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Autore: Corvo_Nero    01/07/2014    2 recensioni
Nel silenzio della notte, la luna piena si rifletteva negli occhi spalancati e vitrei del corpo che galleggiava nelle acque del lago, la bocca socchiusa, un rivolo di sangue che usciva dalle labbra e dal naso, la tunica con una larga macchia brunastra e una freccia che usciva dal petto; solo i versi degli animali notturni rompevano quella quiete, e lentamente il corpo iniziava a affondare, cogli occhi sempre rivolti verso la luna, e con una mente ancora lucida che stava ripercorrendo gli eventi delle ultime ore…
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le porte del villaggio si chiusero con un sordo cigolio e le sentinelle abbassarono il largo tronco necessario per bloccare l'accesso. Il Capitano Rikard continuava a dare ordini ai soldati, riflettendo sugli ultimi che aveva ricevuto. Pochi giorni prima, la sua guarnigione era impegnata in esercitazioni presso una delle fortezze al confine e un messaggero dalla capitale lo avvisò di notizie preoccupanti: una sola frase in codice, riguardante le mosse di uno dei nobili di quella provincia aveva messo in allarme il Re.
Giunsero alla periferia di RavenMoon il giorno prima e fecero irruzione nella villa di quel nobile; il loro arrivo evidentemente era previsto dato che lo trovarono impegnato a progettare la propria fuga nel regno vicino, Ebones. Accortosi dell’arrivo dei cavalieri, il nobile tentò di scappare, ma un arciere a cavallo riuscì a ferirlo e fermarlo. Rikard e un suo attendente lo raggiunsero e, secondo le leggi in vigore in quel regno, lo decapitarono sul posto per alto tradimento contro la corona. Il Capitano Nero svolse l’incombenza con scarso interesse: non era certo il primo processo sommario per tradimento, tuttavia tra i vari insulti che il traditore lanciò loro contro, distinse anche due parole che lo impensierirono: "Stanno tornando". Avrebbe voluto saperne di più ma la dura consegna in questo genere di situazioni era ferrea: divieto assoluto di interrogare i condannati. Si sentiva come un volgare boia in quei momenti ma ormai era abituato ad obbedire ed eseguire gli ordini senza discutere; inoltre, per le due settimane a venire, avrebbe dovuto fare da balia a un branco di incapaci male addestrati.

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Era tardo pomeriggio quando il carro lasciò RavenMoon; sul campanile della chiesa una magra figura vestita di nero osservò la scena con un paio di occhi dorati, unico dettaglio del volto celato da una sinistra maschera di metallo e un aderente vestito di pelle nera intarsiata. Un sibilo simile a un sussurro, un sospiro, un lamento, emanato da quella maschera nera, impugnò il suo arco e scagliò un'altra delle sue malefiche frecce lontano nella vallata; dopo poco essa raggiunse il suo bersaglio e un tremendo nitrito di dolore ruppe il silenzio della vallata. Toccando con una mano guantata la superficie solida del campanile, la Maschera attraversò la parete come se fosse acqua, il muro di pietra tremolò come la superfice di uno stagno rotta da un sasso lanciato dalla riva, per poi tornare semplice roccia.

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Seduto sullo scomodo pianale del carro, Syd tranquillamente si godeva il dondolio delle ruote di legno sulla strada dissestata. Tra non molto avrebbero raggiunto la strada imperiale, e poi sarebbe stato semplice andare sempre dritto per raggiungere Eastar; prevedeva che dopo una breve sosta notturna, avrebbero raggiunto la Capitale per il mattino del giorno successivo. La ferita aveva smesso di far male, ma notava che la macchia scura si stava allargando sempre più e la cosa iniziava a preoccuparlo.  Non ricordava l’ultima volta che provò un senso di preoccupazione, o addirittura paura, ma quella ferita che non accennava a guarire e che gli provocava dolore iniziava a disturbare la sua mente, a riempirla di innumerevoli pensieri. “Inizio ad avere lievi tremori agli arti e una sensazione di freddo, come se si stesse infettando, nulla di più assurdo nel mio caso; una persona normale non avrebbe dubbi su come agire, io invece devo affrettarmi a tornare da lui…”
Seduta a cassetta, anche Alyss aveva le sue preoccupazioni: le ultime rivelazioni sulla sua vita le avevano fatto passare l'appetito; le piccole mani stringevano le redini del vecchio cavallo che tirava il carretto, reggendosi ad esse come si aggrappava ai ricordi, ai lunghi anni spensierati della giovinezza trascorsa con un uomo che aveva sempre chiamato padre, ma era tutta un’illusione, si diceva. In una sola notte Alyss era cresciuta: non era più una bambina ormai e quando sarebbe arrivata a Eastar, quando avrebbe scoperto tutta la verità, o qualunque cosa le avesse detto la sua madre adottiva, sarebbe diventata un'altra persona, con nuovi obiettivi nella vita.
Alle loro spalle il sole stava per tramontare e Syd suggerì di accostare al lato della strada vicino a un piccolo fiume per bivaccare e far riposare il cavallo. << Passeremo la notte qui, sarà un po' scomodo ma temo che il tuo ronzino abbia proprio bisogno di una sosta>>, disse Syd accarezzando il fianco sudato e magro dell'anziano animale. Coi polpastrelli poteva avvertire il respiro affannato e le ossa sporgenti.
Mentre aiutava Alyss a scaricare qualche provvista e l'attrezzatura per piantare un campo, ripensava al suo baio: dopo l'incidente alla cittadella ne aveva perso le tracce, e sulla sua groppa aveva il proprio bagaglio. Con sé non aveva altro che un paio di coltelli da lancio, tutto il resto delle sue armi si trovavano nella bisaccia da sella. “Non sento più il suo odore, chissà cosa gli sarà accaduto…”. Syd era molto legato a quell’animale e si ripromise di tornare a cercarlo una volta risolto quel fastidioso problema.

