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Autore: Ornyl    29/06/2014    1 recensioni
Per il giovane Martin Stevens è ormai giunto il tempo di sistemarsi,e la grande casa in campagna dei Prynne sembra un ottimo posto per farlo. La villa si trova tra la città e la campagna,perfetta per la vita mondana e per un ritiro intellettuale,e il piccolo paradiso viene venduto ad un prezzo decisamente basso. Stevens coglie l'occasione e si innamora di quella casa,con ottimo personale e stanze ricche,ma ciò che lo colpisce già da subito è il ritratto della giovane e defunta primogenita Prynne,Ophelia,un quadro talmente ben fatto da sembrare quasi vivo,quasi piangere. Ecco,nemmeno la tela ne è esente: i morti sanno tutto e,chi muore triste e nel dolore,si fa sentire anche dopo tanto tempo,anche dopo tanto sangue,e al sangue si mescolano le lacrime.
Forse Villa Prynne non è un paradiso di tranquillità come vuole mostrarsi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Decisi di uscire fuori dal letto e di accorrere in corridoio a dar una mano. Presi in mano una candela e cacciai fuori dalla tasca della mia giacca una piccola scatola di fiammiferi,mi feci luce e mi catapultai in corridoio. Appena fui fuori mi unii al caotico accorrere delle domestiche e mi precipitai nella stanza di Alleyn: quest'ultimo,svegliatosi per le urla della moglie,era appoggiato alla parete e,pallido in viso,osservava la scena davanti a sè con terrore e confusione,benchè nei suoi occhi notai un bagliore di coraggio. Cosa che mi mancò invece appena vidi Anne,o ciò che tentava di assomigliarle in quell'istante: il pallore con cui era arrivata a casa si trasformò in un colorito violaceo,quasi cadaverico,mentre i suoi occhi,lampeggianti e irrorati di sangue,erano orribilmente scavati e le labbra sembravano aver ormai perso ogni vitalità e bellezza,tese nell'emettere un urlo terribile e agghiacciante proveniente da una gola incredibilmente bianca e madida di sudore. Ella stringeva i pugni e,da come ebbi modo di capire osservandola,affondava le unghie nella carne delle mani con tale violenza da ferirsi. Il lenzuolo,a vederlo,non sembrava mai esser stato bianco ma poco mancò che grondasse sangue anche questo e,alla vista dello spettacolo che le stava davanti,Anne non faceva altro che urlare spaventata e schifata aumentando l'intensità delle proprie urla.
Il ventre era più gonfio che mani,bluastro anche questo e tutto irrorato dalle vene che intravedevo anche da sotto la camicia da notte. Forse tanta era la fatica dovuta a quel macigno che,anche da distesa,Anne non faceva altro che respirare affannosamente e gravemente.
-Signor Alleyn e padron Martin,non abbiate timori ..-sentenziò Farrah,spaventosamente sorridente come non mai quella notte-Capita che una donna in gravidanza abbia respiri così gravi,anzi non è che un vantaggio talvolta-
Ma in cuor mio quelli non erano gravi respiri da partoriente.
Quel tremendo colore non era dovuto alla debolezza,alla mancanza di cure,allo stress.
Quel ventre spaventoso e bluastro non poteva essere una gravidanza: era cresciuto in pochissime settimane divorando il povero corpo della donna,o almeno ciò che restava in quel letto grondante sangue,muco e chissà quant'altri omori.
Anne Hughes,quella notte,con quegli occhi tremendi pieni di lampi e rossi di sangue,non era Anne Hughes,o piuttosto non lo era almeno per metà: quel corpo martoriato conteneva due anime e i dieci,cento,mille demoni di quella maledetta villa,unici figli e vincitori dell'ennesimo parto mortale.
E rimasi in silenzio mentre tutto urlava,sussurrava,faceva su e giù per la stanza intorno a me.
Alexander faceva avanti e indietro per la stanza con le mani ai capelli. Gli cinsi una spalla e gli strinsi le mani con foga.
