Il vento soffiava forte dentro la
cattedrale diroccata ,
cumuli di macerie poggiavano qua e là a simboleggiare lo
stato decadente
dell’edificio ; le vetrate non vi erano più oramai
e solo qualche piccolo
accenno di volta aveva ancora la forza di reggersi in piedi .
E in questo luogo desolato e abbandonato da Dio e dagli uomini ,
Valentine
Mackenzie aspettava , eccitato , l’arrivo dei suoi ospiti .
Erano passati ormai
tre giorni da quando aveva inviato la missiva al Vaticano ed era certo
che
ambedue le parti si sarebbero fatte vedere .
Quando il gigantesco portone di legno si aprì , sul volto
dell’uomo si allargò
un enorme sorriso di soddisfazione , mentre si alzava dal suo trono e
andava ad
accogliere i suoi ospiti .
Cigolando in modo sinistro la porta si aprì e sulla soglia
comparve la sagoma
di un uomo , più alto e grosso di una persona normale ,
portava un paio di
occhiali tondi che , nell’ombra , riflettevano quella poca
luce che qualche
candela spargeva nel luogo ; una croce d’oro pendeva invece
al collo della
figura e anche questa era ben visibile .
Valentine salutò gioviale : “Padre Alexand
Andersen , Il Paladino ; è un onore
conoscerla di persona” .
Per tutta risposta Andersen cominciò a muoversi verso
Mackenzie con un
andamento ben poco rassicurante , mentre dalla sua bocca uscivano
parole
incomprensibili , simili ad una preghiera , ma ancora più
simili ad un presagio
di morte .
Senza dare nemmeno il tempo di un respiro , Andersen
scattò in avanti , facendo emergere una lama
per mano dalle maniche , indi si avventò sul vampiro che
tentò un vano
tentativo di schivata ; le lame di Padre Andersen cominciarono a
tagliuzzare la
sua carne come se fosse stata burro e schizzi di sangue si spargevano
per tutta
la chiesa ; l’espressione di meraviglia e di sorpresa non
mancarono a farsi
vedere sul volto del vampiro ; indi con un poderoso calcio Andersen
mandò
Valentine ad impattare contro il fondo della navata dove ancora stavano
i resti
dell’altare ; sul muro si formò la sagoma del
vampiro , che nemmeno avuto il
tempo di riprendersi si ritrovò con quattro lame conficcate
rispettivamente ai
palmi delle mani e nelle scapole .
Fatto ciò Andersen cominciò a parlare dopo una
breve pausa : “Tu , come hai
osato profanare questo luogo di Dio nostro Signore , con la tua puzza
di
dannato ? La tua colpa è gravissima e và punita
con i gironi peggiori
dell’inferno” . Qui il Paladino arrestò
per un attimo il suo dire , per poi ,
dopo aver mostrato un satanico e mostruosamente largo sorriso ,
continuare :
“Ma prima pagherai le tue colpe su questa terra !”
.
Valentine spostò il capo verso destra , facendo la faccia di
un cucciolo di
animale che non aveva ancora ben capito quello che stava per succedere
: ebbe
solo il tempo di fare ciò .
Due altre lame volarono verso il suo costato , trafiggendolo in modo
simmetrico
; il sangue cominciò a sgorgare copiosamente andando a
formare una pozza sotto
ai suoi piedi ; sul volto del vampiro si dipinse una smorfia di dolore
; poi
altre lama andarono a trapassare lo sterno , i fianchi , le cosce e ,
infine ,
la fronte . Gli occhi di Valentine si sgranarono e dalla sua bocca
uscì un
sospiro ; l’ultimo della sua esistenza .
Con un altro , micidiale , colpo , Andersen mozzò di netto
la testa del vampiro
, per poi estrarre la lama che ancora la reggeva sopra il corpo . Si
sarebbe
portato dietro quella testa ; come un trofeo .
“Mi stupisci ! E’ stato tutto troppo
facile” . Ma come solitamente succedeva in
questi casi , non ci fù nessun cenno che potesse contraddire
Andersen , nessuna
risata satanica , nessun corpo che si muoveva da solo . Semplicemente
il
cadavere di un nemico che aveva osato troppo .
Probabilmente non era stato nemmeno lui ad uccidere quei due Licantropi
, era
solo uno spavaldo che voleva mettere fine alla sua vita in fretta .
Approfittando della quiete
del momento ,
Andersen andò verso l’altare , al cui muro era
ancora appeso il corpo senza
vita del vampiro ; appoggiò la lama sulla quale era ancora
conficcata la testa
su una maceria e si inginocchiò , assorto in preghiera .
