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Autore: _Marlee_    29/06/2014    3 recensioni
Spesso, anzi sempre, la tempesta distrugge tutto ciò che incontra per poi lasciare dietro di se il vuoto. Callie è come una tempesta, tanto affascinante quanto pericolosa, Arizona se ne rende conto ma ormai aveva imparato ad amare la pioggia.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cercavo ancora una volta di non rompermi, di non spezzarmi, ma era piu forte di me. Ogni volta sapevo a cosa andavo incontro, ma nonostante tutto non mi fermavo, non saprei dire perchè. Ogni volta mi sentivo a pezzi, ero per terra a piangere mille, o forse piu, lacrime che sapevo benissimo da cosa erano causate. Eppure quando mi sono imbarcata in questa tempesta speravo di vedere la luce un giorno, ma lo speravo soltanto, perche invece ero consapevole a cosa stavo andando in contro, sapevo che superata una tempesta, nel giro di poco tempo ce ne sarebbe stata un'altra. Mi sono innamorata di lei. Ma la tempesta continuava e avrei voluto uscirci, ma qualcosa mi teneva dentro, qualcosa che non so piu se definire “stupidità” o “amore”.

La vedevo tutti i giorni per i corridoi dell'università, bella come nessuna, solare e incredibilmente goffa, con quella sua borsa nera di pelle sempre con lei e quei libri tra le braccia. Ogni giorni di corsa. Ogni giorno in ritardo. Io la osservavo, la osservavo mentre ascoltava la lezione, la osservavo quando usciva dall'aula e spesso mi ritrovavo ad osservarla anche durante il pranzo. Anche senza volerlo. Perche quel suo sorriso e quel profumo mi portavano a seguirla con lo sguardo. Sapevo chi era, sapevo cosa faceva e come. Era una ragazza molto libera e indipendente, sicura di se, niente la spaventava. Non ci ho mai parlato, io non mi sono mai avvicinata a lei e lei non era di certo interessata da una ragazzina come me. Io ero bassa e con nessuna caratteristica che dicesse GUARDAMI. No. Ricordo la prima volta che la vidi. Al corso di scienze. Il professore spiegava le reazioni chimiche che portano a far si che si verifichi un temporale. Lei entrò nell'aula sbattendo la porta. Il professore si fermò un attimo. Lei si sedette e lui continuò la spiegazione. Forse è stato durante quella lezione che il mio temporale ebbe inizio. La osservai per un intero semestre. Poi sparì. Sparì nel nulla, come le nuvole d'estate. Nessuno, nei corridoi, parlava piu di lei, i suoi amici si comportavano come se non fosse mai esistita. Mi chiedevo spesso come facessero. Forse perche sapevano dov'era. Mentre io no. Io non lo sapevo e mi tormentavo con mille domande inutili.

 

Ero gia in abbondante ritardo. Se fossi arrivata tardi sarei stata fuori dal progetto. Senza troppi giri di parole. Entrai di corsa nella stanza degli specializzandi, misi il camice azzurro e corsi al reparto “Robbins..” iniziò lui “Non dire niente Alex, sono arrivata in tempo oggi” lui sorrise e io con il fiatone mi misi ad ascoltare il dottor Webber mentre assegnava i compiti della giornata “Grey con la Bailey in pronto soccorso. Yang e Kepner con il dottor Hunt. Karev e Avery in pediatria. Robbins tu vieni con me.” ohh andiamo, oggi sono arrivata in orario e hanno assegnato il mio progetto a Avery e Karev “Capo, non è giusto, lavoro a quella ricerca da piu di due mesi, perche l'ha assegnata ad Avery?” chiesi io camminando al suo fianco, lui non rispose aprì la porta di uno dei tanto uffici “Perche sei un brillante chirurgo pediatrico Robbins, sei sprecata per quel progetto” disse lui sorridendomi, nell'ufficio c'erano due dottori “Loro sono il dottor Sloan e la dottoressa Torres, venuti direttamente da New York per reclutare degli aiuti” io rimasi a bocca aperta, non per quello che lui mi stava offrendo. Ma lei, quella donna. Capelli neri, occhi scuri e quel sorriso. Era lei. Non avrei potuto scordare quel sorriso neanche dopo una vita. La dottoressa Torres era quella ragazza che mi piaceva osservare durante il corso di scienze “Robbins, di qualcosa” io tossii un paio di volte per poi rispondere rimettendo in ordine i miei pensieri “Sono molto onorata di essere stata selezionata per questo progetto” dissi io non riuscendo piu a controllare il mio sorriso “Di cosa si tratta?” chiesi alla dottoressa “Il nostro ospedale finanzia questo progetto solo da quest'anno, è per tutti una nuova avventura, è previsto l'arrivo di flussi periodici di bambini africani con malattie che un chirurgo occidentale puo solo studiare dai libri, io e il dottor Sloan ci occuperemo di loro e vogliamo al nostro fianco dei chirurghi qualificati e capaci, è un invito un po informale, ma la vorremmo nella nostra squadra” io non feci altro che rispondere SI.

