Dopo uno sguardo interdetto a Koenig che stava iniziando a fare gli onori di casa, tutti si rivolsero ai due scienziati con un sorriso caloroso.
Skye corse ad abbracciarli.
-E’ bello vedere che state bene – disse Coulson
-Grazie signore – sorrise Jemma –A voi com’è andata?
-Sarebbe potuta andare meglio – disse May con la fronte aggrottata –Avrebbero potuto lasciarmi in custodia Ward.- Aggiunse scrocchiando le nocche con fare aggressivo.
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Qualche ora più tardi, dopo i vari racconti sulla giornata movimentata appena trascorsa, Coulson, May, Skye, Fitz e Simmons erano seduti comodamente su alcuni divanetti, le guance arrossate e bicchieri vuoti in mano.
Il tavolino al centro della sala era ricoperto da bottiglie vuote.
-Ed ecco che arriva la quinta! – Triplett arrivò ridendo con l’ennesima bottiglia di champagne stappata e iniziò a riempire i bicchieri di tutti.
-Allo S.H.I.E.L.D.! – disse sorridendo Coulson alzando il suo bicchiere
-Al Direttore dello S.H.I.E.L.D.! – rispose May alzando il bicchiere e ammiccando verso di lui.
-Alla laringe di Ward! – ridacchiò Skye
Tutti bevvero e Triplett riprese a riempire nuovamente i bicchieri tutto allegro, quasi non aspettasse altro nella vita che fare il barman improvvisato.
-Ragazzi credo sia davvero ora di andare a letto – Disse Coulson qualche brindisi più avanti. –Domani abbiamo un’organizzazione segreta da riformare, e non è il caso di farlo coi postumi di una sbronza.
-Parla per te A.C. – biascicò Skye con gli occhi chiusi – Io domani dormo tutto… il giorno… e non voglio riformare proprio… un bel….- e si addormentò.
-Beh fate come volete – sorrise Coulson alzandosi. –Ma io me ne vado a letto!
-Mi sembra un ottimo consiglio da seguire – May si alzò a sua volta e prese in braccio Skye senza nessuno sforzo apparente
– Qual è la sua stanza? – chiese a Simmons
-Beh credo… - Jemma iniziò a gesticolare con il bicchiere in mano spargendo champagne ovunque - credo senza ombra di dubbio che si trovi qui in questa base. – disse risoluta, come se avesse appena dimostrato una teoria difficilissima in un convegno internazionale.
May alzò gli occhi al cielo.
-Va bene la troverò da sola. Per l’amor del cielo toglietele quel bicchiere. – disse allontanandosi.
Triplett scoppiò a ridere poi si alzò e tese la mano a Simmons – Vieni, ti accompagno in camera, non sei in grado di camminare.
-Non c’è bisogno. – intervenne Fitz improvvisamente irritato. –La accompagno io dopo, non preoccuparti. – Il tono duro, tutt’altro che amichevole. –E poi è perfettamente in grado di camminare.
-Ma CERTO che so camminare! – Jemma sbuffò aggrottando la fronte, guardando prima l’uno poi l’altro – Ho imparato a otto mesi! Diglielo Fitz! -
-Già. – rispose lui con tono di sfida verso Triplett.
-Ok! Va bene! – si arrese lui alzando le braccia in segno di resa - Allora me ne vado a letto anch’io! Buonanotte!
-Noo-ootte Trip! – rispose Simmons sbadigliando, poi si rivolse verso Fitz – passami la bottiglia.
-E’ finita – mentì lui allontanando lo champagne pieno a metà – L’ultimo goccio l’ha bevuto May.
-Nooo e adesso? – gli occhi sbarrati dalla disperazione improvvisa – Come facciamo adesso Fitz? – farfugliò - Dobbiamo festeggiare, dobbiamo.. dobbiamo brindare! Perché.. perché abbiamo vinto, e siamo vivi, e siamo insieme e abbiamo la salsa aioli e puoi mangiare tutti i panini che vuoi!
Fitz non potè fare a meno di sorridergli dolcemente, gli suscitava un forte istinto di tenerezza e protezione, come se fosse un cucciolo ferito ed indifeso. Era decisamente ubriaca, e non vedeva l’ora di rinfacciarglielo la mattina successiva.
-Brinderemo domani – le disse. –Coulson ci procurerà altre bottiglie, ora è il capo no? – ridacchiò – però adesso è davvero ora di andare a dormire, che ne dici? Fammi un po’ vedere come sai camminare bene.