Pochi minuti dopo un vento gelido soffiò
all’interno della chiesa e una sagoma
d’ombra comparve sulla soglia del portone , due malefici
occhi rossi brillavano
nel buio .
Andersen non mosse un muscolo , ma dalla posizione in cui si trovava si
limitò
a dire : “Sei arrivato in ritardo Alucard è
già tutto finito” .
Nosferatu fece qualche passo all’interno della cattedrale ,
stranamente il
vampiro era silenzioso , ma sul suo volto era dipinto un sadico quanto
largo
sorriso , lo sguardo di Alucard si spostò rapidamente dalla
testa al corpo
appeso in modo decisamente macabro ; eppure non parlava .
Anderson finì la sua preghiera e si alzò
lentamente volgendosi verso il vampiro
, lo sguardo del Paladino lasciava più che chiaramente
intendere quali fossero
le sue intenzioni : “Si può anche dire che la
tregua sia finita oramai ?
Nevvero Alucard ?” . Così dicendo dalle sue
maniche uscirono un paio di lame
che oramai erano diventate la sua firma .
Alucard sghignazzò un momento per poi rispondere :
“Non potrei essere più
d’accordo” . Disse estraendo entrambe le pistole da
sotto il pesante giaccone
rosso . “Amen” . Disse infine Anderson , la
tensione nell’aria era praticamente
palpabile , i due contendenti permanevano fermi , ma pronti a scattare
al più
piccolo cenno , al più piccolo segnale .
Ma nel momento stesso in cui il Paladino stava per attaccare una voce
distrasse
entrambi , veniva dall’alto , da una selle assi di legno che
, una volta ,
dovevano reggere la volta della cattedrale ; il tono era impudente e la
voce
doveva appartenere ad un ragazzo piuttosto giovane : “Suvvia
signori , dovreste
conservare le energie per la vera battaglia e non perdervi in inutili
tafferugli !”.
Entrambe le parti si voltarono verso la direzione della voce , le armi
in pugno
ma , inizialmente non videro nulla , pur percependo chiaramente una
presenza ;
poi un’ombra cadde , come dal cielo , atterrando proprio in
mezzo ad Alucard e
ad Anderson ; non era molto alto , anche se , in confronto a loro ,
chiunque
sarebbe parso basso , indossava lunghi abiti neri , forse di una misura
più
grandi per la sua stazza ; i capelli erano neri tagliati piuttosto
corti , ma
che facevano comunque una frangia sulla fronte e cadevano sulle spalle
; gli
occhi erano di un colore rosso rubino e brillavano
nell’oscurità del luogo ;
non sarebbe stato tanto impressionante vederlo , se non fosse stato per
il
fatto che quel ragazzo pareva non avere una consistenza . Sembrava
fatto di
fumo o meglio ancora , fatto d’ombra .
“ Avanti ! Non vorrà mica rimanere così
tutta la notte” . Disse ancora il
ragazzo ma la frase era ora rivolta verso una quarta figura , quella
del
cadavere appeso contro il muro che cominciava , a muoversi con
volontà propria
; poco lontano la testa di Valentine Mackenzie cominciò a
parlare : “Come al
solito sei un idiota , Abel . Volevo divertirmi ancora un
po’” .
“ Oh certo , è molto divertente fare la parte del
morto ! Come diavolo fa a
trovare certe cose divertenti ?!” . Aggiunse spavaldo il
ragazzo che si
chiamava Abel .
In quel momento il corpo si sfilò , una per una , tutte le
lame dal corpo e
raggiunse la testa , muovendosi naturalmente , mentre le ferite si
rimarginavano
automaticamente e il sangue tornava al loro interno ; prese la testa e
la
adagiò sopra il collo esattamente dov’era stata
recisa ; la ferita si rimarginò
istantaneamente : “Uff , beh oramai è inutile
continuare la recita” . Disse più
a sé stesso che ad altri .
“Bene signori , per me è un onore avervi entrambi
qui , mi presento , il mio
nome è Valentine Mackenzie , Figlio del Varco ed Emissario
della Fine ; sono
stato mandato qui per selezionare i più potenti esseri di
questo mondo ed
eliminarli , facendo in modo che le armate della Morte possano marciare
vincitrici in questo mondo” .
Concluse così il suo dire ma , mentre Anderson aveva
cominciato a ridere
sguaiatamente alle parole di quest’ultimo , Alucard si era
fatto mortalmente
serio e , se avesse potuto , sarebbe impallidito da ciò che
si poteva definire
PAURA .