-Fatelo uscire dalla stanza,padron Martin .. E' emozionato,lo comprendo bene!-
Farrah,insieme a tutte le domestiche,pareva sottovalutare il terribile stato in cui Anne si trovava: la vecchia sorrideva con calma e serenità,quasi conoscesse già a memoria le misure da prendere o,peggio ancora,avesse fatto in modo che Anne si riducesse in quel modo.
-No,Farrah- Alexander prendeva la parola,con la voce tremante per lo spavento-RImarrò qui. E' giusto che questo bambino riconosca già chi sia il vero padre-
Alexander si gettò ai piedi del capezzale di Anne e le afferrò la mano,portandosela alle labbra.
-Moglie mia .. Mio unico amore di una vita ..-
-Oh Lex .. Non pensavo facesse così male,eh sì ..-
-Tranquilla-le posò un bacio sulla fronte,noncurante del sudore-Stiamo finendo,d'accordo? Siamo genitori adesso .. E' il nostro bambino ..-
La guardava come se avesse di fronte la più rara delle bellezze,vinto dall'amore in maniera straordinaria: non avevo mai vsto un sentimento tanto forte negli occhi di due sposi,nemmeno quando mia madre guardò mio padre morente per l'ultima volta ed egli volle baciarla come tanti anni prima.
Alexander s'era distaccato appena dalla fronte di lei quando quest'ultima venne colpita nuovamente dal dolore: vidi i muscoli del suoi braccio contratti insieme a quelli della gola,e i suoi occhi più insanguinati che mai stringersi in una smorfia di terrore ed estrema sofferenza. Nel frattempo Farrah aveva lavato le mani in un catino,le aveva asciugate per bene e aveva aiutato Anne ad allargare le gambe.
-Forse è meglio che io esca ..- stavo per dirigermi fuori dalla porta quando Alexander mi bloccò.
-No,amico mio .. Non lasciate questa stanza,fate ormai parte della nostra famiglia. Nostro figlio avrà uno zio saggio e straordinario,non pensi Annette?-
Ma la cara Annette continuava ad urlare e a dibattersi,e i suoi urli si fecero più cupi e spaventosi: quella non era più la sua voce nè sicuramente la sua anima era ancora dentro quel corpo sofferente e distrutto,orribilmente corrotto. Da quegli occhi rossi iniziarono a sgorgare copiose lacrime e nel mio cuore sentii che la sua anima,la sua vera anima,fosse trapassata proprio in quell'istante.
 
Farrah si faceva spazio tra le gambe di Anne e sorrideva compiaciuta.
-Bene,ottima dilatazione. Potete iniziare a spingere,ma fate prima un bel respiro profondo-
Prima spinta.
Anne cacciò un urlo tremendo e pieni,pieni erano quegli occhi di sangue. Con la mano che porgeva ad Alexander strinse il polso al marito e poco mancò che conficcasse le proprie unghie nella sua carne.
-Un altro bel respiro,coraggio! Pregate il Signore,pregate!-
Seconda spinta.
Il collo s'alzò con uno scatto meccanico e rapido,volto verso il tetto. La bocca-allargata come un pozzo era ormai,le labbra non esistevano più!-emise l'ennesimo gemito infernale e le dita si strinsero più violentemente al polso di Alexander,mentre le lacrime continuavano a scendere copiose.
-Andiamo bene,molto bene! Spingete ancora!-
Terza spinta.
Il naso inspirò e la bocca emise l'ennesimo respiro,tutta grondante di bava raggrumata e biancastra. Gli occhi si fecero più rossi e improvvisamente smisero di piangere: la tenda si mosse per qualche secondo senza che un alito di vento fosse entrato nella stanza,poi smise di ondeggiare.
Anne Hughes,la vera Anne Hughes,era spirata.
-Spingete più forte,più forte ancora!-
Quarta spinta.
Anne,o chi per lei,inspirò orribilmente una seconda volta e un piccolo rivolo di sangue iniziò ad uscire dal naso,mischiandosi alla bava raggrumata attorno alla bocca;gli occhi si strinsero in una terribile smorfia di dolore e il suo viso,da bluastro,passo a diventare viola.
