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Autore: Ai Khanum    26/06/2014    2 recensioni
Questo racconto è arrivato terzo al contest "Tredici materie!" indetto da michicucciola!
Come annunciato nella prima storia, questo è il secondo racconto che si allaccia al primo (vedi: "Al cuore non si sfugge") per la presenza di Minerva McGranitt. Qui la nostra professoressa di Trasfigurazione è presentata durante il quinto anno di Harry ad Hogwarts, alle prese con ricordi sparsi circa la sua vita.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Zenzerotti e bucce di banana


I tuoni l’avevano svegliata più di una volta quella notte ed ormai aveva abbandonato ogni gentile pensiero dedicato a Morfeo. Minerva si tirò fin sotto il mento le coperte e girò la testa verso la finestra, bersagliata dalla grandine che impietosa colpiva ripetutamente il vetro pulito in maniera impeccabile dagli Elfi domestici del castello.
Sospirò. Ormai era sveglia e i suoi pensieri avevano preso a fluire incontrollati. Forse fu il periodo natalizio (mancavano una decina di giorni al Natale), o forse lo scoppiettare del fuoco nel camino, fatto sta che Minerva cominciò a ricordare il Ballo del Ceppo, avvenuto un anno prima. Aveva passato la serata a ballare con Albus Silente, in un’esemplare prova di walzer. Ed Albus l’aveva fatta ridere tutta la sera… Oh beh, forse ridere era un po’ esagerato. Tuttavia non le aveva mai fatto togliere il sorriso dalle labbra sottili. Non erano i sussurri degli amanti i loro, come quelli degli studenti che si guardavano impacciati e imporporati sulle gote. No. Era la sensazione di essere tornati giovani, in un’occasione ludica come non se ne vedeva da tempo. Ricordò il lontano 1940, quando la guerra mondiale del mondo babbano aveva aggredito anche il mondo magico. Hogwarts era diventata la bolla di sapone dentro la quale tutti i sogni venivano conservati e protetti. Ciò valeva anche per la McGranitt. Ricordò i suoi quattordici anni, una ragazzina pacata e intelligente che aveva dimostrato più e più volte il proprio valore come strega. Ricordò le proprie trecce nere, lasciate dietro la schiena, o raccolte in due piccoli chignon alla maniera cinese. E ricordò anche i fiocchi verdi con cui adornava questo suo vanto, invidiato da tutte le sue amiche.
Minerva sorrise al pensiero di quando una sera, con le sue compagne di stanza, era rimasta sveglia fino a tardi per mangiare zenzerotti e succo di zucca, per raccontare in quale modo avevano attirato gli sguardi dei giovanotti della loro casa o delle altre case. A quel proposito rimembrò come un ragazzo di sedici anni, un Corvonero rinomato per il suo self control con le donzelle, fosse scivolato su una buccia di banana per averla guardata mentre passava, con i suoi libri in mano e gli occhi chiari che brillavano d’intelligenza. Quel piano diabolico era stato ordito da lei medesima e dalle sue compagne di stanza, proprio per dimostrare al mondo che nessuno poteva resistere al fascino dell’intelletto creativo, come una volta quel giovane definì proprio Minerva.
La McGranitt scosse il capo con un accenno di risata imbarazzata. Chissà che fine avevano fatto quelle vecchie conoscenze, e che strada aveva percorso quel giovane dai capelli castani. Ricordava ancora adesso il suo nome: Odysses Murray. Tante volte si erano sorrisi nei corridoi, dopo quell’episodio, e si erano sorpresi a guardarsi di sottecchi durante le lezioni.
Minerva sospirò ancora e focalizzò lo sguardo sui vetri bagnati della finestra, che ormai rifletteva la luce dell’aurora. Avrebbe volentieri passato un altro po’ di tempo a rimembrare il passato sotto le coperte, tuttavia era inutile cercare di tirare fuori dai meandri della mente pensieri triti e ritriti sulle considerazioni personali di una vita alternativa. Avrebbe passato il tempo in maniera più proficua andando a preparare la prossima lezione per gli studenti, avvolta nella sua vestaglia verde smeraldo.

Angolo autrice!

E sono di nuovo qui! :P Questo è sempre il primo esperimento sulla McGranitt, in quanto ho scritto sia questa oneshot che la precedente nello stesso giorno, una dopo l'altra.
In questo caso la traccia del contest richiedeva riflessioni umoristiche alternate al romanticismo, secondo la chiave "Come cambiare me stessa".
Spero di non aver stravolto la nostra amata Minerva >.<
Ho solo un appunto da fare, che riguarda il nome dell'ipotetico primo amore della Professoressa (diamine, ho così rispetto di lei che scrivo sempre in maiuscolo il suo titolo... Sono malata xD).
Come sapete il nome Minerva è la rielaborazione romana della dea greca Atena, dea della saggezza e della tessitura (e di milioni di altre cose che non sto qui ad enumerare). Ulisse, o come preferisco Odisseo, è uno degli eroi più amati dalla dea. Ho pensato, quindi, che sarebbe stato il nome più azzeccato per un ipotetico "moroso" (tra l'altro un Corvonero!!! Solo qualcuno di questa casa potrebbe tener testa a Minerva secondo me!)
Ringrazio chiunque si sia fermato a leggere ^^
Ele
  
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