Dopo mezz'ora la cena era quasi pronta: carne essiccata e radici bollite. Syd stava per ridurre la fiamma del falò quando sentì un tenue brivido lungo la schiena...  “Qualcosa si sta avvicinando velocemente, qualcosa di tremendo e oscuro!”
 Anche il cavallo di Alyss iniziò a dare segni di nervosismo, la ragazza si alzò dal giaciglio per andare a rassicurarlo ma Syd la fermò con un urlo: << Resta vicino al fuoco, non muoverti da lì! >>
Scrutava le tenebre intorno a loro in cerca dell'origine della oscura sensazione, in lontananza gli parve di scorgere due occhi giallastri in cima a una collina. Stava per mettere a fuoco quando un rumore inumano simile a un verso animalesco lo distrasse: gli parve un nitrito di cavallo ma nettamente diverso, come se fosse a metà tra un lamento e una risata.
Iniziò a sentire galoppare dal ciglio della strada e vide una grande sagoma fosforescente, due occhi verdi e luminosi che lo fissavano; un essere spettrale si stava avvicinando a loro a gran velocità, diretto verso Syd che fece appena in tempo a tuffarsi a terra per evitare di venir travolto da quella "cosa".
Alyss al riparo vicino al fuoco urlò per la sorpresa e l'orrore. Ora che era illuminata dalla luce delle fiamme si poteva vedere chiaramente con cosa avevano a che fare: di fronte ai loro occhi si ergeva l’immagine evanescente di un cavallo di pelle scura, con le orbite oculari scavate, pupille luminose come lanterne, avvolta in un'aura spettrale; la creatura era bardata con sella e finimenti neri che Syd riconobbe immediatamente come suoi: si rese quindi conto che aveva di fronte il suo cavallo trasformato in un morto rianimato!
 La bestia lo fissava negli occhi e scalciava a terra pronto a caricare nuovamente verso il suo padrone allo scopo di travolgerlo; malgrado la situazione svantaggiosa Syd riuscì a mantenere il sangue freddo: sfoderò dalla cintola i due piccoli pugnali e corse verso il mostruoso cavallo con l'intento di tranciargli i tendini delle zampe per immobilizzarlo, o quantomeno rallentarlo. Evitando per un soffio un colpo di zoccolo diretto verso la sua testa con una scivolata, Syd ferì con un fendente lo stinco del cavallo; sentì distintamente la lama scavare le carni e i muscoli, tuttavia la mobilità del cavallo spettrale non ne risentì e Syd dovette velocemente allontanarsi per evitare di essere schiacciato e calpestato.
Rimasti a una distanza di pochi metri il cacciatore e la preda (chi dei due era uno e chi l'altra?) si fissavano negli occhi; il cavallo nitriva e rideva della sua superiorità, mentre l’uomo rimaneva in guardia sulle sue gambe pronto a evitare un'altra carica della bestia, stringendo con mano ferma i due pugnali. Deciso a rompere quello stallo prima che il mostro tirasse fuori altre sorprese, Syd tracciò nell'aria dei segni con tre dita della mano e una violenta raffica di aria bollente investì il cavallo che iniziò a barcollare, stordito da quell'onda d'urto rovente. Quando iniziò a scalciare a caso e a nitrire con rabbia, Syd ne approfittò per saltargli in groppa, scattando verso di lui con una velocità fulminea e conficcandogli nel collo entrambi i pugnali per rimanergli saldamente aggrappato. La bestia infuriata scalciava, si dimenava, urlava con tutte le sue forze ma il coraggioso cavaliere non si fece sbalzare via dalla sella.
Nella concitazione del momento la mente di Syd ebbe comunque il tempo di notare due cose: la sua borsa era ancora appesa alla sella con tutti i suoi averi e sul fianco del cavallo era conficcata una freccia nera, come quella che aveva ferito lui dopo quella infausta notte; la rimosse con uno strattone deciso e per poco non gli saltarono i timpani dall'urlo animalesco che ne seguì, ma notò che fu sufficiente a far perdere un po' le forze al cavallo rianimato. Syd ne approfittò per aprire la borsa e sfoderare una delle sue armi: un pugnale ricurvo con lama in argento. Prese velocemente la mira e lo conficcò nel fianco dell'animale che urlò a squarciagola; infine saltò via dalla sella con la borsa da viaggio in una mano e osservò il mostro agonizzante sul prato, scarsamente illuminato dal suo bagliore spettrale e dal falò da cui Alyss aveva assistito a tutta la scena terrorizzata e completamente impietrita.
<< Sei tenace, a quanto pare l'incantesimo che ti ha riportato in vita era estremamente potente >> disse il ragazzo con un lieve sorriso sul volto mentre osservava il mostro avere ancora le forze di strisciare verso di lui, ringhiando con versi che non richiamavano più quelli di un normale cavallo, ma più qualcosa di demoniaco e ultraterreno. Un orecchio attento avrebbe potuto distinguere il nome di Syd in quei raccapriccianti suoni, pronunciato da una voce femminile.  
<< Vediamo di farla finita, una volta per tutte. A breve, almeno tu sarai libero per sempre, Zoroastro. Grazie di tutto >>, disse infine il giovane, che tracciò in aria segni diversi dai precedenti e un cerchio di fiamme bluastre circondò il mostro divorandone il corpo in breve tempo. Del cavallo rianimato non rimase un cumulo di cenere.
Syd si guardò intorno alla ricerca di altre minacce quando all'improvviso una voce che non udiva da chissà quanto tempo risuonò nella sua testa: "Non puoi fuggire in eterno, non puoi nasconderti all'infinito, tu ci appartieni".
I due occhi dorati che avevano osservato gli eventi da lontano sparirono nel buio della notte.

