Se fosse un concerto, Damon Salvatore sarebbe il Rach 3.
Quello è il suo preferito.
Perché è lui.

Lo suona cadenzandolo a piccole note sui tasti acuti, di solito solo per asciugarsi le mani e cominciare a suonare. 

E' un'abitudine, una mania, qualcosa che gli viene naturale. 

Quasi un riflesso incondizionato. 

Suonare il Rach 3.

Eppure, questa è un'altra notte.
Non ci sono solo lui e Sergej Rachmaninov. 
Non più.

Il letto è ancora caldo, lei dorme su un lato, un braccio sotto il cuscino e l'altro a coprire una mancanza che può solo sentire ma non vedere. 
Come se lui fosse ancora lì. 

Lui ha il Bourbon in una mano e l'altra è appoggiata sui tasti del pianoforte, le dita hanno già la forma delle prime note del Rach 3. Ma questa notte quella ragazza che dorme nel letto può essere solo Chopin.

Notturno Op.9 n.2

Suonarla di notte, dopo l'amore, è come continuare ad amare.

'Conosco questa melodia'

Un paio di minuti e il pezzo di silenzio dietro si rompe.
Non ha neanche sentito la presenza alle sue spalle.
Ecco cosa diventa il sesto senso di un vampiro stretto tra Chopin e la donna che ama.

Istintivamente manda indietro la testa, come se davvero così potesse vedere Elena dietro di lui.
Prima che riesca a girarsi e prenderla sente i capelli di lei muoverglisi sul viso. 
Si è chinata per baciarlo.
Con le labbra al contrario. 

Poi gli prende i capelli e gli rimette dritta la testa.

Lui si gira e lei è lì con il lenzuolo addosso appoggiato chissà dove.
La tira a sé e lei gli si siede addosso.

'Che canzone è?'

Lui cerca di trattenersi ma è troppo tardi, le sue labbra ridono ancora prima degli occhi.

'Cosa ho detto?'

'Scusami.
E' che è Chopin.
Ommioddio.
Non è un canzone.
E' Chopin.
E' un notturno.

Sei tu'

Elena lo guarda come fosse un alieno.
Come se non fosse Damon l'uomo che ha davanti.

'Sono io?
Damon che dici?
Tu suoni il pianoforte?!'

(lo dice a metà, tra domanda e sorpresa)

'Si ma togliti quell'aria da fine del mondo'

'Tu suoni il pianoforte'

Elena continua a ripeterlo come fosse un miracolo.

'Non sembri tipo da pianoforte'

'Elena, sono il primogenito di un'aristocratica famiglia del Sud.
Certo che suono il pianoforte. 
A dire il vero parlo anche francese e so sbucciare la frutta col coltello.
Non vedo cosa ci sia di tanto incredibile'

'E' proprio l'idea di te che suoni il pianoforte'

Damon alza gli occhi al cielo.
Parlare a vuoto.

'E cosa vuol dire che sono io?'

'Non lo so.
Mentre dormivi.
Sembravi questo notturno.
Mi hai fatto venire voglia di suonarlo'

'E' il tuo preferito?'

'Chopin?
Direi proprio di no.
Non sono tipo da Chopin.
Io sono tipo da Rachmaninov'

'E allora suona questo qua'

'Oh ma non si può.
(la mano di Damon su una ciocca di capelli fuori posto e il tono che si usa con i bambini)
Io e Sergej abbiamo una relazione troppo intima.
Non abbiamo mai invitato nessuno.
E poi è complicato per quest'ora della notte'

'Io non ti conosco'

'Come?'

'Io non ti conosco affatto'

'Elena, tu mi conosci meglio di chiunque altro'

'Ok si.
Ma hai 170 anni Damon e io ne conosco a stento due.
Cosa hai fatto negli altri 168 anni?'

'Oh non credo che tu voglia saperlo'

'Non hai dei diari?'

Ora il viso di Damon è quasi irritato.

'Io non scrivo, Elena.
Io la vita la vivo'

'E allora raccontami quella che hai vissuto fino ad ora'

'Tutta?'

'Un po''

'La maggior parte delle cose che ho fatto tu non dovresti ascoltarle'

'E allora raccontami la parte bella'

'Non esiste una parte bella e una parte brutta.
E in ogni caso non ti racconterei mai solo il bello.
Il bello non ha valore se non conosci il brutto.

Esiste la parte che è meglio che tu non conosca'

'E cosa puoi aver fatto di peggio di quello che ho già visto, perché io possa amarti di meno?'

'Ma io non ho paura che tu mi ami di meno.
Ho paura che tu sia troppo attratta dall'oscurità per conoscere quelle parti della mia vita e non venirne risucchiata' 

Lei ferma lo sguardo su tutto quello che riesce a immaginare e su tutto quello che potrebbe aver paura di provare. 
E' un momento lungo una vita.
Ma un vampiro non misura il tempo sulla durata di una vita.

Elena si alza, afferra il Bourbon, lascia scivolare il lenzuolo per terra e va verso il letto.

Nessun uomo potrebbe resistere a quel Notturno di capelli e pelle che sembra invitarti a seguirla sul letto con un bicchiere di Bourbon in mano, figuriamoci Damon Salvatore che quando non ha lei tra le braccia, la suona su un pianoforte.

Arrivata al letto Elena prende la coperta e ci si avvolge dentro, versa i capelli sul cuscino e gli dice

'Sono comoda.
Comincia.
Racconta.
Risucchiami' 

Damon chiude gli occhi perché lo sa.
Sa che l'unico Notturno di questa notte l'ha già suonato.
Che non ce ne saranno altri.

Sa anche che quello che potrebbe raccontarle è un concerto che forse lei non è ancora pronta ad ascoltare. 
Non si può passare da Chopin a Rachmaninov senza rischiare di impazzire.

Ma sa anche che Elena non è una che si arrende.
E che in fondo, sa già amare Rachmaninov.

'Come vuoi tu Elena'

Si alza e la raggiunge sul letto.
Sospira e la guarda.
Come se fosse sull'orlo di un momento.
Quello in cui stanno per partire per un viaggio dal quale torneranno entrambi diversi.
E cominicia.

'Londra 1875'