L'anno
dopo, com'era da aspettarsi, salirono al consolato Rufrio e il suo
compagno
d'arme Placo Virio Cotta. I due uomini, Rufrio in particolare, avevano
acquisito molta popolarità dopo la morte di Pompeio Porco.
Si può dire che
tutto l'esercito aveva acquisito popolarità dopo
quell'episodio. Ciò vide una
salita vertiginosa delle reclute, che da poco meno quattromila che
erano
arrivarono ben preso a più di settemila, su una popolazione
di poco più di
trentacinque mila abitanti (cifra stimata senza censimento). E
ciò fece molta
paura sia ai politici esterni che a quelli interni all'esercito.
Proculo
Armigero (console
Appena
due mesi dopo l'elezione, Rufrio e Cotta presentarono al senato un
piano di
ridimensionamento totale dell'esercito, e ciò fece pensare
ad Armigero che era
il momento di agire. Il 6 marzo del
La
notizia della morte dei consoli (vera a metà) si sparse a
macchia d'olio nella
repubblica, e nel giro di una settimana si seppe in ogni angolo del
territorio
romano. Armigero prese con un rapido colpo di mano il potere,
nell'errata
convinzione di aver fatto fuori anche Rufrio, tutt'altro che morto e
nascosto nei
bassifondi della città.
Appena
tre settimane dopo una rivolta popolare cappeggiata dal console
rovesciò
Armigero, che venne catturato e ucciso attraverso crocefissione. Fu il
primo
uomo in assoluto ad essere ucciso in tale modo. Anche l'esercito
subì una
profonda epurazione al fine di scovare tutti i sostenitori
dell'ex-console.
Proculo Armigero fu in assoluto il primo romano a subire la damnatio memoriae, tanto che il suo nome
fu per fino cancellato dagli Annales
in un primo momento, anche se fu fatto recuperare una cinquantina
d'anni dopo.
Come disse Rufrio dopo la morte dell'usurpatore: - Chi uccide un romano
non ha
il diritto di vivere, chi uccide un console non ha il diritto di
esistere.
Poco
dopo, non potendo governare da solo, Rufrio elesse a secondo console
Nono
Qiunzio, facendolo di fatto il primo suffectum
della storia romana. Con la promulgazione della lex
Quinzia infatti si dispose infatti che se un console fosse
morto durante la carica potesse essere sostituito da un altro uomo
dello stesso
suo partito. Invece con la lex Rufria si
istituì che chi avesse ucciso un console fosse punibile con
la pena di morte.
Il corpo di Placo Cotta, inizialmente buttato in un fosso dai suoi
nemici,
venne recuperato e tumulato con tutti gli onori, forse nell'Esquilino
(non si
sa con esattezza dove, negli Annales
viene solo accennato che Cotta venne sepolto in uno dei sette colli).
L'anno
dopo però sorse un piccolo problema: Quinzio infatti si
ricandidò al consolato,
sostenendo infatti che non avendo occupato tutto il tempo dell'incarico
poteva
prendervi parte una seconda ed ultima volta. Ciò venne
approvato (anche se tra
qualche protesta) dal senato, così Quinzio poté
salire una seconda volta alla
carica di console assieme ad un altro militare, Gneo Lucio Lupino.
Ciò venne
reso ufficiale poco dopo con la lex
Lupina (non potevano chiamarla con il nome di Quinzio
perché ce n'era già
un'altra, così presero il nome del secondo console).
C'è da dire che tale
regola non ha mai arrecato, a parte alcune occasioni, gravi danni alla
repubblica.
I
successori, Clovio Silano e Amulio Memmio Fortunato, cominciarono i
preparativi
per la festa del centenario della fondazione di Roma. Preparativi che
vennero
ultimati dai loro successori, Terzio Duronio Enneca e Servio Elvio
Gorgone.
La
festa fu un successo, tanto che anche abitanti di Veio e della Lega
Latina si
recarono nell'Urbe per prendere parte alla festa. Certo, un po' la
faccia di
Servio Gorgone sfigurò (letteralmente; il console aveva
questo soprannome
perché era inguardabile, tanto era brutto), ma per il resto
fu un successo,
tanto che la popolazione romana venne incrementata fino ad arrivare
precocemente a quarantamila abitanti.
Contento Aurelianus? A sto giro il verbo "fare" non compare nemmeno una volta.