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Autore: The Galway Girl    26/06/2014    3 recensioni
Mi chiamo Anais, ho 19 anni, ho appena finito il liceo e non ho voglia di fare niente.
Dico sul serio, proprio niente.
La mia idea era quella di starmene tutto il giorno davanti alla tivù, ma ho dovuto fare i conti con mia mamma, una snob che non vuole assolutamente sfigurare di fronte alle sue amiche, così ho messo a punto un piano infallibile, un Piano Geniale. Mi sarei trovata un lavoro così orribile e imbarazzante che mia madre mi avrebbe costretta a licenziarmi....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due.

E' lunedì mattina, la sveglia non ha suonato, l'ultima volta che l'ho spenta è stato due settimane fa, un raggio di sole entrato a prepotenza dalla finestra mi costringe ad aprire gli occhi, così mi sveglio, mi stiracchio e sbadiglio come se avessi dormito per giorni. Rifaccio il letto con la precisione di un cadetto all'accademia militare, ci impiego una buona decina di minuti. Sono una persona abbastanza disordinata ma sul letto non transigo, non sopporto lasciarlo sfatto, con pieghe sulla coperta o coi cuscini in disordine. Il resto della mia stanza invece è un accozzaglia di mobili acquistati a caso, poster di film e concerti e souvenir dei viaggi fatti con mamma e papà, il boomerang di Cordoba, la statua della Torre Eiffel, la cabina telefonica di Londra e il panama di Pisa. I vestiti sono ficcati nell'armadio che sembra sul punto di esplodere da un momento all'altro e la scrivania non ricordo neanche di che colore è tanta è la roba che c'è sopra. I libri di scuola che sono riuscita a vendere ad un ragazzetto spaurito di prima hanno lasciato un varco nella libreria, e i miei dvd sono disposti in due torri traballanti talmente sinistre che temo vederci apparire in mezzo l'occhio di Sauron. Sulle mensole fanno capolino quadretti colorati con le foto della gita in Francia, la festa per i miei 18 anni in spiaggia, le nozze dei miei nonni 50 anni fa, e qualche action figure tanto per ribadire il mio status di sfigata.
Nel week end ho esaurito le serie tivù arretrate così mi convinco a scendere a basso per controllare se in casa c' è qualche altra forma di vita oltre a me.
Come immaginavo sono sola, la nonna dev'essere andata a camminare o a trovare quella sua amica che a me sembra tanto la madre di Norman Bates in Psycho tanto è vecchia.
Mia nonna Elvira ha 65 anni, insegnava italiano alle elementari prima di andare in pensione ed è venuta a vivere con noi dopo che mio nonno è morto d'infarto quattro anni fa. Prima viveva in un casolare a mezz'ora da qui, in piena campagna, lei si occupava del giardino e mio nonno allevava galline, conigli e piccioni. Ci andavo ogni estate, passavo i pomeriggi a correre a perdifiato nei prati sconfinati, mi sentivo come la protagonista de la casa nella prateria, ma senza sorella cieca. Ho imparato a riconoscere i pulcini maschi da quelli femmina e non mi sono mai scandalizzata alla vista di mia nonna che tirava il collo alle galline, anzi, l'aiutavo anche a togliere le piume, lo trovavo rilassante.
Ho la fortuna di avere una di quelle nonne col grembiule che preparano torte di mele e marmellate. Passa quasi tutto il giorno fuori, dopo che è venuta a vivere qui e ha dovuto rinunciare al suo ridente casolare, si è ritagliata un pezzetto di giardino che ha trasformato in orto, ci coltiva un sacco di verdure diverse, pomodori verdi, rossi e gialli, cetrioli, melanzane e, per mia grande gioia, fragole. Quando non è in giardino sfaccenda sempre in casa, cucina, stira e lava le tende (prima che si trasferisse da noi neanche lo sapevo che si lavassero le tende). Penso sempre che facendola venire a vivere qua la mamma ci abbia guadagnato una domestica. Io, invece, ci ho guadagnato una complice. Insegnare l'ha resa una persona con molto polso e pazienza, andiamo molto d'accordo, è una delle poche persone che non alzano mai gli occhi al cielo esasperati quando parlano con me. Per questo passiamo ore a parlare, si è sempre interessata ai miei studi, alle mie amiche e ai miei passatempi, cerca di tenersi aggiornata sulla mia vita, e mi da sempre un sacco di consigli. Mi dice sempre che sono un pò stramba, ma lo fa con tenerezza, i miei invece mi accusano sempre di essere troppo stravagante e " non come gli altri adolescenti".
