momento idilliaco che stiamo vivendo." "Non lo farà, fidati di me. Non glielo permetterei." Si sdraiò sfinito su una metà del letto matrimoniale della mia camera e si portó sul viso uno dei cuscini. "Tu dormi così?" incalzai accigliata. Notai solo in quel momento che indossava i boxer ed era a petto nudo. Francamente, la visione angelica di quell'uomo dannatamente perfetto mi estasiava, ma era come ricevere un pugno in faccia per ogni addominale scolpito che aveva. Sapere che fosse interamente mio gonfiava a dismisura quel disastro del mio ego, ma ero gelosa in qualche modo della sicurezza che ostentava. Ero bello da morire e se non fossi stata certa della sua umanità, avrei azzardato che fosse irreale un uomo di trentasei anni con quell'aspetto. "Si. Perchè, non ti piace?" ammiccò sensualmente. "Altro che!" mi morsi il labbro senza togliergli gli occhi di dosso, "Ma ricordati che dobbiamo dormire." aggiungi sfoderanto la mimica più seria che potevo. Dovevo ammettere che l'idea di fare nuovamente, magari per tutta la notte, l'amore con lui mi allettava e non poco, ma ero certa che la migliore intimità che avessi mai potuto avere con lui sarebbe stata quella di dormire insieme. 'Stanotte e per il resto della vita.' ripetei deliziata. Le parole che mi aveva detto qualche tempo prima nella vasca da bagno mi avevano colpita nel profondo. Ero del tutto certa che Ian Somerhalder mi amasse davvero e non avrei mai potuto dimostrargli al meglio che anche io lo amavo di ricambio. "Infatti, buonanotte." bonfonchiò da sotto il cuscino, fingendosi arrabbiato. Mi lanciai con vigore sopra di lui, togliendogli il guanciale dal viso e lasciai scoperti i suoi splendidi occhi, nei quali ad ogni sguardo sembrava di sprofondare nell'immensità del mare caraibico. "Baciami." enfatizzai, stampandogli le labbra sulle sue. Non perse un attimo, che mi dischiuse facilmente la bocca e cercò voracemente la mia lingua. Le sue braccia si attorcigliarono al mio piccolo corpo, trovando tutto lo spazio che desideravano. Gli strinsi forte i capelli color ebano e lo spinsi verso di me con le gambe. Ci volle non poco autocontrollo per fermarci giusto in tempo, prima di lasciarci indurre in tentazione. "Ti amo, Kristen." sussurrò, facendomi scivolare al suo posto la maglietta larga che utilizzavo come pigiama. "Io no." risposi sarcastica, ghignando sotto i baffi. "Buonanotte, amore mio." mi mormorò all'orecchio, stringendomi fra le braccia. Accostata al suo petto e sotto la sua salda stretta, sentivo dentro di me che non avrei desiderato altro posto dove andare. Un raggio di luce trapelò dalle persiane, invadendo con il suo bagliore tutto lo spazio circostante. La stanza era avvolta nella penombra delle sette del mattino. Dischiusi gli occhi, riducendoli in una fessura per abituarmi alla vista del sole. Ian dormiva beatamente, come fosse un bambino, accanto a me. Mi rigirai silenziosamente e scesi dai piedi del letto. Mi infilai le ciabatte ed uscii dalla camera. Percorsi i ventiquattro gradini, giungendo sino in cucina. Aguzzai l'udito, constatando che in casa, apparte noi, non c'era veramente nessuno. Preparai il caffè molto amorevolmente, sperando che una volta tanto non si bruciasse. Presi un vassoio dallo scaffale per le stoviglie e vi misi sopra una tazza piuttosto capiente, che riempii con il caffè e un pò di latte, qualche zolletta di zucchero e un croissant alla ciliegia appena sfornato dal microonde. Fosse stato per me, avrei fatto colazione anche a mezzogiorno, ma aveva un appuntamente importante e se non mi fossi