ATTENZIONE: i capitoli sono in via di revisione quindi se magari trovate qualcosa che stona vuol dire che devo ancora sistemare gli eventi in modo decente
“Ora perché non
mi parli un po’ del tuo modus operandi?”
“Bill, smettila di
chiamarlo così. Mi irrita.”
“Parlamene lo
stesso.”
“Vuoi farmi scrivere anche
questo cosicché vedendolo su
carta aumenti la mortificazione?”
Il sentimento di odio era reciproco.
Prese coraggio: “Allora
facciamo in questo modo: io leggo i
rapporti dei tuoi omicidi e tu mi dici cosa è vero e cosa
è falso.”
La risposta fu il silenzio.
“Cominciamo con il caso n.
1; 1995: Adele Wood, 21 anni,
originaria degli USA, madre brasiliana e padre statunitense. Vita
mediocre,
studentessa… Oh, ma guarda! Ragazza madre!”
Bill notò
sott’occhio un movimento strano da parte di
Alexander, quasi un sussulto. Decise di andare avanti.
“E’ morta
annegata in un liquido amniotico artificiale. Del
bambino te ne eri accorto visto che hai eseguito un aborto prima di
ucciderla.
Le foto, credimi, sono raccapriccianti. Come mai tutta questa
violenza?”
“Non è stata
violenza, ero calmo.”
“Assassinio a sangue
freddo, quindi. Lavoro pulito. Passiamo
al caso n. 5; 2003: Marie Powell, 28 anni, Massachusetts. Vita
movimentata
grazie alla droga, arrestata un paio di volte per spaccio di erba,
orfana
all’età di 17 anni è stata in
orfanotrofio fino alla maggiore età, dopodiché si
è sistemata, fino a quando non ha trovato te. Bello,
vero?”
Un grugnito.
“Wow. Tortura
dell’acqua.”
“Come?”
“Tortura
dell’acqua. Si usava nel Medioevo. Le hai fatto
ingurgitare una tale quantità d’acqua da fargli
ingrossare l’addome. A mò di
donna incinta. La pressione dell’acqua le ha fatto comprimere
gli altri organi
e infine le ha lacerato lo stomaco.”
Nel silenzio Bill lo guardava negli
occhi, ma lui non si
mosse. Aveva un’espressione dura.
“Caso n.8 –
l’ultimo – 2012: Albert Scott, 40 anni,
avvocato, famiglia numerosa, rispettato da tutti. Viene accusato di
pedofilia,
ma non si riesce a condannarlo e quando esce dal processo ci sei tu che
lo
aspetti. E’ il caso piu’ truce di tutti, te lo
ricordi? L’hai spogliato, l’hai
rinchiuso in una cella frigorifera, l’hai legato ad un palo.
Hai rotto un tubo
dell’acqua in modo che spruzzasse sulla sua faccia, hai
abbassato la
temperatura della cella al minimo e sei scappato. Probabilmente con le
sue urla
nelle orecchie. Scommetto che non sai se é morto annegato o
congelato. Beh, è
annegato.”
Altro silenzio. Bill posò
la cartellina sul tavolo e lo
guardò.
Alexander parlò:
“Già finito?”
“Si, avevo intenzione di
dirti solo questi tre.”
“E come mai?”
“Ho una teoria. Questi
omicidi hanno un significato, segnano
un passaggio da una fase all’altra della tua vita, segnano un
cambio di
pensiero che porta a comportarti in modo diverso.”
L’espressione di Alexander
era crucciata.
“Ora arrivano i vero o
falso piu’ importanti: secondo me il
caso n. 1 non è stato un omicidio premeditato, anche se i
fatti lo dimostrano.
Adele Wood era la tua fidanzata…”
Mentre pronunciò queste
parole vide gli occhi di Alexander
spalancarsi. Aveva fatto centro: nessuno indagando si era accorto che
quello
era il suo primo amore e che era il punto di partenza. Era
l’unico non
premeditato, ma il risultato lo ha spinto a uccidere ancora e con
piu’
criterio.
“…e la amavi
tanto. Scoperto che era incinta non riuscivi ad
accettare il fatto che tuo figlio avrebbe avuto il tuo stesso trauma ed
eri
arrabbiato con lei perché aveva osato dare la vita, che per
te non è un dono.
E’ nato tutto da un momento di ira. Niente premeditazione.
Vero o Falso?”
“…Vero.”
Disse con voce tremante di rabbia.
Bill sperò con tutto se
stesso che non scoppiasse, doveva
arrivare fino in fondo.
“ Da
quell’omicidio hai cominciato a prendere di mira le
donne incinte e il caso n.5, mio caro, è l’unica
non incinta. Tutti sostengono
che tu abbia sbagliato persona, ma io non ci credo. Dimmi la
verità.”
“Non vale, eravamo
d’accordo sul vero o falso.”
“Andiamo avanti. L’ultimo caso è l’unico maschio ed il fatto che sia pedofilo mi fa pensare che sia stata la causa della sua morte. I miei colleghi mi dicono che questo omicidio non c’entra niente con gli altri, io gli rispondo che invece è perfettamente coerente. A te fanno pena i bambini, fa rabbia sapere che soffrano. Per questo li hai uccisi prima che nascessero e per questo hai ucciso Albert: affinché faccia male a nessun’altro bambino.”
Bill si accorse che Alexander si era
calmato. Come previsto non aveva preso
male le sue parole, poiché il suo egocentrismo gli diceva
che quello che aveva
fatto era un atto caritatevole ed era giusto nonostante qualsiasi
parere.
“Vero o falso?”
“Vero.”
Disse con uno strano sorriso. Era soddisfatto di quello che
aveva
commesso.
Ora posso
dargli il
colpo di grazia.
“Ora farai tu un vero o falso a me.”
Alexander inarcò il sopracciglio.
“Tu adesso mi dici se pensi che io creda al foglio che mi hai consegnato prima, oppure no. E io ti dico se è vero o falso.”
“Ovvio che non mi credi. Vero o Falso?”
Sta al
gioco…Bene.
“Ti rispondo dopo che mi
hai detto del caso n.5.”
“Bastardo.”