E poi sentii rompersi qualcosa di molle.
-Ci siamo quasi,avanti ..-Farrah sorrideva e il terrore e l'ansia presero me e Alexander- Spingete ancora,vedo .. qualcosa!-
Non resistemmo alla tentazione: Alexander si alzò ed entrambi ci sporgemmo leggermente.
Avesse potuto prenderci l'Inferno in quell'istante
Ttra le gambe di Anne,depositati sul lenzuolo ormai nero di sangue,v'erano interi pezzi di viscere bluastre,rosa e rosso scuro,tutti brulicanti di vermi neri e sottili.
-Farrah .. Cosa succede?!- Alexander sbiancò d'un tratto e poco mancò che anch'egli lasciasse l'anima a Dio.
-Non so,signor Alexander .. Mio Dio,Anne,continuate a spingere!-
Quinta spinta.
Ancora viscere grondanti umore e sangue e bile.
Anne strinse i pugni e,lanciando ancora tremende e cupe urla da demonio,abbassò la testa con un movimento rigido e poi indietreggiò verso lo schienale con altrettanta violenza,sbattendo la nuca una,due tre volte,ormai in preda a terribili convulsioni. Tremava tutta ,con la bava ormai gocciolante su tutto il collo, e con le mani-le sue stesse mani,ebbene!-,animate da chissà quale forza demoniaca,afferrarono gli angoli della bocca e li strapparono violentemente.
L'inferno intero,riunitosi dentro quelle pareti,aveva fatto in modo che il cadavere di Anne si mutilasse da solo.
-Che Dio protegga la sua anima,ormai-sussurrò Farrah in mezzo a noi,poveri spettatori di un omicidio.
Perchè Anne non era morta di parto,perchè quello non era un parto.
Sesta spinta.
Anne-il suo viso era ormai una maschera di sangue irriconoscibile,nel quale restavano interi soltanto i mostruosi occhi,neri come il peccato e ardenti come braci- sbattè le braccia allo schienale,poi di nuovo la nuca in un'ultima,mostruosa battaglia che le spaccò la testa,ormai penzolante su una spalla. Un ultimo fiume di sangue e bava colò fino al seno per poi arrestarsi.
Alleyn impazziva:s'era fatto prima giallo,poi rosso e poi nuovamente pallido e s'era precipitato in corridoio urlando e distruggendo tutto ciò che gli ostacolasse il cammino. Nella stanza rimanevo io insieme alle domestiche,confuse e terrorizzate,e insieme a quel cadavere mutilato da chissà quale terribile,infera entità.
-La sua anima! Pregate per la sua anima,padron Martin!-
Mi precipitai in corridoio,raggiunsi la mia stanza e staccai il piccolo crocifisso dalla parete. Ritornai alla stanza di Alexander,mi feci largo tra le domestiche e allungai la mano verso l'orrenda maschera di carne di quella creatura - Anne era ormai morta e il suo corpo lasciato a chissà quale demone: i terribili occhi videro il piccolo oggetto che tenevo in mano,si arrossarono di sangue per l'ultima volta e poi sbiancarono;la bocca si contorse nell'ultimo gemito,poi il ghigno s'arrestò  insieme al respiro affannoso e alle urla;da sotto le gambe,dalla bocca,dal naso e da chissà quanti altri orifizi iniziarono ad uscire mille e mille piccole creature,vermi,scarabei e chissà quanti altri piccoli demoni.
Nuovamente la tenda ondeggi,più violentemente ancora,e il terribile rombo di un tuono fece spalancare la finestra e spegnere le candele. Un lampo violetto,apparso in quel cielo grigiastro e spettrale - iniziava infatti ad albeggiare-,illuminò la stanza e sostituì i ceri funebri per il funerale notturno di Anne Hughes.
