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Autore: Pandora86    01/07/2014    3 recensioni
Spoiler quinta stagione.
Artù e Merlino. Il re e il mago. Due facce della stessa medaglia.
Due anime legate da un filo indissolubile che finisce, inevitabilmente, per spezzarsi in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma forse, era finalmente giunto il tempo in cui le due facce della medaglia avrebbero potuto riunirsi, portando a termine il proprio destino.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Nel futuro
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Ecco il nuovo capitolo.
Come sempre, grazie per le bellissime recensioni.
Grazie anche a chi continua a inserire la storia tra le preferite le seguite e le ricordate.
E, ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Per adesso, buona lettura.
 
 
Capitolo 21. Controversie
 
“Non avrai esagerato?” chiese Lenn vedendo l’altro entrare.

“E tu hai deciso di farmi un agguato in bagno?” rispose Kyle avvicinandosi al lavandino, dopo essersi tolto la giacca e averla lanciata all’altro con noncuranza.

Lenn sorrise benevolo vedendo l’altro aprire l’acqua e rilassare il volto mentre si rinfrescava le mani.

“Ho fatto il mio dovere, come tutti voi!” esclamò dopo un po’ Kyle, chiudendo gli occhi e lasciando a lungo le mani sotto l’acqua corrente.

L’acqua era l’elemento che aveva scelto per poter diventare un essere umano.

Ed era sempre l’acqua, in qualsiasi forma, a dargli sollievo e farlo rilassare dopo un avvenimento importante.

“D’altro canto, sai che sono quello più adatto a ricoprire un ruolo del genere” parlò ancora, aprendo gli occhi.

“Lo so” costatò Lenn.

“Oh, andiamo Lennuccio” lo sfotté l’altro.

“Non mi dire che ti dispiace che sia io a fare il cattivo!” esclamò, ben capendo i pensieri dell’altro.

“Sì” ammise Lenn senza problemi.

“Mi dispiace molto, in verità!” aggiunse, con un sorriso.

“A me, invece, neanche un po’” lo contraddisse Kyle.

“Artù mi sta realmente antipatico, sin dai tempi di Camelot. Non per niente, ho scelto di affiancare il Mago e non il Re” confessò.

“Non ho mai sopportato i tipi tutti muscoli e niente cervello, avendo io una mente fuori dal comune per intelletto” ragionò, lasciando le sue mani gocciolare per un po’ prima di asciugarle.

“È vero!” confermò Lenn.

“Comunque, avremo stasera la conferma se le mie parole hanno sortito il loro effetto” ragionò Kyle asciugandosi le mani.

“Anche se non ho dubbi a riguardo” e ghignò.

“Lo sospettavo!” gli diede ragione Lenn porgendogli la giacca.

“Che Gabrielino assuma il ruolo del capo fra noi, glielo lascio volentieri” parlò ancora Kyle.

“Ma non mi batte nessuno nelle manipolazioni” e rise.

“Inoltre” e ritornò serio, “sai bene che se il Re, ai tempi di Camelot, poteva permettersi di fare l’idiota, facendo portare avanti il Regno a qualcun altro” e fece una pausa, “ora non può più farlo”.

Lenn confermò con il capo.

“È vero” parlò.

“Questo è uno dei motivi per cui non li abbiamo mai contattati, in passato” aggiunse serio.

“Un passo falso, se il Re è indeciso, e Merlino viene distrutto” costatò Kyle in maniera pratica, indossando la giacca e osservando il suo aspetto allo specchio.

“Ma io non permetterò che accada” e ghignò cattivo.

“Il Re avrà un valido avversario” sorrise Lenn, ben coscio dei propositi dell’altro.

“Lasciamoglielo credere” rispose Kyle mentre si aggiustava i capelli.

“Quando una cosa è combattuta, la posta in gioco ci sembra infinitamente più grande” concluse furbo e uscì.

Lenn sorrise mentre costatava che, nonostante tutto, le cose sembravano finalmente volgere al meglio.
 


Casa di Artù – Sera
 


“Quindi, Merlìha e Gabriel sono i fratelli” ragionò Lance nella cucina dell’Antico Re.

“E Kyle è quello che porta la pietra di Granato” aggiunse Artù.

“L’hai vista?” chiese Lance interessato.

“No” rispose l’altro.

