Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: GaladriellePeriwinkle    27/06/2014    0 recensioni
Come Jack ha avuto i suoi poteri? E Elsa? C'è qualcosa che li unisce, di questo il destino non ne vuole più discutere.
Ma se fosse tutta colpa (o grazie?) a un uomo malefico senza scrupoli, che vuole solo l'avverarsi di una profezia che lo farà salire al potere?
Vincerà l'oscurità o i due cuori di ghiaccio?
-Jelsa everywhere!!!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Origin.
Capitolo 3. -Elsa-



«E quindi tu... sei come me.- finii la mia spiegazione.
Gli avevo detto di come era riuscito a salvare la sorella. Ma non gli avevo detto che aveva i poteri grazie a me, perché anche se ero molto tentata dal farlo, Olaf continuava a farmi segno di stare zitta, e prima di dire a Jack che era chi era grazie a me, dovevo farmi spiegare la situazione da Olaf. Quindi gli avevo detto che l'avevo visto cadere, di come non ero riuscita a raggiungere l'acqua e che mi ero svegliata dopo qualche ora, vedendolo che sorgeva dall'acqua.
Dato che Olaf aveva insistito di tornare al castello (quello di ghiaccio), perché "È troppo pericoloso parlarne qua! All'aperto?! Sei pazza! Torniamo a casa, Elsa!" eravamo comodamente seduti sul pavimento di ghiaccio del salone principale, dato che non avevo ancora fatto mobili. Capivo anche che Jack aveva fame, e questa era una cosa a cui non avevo pensato. Come avrei fatto a vivere, da sola, in un castello di ghiaccio per il resto della mia vita?
Per fortuna Olaf aveva trovato un albero di mele, quindi ne avevo fatto scorta. Quando eravamo entrati, Jack era rimasto senza parole, facendo un lungo fischio. Non so cosa volesse significare, però mi salì sulle labbra un sorrisetto compiaciuto.
Alla fine del racconto, Jack aveva detto solo
«Wao.» Ed eravamo rimasti così, seduti in cerchio, aspettando che qualcuno dicesse qualcosa.
«Mia sorella, quindi è salva?» chiese, incrociando il mio sguardo. Capivo la sua preoccupazione, e con una stretta al cuore pensai ad Anna. Non l'avevo trattata bene l'altro giorno.
«Si» risposi, volevo aggiungere qualcosa, ma non mi venne in mente niente.
«Secondo voi posso parlarle?» chiese Jack. Il "voi" era, con mio disappunto, riferito a me, perché per lui ero pur sempre la regina di Arendelle, anche se gli avevo raccontato la mia storia. Quindi feci finta che "voi" fosse riferito a me e Olaf.
«No, mi dispiace» rispose Olaf seccamente. «Lei ti crede morto, e ora sei... come posso spiegartelo? Invisibile per quelli che non credono in te.»
Questo non l'avevo capito nemmeno io. «Cosa intendi dire?» chiedemmo in coro io e Jack.
«Speravo di non dovertelo mai spiegare, Elsa.» Si prese una piccola pausa, poi cominciò a raccontare.
«I tuoi poteri non sono casuali. Hai presente Babbo Natale e la Fatina dei Denti? Non sono solo un racconto per bambini. Loro esistono veramente. Tutte le persone che nascono con un dono... come il tuo, ma non per forza il tuo... Sono destinati a diventare qualcuno. Una Leggenda, per l'esattezza.»
Continuavo a non capire.
«Le Leggende sono degli esseri magici che sono qualcuno per i bambini. E tu eri destinata a... in realtà non lo so con esattezza, perché ogni Leggenda si sceglie il destino. Intendo, se diventare buono o cattivo, cosa diventare per i bambini o se non diventare niente, tenendosi i poteri per sè senza farlo conoscere al mondo.»
«E quindi, io? Chi sono?» chiese Jack.
Olaf sospirò.
«Devi deciderlo tu, Jack. Ma questo incontro non sarebbe mai dovuto avvenire. Mi dispiace, ma devo togliere la memoria a tutt'e due.»
«Che cosa?!» esclamai, perché era l'ultima cosa che mi aspettavo che Olaf dicesse. Prima di tutto perché lui era una cosa creata da me! Come poteva aver dei poteri? E come sapeva tutte queste cose?!
Evidentemente le mie domande mi si leggevano sul volto, o forse sapeva anche leggere nel pensiero, perché Olaf disse:
«Anche se ve lo spiegassi, non servirebbe a niente. Elsa, Jack, è per il vostro bene!»
Guardai infelice Jack. Perché Olaf non voleva farmelo conoscere? Non capiva come mi fossi sentita sola in tutti questi anni, e come ero felice sapendo che ora non ero più sola?!
Olaf mormorò qualcosa, e il viso di Jack fu l'ultima cosa che vidi, prima che il buio mi prese.



 


Note dell'autrice:
Allora, volevo solo spiegarvi un paio di cosette:
1) Perché Jack sembra che si ricordi della sorella e sa che Elsa è la Regina di Arendelle? Semplicemente perché l'Uomo della Luna aveva deciso di NON togliere la memoria a Jack, una volta diventato una Leggenda. Ma poi spunta Olaf che rompe.
2) Perché Olaf sa tutte queste cose? Ehehehehe lo scoprirete nei prossimi capitoli OuO
3) (Avevo detto un paio? Ehi, io sono sarda, e quando dico "paio" intendo un numero che va dal 2 all' 11) Perché nella mia fanfiction Elsa si accorge che vivere in un castello fatto di GHIACCIO, senza cibo nè letto, nè eventuali medicinali (per quanti medicinali ci potessero essere nel suo tempo), non è una così gran bella idea? Perché la domanda "Ma come cacchio farà a vivere in un castello di ghiaccio?!" mi ha tormentato per tutta la durata del film, per quanto ami Frozen. Be', a me sembra che per la Disney non sembra un problema, però chi ha letto Hunger Games (e sofferto con i personaggi... Si Annie, lo so, anche io sto soffrendo per Finnick. Tranquilla, ci sono io con te. Ora va' un attimo a mangiare nutella che finisco qua.) sa bene cosa intendo. Ma non facciamoci domande.
Ah, si, dovrei parlare del capitolo. Eeee non ne ho voglia, perché voglio finire i prossimi capitoli. E niente, se leggete recensite per piacere, e grazie a chi ha messo la mia storia tra le ricordate/piaciute/seguite <3
   
 
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