Ordinai alle domestiche di fare pulizia e sistemare il corpo di Anne,dunque mi precipitai in corridoio per cercare Alexander. Ovunque v'erano i segni del suo passaggio: vasi di porcellana in mille pezzi,pareti sfregiate e leggermente sporche di sangue,candelabri con i bracci spezzati.
Ero già arrivato allo scalone quando sentii un urlo provenire dal salone d'ingresso,dunque mi precipitai giù a vedere quale fosse l'ennesima disgrazia di cui ero stato reso partecipe.
La giovane Manon guardava verso il salotto,pallida come un cencio e inginocchiata davanti l'uscio. Corsi accanto a lei,entrai in salone e questa volta il mio terrore fu lasciato libero di esprimersi: Alexander,impiccatosi con un lenzuolo,pendeva dal lampadario,con gli occhi e la bocca spalancati nell'ultima,agonizzante smorfia.
 
La casa doveva essere ripulita dalla strage.
Ordinai alle domestiche di lavare i cadaveri e sistemare le stanze,mentre io sarei uscito a chiamare un parroco per celebrare le loro esequie. Il giorno stesso poi,appena i cadaveri sarebbero stati sistemati,avrei fatto chiamare i parenti e avrei fatto benedire la casa.
Indossai una giacca a caso,feci sellare un cavallo e partii. Lo stalliere,saputa la notizia,mi disse che un piccolo parroco di campagna,il pastore Edward Clark,abitasse in una bianca,modesta casetta poco distante,nel primo sentiero svoltante a destra che avrei trovato. Seguii alla lettera le indicazioni e partii in fretta,spronando il mio cavallo a grandi schiocchi,finchè trovai la mia meta nel luogo esatto in cui m'aveva indicato il buon uomo.
Trovai il parroco in giardino,tutto intento ad annaffiare il proprio orticello.
-Buongiorno!-
Mi sorrise amabilmente e si avvicinò a me.
-Buongiorno,posso esservi utile signore?-
-Sto cercando il pastore Clark,siete voi?-
-Oh ebbene,avete bisogno d'aiuto?-
Mi aiutò a scendere da cavallo e,avendomi visto in stato confusionale,mi fece accomodare nella sua abitazione.
-Cosa succede,buon uomo?-
-Dovrei celebrare .. Un funerale. Due miei amici,una coppia sposata,son morti stanotte-
Il pastore Clark mi diede una pacca amichevole sulle spalle.
-Oh,possa il Signore accogliere le loro anime .. -trattenni una risata nervosa quando pronunciò le sue parole-Attendetemi,prendo il mio messale e la Bibbia. Avete dei ceri,naturalmente? Chiamerete i becchini?-
-Vorrei che alle loro povere anime sia garantita la luce,prima della sepoltura ..-
Si allontanò verso un comò,tirò fuori un piccolo messale in pelle nera,decorato da una croce dorata,e una bibbia rilegata in cuoio.
-Potreste dirmi i nomi dei vostri cari defunti,signor ..-
-Martin Stevens. Sono i coniugi Alleyn,Alexander Mathieu e Anne-
Il pastore Clark impallidì,mi prese la mano e mi portò a sedere su un piccolo divano davanti al focolare di casa.
-Siete sicuri che si chiamassero così .. signor Stevens?-
Nei suoi occhi v'era vivo terrore,così come nelle grassocce mani tremanti.
-Sì,pastore. Come mai questa domanda?-
-Il barone Alexander Alleyn intendete? Anne Hughes,quella Anne Hughes?-
-Sì,pastore .. Son loro! Li conoscete,voi avete magari celebrato la loro cerimonia di nozze?-
Mi sorrise amaramente e mi mise un rosario tra le mani,con gli occhi carichi d'ansia paterna.
-No,ragazzo mio .. Ella di parto,egli suicida e piromane .. Pure quei poveri domestici innocenti ..-
-Non vi capisco pastore Clark,spiegatevi meglio per favore ..-
Non voglio capire pastore Clark,non voglio sentir altro per favore.
-I coniugi Alleyn sono morti ben cinque anni fa,mio giovane amico-
   
 
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