“Ma dai suoi modi è stato facile intuirlo!” costatò con ovvietà.

“Che pezzo di -” incominciò Lance, venendo però fu interrotto da un cenno di mano dell’altro.

“Per piacere!” lo pregò Artù, massaggiandosi gli occhi.

La giornata era stata estenuante, dopo aver incontrato i Guardiani.

Certo, tutto si era svolto nella normale routine lavorativa ma era il cuore di Artù a essere pesante.

Aveva solo mandato un semplice messaggio a Lance, chiedendogli di non fare domande e di raggiungerlo, verso sera, a casa sua.

Poi, aveva cercato di fare finta di niente e, almeno questo, credeva di averlo fatto bene.

Con la coda dell’occhio, aveva osservato Gwaine mentre parlava con Kyle o forse, era meglio dire che Gwaine non faceva altro che domandare qualcosa a Kyle, mentre questi si limitava a sorridergli paziente.

Aveva sbuffato, a quella scena, senza però dire nulla.

Non provava antipatia per Kyle. Come avrebbe potuto, d’altronde?

Era stato lui ad accompagnare nella storia colui che Artù cercava nel secolo attuale.

Lui non aveva mai provato antipatia per Kyle, né ora che conosceva il suo nome, né in precedenza, quando aveva ascoltato le sue gesta.

Perché mai avrebbe dovuto, visto che Kyle difendeva i suoi interessi?

D’altro canto, Artù preferiva le persone che manifestavano in maniera diretta i propri pensieri, piuttosto di coloro che usavano innumerevoli frasi senza concludere nulla.

O, peggio ancora, quelli che adulavano in maniera svenevole, nascondendo così quello che provavano.

No, Artù non aveva mai sopportato l’ipocrisia, né a Camelot, dove era il Re, né nel secolo attuale dove dirigeva una multinazionale.

E poi, Artù si rendeva perfettamente conto di non essere più un ragazzino e che, di conseguenza, doveva provare a vedere le cose con oggettività, senza lasciarsi influenzare dalle sensazioni.

In fondo, non aveva mai avuto la certezza di essere accolto a braccia aperte.

Poi, perché mai i Guardiani avrebbero dovuto averlo in simpatia?

Lui, nel secolo attuale, non era altro che un semplice uomo e solo perché Merlino, a Camelot, gli aveva fatto da servitore, non voleva dire che tutti dovessero inchinarsi al suo passaggio.

Se a questo, ci aggiungeva che i Guardiani erano attualmente le persone più potenti del pianeta (questo e altri) beh, allora, perché avrebbe dovuto pretendere qualcosa di cui non aveva diritto?

Già, l’antipatia di Kyle era motivata. Evidentemente, considerando che, a detta della Dama, la potenza del Mago era sempre stata una calamita per lui, uno dei Guardiani più promettenti e potenti, evidentemente non aveva mai mandato giù il ruolo che Merlino aveva avuto a Camelot.

Le motivazioni di Kyle erano semplici: non capiva perché un essere così potente stesse all’ombra di qualcuno meno potente di lui.

Chissà come dovevano apparirgli ridicoli gli esseri umani, nei loro problemi quotidiani, aveva valutato Artù osservando Gwaine parlare con Kyle.

Per questo aveva sbuffato vedendo quella scena.

Tutto l’ufficio si era accorto di come Gwaine cercasse sempre di fare lo splendido con Kyle.

D’altro canto, erano tutti abituati alle continue conquiste di Gwaine e ai suoi continui corteggiamenti a persone che fossero sufficientemente carine.

Non per niente, Artù aveva scelto di avere Ginevra come segretaria. Già gli bastavano gli occhi dolci di Gwaine alle centraliniste, figuriamoci se lo avesse avuto davanti ogni giorno, mentre corteggiava la propria segretaria.

Quello che però Gwaine non sapeva, era che ci stava provando con la persona sbagliata.

E sinceramente, ad Artù bastava l’opinione che Kyle aveva di lui senza doverci aggiungere anche l’idiozia di qualcun altro.

Poi, dopo questi pensieri, aveva osservato Lenn seduto, serio e concentrato, alla sua postazione.

Ecco perché gli aveva detto quelle frasi.

Ecco perché Artù aveva trovato facile con lui parlare; quello che indossava lo Zaffiro, segno di calma e di comunicazione.