L'assassino fece ritorno al focolare dove era rimasta al sicuro la giovane Alyss che lo fissava terrorizzata; impugnava un bastone infuocato e lo puntava verso Syd che non fu affatto lieto di aver dovuto fronteggiare quella creatura di fronte a lei. Avrebbe dovuto darle qualche spiegazione, ma prima bisognava decisamente calmarla.
Le mani che stringevano la rudimentale torcia tremavano ed era sull'orlo delle lacrime << C-che cosa era quella ... cosa?? Come hai fatto a ucciderla? Quella luce non era un fuoco normale e lo hai fatto apparire dal nulla! Cosa era?? COSA SEI TU?? >> Alyss non si accorse neanche che Syd non era più di fronte a lei ma alle sue spalle e con un colpo ben assestato la disarmò del bastone e la strinse a sé bloccandole i polsi.
<< Calmati, hai ragione, hai diritto a una spiegazione visto che tutto sommato dovremo trascorrere del tempo insieme viaggiando verso Eastar, ma deciderò io cosa, come e quanto dirti; ti chiedo solo di fidarti di me, dopotutto ti ho appena salvato la vita. >>
La giovane tremava come una foglia, tentava invano di liberarsi dalla presa di Syd, fino a che non perse le forze per la paura e si accasciò in ginocchio. Il ragazzo le posò calmo la mano sui rossi capelli spettinati. << Il mondo fuori dal tuo piccolo villaggio è ben diverso da come te lo eri immaginato, e purtroppo accade sempre più frequentemente di assistere a qualcosa di così poco umano, dopotutto anche il concetto stesso di "umano" non è ben definito >>, disse Syd, sorridendo leggermente al ricordo di molti eventi ben più spaventosi che aveva visto e vissuto.
Seppur più calma, ma non meno spaventata, Alyss chiese cosa volesse dire con quelle parole.
 << L'interessante spettacolo a cui hai tuo malgrado preso parte non è che una inezia di ciò che accade realmente a questo mondo: niente è come sembra, e io ho assistito ad ogni singolo mutamento che ha avuto luogo in queste lande maledette, da quasi cento anni... Sì, Alyss, neppure io posso considerarmi umano, pur avendone l'aspetto>>.
La ragazza ammutolì a quella spaventosa rivelazione.
  
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