Sento sbattere la porta d'ingresso e capisco che è rientrata.
< < Hei Anais, sei sveglia? > > la sento chiamare.
Per un secondo considero l'idea di far finta di niente e ritirarmi nuovamente nei miei appartamenti, ma decido di risponderle. < < Si, nonna sono in cucina! > >
< < Bene, allora vestiti che mi aiuti un pò nell'orto! > >
Biascico un ok molto poco convinto e torno in camera "a vestirmi" con l'intenzione invece di perdere più tempo possibile scegliendo accuratamente una mise adatta.
Avvicinandomi all'armadio però ricordo che aprendolo potrei generare un nuovo Big Bang così sono costretta ad infilarmi i soliti pantaloncini di jeans e la maglietta di Angry Birds e scendo con molta calma le scale per poi approdare in giardino.
La luce del sole su di me ha lo stesso effetto che potrebbe avere su Nosferatu o sul conte Dracula, temo che gli ultimi giorni di reclusione mi abbiano fatto dimenticare che il sole esiste.
< < Ancora quella maglietta Ana? Dico, non sarebbe il caso di metterla a lavare? > > mi chiede la nonna, a cui non sfugge niente e che deve aver senz'altro notato che sono vestita allo stesso identico modo da circa dieci giorni.
< < Si, l'ho rimessa così almeno se mi sporco non fa niente > > invento sapendo che non ho la minima intenzione di sporcarmi.
< < Ma non hai altri vestiti nell'armadio? > >
Alla parola "armadio" sento un brivido freddo lungo la schiena.
< < Si, ma è un tale casino che non ho il coraggio di aprirlo > >, inutile mentirle su questo, mia nonna conosce benissimo la mia avversione verso l'ordine.
< < Bè ma adesso che sei in vacanza puoi metterlo un pò in ordine no? > > mi chiede passandomi il cesto pieno di pomodori che brillano al sole.
Sinceramente riordinare l'armadio non rientra nelle mie priorità ma decido di accontentarla < < Si, infatti ci stavo pensando, magari dopo pranzo mi ci metto. > >
< < Ecco brava, così se trovi qualcosa che non ti sta più lo portiamo a Magda che ha una nipote che ha circa la tua età > >.
Ho la brutta sensazione che Magda sia la sua amica incartapecorita e quel "portiamo" al plurale mi fa rabbrividire.
< < Ok ma mi ci vorrà almeno un mese, c'è talmente tanto casino in quell'armadio che non mi stupirei di finire a Narnia! > > dico con una risatina.
Mia nonna mi guarda con la solita aria interrogativa che sfodera ogni volta che faccio una citazione in sua presenza e si limita a sorridermi.
Passiamo una buona ora fuori in giardino, si sta molto bene, lei come suo solito mi racconta vita, morte e miracoli di tutte le sue amiche di ramino, che la figlia della Ines si è sposata e che la Adelina  è diventata nonna per la sesta volta, tutti aneddoti che a lei paiono super interessanti, ma che su di me hanno lo stesso effetto di una lezione di biologia.
Al suono delle campane che annunciano mezzogiorno la nonna sancisce che abbiamo lavorato abbastanza, aggiungendo un "per adesso" che non lascia presagire nulla di buono, e che è ora di mettere qualcosa sotto i denti.
Quando qualcuno dice "mettere qualcosa sotto i denti", intende fare uno spuntino veloce, mia nonna, invece, intende una versione ridotta del Cenone di Capodanno. Mi ha cacciata dalla cucina quando le ho offerto una mano, così me ne sto seduta sulle scale e sento pentole che sbattono, coltelli che tranciano e acqua che bolle. Dopo una buona mezz'ora la sento chiamare e quando entro il risultato è una tavola che ricorda un pò la mia scrivania talmente è imbandita.
< < Ehm, nonna, lo sai che siamo solo io e te a pranzo, vero? > > le chiedo assicurandomi che non abbia organizzato una rimpatriata del ramino nella nostra cucina per l'ora di pranzo.
< < Certo che lo so che siamo solo tu ed io > >  sottolinea correggendomi la grammatica (il lupo perde il pelo ma non il vizio).
< < E allora tutta questa roba da mangiare? Ce n'è abbastanza per tutto il vicinato! > >
< < Si, forse è un pò tanta > > ammette < < E' che a me piace passare il tempo a cucinare e, spesso mi lascio prendere un pò la mano. > >  mi risponde con un aria colpevole.
A queste parole mi rendo conto che la nonna deve veramente annoiarsi a morte per trovare divertimento nel cucinare per ore e mi riprometto di passare un pò più di tempo con lei.


Nota dell'autrice:
Ecco il secondo capitolo MODIFICATO! Non mi ero accorta che mancassero tutti i dialoghi!
  
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