Poi, il suo sguardo si era spostato su Ginevra che scherzava con Merlìha.

La sorella di Gabriel.

Ecco perché Ginevra la trovava così simpatica e perché la ragazza fosse così entusiasta di lavorare con loro.

A detta della Dama, Merlìha adorava il ventesimo secolo, visto che lei lo conosceva sin dai tempi di Camelot.

Cosa pazzesca a pesarci eppure, i fatti erano questi.

Ecco perché era così disponibile e allegra: doveva trovare molto divertente poter vivere nel suo secolo preferito come una normale umana o, comunque, fingere di farlo.

Ecco… finalmente Artù conosceva i loro volti.

Finalmente, nonostante l’antipatia di Kyle, i Guardiani si erano manifestati a lui.

Ora stava ad Artù dimostrare loro il suo valore e lui, Antico Re di Camelot, non vedeva l’ora di mettersi in gioco.

Perché, sia in questa, sia nell’altra vita non aveva mai voluto regalato nulla.

Di conseguenza, l’antipatia di Kyle non era altro che un ulteriore sprono per poter dimostrare il suo valore.

Perché, guadagnare la stima di qualcuno che ci considera meno di niente, è infinitamente più soddisfacente di guadagnare il rispetto di una persona che ci ammira solo per il titolo che si porta.

Lo pensava quando era un Re.

Lo pensava ora, che era un semplice essere umano con un mucchio di soldi.

Perché, anche se non aveva poteri magici, aveva conservato il suo intelletto e i suoi ricordi
sviluppando, di conseguenza, una saggezza e una conoscenza fuori dal comune.

Cos’era per lui una semplice trattativa economica con un affarista, considerato che, in passato, progettava strategie ben più complesse per difendere il suo Regno?

“Sarà anche un Guardiano, ma nessuno lo autorizza a trattarti come una pezza da piedi” lo distolse Lance dai suoi pensieri, mentre continuava la sua arringa verso Kyle.

“Protegge i suoi interessi, Lance” rispose a tono l’altro.

“Non mi sembra che tu sia un nemico!” non si arrese l’ex - cavaliere.

“E allora?” provò a farlo ragionare Artù.

“Solo perché siamo dalla stessa parte, non vuol dire che debba stargli per forza simpatico” rispose con oggettività.

“Sì, ma –”.

“Ascoltami” lo interruppe Artù. “Quando eri a Camelot, e combattevi per il Regno, non c’è mai stato un cavaliere che ti stesse antipatico?” gli domandò, con tono ovvio.

“Certo” rispose Lance. “Ma che c’entra?”.

“C’entra che, una cosa è essere nemici e un’altra, sono i gusti personali” provò a farlo ragionare Artù.

“Le simpatie e le antipatie sono soggettive” continuò ancora.

“Ed io non posso pretendere di piacere a tutti. E poi, se fossi stato un nemico, dubito che sarei ancora tra i vivi, quindi, non perdiamo tempo a parlare di cose senza senso” lo implorò con tono stanco.

“Come siete saggio, Sire!” lo sfotté Lance, capendo il suo punto di vista.

In fondo, Artù aveva ragione.

E anche il suo atteggiamento era quello giusto.

Nonostante si fosse guadagnato l’antipatia di uno dei guardiani più scaltri, faceva finta di nulla per quello che riteneva il bene comune.

Perché, se erano tornati, e i guardiani avevano deciso di palesarsi, allora forse avrebbero anche conosciuto il loro vero scopo.

E, come ogni stratega sa, di fronte a un male comune, le opinioni personali vengono messe da parte.

“Avrei voluto esserlo in altri tempi” rispose Artù dopo qualche istante, interrompendo il corso dei suoi pensieri.

“E poi” aggiunse lentamente.

“Cosa?” lo invitò a continuare Lance.

“Io credo volesse mettermi alla prova” rifletté Artù.

“Quasi come se volesse assicurarsi la mia lealtà” aggiunse lentamente.

“Credo che questo punto sia fuori discussione” lo contraddisse Lance.

“Sei sempre stato dalla parte dei buoni” aggiunse, a favore della sua tesi.

“Non quel tipo di lealtà” lo corresse Artù.

“Che vuoi dire?” domandò allora Lance, non seguendo il ragionamento dell’altro.

“È difficile da spiegare” scosse la testa Artù.

