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Autore: violet_harmon    30/06/2014    1 recensioni
Vi siete mai domandati che cosa sarebbe successo se Tate Langdon non fosse mai diventato un pazzo e violento omicida ? Che cosa ne sarebbe stato dell’amore che univa questo giovane ragazzo e la sua amata Violet ? Che cosa ne sarebbe stato della loro storia ?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aprì gli occhi e rimasi sdraiata sul letto a fissare il soffitto, ci misi un po’ per riconoscerlo, anche se avevamo cambiato città da due settimane quel soffitto non riusciva ad essermi familiare.

Mi alzai controvoglia, mi vestì più lentamente del solito e scesi per andare a scuola.

<  Mi raccomando Violet,  cerca di farti dei nuovi amici. Lo so che può sembrare una cosa impossibile i primi giorni,  ma tu sei una ragazza speciale,  devi solo farti conoscere >  stare davanti a mia madre e ascoltarla dire tutte quelle cazzate era lo sforzo più grande che potessi fare, lei neanche si rendeva conto che se le persone mi avessero conosciuta davvero,  come diceva lei , non avrebbero esitato a fuggire a gambe levate.
Mio padre si offrì di accompagnarmi e appena arrivammo davanti alla scuola uscì di fretta dalla macchina per evitare un altro discorsetto su quanto io potessi essere bella,  simpatica e tutte quelle cose che un genitore dice per compassione e per auto convincersi.

L’aria era frizzantina,  per fortuna mi ero armata di un cappotto bello pesante;  questo periodo dell’anno era il mio preferito,  si ondeggiava tra l’autunno e l’inverno,  foglie che cadon ,  colori caldi ovunque.
Non avevo voglia di entrare,  e poi mia madre mi aveva detto che se avessi voluto avrei potuto cominciare anche qualche giorno più tardi ,  quindi ero lì solo per un giro di ricognizione.

Mi sedetti su un muretto completamente imbrattato da disegni osceni, tirai fuori il mio libro e mi accesi una sigaretta;  ero così presa dal mio libro che non mi accorsi del ragazzo alto e biondo che si era fermato proprio di fianco a me,  fino a che non si schiarì la voce.
< ciao >  lo guardai con aria interrogativa  < io sono Tate >  non avevo ben capito se era uno scherzo oppure se fosse lui ad essere proprio fuori  < io sono Violet >  la cosa più strana a questo punto,  fu che lui mi sorrise come se fossimo amici da un’eternità  < senti … Tate,  hai bisogno di qualcosa ?  >  <  no no, sto bene così,  grazie lo stesso  >  a quel punto mi rimisi a leggere .

Passarono alcuni minuti, e con la coda dell’occhio mi accorsi che quello strano ragazzo era ancora lì, impalato.

< Tate >  < dimmi, Violet  >  <  io sono nuova qui, non ho idea di chi tu sia, quindi è scortese importunarmi in questo modo,  chiaro ?  > lui mi guardò con un’ espressione strana, come se fosse scioccato, mortificato e divertito allo stesso tempo,  < oh dio.  Mi dispiace tantissimo,  io non volevo importunarti , è solo che …  >  < che cosa ? dai avanti parla > lui prese un mezzo respiro  < è solo che il muretto dove sei seduta è un muro commemorativo,  e non ci si potrebbe sedere > mi crollò il mondo addosso, anche se non conoscevo questo tizio mi sentivo così imbarazzata che sarei voluta scomparire, < cazzo. Tate mi dispiace,  i-io non pensavo , anzi non ne avevo idea  >  lui mi sorrise e questa volta mi fece piacere,  almeno ero sicura che non fosse incazzato,  < non ti preoccupare,  tu sei nuova, è normale.  > senza dire altro,  presi la mia borsa e me ne andai il più velocemente possibile.

Quando venne mio padre a riprendermi ancora mi portavo dietro quel senso di vergogna che quello schizzato mi aveva fatto provare,  e iniziai ad odiarlo.

< Ti vedo turbata > disse mio padre ed io per risposta  alzai gli occhi al cielo e guardai fuori dal finestrino dell’auto  < Violet,  lo sai che con me puoi parlare di tutto vero ?  Andiamo, dimmi che cosa ti turba  >  < papà potresti evitare di psicoanalizzarmi in macchina per piacere ? > < come vuoi tu, ma vedi io e tua madre siamo molto preoccupati per te Violet;  vorremmo che almeno questo volta riuscissi ad ambientarti per bene,  senza avere tanti problemi  >  <  e perché dovrei farlo ? per permettervi di andare in giro a spettegolare con i vostri amici di quanto sia perfetta vostra figlia e di tutti gli hobby che ha ? >  <  Violet  ti prego, non dire così,  lo sai che non è vero  >   <  certo che non lo è, da quando  ti sei scopato quella sciacquetta tu e la mamma non avete più amici  >  < ADESSO BASTA!  HAI CAPITO VIOLET ? LA DEVI SMETTERE DI COMPORTARTI COSì ! IO E TUA MADRE STIAMO PROVANDO A RIALLACCIARE IL NOSTRO RAPPORTO MA TU NON SEI DI ALCUN’AIUTO !  > fortunatamente, mentre quel coglione di mio padre mi stava urlando contro, ci eravamo fermati ad un semaforo e questo mi permise di scendere e di lasciarlo lì come un povero idiota.
Non avevo idea di dove andare, quella città era così grande che mi sarei potuta perdere in un batter d’occhio, quindi decisi di seguire i cartelli che indicavano la presenza di un parco.
  
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