Presi il primo volo del giorno successivo per New York. Le 10 ore le passai a pensare. Incredibile come dopo 7 anni mi sia ritrovata davanti ancora quella donna. Chissà se era cambiata. Ma a prima vista non sembrava. Forse aveva abbandonato le giacche di pelle e i pantaloni strappati e li aveva sostituiti con tailleur elegantissimi, che sotto al camice la rendevano ancora piu bella. Adesso era il mio capo. Appena arrivai a New York contattai lei, la mia migliore amica, Teddy “Che ci fai qui a New York Robbins?” disse lei abbracciandomi “Lavoro” risposi io “Ho sentito strane voci, che sei qui per la ricerca della dottoressa Torres!! Quella dottoressa Torres” disse lei riferendosi chiaramente al mio periodo all'università “Lo so, è lei. Ma entrambe siamo cresciute, lei avrà un marito e una famiglia e io non sono piu la ragazzina sognatrice che ero 7 anni fa” dissi io sorridendo “Tu non sarai piu la ragazzina di allora, ma lei, fidati, non è cambiata molto” disse lei inserendo le chiavi e aprendo la porta del suo appartamento “E tu come fai a saperlo?” chiesi io seguendola in soggiorno “Ricordi? Sono un cardiochirurgo, sopra al mio reparto c'è ortopedia e indovina un po chi è il primario?” disse lei prendendomi in giro come al solito “Callie Torres” continuò lei sorridendo “Callie Torres è il chirurgo piu bravo nel suo campo, e anche in altri campi” disse lei con un sorriso che non mi convinceva “Ci sei andata a letto?” chiesi io stranita “Un paio di volte” disse lei voltandomi le spalle “E' famosa anche per questo, e non solo qui a NY” continuò lei sempre con quel sorriso “La ragazza dell'università non è cambiata” dissi io forse un po delusa da cio “No, non è cambiata”. Sistemai i miei bagagli nella stanza degli ospiti e poi entrambe andammo a lavoro. Teddy mi mostrò un po l'ospedale, molto bello e moderno, simile al Seattle Grace “Ah dottoressa Robbins, non pensavo di vederla operativa già ora” mi voltai verso la voce che mi aveva appena nominato “Dottoressa Torres, è un'opportunità fantastica e non voglio perdere tempo” dissi io sorridendole “Biondina, qui non lavoriamo come al Seattle Grace, qui si fa tutto con piu calma, quindi ti va se ti offro un caffè” io guardai Teddy che salutando la dottoressa se ne andò verso il suo reparto “Certo, perche no?” dissi io lasciandomi guidare da lei. Quel profumo. Lei e quel profumo. Mi riportarono alla mente tutte quelle volte che la osservavo mentre flirtava con tutte le matricole o quelli dell'ultimo anno. Ma era bellissima e continua ad esserlo “Parlami un po di te, dottoressa Robbins” disse lei dopo aver ordinato i due caffe “Non c'è molto da dire, sono disposta a tutto per avere quello che voglio, seguo i miei sogni, sono sempre stata una grande sognatrice, amo la chirurgia e amo i bambini. Loro sono cosi incredibilmente forti nella loro fragilità e innocenza. Mi piace essere quella che li fa tornare a star bene” dissi io sorseggiando il mio caffe “E' vero, non sempre ce la facciamo ma quelle volte che le cose vanno per il verso giusto non c'è niente di piu bello di rivederli sorridere dopo tanto tempo di tristezza” concluse lei, era la prima volta che parlavo con la donna bellissima che ammiravo molto quand'ero giovane “So che hai studiato nella mia stessa università, oltre tutto nel mio stesso periodo” disse lei facendomi capire che non si ricordava di me “Frequentavamo lo stesso corso di scienze” conclusi io lei sorrise continuando a bere il caffè, il suo cerca persone suonò “Ti va di assistermi in una operazione di routine?” chiese lei alzandosi in piedi “Certo, sono all'ultimo anno, piu operazioni vedo meglio è” dissi io sorridendo, lei annuì e io la seguii fino alla sala operatoria. Lei mise la mani su quel paziente in un modo che non avevo mai visto. Frattura scomposta del braccio e alla fine dell'intervento si vedevano a malapena i punti per chiudere la ferita. Aveva ragione Teddy. E' il medico piu bravo nel suo campo. Ho visto tanti medici operare e neanche i piu bravi chiudevano cosi una frattura “Non ho mai visto niente di simile” dissi io continuando ad osservare la sutura “Wilson, portalo nella sua stanza quando si sveglia fammi chiamare” disse lei rivolgendosi al suo specializzando “Vieni con me Robbins” continuò lei questa volta rivolgendosi a me, mi portò in un ufficio, forse il suo, prese un oggetto stranissimo, che non avevo mai visto prima “Ho imparato cosi a suturare, non l'ho mai insegnato a nessuna, ma tu sei diversa” disse lei iniziando a suturare quel pezzo di cuoio che sembrava pelle vera “Entri con delicatezza, non troppo in profondità, resta in superficie. E continua la sutura con punti ravvicinati identici al primo” disse lei mentre mi guidava, appoggiò la sua mano sulla mia per guidarmi sul punto finale “Grazie dottoressa Torres” dissi io girandomi verso di lei e capendo che mi stava gia osservando da prima. “Mi sembra quasi impossibile di non averti mai visto all'università, sei cosi bella” disse lei riprendendosi l'oggetto strano e mettendolo nello scaffale, io arrossii all'improvviso “Invece io mi sono accorta di te” risposi sorridendo e cercando di non perdere il controllo. Entrò senza bussare lo stesso medico che venne a Seattle “Torres stanno arrivando i bambini” lei si girò verso di me e per farmi capire di seguirla. Mi guardavo attorno aspettando di vedere altri specializzandi che correvano come me per andare a prendere questi bambini africani. Arrivati all'esterno, vicino al parcheggio mi avvicinai alla Torres “Ma dove sono gli altri specializzandi?” chiesi io curiosa “Quando ho detto che volevo i migliori non scherzavo, pensavo di trovarne piu di uno. Ma la migliore sei solo tu” disse lei sorprendendomi per l'ennesima volta in poche ore.

