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Autore: Danger_stay    27/06/2014    0 recensioni
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«Sta ferma Strega!» Uno degli uomini presenti la spinse, mentre gli altri la presero, portandola alla piazza nella quale l'avrebbero messa al rogo.
«Quelle come te devono morire!» La voce di una donna tra le tante persone presenti, attirò l'attenzione della madre.
«Addio Irene Frenisi»
Quella frase fu una delle ultime che riuscì a sentire, prima che sentisse il fuoco bruciarle la pelle, e subito dopo, il cuore.
­Alessandro ricordò benissimo la storia, raccontata dal nonno. Anche se quella scena, per lui orribile, aveva ormai origine antiche, aveva sempre uno strano effetto su di lui. Ma la sua missione era cambiata, quella che aveva ucciso l'anno passato non era una strega. Questo voleva dire che la discendente di Irene Frenisi era ancora viva, e doveva assolutamente essere distrutta.
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=onM7QEbLrV0
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Tre




Gianluca diede un ultimo bacio sulla guancia di Chiara, per poi correre dalla sua migliore amica. Andrea.
 
---



Andrea camminava al fianco di Alessandro. Si respirava un'aria tesa e, ogni volta che Alessandro incontrava lo sguardo di Andrea, dentro di lui si accendeva uno strano fuoco. Ne era sicuro, non poteva essere attrazione, ma solo una gran voglia di vederla bruciare, o almeno soffrire, sotto i suoi occhi. In quel modo avrebbe accontentato suo padre, ma non suo nonno. 

"Allora? Qual'è il motivo di quest'uscita?" domandò Andrea sorridendo. Cercava di trovare uno spunto per una conversazione con Alessandro, ma lui non glielo permetteva. 

"Il motivo è semplice: volevo parlare del nostro incontro a scuola" disse Alessandro con calma. Non sapeva neanche lui quale Dio gli stava facendo mantenere la calma, ma voleva soltanto ringraziarlo. 

"Ah già, la scossa" disse Andrea ridendo. Alessandro non riusciva davvero a capire. Come faceva a nascondere l'odio che provava nei suoi confronti? In quel momento anche la sua risata gli dava fastidio, anche solo il fatto che lei respirava lo urtava.

"I tuoi genitori non sono mai in casa?" chiese Alessandro curioso. Intanto avevano quasi raggiunto la caffetteria che c'era all'angolo della loro scuola. Stranamente, nemmeno un tavolino era occupato.

"Veramente mio padre è morto, e mia madre è in un manicomio. Vivo con mia nonna" rispose Andrea senza far intravedere nemmeno un emozione. Era completamente impassibile, vuota davanti a quell'affermazione.

"Mi dispiace" disse Alessandro. In realtà no, non gli importava nemmeno. Ma se la madre era rinchiusa in un manicomio, un motivo ci doveva essere. E poi chissà come era morto suo padre. Era curioso, molto.

"Non è vero. Non dispiace a me, perché dovresti essere dispiaciuto?" domandò retoricamente lei. Non sentiva davvero nulla. Alla morte di suo padre non aveva versato nemmeno una lacrima. Ma non c'era un  motivo, non lo odiava affatto, ma non riusciva a piangere.

"E tua madre? Perché è in manicomio?" Andrea arrivò davanti ad uno dei tanti tavoli della caffetteria, si accomodò e poi guardò Alessandro. Lui la imitò sedendosi, e poi continuò a guardarla negli occhi. 

"Di certo non era una donna felice e normale. Altrimenti non sarebbe stata rinchiusa." In quel momento lo sguardo di Andrea era nel vuoto. Ma in realtà, davanti a lei passavano tutte le immagini di lei e sua madre. Alessandro si sarebbe dovuto sentire in imbarazzo, ma non lo era. Entrambi erano impassibili, freddi e distaccati. Non provavano alcuna emozione quando erano insieme, se non l'odio reciproco.

"Di certo non lo sei nemmeno tu" rispose lui a tono. Andrea lo guardò con un sorriso strano, un po inquietante. Non capiva nemmeno lei perché sorrideva, ma lo faceva e basta. 