“Provaci!” lo incitò l’altro.

“Vedi…” incominciò, interrompendosi subito dopo per raccogliere le idee.

Lui” e marcò la parola, sapendo che non c’era bisogno di specificare il soggetto, per interrompersi ancora subito dopo.

Come spiegare a Lance quello che aveva colto nel dialogo con Kyle?

Come spiegargli quello che realmente Kyle sembrava volergli fare capire?

Lui ha dei validi alleati con sé. Alleati che lo hanno allevato e istruito”.

“I Guardiani” costatò Lance annuendo.

“Già” confermò Artù.

“Gabriel, Lenn e Merlìha hanno preparato il tempo per la sua nascita” ragionò Artù. “Mentre Kyle lo ha addestrato, facendogli capire la sua vera potenza” parlò ancora.

“Sì, questo lo abbiamo sempre saputo” confermò ancora Lance.

“Certo, ora sappiamo i nomi e i volti, ma abbiamo sempre saputo come le cose fossero andate” aggiunse.

“Ti ricordi quando la Dama istruiva le nostre anime?” chiese Artù improvvisamente.

Lance annuì con il capo, sapendo che Artù aveva in mente qualcosa in particolare.

“Noi siamo stati preparati. Non ti sei mai domandato realmente perché?” chiese ancora Artù.

“Io sì!” rispose poi, non dando all’altro il tempo di ribattere.

“Perché è stata necessaria una preparazione?” domandò ancora il Re, infervorandosi.

“Per conoscere chi realmente avremmo avuto di fronte” rispose Lance, in tono ovvio.

“Conoscere, certo” approvò Artù.

“Ma soprattutto, per non ostacolarlo” sussurrò appena.

“Come avremmo potuto ostacolarlo?” chiese Lance dubbioso.

“Non parlo sul piano della magia” scosse la testa Artù.

“Ma della nostra stupidità. Avremmo potuto ostacolarlo con la nostra poca conoscenza su determinati argomenti. E non mi riferisco alle battaglie, quanto piuttosto alle nostre eventuali domande inopportune” concluse il Re.

“Comincio a capire” parlò Lance, seguendo il ragionamento dell’altro.

“Ora è circondato da persone che, quando parla, non obiettano. O comunque, se lo fanno, è per dare il loro parere, non perché non si fidano di lui” aggiunse Artù, spiegando i suoi pensieri.

“Anche noi, però, ci fidiamo” obiettò Lance.

“Ma loro conoscono la sua vera potenza. Noi no” provò a fargli capire il Re.

“E Lui non deve stare lì a spiegare cose stupide” parlò ancora.

“Parlano tutti la stessa lingua” riassunse il cavaliere, capendo il ragionamento dell’altro. “Ma questo, cosa c’entra?” chiese poi dubbioso.

“Ti ricordi quando la Dama ci parlava di Kyle?” chiese ancora Artù.

“Certo!” annuì Lance.

“Il Guardiano più potente e più scaltro. Colui che ha scelto il Mago più potente di tutti i tempi per entrare nella storia” riassunse brevemente l’ex – cavaliere.

“Appunto! Che ha scelto!” s’infervorò il Re.

“Lo ha scelto lui, Lance. Ragiona su questo! Fra tutte le epoche, e tutti i personaggi storici, ha scelto lui!”.

“Quindi… “ incominciò Lance.

“Dici che è per questo, che ti ha detto quelle cose?” domandò.

“Vuole che io riconosca chi è realmente. Vuole che io capisca chi sto cercando. Vuole che prenda atto della sua vera potenza” parlò ancora Artù.

“Pensa, Lui che ha attirato l’attenzione di uno dei guardiani più potenti” concluse, incrociando le braccia e scuotendo la testa.

“Se gli altri hanno guidato il suo tempo perché era stato assegnato loro e hanno scelto di accompagnarlo perché gli si sono affezionati, Kyle lo ha fatto di sua iniziativa, immischiandosi in una storia già conclusa” capì finalmente Lance.

“Lo ha scelto perché lo considera suo pari. Lo ha scelto perché nutre interesse nei suoi confronti” parlò ancora l’Antico Re, sospirando di fronte alla nuova realtà che gli era stata posta dinanzi.

“Ma c’è una profezia che vi lega” obiettò Lance.

