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Autore: _Marlee_    02/07/2014    4 recensioni
Spesso, anzi sempre, la tempesta distrugge tutto ciò che incontra per poi lasciare dietro di se il vuoto. Callie è come una tempesta, tanto affascinante quanto pericolosa, Arizona se ne rende conto ma ormai aveva imparato ad amare la pioggia.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Mentivo” disse lei all'improvviso, io non capì “Mentivo quando ti ho detto che non ti avevo notata al corso di scienze” quella frase mi fece sorridere, ero riuscita ad attirare la sua attenzione “Perche non sei mai venuta a parlarmi allora?” chiesi io “Potrei farti la stessa domanda” rispose lei e sentii che sorrideva “Perche tu eri quella famosa in tutto il corso, quella conosciuta, io ero solo la sfigata che passava tutto il giorno sui libri” conclusi io decidendo di aprirmi con lei “Hai ragione, eri solo la sfigata che studiava e basta” disse lei con un tono duro che mi fece stare molto male “La sfigata piu bella di tutta la scuola” concluse lei facendomi cambiare espressione in un secondo. Era stata in grado di farmi sentire la donna piu fortunata del mondo un secondo prima, per poi farmi sentire poco piu di niente e per finire è riuscita a farmi sorridere di nuovo. Incredibile. “Ti sei ammutolita?” chiese voltandosi verso di me “No no, sto pensando a cosa sarebbe successo se lei fosse venuta a parlarmi o viceversa” le dissi io guardando il soffitto di quella stanzetta spoglia “Forse saremmo qui comunque, ma nello stesso letto” disse lei continuando a guardarmi. NO. Non volevo essere la sua ennesima preda, la sua ennesima vittima. Vittima della sua bellezza, vittima del suo carisma, vittima di quel sorriso che scioglierebbe anche il cuore piu freddo. Potrei giocare al suo gioco, potrei fare il maschio, potrei fare come loro, divertirmi senza secondi fini “Bhe non è mai troppo tardi” mi alzai dal lettino posizionato sulla destra, lei mi guardò stranita, non se lo sarebbe aspettato “Sono il tuo capo dottoressa Robbins” disse lei mettendosi seduta, io la guardai, mi avvicinai e lei si alzò “Lo so dottoressa Torres” mi allontanai da lei sorridendole e aprendo la porta uscii. Sorrisi perche sapevo di averla provocata, sapevo di poterlo fare, ero sicura di me, forse troppo, ma sapevo di averla lasciata a bocca asciutta. Non sarei finita volentieri nel suo letto, avrei voluto piu che altro finire nel suo cuore. Andai dal dottor Sloan per aggiornarmi sul da farsi “Dottoressa Robbins, per oggi niente casi particolari, vada a controllare la piccola Fedi e poi può prendersi il pomeriggio libero, il prossimo aereo arriverà domani mattina” disse lui facendomi l'occhiolino, io sorrisi e dopo averlo salutato e ringraziato lasciai il suo ufficio. Andai da Teddy “La Torres mi vorrebbe nel suo letto” dissi io mantenendo un tono basso, perche nonostante fossi a NY sapevo bene quanto piacesse alle infermiere dare aria alla bocca “Non c'è da meravigliarsi, era prevedibile” disse lei continuando a compilare la cartella “Oh andiamo, non puo essere come la descrivi, lei sembra una persona apposto” continuai io “Le è bastato un giorno per farti capire che è attratta da te, è molto brava” concluse lei “Io comunque l'ho provocata” dissi sorridendo lei si voltò di scatto “Tu cosa?” chiese sbarrando gli occhi “Stavo giocando” risposi ridendo “Non si gioca con il capo Arizona, devo spiegarti tutto? Non hai imparato niente?” chiese lei sempre sorpresa “Dalle mie parti i grandi amori sono nati proprio tra capo e specializzando” continuai senza preoccupazioni “Va bene ora torno al mio reparto per un post operatorio poi vado a casa. Ciao Teddy” dissi io sorridendole e dandole un bacio sulla guancia, appena arrivata in pediatria incrociai la dottoressa Torres “Dottoressa Robbins che ne dice se stasera ci facciamo un drink da Nick?” io sorrisi annuendo e proseguendo per la mia strada. Nonostante provassi a comportarmi come faceva lei, non ce la facevo. Ero troppo coinvolta. Se avessi