Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: michi_993    27/06/2014    1 recensioni
Non provengo da una famiglia povera e non sono rimasta sola. La vita di corte non fa per me, ingiustizie, complotti , tradimenti non fanno parte del mio essere. Il mio lavoro è concludere affari, sono simile ad un banchiere quanto ad una prostituta...
Mi chiamo Fiora Cavazza e ho deciso di servire me stessa.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Bugie.
_______________________________________________________



Maledetto bastardo. 
Riuscivo solo a pensare al suo tenero e soddisfatto sguardo, ai suoi lunghi morbidi capelli raccolti da un nastro rosso che potevo stringergli attorno a quel suo possente e brutto collo. Ma chi si crede di essere? Può avere tutta la topa che vuole ma non la mia.  O almeno non per ora. Dovevo ammetterlo a me stessa il ragazzo aveva del potenziale per finire nel mio letto. Soprattutto dopo l’incontro ravvicinato con il suo basso ventre mentre eravamo avvinghiati. Fiora smettila! Non fa per te. Non è il tipo di uomo che dimentichi non appena lascia il tuo letto. È pericoloso e non lascia subito i tuoi pensieri come gli altri clienti. E forse il danno era già fatto. Era già nei miei pensieri da una notte. Lo sognai più e più volte.  Ed anche in sogno era altrettanto insopportabilmente bello. Lo odiavo era certo.
Scesi svogliatamente dal letto e mi preparai per una lunga giornata di lavoro. 
Un paio di clienti attendevano il mio arrivo al piano terra, probabilmente attendevano dalla notte prima ma io decisi di non presentarmi per un ovvio e fastidioso motivo. 
-  Fiora! Finalmente tesoro! Ecco miei signori, Madonna Fiora vale l’attesa  ed oggi è più raggiante del solito! – aggiunse Paola.
Sui loro visi si stampò un sorriso da idioti che mise in evidenza i loro denti gialli e luridi. In tutta la mia vita da cortigiana i denti non erano mai stati un grave problema, il problema stava in quello che avevano  centimetri sotto di essi, il loro “cervello”.
 Non passammo molto tempo nelle mie stanze, l’avevo detto che i denti erano l’ultimo dei miei problemi, uno di essi lasciò la stanza con lo stesso sorriso appagato con cui era entrato sfoggiando un espressione  soddisfatta. Ma il lavoro più difficile non l’aveva fatto di certo lui. Fingere era stancante ma ci avevo fatto l’abitudine.  
Era passato meno di un mese dalla morte di Federico ma il fratello non demordeva e continuava a restare alla Rosa Colta compiacendosi di ogni moina che gli veniva rivolta dalle ragazze. Dopo la “discussione” sulla terrazza non mi aveva più rivolto la parola, non che mi interessasse, ma l’avevo notato.  Entrava tutto spavaldo dalla porta del bordello baciando ogni ragazza si presentasse davanti a lui, e credetemi c’era la fila. Dalle scale lo osservavo come un attento avvoltoio,  aspettando il momento giusto per attaccare, il problema sorgeva sul perché. Attaccarlo perché lo odiavo oppure attaccarmi alle sue labbra. Mi mancava, in fondo, il gusto del suo bacio. 
Dopo l’ennesima “entrata trionfale nel bordello” decisi che l’avvoltoio che è in me doveva attaccarlo.  Scesi veloce le scale quasi scivolai sulla lunga coda del mio abito e con passi lunghi riuscii ad arrivare alla fila di lumache che sbavavano per l’Auditore.  Le spinsi via una dopo l’altra, sembravano non finire mai, ma alla fine riuscii ad arrivare all’ambito premio, in meno di un battito di ciglia tesi una mano dietro il suo collo e lo tirai alla mia bocca in un unico fluido gesto. Non sapevo nemmeno se mi avesse riconosciuta ma dal modo in cui mi baciava capii che sapeva benissimo chi fossi. Mi alzò da terra e istintivamente avvinghiai le gambe al suo ventre e le braccia al collo. Il buffo cappuccio bianco che indossava ricadde sulle spalle, ebbi cosi il modo di scorgere nuovamente i suoi lunghi capelli castani. Ci trascinammo avvinghiati l’un l’altra fino alla mia stanza, ma stavolta non opposi resistenza, mentre mi adagiava sul letto mi accorsi che l’elsa della spada si era incastrata in un merletto dei miei pantaloni, Ezio fermò il bacio per risolvere l’inconveniente ma io non lo perdonai affatto. Gli tirai un sonoro ceffone in pieno viso, il ragazzo arrapato di un secondo prima svanì per lasciare posto ad una triste espressione da cane bastonato. 
-  Siete impazzita! Ma che diavolo state facendo?! –
Il mio corpo lo desiderava, desiderava che continuasse a baciarmi ma la mia mente m’ imponeva di non dargliela vinta, non ancora una volta, non dopo aver sprecato una notte a pensarlo.  E con quello schiaffo, vinse la mia mente.
Lo spinsi via da me con tutta la forza che avevo facendolo ruzzolare al suolo ma un attimo dopo mi aveva bloccato i polsi sul materasso in una presa cosi stretta da farmi male. 
Non sputammo una parola, non un insulto, non un lamento e nemmeno una parola dolce. Portai i piedi sul suo petto, l’agilità non mi mancava e soprattutto con il lavoro che facevo ero abbastanza allenata, e riuscii a spingerlo via. Ci ritrovandoci in una posizione irreale e alquanto scomoda. La sua presa no accennava  a sciogliersi così gli presi la sua testa tra le gambe e con uno scatto riuscii a spingerlo sul fianco . Fu costretto a lasciare la presa, mi alzai il più veloce che potevo per correre fuori dalla stanza ma mi sentii afferrare un piede e caddi a terra di faccia. 
Sembravamo due stupidi poppanti che litigavano per una caramella, che situazione imbarazzante. 
Cercavo disperatamente di liberarmi dall’ennesima presa del ragazzo calciando sulla mano di quest’ ultimo.
- Lasciami stare bastardo! Paola aiuto!!!...Paol….-
La mano che pochi secondi prima mi teneva il piede ora era poggiata sulla mia bocca. Che schifo.  
Solo dopo mi accorsi di avere una lama puntata alla gola. 
-Zitta, promettimi che se ti lascio andare non urlerai-
Feci un cenno col capo. 
Mentendo.  
- Aiuto Paol….-
Stavolta le mie parole furono bloccate dalle labbra di Ezio che cercava di infilare la lingua nella mia bocca. Le parole si sciolsero in gola e accettai l’ennesimo bacio rubato. Ezio lasciò la presa mentre avevo ancora gli occhi socchiusi sperando in un nuovo bacio. Non sentivo più il calore del suo corpo sopra il mio solo un leggero fruscio allontanarsi veloce dalla stanza. Aprii gli occhi solo per vedere un ombra sparire dietro l’angolo. 
- Ma davvero?! Sei uno stronzo Ezio Auditore! Ti odio stupido bastardo! – riuscii ad urlare. 
Era la conferma, ero inciampata nell’errore più pericoloso. Il danno era fatto.
Ero sua. 




MAD NOTE: E con un ritardo di più di un anno decido di ricominciare a pubblicare capitoli >< Chiedo venia. Ho lavorato su altri progetti e questo capitolo è pronto da un po'. Ho voluto approfondire il rapporto tra Ezio e Fiora sempre con un velo d'ironia. :) A breve spero di pubblicare una storia a tema Game of Thrones di cui vado tanto fiera e ci sto lavorando a rilento per renderla più perfetta possibile :D

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: michi_993