“Siete due facce di una stessa medaglia” terminò, scrollando le spalle.

“E credi che a Kyle importi qualcosa?” domandò Artù sarcastico.

“La Dama ci ha sempre parlato di loro. Se i tre guardiani che hanno curato il suo tempo, hanno fatto di tutto per assecondare questa profezia –”.

“A Kyle, invece, non importa!” concluse per lui Lance.

“La Dama ci ha sempre sottolineato questo suo carattere così particolare” ragionò ancora L’antico Re.

“A Kyle non interessa nulla, a meno che non sia qualcosa che lo aggrada. Ed è dalla parte del bene, perché Lui è il bene” sottolineò Artù.

“Quindi, non gli importa neanche di tutte le profezie che vi riguardano, se è interessato a Lui” aggiunse Lance con rammarico.

“Mi ha invitato a farmi da parte, Lance. Ma non come Antico Re quanto, piuttosto, come uomo” disse Artù.

“Perché è interessato a Lui. E ha avuto mille anni per stargli accanto!” concluse, incrociando le braccia.

“Adesso si spiegano le parole che ti ha rivolto e l’antipatia nei tuoi confronti!” disse Lance.

“Ti ha sfidato su un piano personale, invitandoti a lasciar perdere una persona cui lui tiene” concluse.

“Già” non poté fare altro che confermare Artù.

“È stato Gabriel a illustrarmi la loro posizione, e a darmi istruzioni che riguardano la cosa contro cui stanno combattendo. Kyle mi ha parlato di questioni personali. Questioni che riguardano lui, nella sua sfera privata, e non il bene o il male” concluse, massaggiandosi gli occhi.

“Per questo ti ha parlato quando Gabriel era già andato via” costatò Lance.

“Se le cose stanno così, allora, cosa hai intenzione di fare?” domandò poi.

“Non lo so!” ammise l’antico Re.

“O meglio”, si corresse, “so che adempirò il mio scopo, quando sapremo il motivo per cui siamo tornati”.

“Come faremo tutti, del resto” aggiunse Lance.

“E come farà anche Kyle, dando sicuramente il meglio di se e lasciando da parte l’antipatia che ha nei miei confronti” ci tenne a puntualizzare Artù.

“Ovvio che darà il meglio di se” approvò Lance.

“Essendo Lui dalla parte del bene, vorrà pavoneggiarsi ai suoi occhi, primeggiando sempre e comunque” aggiunse, storcendo la bocca.

“Ma, tralasciando questo, sulla quale non avevo dubbi, cosa hai intenzione di fare con
Lui?”domandò Lance, ben sapendo quali fossero i sentimenti dell’ Antico Re verso il Mago.

Artù sorrise prima di rispondere.

Lo voglio” rispose con decisione.

“E non intendo farmelo portare via, quando finalmente riuscirò a incontrarlo. Dovesse volerci
l’intera vita per conquistarlo” e strinse i pugni.

“Non mi farò battere da nessuno, Lance” affermò ancora.

“Anche se devo combattere contro un guardiano, per la conquista del suo cuore” e incrociò le braccia.

Lance sorrise ma non disse nulla.

Negli occhi di Artù era tornata l’antica luce: quella del Re.
 

***
 

“Come volevasi dimostrare!” esclamò allegro Kyle, guardando all’interno della sua pietra.

“Non avevo dubbi a riguardo” esclamò Lenn sorridente, al suo fianco.

Quella sera, per l’osservazione, si erano appostati appena fuori casa di Artù.

Con il potere che covavano dentro i loro corpi, avrebbero potuto osservarli anche in un continente diverso. Tuttavia, il precario equilibrio magico del pianeta non lo consentiva e loro limitavano, oramai da secoli, il loro immenso potere.

“Perché non c’è Gabrielino – ino – ino?” piagnucolò Kyle.

“È andato alla villa, a controllare che fosse tutto apposto” rispose Lenn scuro in volto, certo che l’altro avrebbe capito la gravità di quell’affermazione.

“Scommetto che la sua energia magica è ancora più squilibrata, da quando siamo andati via” affermò Kyle interrompendo le sue osservazioni e poggiandosi con le spalle al muro.

“Non sbagli, purtroppo” rispose Lenn sconsolato.

“Se avesse contatti con il Re in questo momento, il suo corpo correrebbe seri pericoli” disse ancora Kyle.