"Io sono una ragazza normalissima. Vado a scuola, vivo la mia vita e-"
"E sogni una donna che brucia al rogo" continuò lui divertito. Andrea spalancò gli occhi sorpresa, era infuriata. Come faceva lui a saperlo? 

"Tu non sai nulla di me" disse Andrea arrabbiata. Alessandro stava toccando troppi punti dolenti. Prima sua madre e suo padre, poi lei, e infine i suoi sogni. Era troppo anche per lei. 

"Io ne so molto più di quanto tu possa immaginare" disse Alessandro alzandosi dalla sua sedia. Si avvicinò ad Andrea, e appoggiò le sue mani ai lati dei bracci della sua sedia. La guardava dritto negli occhi, e poteva giurare che vedeva il fuoco ardere in essi.

"Tu non sei nessuno. Non puoi dirmi queste cose all'improvviso. Non mi piace che le persone si interessino a me, alla mia vita. Alle mie cose! Non voglio che ti avvicini ancora a me, voglio che te ne vada. Voglio che tu sparisca dalla mia vista, voglio che tu torni a casa tua!" Andrea diventava sempre più furiosa. Alessandro stava ottenendo quello che voleva, ma forse stava accadendo troppo velocemente. Il cielo era diventato più scuro, e dei nuvoloni si stavano avvicinando. E dato che pochi secondi fa il cielo era azzurro e soleggiato, quella era la prova che era stata Andrea. 

"Voglio che tu torni a casa tua." Alessandro stava per parlare, ma all'improvviso fu travolto da una strana luce. E in meno di un secondo di ritrovò in casa sua, sul suo letto e in camera sua. Non poteva crederci, lo aveva teletrasportato. Non era possibile, lei non era ancora pronta. 

Andrea era rimasta sconcertata da quello che era accaduto. Alessandro era sparito un secondo dopo che lei aveva pronunciato quella frase, era spaventata da se stessa. 
Gianluca, proprio difronte la caffetteria, aveva assistito a tutta la scena. E subito dopo, si avvicinò ad Andrea abbracciandola.

"Hey" disse stringendola forte a sé. Andrea non riusciva a chiudere i suoi occhi. Era rimasta completamente paralizzata. Era stata colpa sua? Cosa le era successo? E dov'era finito Alessandro?

"Non sono stata io" disse lei con voce flebile. Sentiva di stare per svenire, e Gianluca la tenne a sé. La poggiò le braccia alla sua spalla, e cominciò ad avviarsi verso casa di Andrea. Era sicuro che aveva soltanto bisogno di riposare.
*** ******** ***

Andrea, dopo che Gianluca era andato via, si alzò dal suo letto. Iniziò a prepararsi, e subito scese al piano di sotto. Salutò sua nonna, e si avviò verso casa di Alessandro. Doveva parlargli, forse lui sapeva qualcosa. Poteva aiutarla.

Era arrivata davanti al portone di casa sua, aveva paura. Decise di suonare il campanello e, poco dopo, un uomo anziano , quello che aveva sognato nel pomeriggio, le aprì la porta.

"Buonasera" disse lui irrigidendosi. Aveva sentito già dall'interno della casa un energia forte, ma non così tanto.

"Oh, sono un'amica di Alessandro. Potrei vederlo?" chiese lei gentilmente. Il nonno di Alessandro annuì, e si fece da parte lasciandola entrare in casa. 

"Alessandro, è una tua amica" gridò il nonno scandendo bene le ultime tre parole. Andrea si sentiva in imbarazzo, non erano amici. Tanto meno dopo quello che era accaduto precedentemente.

Lentamente, Andrea scorse la testa di Alessandro scendere le scale. Quella casa era proprio come se l'era immaginata. Le pareti chiare e bordeaux, i quadri ottocenteschi, gli oggetti antichi. Era tutto come aveva sognato quel pomeriggio.

"Andiamo in giardino" disse lui facendo cenno con il capo verso una porta di legno che portava, probabilmente, sul retro della casa. 
Il giardino era enorme, e c'erano vari fiori colorati. E nel bel mezzo c'era una piccola fontanina, e alla sua destra c'era quella che doveva essere una cantina. 

