Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Ayr    27/06/2014    3 recensioni
Arden è un giovane Cacciatore di draghi, uccide queste creature per prelevare il Sospiro del Drago, una sostanza preziosissima altamente infiammabile. Elleboro è una Lingua di Fuoco, una leggenda, lei i draghi li protegge.
Quando la ragazza incontrerà Arden e lo salverà da un attacco di draghi, inizierà per lei una missione: fargli conoscere e cercare di fargli apprezzare queste meravigliose creature, facendogli capire gli orrori che i Cacciatori come lui compiono contro di esse.
Riuscirà Elleboro nella sua missione? O avrà ragione Passiflora e Arden tornerà ad uccidere draghi, come ha sempre fatto?
Dedico questa storia a mio fratello che ne ha trovato il titolo e ad una mia amica, che come me ama i draghi ed è innamorata di un Cacciatore.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
III
 
Erano passate quasi due settimane. La ferita di Arden era diventata una cicatrice: un sottile segno biancastro che gli attraversava la guancia destra, dall’attaccatura del naso fino al collo, per poi sparire nella stoffa della camicia. Anche Tasha si era ripresa bene e ora lei e Loyd venivano chiamati i “fidanzati sfregiati”.
Aveva passato gli ultimi dieci giorni segregato in casa, ricevendo solo qualche saltuaria visita di Loyd e degli altri, sentire nuovamente il vento accarezzargli la faccia gli procurava un’inebriante sensazione di libertà.
Fu Kayle la prima a scorgerlo e gli corse subito incontro saltandogli al collo, poi venne Loyd che gli diede una pacca sulla spalla e gli disse un «Bentornato a bordo»; uno dopo l’altro vennero a dargli il benvenuto tutti quanti, con una pacca sulla spalla, un abbraccio, una stretta di mano, Arden rispondeva a tutti con un caloroso sorriso che si rispecchiava negli occhi chiari, era contento di essere tornato tra loro. Improvvisamente però, il suo viso si oscurò: appoggiato a Benjy, con la divisa di cuoio dei Cacciatori di Loyd, stava Cale, il viso come sempre coperto dai capelli.
«Cosa ci fa lui qui?» sibilò Arden a Kayle.
«Loyd l’ha voluto comunque in squadra, ha un’ottima vista» le spiegò, dietro a Cale apparve un ragazzino di circa sedici anni, con i capelli biondi ricci e due occhi verde chiaro.
«Lui invece?» domandò ancora il ragazzo.
«È Hayden, il sostituto di Benjy» rispose la ragazza.
«Loyd non ha perso tempo» commentò Arden.
«Sai che abbiamo bisogno di nuovi uomini, Arden» replicò la ragazza.
«E anche di nuove donne» fece notare il ragazzo «Loyd si è dato un sacco da fare in questi giorni per raccattare nuovi membri».
«Quella è Cloudy» disse Kayle indicando una ragazzina che sembrava la sorella di Cale, stessi capelli neri e stessi penetranti occhi grigi.
«È imparentata con Cale?» chiese il ragazzo biondo.
«Perché?» domandò a sua volta Kayle, sorpresa.
«È inquietante allo stesso modo» rispose Arden caustico.
Non gli piacevano i nuovi acquisti di Loyd: Cale aveva qualcosa di sospetto, Hayden gli sembrava un pivellino privo di esperienza e Cloudy la versione femminile di Cale.
Arden scosse la testa e si issò sul mezzo.
Ben presto i suoi pensieri vennero spazzati via dall’aria invernale che sibilava tra gli alberi; il rumore di ruote sul terreno e i ruggiti lontani dei draghi fecero spuntare ad Arden il sorriso e a fargli dimenticare tutte le sue congetture e sospetti.