Finito il turno estenuante di questa giornata ero stanchissima, finii direttamente nella stanzetta del medico di guardia, perche Teddy aveva il turno di notte e io non avevo le forze di arrivare fino a casa. Poco dopo entrò in stanzetta anche lei “Scusami, se hai bisogno di riposare esco” dissi io alzandomi dal letto. Perche tutto andava bene, ma me e lei nella stessa stanza era troppo “Non ti preoccupare, ci sono letti abbastanza per tutte e due” rispose lei mettendosi nel letto affianco al mio “Come ti è sembrato il primo giorno?” chiese lei dopo essersi stesa “ Fantastico, affascinante ed eccitante. A Seattle ho imparato tanto, ma non ho avuto mai la possibilità di lavorare al fianco di un chirurgo come lei” dissi io cercando di tagliare corto il discorso perche temevo un po quella conversazione “Mentivo” disse lei all'improvviso, io non capì “Mentivo quando ti ho detto che non ti avevo notata al corso di scienze”




**Questo è il primo capitolo, non si capisce ancora molto il carattere dei personaggi, ma lo scoprirete nei prossimi episodi. Non poteva mancare la presenza di Teddy che è una delle mie preferite, e neanche quella di Mark. Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto. Le recensioni sono sempre ben accette, mooolto ben accette. Posterò il prossimo capitolo solo se vedrò che questa storia viene letta. ♥ M. Baci, alla prossima speriamo:) 

  
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