continuato cosi sarebbe finita nel peggiore dei modi. Quella sera ci incontrammo al bar, lei mi offri una birra e io accettai senza problemi, non ci fermammo di certo dopo la prima birra, anzi ne seguirono parecchie per me, anche per lei, ma mi resi conto che lei reggeva l'alcool molto meglio di me “Non facevo che osservarla” dissi io senza neanche rendermene conto “La osservavo perche era capace di attirare l'attenzione senza fare niente di particolare, ho sempre dato la colpa al suo sorriso sa?” continuai io non riuscendo piu a fermarmi , lei aveva chiaramente cambiato espressione, aveva lasciato andare quegli occhi penetranti e facendo posto a degli occhi che non capivo cosa mi volessero dire. Facevo fatica anche a capire cosa dicesse lei “Forse dovresti smetterla con la birra” disse lei togliendomela dalle mani “Sei tu che continui ad offrirmela, penso che il tuo intento sia farmi ubriacare” risposi ridendo “Pensavo che reggessi l'alcool” continuò lei sorridendo “Non sono ubriaca, non vedo doppio” risposi io, ma forse un po ubriaca lo ero, perche ero certa che il locale non stesse girando “Forse è meglio se ti accompagno a casa” disse la dottoressa Torres, mi alzai e un giramento di testa mi colpì all'improvviso “Prima ho bisogno del bagno, mi aspetti qui” corsi in bagno forse barcollando un po, poco dopo sentii entrare qualcuno, ma ero troppo impegnata vomitare per capire chi fosse, entrò anche nel mio bagno, non so come fece, si abbassò alla mia altezza, mi tirò indietro i capelli e rimase li. Pochi secondi dopo alzai il viso “Avevo chiesto se poteva aspettarmi li” dissi io un po infastidita “Sei in queste condizioni per colpa mia, non potevo rimanere li” disse usando sempre quello sguardo che non riuscivo a decifrare “Mi volevi ubriaca per portarmi a letto” dissi io senza rendermi conto della gravità dell'affermazione, lei rimase immobile “Forse hai ragione, forse era il mio obbiettivo” continuò lei “Sono una ragazza abbastanza intelligente e non credo di voler essere un'altra sua vittima, un'altra sua conquista” dissi io prima che un altra ondata di nausea percosse il mio corpo, lei continuò a tenermi i capelli e a mantenere la sua mano sulla mia spalla. Forse era quel contatto ad attorcigliarmi lo stomaco. Mi voltai di nuovo verso di lei “E' la prima volta per me” disse lei guardandomi “La prima volta che vedi qualcuno vomitare? Strano sei un medico” dissi io rendendomi conto del tono poco cortese della mia voce e del fatto che non le davo piu del lei “No, la prima volta che mi interessa. Non sono riuscita a rimanere li fuori sapendo che tu ti saresti sentita male” quel poco alcool che mi era rimasto nel corpo mi urlava di baciarla ma la mia ragione invece diceva che era meglio evitare “Dottoressa Torres può aspettarmi fuori, mi sento meglio” lei senza insistere si alzò e uscì dal bagno. Mi sedetti per terra sapendo quanto fosse anti igenico, ma dovevo far smettere quei giramenti. Lei, la donna impossibile dell'università, era preoccupata per me, non sapevo se ridere o piangere. Poco dopo uscii e appena mi vide sorrise. Quel sorriso era diverso, molto piu bello, non saprei dire cosa fosse cambiato, ma mi piaceva molto di piu “Andiamo a casa Arizona” io le sorrisi, perche per la prima volta sentivo quanto fosse bello il mio nome, il mio nome che usciva dalle sue labbra era mille volte piu bello. ** Questo è il secondo capitolo. L'Arizona che si vede qui, è mooooolto diversa rispetto ai capitoli successivi lei vorrebbe fare G.I Jane Militare senza affezionarsi, vuole fare la fica, ma non sempre le cose vanno come speriamo. Come sempre le recensioni sono ben accette, anzi, accettatissime direi, piu ce ne sono e piu sono spinta a pubblicare il prossimo capitolo. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate dato che ho scritto l'ultimo capitolo e sto per iniziare una FF nuova, i vostri commenti potrebbero essere di ispirazione. Non vedo l'ora di leggerliiii.. A presto:) M♥
  
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