Alzò lo sguardo verso il cielo in cerca di qualche drago, ne avvistò uno, magnifico, che si librava alto sopra gli alberi, doveva essere un cosiddetto Drago delle Pianure: per niente massiccio ma con una corporatura più sottile e longilinea, le squame che andavano dal color sabbia, al verde brillante ad un grigio spento, il loro Sospiro del Drago era il più richiesto in quanto era quello che bruciava meglio e più a lungo. Arden mandò un richiamo e Tasha diresse Benjy verso il drago. L’animale si stava abbassando in spirali concentriche verso una piana, alla ricerca di cibo. Questi animali mangiavano principalmente capre, pecore e tutto quello che potevano offrire gli altipiani di Brentol; molti contadini avevano perso parecchi capi a causa loro e i Cacciatori erano serviti anche per stanare queste bestie, ora i draghi delle Pianure erano molto rari, alcune specie quasi praticamente estinte, altre migrate altrove, dando modo ai contadini di tirare un sospiro di sollievo e non temere più per i loro greggi. Quel drago doveva essere uno dei pochi rimasti, era piuttosto giovane, baldanzoso ed elegante.
Loyd iniziò ad urlare i soliti ordini, Arden mentre prendeva posizione incrociò Cale.
«Spero che non te la svignerai come l’altra volta» gli disse sprezzante, il ragazzo lo fissò e Arden rimase intrappolato nel suo sguardo grigio acciaio, aveva lo stesso scintillio della ragazzina (che da allora non aveva più rivisto, ma non aveva neanche avuto occasione di cercare) ma questo era freddo, crudele, molto diverso da quello caldo e rassicurante di lei; le labbra del ragazzo si aprirono in un sorriso malizioso.
«Non mi perderei lo spettacolo per niente al mondo» dichiarò misterioso, Arden lo seguì con lo sguardo fino a quando non scomparve tra la folla di Cacciatori in fermento che si apprestavano ad attaccare.
Il primo arpione fu lanciato e il drago venne colpito quando era ancora in volo. Si abbatté al suolo, facendo sussultare Benjy. L’ala destra era squarciata. Trevor scagliò il secondo arpione e strappò la membrana dell’altra ala, come se fosse stata una vela lacerata da un vento impetuoso di tempesta. Il drago emise un ruggito terribile. Subito vennero lanciate le corde che lo circondarono e lo legarono stretto. Arden vide Loyd partire con la lancia sguainata ed ebbe un improvvisa sensazione poco piacevole. C’era qualcosa che non andava, eppure non riusciva a capire cosa. Qualcuno lo richiamò all’ordine e anche Arden si gettò verso il drago, ma con meno forza e slancio di Loyd.
Giunto di fronte alla creatura non poté fare a meno di aprire la bocca, in due sole settimane si era dimenticato di quanto fossero possenti e magnifici da vicino.
«Allora che aspetti?» gli chiese Loyd che piantava con furia la lancia nel collo dell’animale alla ricerca del Sospiro. Arden si riscosse e iniziò a pungolare la bestia, non per cattiveria ma per capire dove si trovasse la sacca contenente il Sospiro, improvvisamente da un piccolo squarcio uscì un liquido appiccicaticcio dorato misto a sangue, aveva trovato la sacca. Esultò sottovoce e chiese a gran voce un contenitore, glielo portò Kayle congratulandosi con lui, era la prima volta che trovava lui la sacca, di solito era riservato a Loyd questo onore.
Il ragazzo biondo gli gettò un’occhiata che non riuscì a capire se fosse di meraviglia, invidia, approvazione o tutte e tre le cose insieme.
Mentre riempiva il contenitore la sensazione si fece più insistente tanto che iniziava a sentire come un macigno gravare sul suo stomaco, stava accadendo qualcosa di brutto. In quel momento si sentì un ruggito, e qualcuno urlare «Un drago! Ci sta attaccando!»
Questa è buona pensò Arden, da quando i draghi andavano deliberatamente incontro alla morte?
Il ruggito si fece più vicino e Arden vide delle fiamme levarsi al di là dell’enorme massa giallo-verde del corpo del drago. Qualcuno urlò.
«RITIRATA!» sentì ordinare Loyd. Arden imprecò, il contenitore era pieno solo a metà e c’era ancora tanto Sospiro da prelevare.