“Per questo, dobbiamo assicurarci che il cuore del Re sia integro nei suoi sentimenti” completò per lui la frase Lenn.

“Dì la verità, quando Gabriel diede inizio al tempo di Camelot, non pensavi fosse così difficile realizzare la profezia” ghignò Kyle.

“No!” ammise Lenn.

“Ho avuto io l’idea che i loro cuori fossero complementari” parlò ancora, tornando con la mente a ricordi lontanissimi.

“Eppure, non pensavo fosse così difficile fare ricongiungere le due metà!” terminò pensieroso.

“Molto ingenuo” lo rimproverò bonariamente Kyle.

“Era da prevedere che una delle due metà non sarebbe stata pronta, visto la pietra che indossa” parlò ancora con realismo.

D’altro canto, non aveva dimenticato come si faceva a essere un Guardiano.

E non aveva neanche dimenticato che era il migliore quando colui, che ora gli stava accanto, era solo un ragazzino alla sua prima missione.

“Tu, invece, lo avevi previsto” affermò Lenn con un sorriso.

“Avevo già centocinquanta anni” costatò Kyle con ovvietà.

“E voi avete pensato solo alle anime che, effettivamente, si sono riconosciute e ricongiunte, anche se per poco, alla morte del Re” spiegò.

“Peccato che siano i corpi, governati dalla mente, a creare problemi” parlò ancora con serietà.

“Gli esseri umani sono in continuo contrasto con se stessi, opponendo mente e cuore. Ed era prevedibile che una metà non sarebbe stata pronta. Avete affrontato solo il problema del Re, preoccupandovi di istruire la sua anima affinché potesse affiancare quella del Mago” e ridacchiò bonario.

“Ma non avevate considerato che l’altra metà, quella di Merlino, dopo mille anni e dopo essere diventato il portatore legittimo del suo anello, avrebbe avuto problemi ad accettare il Re” concluse, incrociando le braccia.

“In effetti, non pensavamo che Merlino risentisse fino a questo punto della nascita del Re” ammise Lenn.

“Ma mille anni sono duri per un corpo umano” concluse poi.

“Ed è per questo che il Re non deve avere tentennamenti” riprese Kyle.

“Deve capire che non si troverà davanti la persona di mille anni prima” aggiunse con un sorriso.

“Beh, mi sembra che, a questo, ci abbia pensato tu” sorrise Lenn.

D’altro canto, avere Kyle dalla loro parte era una fortuna perché, nonostante fossero oramai potenti in egual misura, Kyle aveva comunque molta più esperienza di loro, essendo nato molto prima.

Non a caso, era uno dei più scaltri, temuto anche dai Saggi in persona e, se il suo corpo aveva subito cambiamenti, prendendo la consistenza umana, la mente era rimasta intatta.

Solo lui avrebbe potuto assolvere un compito così delicato, come quello di massimizzare i sentimenti già esistenti nel cuore di Artù, facendogli tornare l’Antica luce negli occhi.

Compito assolto alla perfezione.

Il tutto, senza fare nessun incantesimo.

Perché Kyle aveva sempre avuto ben chiaro quale fosse il carattere del Re; per ottenere il meglio dall’Antico Sovrano, bastava semplicemente sfidarlo.

E, nonostante fossero tutti sicuri dell’amore che il Re provava, ora, dopo la chiacchierata con
Kyle, erano altrettanto sicuri che il Re non avrebbe avuto più tentennamenti su cosa volesse realmente.

A quel punto, non rimaneva altro da fare che guidare l’altra metà nella direzione giusta.
 

Continua…
 

Note:

Nell’ultima parte, il dialogo tra Lenn e Kyle, ci sono dei riferimenti al capitolo uno, dove Lenn ha l’idea che Merlino e Artù debbano stare insieme e quindi avere un’età simile.

Gabriel poi sviluppa la storia, dando vita alla profezia che li vedrà ricongiunti mille anni dopo essere venuti al mondo.

Kyle, che già li teneva d’occhio, in qusto dialogo fa semplicemente notare a Lenn le difficoltà che i tre guardiani non avevano previsto.

Come sempre, attendo ansiosa i vostri commenti.

Nel frattempo, ringrazio chi è giunto fin qui.

Alla prossima.

Pandora86
 
  
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