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Autore: Gnana    27/06/2014    1 recensioni
Alexander era spaccone, impulsivo, un demone ammaliatore, un vagabondo. E' diventato un uomo vigile, posato, consapevole di sé stesso. Ma nessun evento, nessun insegnamento ha potuto cambiare la sua natura. A causa di un trauma terribile, diventa un abile e spietato assassino. Anche ora che si trova in un carcere di massima sicurezza, specializzato nella cura dei criminali come lui, dove trascorrerà il resto dei suoi giorni, lui non si pente delle sue azioni.
Vede il carcere come un punto di arrivo, un check point, un posto dove ristorarsi perché é molto meglio di qualsiasi sistemazione abbia trovato in tutta la sua vita. L'unica cosa che lo infastidisce é Bill, un criminologo, apparentemente ossessionato da lui e dai suoi omicidi che non perde tempo per riportare a galla ricordi ormai assopiti e dettagli insignificanti, ma Alexander non ha idea delle innumerevoli cose che nasconde.
La sua routine e la sua tranquillità verranno stravolte dal suo compagno di cella, Harry, un uomo umile ma sicuro di sé, che ha avuto tutto e poi niente dalla vita. Harry ha un piano ben preciso, un idea estremamente coraggiosa che Alexander non riesce a digerire ma che alla fine accetta solo per poterlo seguire.
Genere: Azione, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: i capitoli sono in via di revisione quindi se magari trovate qualcosa che stona vuol dire che devo ancora sistemare gli eventi in modo decente

“Ora perché non mi parli un po’ del tuo modus operandi?”

“Bill, smettila di chiamarlo così. Mi irrita.”

“Parlamene lo stesso.”

“Vuoi farmi scrivere anche questo cosicché vedendolo su carta aumenti la mortificazione?”

Il sentimento di odio era reciproco.

Prese coraggio: “Allora facciamo in questo modo: io leggo i rapporti dei tuoi omicidi e tu mi dici cosa è vero e cosa è falso.”

La risposta fu il silenzio.

“Cominciamo con il caso n. 1; 1995: Adele Wood, 21 anni, originaria degli USA, madre brasiliana e padre statunitense. Vita mediocre, studentessa… Oh, ma guarda! Ragazza madre!”

Bill notò sott’occhio un movimento strano da parte di Alexander, quasi un sussulto. Decise di andare avanti.

“E’ morta annegata in un liquido amniotico artificiale. Del bambino te ne eri accorto visto che hai eseguito un aborto prima di ucciderla. Le foto, credimi, sono raccapriccianti. Come mai tutta questa violenza?”

“Non è stata violenza, ero calmo.”

“Assassinio a sangue freddo, quindi. Lavoro pulito. Passiamo al caso n. 5; 2003: Marie Powell, 28 anni, Massachusetts. Vita movimentata grazie alla droga, arrestata un paio di volte per spaccio di erba, orfana all’età di 17 anni è stata in orfanotrofio fino alla maggiore età, dopodiché si è sistemata, fino a quando non ha trovato te. Bello, vero?”

Un grugnito.

“Wow. Tortura dell’acqua.”
“Come?”

“Tortura dell’acqua. Si usava nel Medioevo. Le hai fatto ingurgitare una tale quantità d’acqua da fargli ingrossare l’addome. A mò di donna incinta. La pressione dell’acqua le ha fatto comprimere gli altri organi e infine le ha lacerato lo stomaco.”

Nel silenzio Bill lo guardava negli occhi, ma lui non si mosse. Aveva un’espressione dura.

“Caso n.8 – l’ultimo – 2012: Albert Scott, 40 anni, avvocato, famiglia numerosa, rispettato da tutti. Viene accusato di pedofilia, ma non si riesce a condannarlo e quando esce dal processo ci sei tu che lo aspetti. E’ il caso piu’ truce di tutti, te lo ricordi? L’hai spogliato, l’hai rinchiuso in una cella frigorifera, l’hai legato ad un palo. Hai rotto un tubo dell’acqua in modo che spruzzasse sulla sua faccia, hai abbassato la temperatura della cella al minimo e sei scappato. Probabilmente con le sue urla nelle orecchie. Scommetto che non sai se é morto annegato o congelato. Beh, è annegato.”

Altro silenzio. Bill posò la cartellina sul tavolo e lo guardò.

Alexander parlò: “Già finito?”

“Si, avevo intenzione di dirti solo questi tre.”

“E come mai?”

“Ho una teoria. Questi omicidi hanno un significato, segnano un passaggio da una fase all’altra della tua vita, segnano un cambio di pensiero che porta a comportarti in modo diverso.”
L’espressione di Alexander era crucciata.

“Ora arrivano i vero o falso piu’ importanti: secondo me il caso n. 1 non è stato un omicidio premeditato, anche se i fatti lo dimostrano. Adele Wood era la tua fidanzata…”

Mentre pronunciò queste parole vide gli occhi di Alexander spalancarsi. Aveva fatto centro: nessuno indagando si era accorto che quello era il suo primo amore e che era il punto di partenza. Era l’unico non premeditato, ma il risultato lo ha spinto a uccidere ancora e con piu’ criterio.

“…e la amavi tanto. Scoperto che era incinta non riuscivi ad accettare il fatto che tuo figlio avrebbe avuto il tuo stesso trauma ed eri arrabbiato con lei perché aveva osato dare la vita, che per te non è un dono. E’ nato tutto da un momento di ira. Niente premeditazione. Vero o Falso?”

“…Vero.” Disse con voce tremante di rabbia.

Bill sperò con tutto se stesso che non scoppiasse, doveva arrivare fino in fondo.

“ Da quell’omicidio hai cominciato a prendere di mira le donne incinte e il caso n.5, mio caro, è l’unica non incinta. Tutti sostengono che tu abbia sbagliato persona, ma io non ci credo. Dimmi la verità.”

“Non vale, eravamo d’accordo sul vero o falso.”

“Andiamo avanti. L’ultimo caso è l’unico maschio ed il fatto che sia pedofilo mi fa pensare che sia stata la causa della sua morte. I miei colleghi mi dicono che questo omicidio non c’entra niente con gli altri, io gli rispondo che invece è perfettamente coerente. A te fanno pena i bambini, fa rabbia sapere che soffrano. Per questo li hai uccisi prima che nascessero e per questo hai ucciso Albert: affinché faccia male a nessun’altro bambino.”

Bill si accorse che Alexander si era calmato. Come previsto non aveva preso male le sue parole, poiché il suo egocentrismo gli diceva che quello che aveva fatto era un atto caritatevole ed era giusto nonostante qualsiasi parere.

“Vero o falso?”

“Vero.”
Disse con uno strano sorriso. Era soddisfatto di quello che aveva commesso.

Ora posso dargli il colpo di grazia.

“Ora farai tu un vero o falso a me.”

Alexander inarcò il sopracciglio.

“Tu adesso mi dici se pensi che io creda al foglio che mi hai consegnato prima, oppure no. E io ti dico se è vero o falso.”

“Ovvio che non mi credi. Vero o Falso?”

Sta al gioco…Bene.

“Ti rispondo dopo che mi hai detto del caso n.5.”

“Bastardo.”

 

   
 
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