preoccupata io di svegliarlo, non sarebbe mai arrivato in tempo. Salii di soppiatto le scale e aprii a fatica la porta della stanza. Raggiunsi, con la modalità silenziosa impostata, quello splendido uomo che dormiva profondamente. Lasciai il vassoio sul comodino e stetti a fissarlo maniacalmente per una manciata di minuti. Era di una beltà eterea anche mentre si rigirava nel sonno. Non sbavava, non russava e non 'emanava' cattivi odori. Talvolta mi chiedevo se fosse davvero umano o, più probabilmente, un cyborg proveniente da un universo lontano. Perfettolandia, mi divertivo a pensare. "Kristen, la smetti di fissarmi?" mugolò assonnato. "Se tu la smetti di essere così..." mi bloccai. 'Sexy.' riflettei nella mia testa. "Così come?" domandò in attesa di una mia risposta. "Ehm, no niente." scivolai fuori dalla discussione e presi il vassoio della colazione. Mi sedei di fianco a lui, posandolo tra di noi. "Mi hai preparato la colazione?" esclamò stupefatto. "Si. Non dovevo?" "Non intendevo questo, è solo che nessuno me l'aveva mai portata a letto." ammise corrugando la fronte. Era diventato di nuovo pensieroso. Probabilmente stava pensando a Nina e questo mi faceva contorcere le budella. "Allora siamo in due." aggiunsi con un pò di freddezza, uscendo dalla stanza. Andai in bagno e mi chiusi dentro a chiave. Mi guardai allo specchio e quel che vidi di riflesso, come di consuetudine, non mi piaceva affatto. Detestavo il fatto che per ogni mio gesto, che pensavo potesse gradire, si perdeva nei suoi ricordi della vita passata insieme a quella stronza. Gli costava così tanto evitare di parlarmene? Decisamente e molto sinceramente, non me ne importava un fico secco di quello che facevano loro due o lei per lui e viceversa. C'ero io adesso, ero io la sua fidanzata e doveva ricordarselo. Ero stufa marcia di sentirmi così: inferiore, insicura e gelosa. "Esci di lì, forza." bussò alla porta, dicendo quelle parole con un tono di voce che lasciavano trasparire rassegnazione. Aveva capito che ero arrabbiata, ma di certo quel suo atteggiamento stizziti non aiutava la situazione in cui si trovava. "Uscirò quando ne avró voglia." risposi decisa. "Non fare la bambina, Kristen. Lo sai che non significa niente!" "Non significa niente per te! Come ti sentiresti se io ad ogni tuo passo, mi ricordassi di Erik?" "Erik? Chi è Erik?" urlò da fuori la porta, battendo ancora più forte. "Il mio ex ragazzo. Sai, anch'io ho avuto una vita prima di conoscerti!" lo istigai volutamente. "Kristen, esci da questo cazzo di bagno e ne riparliamo." "Non parliamo proprio di un bel niente. Argomento chiuso, assumiti le tue responsabilità." lo intimai. Non ero proprio furiosa, ma quasi. Più che altro mi divertiva lasciarlo sui carboni ardenti, così, una volta tanto, avrei avuto io il controllo su di lui. "Preparati, che dobbiamo uscire. Avevi un appuntamento, ricordi?" "Mi serve il bagno, ma ci sei tu!" farfugliò subdolo. "Ci sono altri due bagni in questa casa! Poche storie, Somerhalder. Fila!" Mi sentii più che soddisfatta per il mio atteggiamento. Nonostante fossi gelosa all'ennesima potenza, riuscii comunque a mantenere la calma e comportarmi da persona matura, quale ero. 'Adesso vedrai con chi hai a che fare, bello mio.' pensai sadica. A quanto ricordai, quella mattina avremmo dovuto incontrare un suo collega e amico di tanti anni, un certo Paul Wesley. Ero intenta ad acchittarmi per bene, avrei fatto mozzare il fiato a chiunque mi avesse guardata. Così, me l'avrebbe pagata cara.
  
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