«Muoviti Arden! O preferisci morire carbonizzato?» gli intimò Loyd passando di corsa accanto a lui.
Un nuovo ruggito e una nuova fiammata, la cosa positiva era che il drago non poteva atterrare, quella negativa era che i suoi attacchi dall’alto avrebbero potuto colpire chiunque.
Arden imprecò nuovamente e iniziò a correre verso Benjy, ma a pochi metri dal mezzo si inciampò in un pezzo di corda. Cadde malamente a terra, il contenitore gli volò via dalle mani e rotolò via, spargendo il Sospiro ovunque. Merda pensò Arden, se una fiammata del drago avesse raggiunto il Sospiro sarebbe stato circondato dall’inferno. Cercò di rialzarsi e a fatica riuscì a rimettersi in piedi, nella caduta si era slogato una caviglia. Merda ripeté mentre zoppicava verso Benjy, i ruggiti del drago che sconquassavano la terra e gli facevano tremare le viscere.
Una nuova fiammata e il Sospiro prese fuoco. Arden si gettò a terra e rotolò via appena in tempo, dove un attimo fa c’era lui si sollevavano alte fiamme rosse, e in mezzo a quelle fiamme gli parve di vedere qualcuno. Impossibile pensò il ragazzo, evidentemente il colpo ha fatto più danni di quanto pensassi, ho le allucinazioni.
Cercò di rialzarsi ma il suo braccio sinistro mandò una fitta atroce, era ustionato: grosse fiacche bianche iniziavano a formarsi sulla pelle lesa. Merda ripeté il ragazzo per la terza volta, il suo fianco e la sua gamba sinistra non erano messi meglio.
La figura intanto non se n’era andata, al contrario, avanzava e diventava sempre più vivida, segno che non era un’allucinazione. Le fiamme la circondavano, senza bruciarla, anzi parevano accarezzarla, baciarla, spostarsi per lasciarla passare. Era a pochi passi da Arden, con un braccio ustionato, una caviglia slogata, i capelli bruciacchiati e il viso coperto di sangue, terra e cenere.
«Cale!» esclamò il ragazzo stupito, era proprio il ragazzo inquietante a svettare davanti a lui, i capelli mossi da un vento che non c’era, le fiamme che si riflettevano nei suoi occhi. Cale sorrise e ad Arden nessun sorriso parve più terribile di quello «Traditore!» gli urlò. Il ragazzo moro non si scompose, avanzava sempre di più verso Arden, iniziò a parlare nella lingua sibilante che faceva venire i brividi al ragazzo biondo, era a pochi centimetri sopra la sua testa.
«Daregan Mahar» sibilò con disprezzo Cale e sputò a pochi centimetri dal viso del ragazzo prima di abbandonarlo al suo destino e sparire tra le fiamme. Fu tutto ciò che Arden riuscì a vedere prima di perdere i sensi.
 
Arden sentì delle voci e riaprì gli occhi, la piana fumava, gli alberi più vicini erano neri, carbonizzati, Benjy era sparito. L’avevano abbandonato, molto probabilmente l’avevano creduto morto, forse erano loro che erano tornati per recuperare il suo cadavere, ma Arden non era morto. La parte sinistra del suo corpo bruciava in maniera terribile e quel dolore atroce era per lui la certezza di essere ancora vivo, non riusciva a rialzarsi, né a trascinarsi, era stremato dal dolore. Le voci si fecero più vicine, erano voci giovani, di ragazze.
«Che orrore!» esclamò una.
«Sono stati i Cacciatori a creare questo scempio!» replicò un’altra con disprezzo.
«È stato Caleisha a creare questo scempio e su tuo ordine» rispose una terza voce che suonava familiare. La seconda voce borbottò qualcosa allontanandosi.
«Dovevi proprio organizzare un attacco così terribile?» chiese la voce familiare avvicinandosi.
«Guarda come hanno ridotto questo Dareg, Eilesha e dimmi che non avremmo dovuto dargli una lezione.» Arden sentì la ragazza chiamata Eilesha sospirare, o meglio pensò che fosse lei.
