Prologo
Hello,
hello. C'è qualcuno là fuori?
Tony
appoggiò la mano sul
vetro gelido e vide il proprio riflesso. Dall'altra parte si vedevano
le luci
della città. Sentì dei passi alle proprie spalle,
alzò il capo vedendo il
riflesso di Steve sul vetro. Sogghignò, infilò le
mani in tasca e voltò il
capo.
“Già di ritorno, Capitano?”.
Steve
annuì e sorrise.
“Per poco. Sono passato solo a controllare la squadra, visto
che tu non vuoi
farlo”.
Tony
roteò gli occhi, si voltò.
“Ne abbiamo già parlato. Io lavoro da
solo”.
Steve
avanzò, scuotendo il capo.
“Questo non è vero da anni, Tony”.
Tony
sbuffò, allargò le braccia e si
allontanò dal vetro camminando per la stanza,
raggiunse il tavolinetto e afferrò una bottiglia.
“Senti, sono vivo e sobrio; quindi puoi anche chiudere il
discorso e tornare
alla tua missione”.
Steve
lo raggiunse, gli afferrò la bottiglia e la
ondeggiò.
“Non crederei che sei sobrio nemmeno se l'alcool test
risultasse negativo”
disse, con tono scherzoso.
Tony
sbuffò, incrociò le braccia e alzò la
testa, aggrottando la fronte.
“Sei tu il leader. Sei tu quello di cui ci fidiamo. Io servo
per i miei soldi,
le mie armi e il fatto che sono il migliore; non per coordinare un
gruppo”.
Steve
sospirò socchiudendo gli occhi, abbassò il capo
stringendo le labbra.
“Cambierai idea” sussurrò.
Lasciò la bottiglia sul tavolo, si voltò e
strinse
le spalline dello scudo.
“Ci vediamo tra due giorni” disse.
Tony
lo
guardò uscire, sospirò e si lasciò
cadere seduto sul divano affondando tra i
cuscini.
< Se pensa che tra due giorni avrò cambiato idea, si
sbaglia di grosso >
pensò. Stappò la bottiglia, sospirò e
ne bevve metà rovesciando il capo
all'indietro. < Non sarò mai il leader
degli Avengers >.
Udì dei fruscii, aggrottò le sopracciglia e
posò la bottiglia. Si alzò,
raggiunse la porta e vide la schiena di Natasha.
“Ehi! Che succede?” chiese.
Natasha
si voltò, spostò una ciocca di boccoli rossi
dietro l'orecchio e assottigliò lo
sguardo.
“Alcuni importanti dati presenti solo in cartaceo sono
spariti” spiegò. Steve
agganciò lo scudo al braccio, allargò le gambe e
aggrottò la fronte.
“Ci sono indizi? Tracce? Rilevamenti? La
sorveglianza?” chiese. Natasha scrollò
le spalle.
“Clint è andato sul posto per cercare indizi
insieme a due Mark per i
rilevamenti bio-chimici e termici. Le telecamere e tutti gli altri
mezzi di
sorveglianza sono stati disattivati, non hanno registrato
niente”.
Tony
incrociò le braccia, mugolò.
“Qualcuno deve averli hackerati. Quante persone sanno che
esistono anche
archivi cartacei fondamentali?”.
Steve
sospirò e si massaggiò la radice del
naso.
“Non devi ragionare così. L'HYDRA è
ovunque, chiunque potrebbe esserlo, è
inutile chiedersi chi lo sapesse e chi no”.
Natasha
si portò una mano al fianco.
“Però possiamo ricavare un elenco dei
sospetti”.
Tony
scosse il capo, e si passò la mano tra i capelli castano
scuro.
“No, ha ragione Cap. Se anche sapessimo chi aveva le
informazioni, non possiamo
essere sicuri che li conosciamo tutti, e inoltre se iniziamo una cosa
del
genere diffonderemo il panico. È meglio essere
discreti”.
Steve
sorrise, annuì e si mise lo scudo sulle spalle.
“Ora va meglio, Tony” approvò.
Natasha
sospirò, scosse il capo.
“State ancora litigando su chi è il capo? Andate
avanti da tre anni!” si
lamentò.
Tony
indicò con il mento Steve, ghignò.
“Andremo avanti finché il vecchietto non si
arrenderà” disse.
Steve
rise, e fece aprire l'ascensore.
“Il simbolo dell'America non conosce resa!”
esclamò. Entrò, si voltò e
guardò
Natasha socchiudendo le iridi azzurre.
“Tenetemi informato” ordinò.
Natasha
annuì, l'ascensore si chiuse.
Tony
sbuffò, incrociando le braccia.
<… E alla fine, decide sempre lui >
pensò. Sogghignò, scosse il capo e si
strofinò il pizzetto. < Meglio
così > si disse.