"Mi dispiace, non so se è stata colpa mia. Ma sono sconvolta dal mio comportamento" disse piano Andrea. Alessandro annuì come per confermare le sue parole, infondo aveva ragione. 
Alessandro si avvicinò ad Andrea, e la guardò dritto negli occhi.

"Io ti odio, e anche tu mi odi. Dobbiamo soltanto scoprire il motivo." disse Alessandro facendo finta di non saperne. Aveva deciso, con suo nonno, di cercare di diventarle amico. Standole vicino avrebbe potuto controllarla, e ancora meglio, guidarla nella direzione giusta per lui, ma sbagliata per lei.

"Che ne dici di andare a ballare, stasera?" continuò dopo minuti di silenzio. Andrea lo guardò sorpresa. 
"Beh, okey" rispose incerta. Lui sorrise furbo. Intanto, il loro odio si stava evolvendo, e Alessandro non capiva nemmeno il motivo per cui l'aveva invitata. 

 
*** ******** ***

"Buongiorno Signora, c'è sua figlia Giada?" chiese Gianluca gentilmente. La madre di Giada gli sorrise, e lo lasciò entrare in casa. 

"Hey, come mai qui?" Giada rimase sorpresa da quella visita, non se lo aspettava. Aveva tanto sognato che Gianluca venisse da lei, e in quel momento era tutto accaduto davvero.

"Devo parlarti di Andrea." E lì, in quel semplice istante, il mondo di Giada cadde. Crollò sotto il controllo di un ragazzino. Si sentiva indifesa, soltanto per le sue parole.

"Dimmi" disse lei poggiandogli una mano sulla spalla. Intanto, si stavano dirigendo verso la camera di Giada. Lì sarebbero stati più tranquilli.

"Andrea è strana. Sono preoccupato per lei, avresti dovuta vederla era come impazzita. Ha fatto letteralmente sparire Alessandro e-"
"Aspetta, che ci faceva lei con Alessandro?" lo interruppe Giada. Non li aveva mai visti parlare insieme. E tutto d'un tratto si comportavano da amici? E poi che voleva dire che lo aveva fatto sparire?

"Non lo so. Ma c'è qualcosa in Andrea. Qualcosa di molto strano, non era lei quella" disse lui malinconico. Giada annuì per fargli capire di aver compreso la situazione, ma in realtà era tutto l'opposto. 

"Credo dovremmo lasciarla in pace. Forse era stanca, stressata" disse Giada cercando di calmare Gianluca. Ma le era impossibile, stava quasi tremando.

"Mi ha spaventato" disse con voce rotta. Cosa aveva fatto Andrea?

"Perché ti preoccupi per lei in questo modo?" domandò lei accarezzandogli il capo. Gianluca si irrigidì. Perché lo faceva? Lui lo sapeva, ma non ne era sicuro.

"La conosco fin da piccola. Non è molto facile non preoccuparsi per la ragazza con cui hai passato i tuoi ultimi diciassette anni. Non è facile guardarla ogni giorno e non sentire la voglia di abbracciarla, di parlarle. Non è facile ignorare il tuo battito cardiaco che aumenta ogni volta che lei ti guarda. Non è facile ignorare il fatto di provare qualcosa per lei, soprattutto se lo fai da quando avevi dodici anni." Gianluca aveva quasi gli occhi lucidi, e Giada sentiva un senso di gelosia. Il modo in cui parlava di Andrea, le piaceva. Avrebbe voluto che si riferisse a lei, ma anche quello le bastava. Lui ne era innamorato, irrimediabilmente. 

"Hai perso la testa per lei" disse sorridendo dolcemente. Gianluca la guardò negli occhi, e poi l'abbracciò. 'E io per te' avrebbe voluto aggiungere Giada, ma non lo fece. L'amore era qualcosa che rendeva felici le persone, e se Andrea ricambiava, per lei andava bene. Ma il problema era quello: lei cosa provava? 


 
ANGOLO AUTRICE

Allora, io mi scuso per il ritardooo hahahaha
Il capitolo era pronto, ma non avevo voglia di pubblicare e correggere (veramente andrebbe tutto al contrario, ma vabbè).
Ma adesso ho pubblicato. Spero vi piaccia, e per qualsiasi cosa ditemela in una recensione! Errori o cose del genere.


-Danger.
  
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