«È ANCORA VIVO! Il drago, non è morto!» esclamò la prima voce.
«Davvero?» chiese la seconda speranzosa.
Il ragazzo sentì un rumore di passi affrettati e si sforzò di alzare un po’ la testa, c’era una figura longilinea a pochi metri davanti a lui, scura, contro il sole morente, era affiancata da due figure più piccole che emisero un gracchio e piombarono su di lui. Arden si rese conto che si trattava di due piccoli draghi neri. I draghi rimasero sospesi su di lui come se lo stessero studiando, poi lo aggredirono. Il ragazzo sentì un improvviso dolore, quelle creature lo stavano mordendo e graffiando, non aveva la forza per scacciarle, né per difendersi, si lasciò torturare rassegnato, sperando che la morte giungesse in fretta.
«Tanatos! Nosos! Venite qui!» sentì richiamare dalla voce e i due draghi dopo un breve momento di esitazione obbedirono «Che vi è preso?» domandò la voce. I due draghi si erano posati sulle sue spalle. Arden pensò che fosse una figura possente e magnifica e per un attimo gli tornò alla mente la leggenda della Signora dei Draghi. Era una storia che gli aveva raccontato sua mamma quando era molto piccolo e raccontava di questa Signora che sapeva parlare con i draghi, dialogare con loro e controllarli, aizzarli contro le persone e richiamarli. Si ricordò anche di quello che faceva ai Cacciatori di draghi e rabbrividì. La figura intanto si era avvicinata.
«Mahanate leira!» la sentì esclamare, Arden sollevò il viso e incontrò uno sguardo profondo, malinconico, misterioso e familiare racchiuso in due occhi di un caldo castano. Appartenevano ad un viso molto giovane che Arden aveva già visto, una treccia scura usciva dal cappuccio calato sulla sua testa, un ciuffo era sfuggito alla presa e le copriva un occhio in un’onda color cioccolato.
La giovane iniziò a mormorare qualcosa e dalle sue mani si sprigionò una calda luce dorata, passò le mani sul corpo del ragazzo e questo sentì una piacevolissima sensazione di calore pervadergli tutto il corpo. Iniziò a sentire anche la pelle tirarsi e il bruciore alla parte sinistra diminuire.
«Ahanare lai garede tie Dragean Mahar» gli sussurrò la ragazza con un sorriso dolcissimo e Arden fu sicuro di essere morto, la ragazza mormorò qualche altra parola e il ragazzo sentì un piacevole torpore avvolgerlo tutto, chiuse gli occhi e si lasciò invadere da esso, l’ultima cosa che sentì fu un tocco delicato sulla sua guancia sinistra e poi più nulla.
 
*
 
«Non penserai di portarlo con noi!»
«Ma è ferito, non posso lasciarlo qui!»
«È un Cacciatore!»
«È un essere umano!»
«C’è ben poco di umano in quello che ha fatto a quel drago»
«Non puoi far ricadere la colpa di molti su uno solo!»
«Forse è proprio lui che ha ridotto così il drago»
«Ciò non toglie che abbia bisogno d’aiuto»
«L’hai già curato, Eilesha! Usando la magia curativa, oltretutto. Hai già fatto più di quel che si merita questo Mahar »
«Io non permetterò che venga lasciato qui!»
«Fai come vuoi, ma sappi che non voglio averci nulla a che fare. Quelli come lui dovrebbero perire nel fuoco dei draghi che uccidono!»
Eilesha non rispose, qualsiasi parola era inutile e sarebbe servita solo ad aumentare la rabbia e il disprezzo in Leisha. Gettò uno sguardo al ragazzo biondo, disteso sulla pancia nell’erba, aveva provato a curare le sue ferite, ma l’ustione era profonda e il veleno di Tanatos e Nosos era già entrato in circolo. Quel ragazzo aveva bisogno di riposo e cure continue.
«Devo ancora finire di pagare il mio debito» sussurrò, come se stesse cercando di convincere qualcuno «Lui ha salvato la mia vita e io mi sento in dovere di salvare la sua».
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Ayr